pumpkin scream in the dead of night

HALLOWEEN 2020, libera (per) tutti

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    Jessalyn Goodwin
    rebel - 21 y/o - fake ghost
    She walked me back
    Into her room
    But just to see
    A 1980s horror film
    who you gonna call? bacon
    «devo andare in missione, ma appena arrivate chiamatemi così vi raggiungo!!» e, così dicendo, aveva stretto erin in un abbraccio e stampato un bacino sulle guancia di scott, per poi allontanarsi saltellando verso la porta, trascinandosi dietro un Thor molto poco intenzionato a seguirla: aveva preso la disponibilità del suo cane a farsi mettere il costume da salsa barbecue come un okay, ti faccio felice e vengo con te, eppure più si avvicinavano alla porta e più l'animale iniziava a puntar i piedi, rifiutandosi di avanzare «ti preeeego» si chinò accanto a lui, eppure nè i biscottini a forma di pipistrello che aveva comprato per l'occasione nè le carezze fecero il lavoro sperato: thor non aveva la minima intenzione di uscir di lì. Jess avrebbe potuto provare a portarlo con un guinzaglio ma.. lo trovava disumano?? Non ne aveva mai usato uno, ferma nella convinzione che i cani dovessero esser liberi di fare ciò che desideravano senza dover dipendere dal loro padrone!!1! E così, dopo altri dieci minuti di tentativi, ci rinunciò e lasciò thor libero di tornarsene a poltrire, un po' delusa dal non esser stata persuasiva a sufficienza da convincerlo, per due motivi principali: 1) avrebbe tanto voluto presentarlo a copyfel ed al suo cane e 2) un po' le dispiaceva arrivare alla festa nel suo costume da bacon senza salsa barbecue al suo fianco!!!
    Fortuna che, in ogni caso, una volta arrivata lì non sarebbe stata più sola: doveva solamente trovare il suo uovo, e finalmente la loro colazione sarebbe stata completa «sei proprio un asociale thorello» come loki, del resto: era strano pensare che il destino le avesse fatto incontrare due animali così diversi da lei «ma tvtb così» gli stampò un bacio sul campo, per poi lasciarlo libero di tornarsene a dormire: pigro, chiaramente depresso più della metà del tempo, proprietario effettivo di quello che, nella teoria, era il letto della goodwin, ma ovviamente la ragazza lo amava così.


    «PUNTO ESCLAMATII/IIIVOOO» un po' si pentiva di non averle chiesto il nome, o perlomeno dato un soprannome «AESTHETIC TRE STELLINEEE/EEE» lui avrebbe dovuto riconoscerlo più facilmente, grazie al travestimento da uovo??? Peccato che non vedeva nessun uovo all'orizzonte!!!! Faceva slalom tra le bancarelle, la goodwin, saltellando felice e sollevata di poter camminare senza doversi nascondere sotto un mantello dell'invisibilità o con una pozione polisucco: halloween era senza alcun dubbio la sua festa preferita, l'unica notte all'anno in cui si sentiva davvero libera, e non una ragazza costretta a nascondersi dal ministero e far credere alle persone di esser un fantasma.
    La sua ricerca saltellante fu interrotta da un ragazzo, sbucato dal nulla a chiederle «Vuoi toccare la mia farfallina?» uH «ma come quella di belen??» a giudicare dallo spacco dell'abito del ragazzo, pareva proprio di sì!! «Rawr, guarda che non morde, al massimo ti insemina» ma nOO, pensava forse di averla spaventata?? messa a disagio??? Era una jessalyn goodwin! «mi sa che non può, sono un fantasma!» Gli rivolse un sorriso raggiante «è molto carina!!!» aveva notato solo dopo la patata del ragazzo, con il disegno di una farfalla: si azzardò persino ad accarezzarla, dato che era stato il ragazzo a proporlo! «conosco due ragazzi a cui piacerebbe da morire, se li vedo te li presento!!1!» e non era difficile capire a chi la ragazza si riferisse: una patata vestita da farfalla?? #barry e gideon triggered. Ed era sul punto di presentarsi, o chiedergli il nick su twitter - giusto per capire se avessero già parlato o meno???? - quando .. «SIGNORA PUNTO ESCLAMATIVO, DOV’EEEEEE’? PSSS PSSS» vabbè, ma QUANTE PROBABILITÀ C'ERANO???? «LA CERCHI ANCHE TU???» ma allora pazzesko, aveva fatto amicizia online con una internet famous!!1! Anzi, non semplice amicizia, avevano parlato di adottare cuccioli insieme: se quella non era una promessa di amore eterno, jess non sapeva davvero cosa lo fosse.
    Investita dall'aura di positività che emanava il ragazzo, la mora iniziò a seguirlo tutta contenta, convintissima che tcù is better than uàn e che insieme l'avrebbero trovata prima. Era fatta, fatta di felicità, e non sentiva nemmeno il bisogno di andare a cercare - ... ma chi voleva prender in giro: sapeva benissimo dove trovarlo, perchè di solito ogni anno si spiaggiava lì prima di passare in discoteca - lo stand dei chupitos. Ancor più inebriata di felicità, poi, quando vide in diretta una scena di barbie la principessa e la povera (uNO DEI SUOI FAV!!) e capì che .. O EMME GI, la signora punto esclamativo era «mELVIN???» cioè vabbè shock, sua cugina!!!1! (e sì, jess l'aveva considerata da subito la figlia adottiva di dakota, e di conseguenza ciò la rendeva sua cuginetta acquisita) «sono io, iSNAKE!!!» e, senza aggiunger altro, si lanciò ad abbracciare lei ed il suo bellissimo cane «....per caso avete visto un uovo???» lo sapevano tutti, del resto: una colazione con solo bacon e niente uova era una colazione a metà :c
    iSnake @skatesnakes
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    she was from a movie scene
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    tocca la farfalla di minkia, lo segue perchè capisce che cerca la signora punto esclamativo come lei, assiste all'esibizione delle barbie e poi corre ad abbracciare vin e acid!!!


    Edited by #rayofsunshine - 4/11/2020, 12:53
     
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    Laurel P.M.S Goldstein
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    DO I NEED TO PARTECIPATE IN
    THIS CONVO OR CAN I JUST SEND MEMES
    who you gonna call? mummia
    Non esisteva una lingua conosciuta che potesse consentirle di esprimere la sua riconoscenza verso Vin. Mi hai salvato la (vita) serata, lo sai vero? Forse era esagerato da dire, ma voleva che lei sapesse quanto quel gesto fosse importante, nella sua piccolezza. Certamente la Diesel lo faceva con piacere - era brava, troppo - ma non era certo obbligata a truccare tutti quegli studenti, lei compresa. Doveva avere una pazienza enorme. Laurel avrebbe smadonnato già al primo che osava muoversi troppo mettendola in difficoltà. Come stava facendo proprio lei in quel momento, per esempio. Okay sto ferma. E richiuse gli occhi, che aveva tenuto aperti solo per osservare il volto concentrato di Vin mentre le applicava qualcosa sulle labbra, una tinta nera che non si sarebbe sbavata nemmeno con cento limoni con Perses. Il corpo sottile era fasciato da una tuta bianca aderente con sopra disegnate quelle che sembravano delle bende, dalle braccia e dalle gambe affusolate pendevano pezzi di stoffa bianchi, ed in fronte aveva avvolti dei pezzi di benda che le ricadevano sulle spalle insieme a ciuffi chiari di capelli mossi. Della mummia, la Goldstein non aveva davvero niente se non gli abiti ed il trucco che la rendeva più pallida e smorta e gli occhi verdi messi in risalto da un ombretto nero, per il resto si muoveva fin troppo, e la voce certamente non aveva il tono lugubre e basso che ci si sarebbe aspettato da qualcuno che veniva dall'oltretomba (tipo le ragazze del Collegio, dai). Sorrise alla Diesel, a lavoro finito, permettendosi di avvicinarsi a lei e rubarle un accenno di bacio sulle labbra a mo di ringraziamento, perchè LEI BACIAVA SEMPRE TUTTI?? QUINDI QUELLO doveva essere un linguaggio universale. Ho rovinato il trucco? L'avrebbe uccisa. Lo sapeva. Adorava Melvin, ed il fatto che si prodigasse così per gli altri la faceva sentire un po' male (se vuoi ti trucco io?? aveva azzardato, prima di arrivare a patti con l'idea che non fosse la make up artist che credeva di essere, e che Vin si sarebbe truccata cento volte meglio da sola). Un giorno le avrebbe fatto un regalo, ma di quelli IMPORTANTI E VERI. Doveva solo capire cosa e quando.
    Diretta ad High strett, si era lasciata prendere un po' dall'ansia. Quell'ansia strana mista ad euforia che sale prima di ogni evento importante. Nei giorni precedenti, twitter le aveva dato delle gioie vere: aveva potuto lasciare in pace Vin per un po' ed evitare di parlare di lui (sapeva che condividevano entrambe una passione per Perses Sinclair, ma d'altra parte era anche convinta di essere un po'.......come dire, più ossessiva, forse??) Insomma, Vin adorava Perses, come anche lei, ma forse la Diesel riusciva a dare a quella passione una forma ben definita che, invece, per l'aerocineta era sconfinata (nel senso che, la maggiorparte delle volte, sconfinava nell'illegalità rgngperpnfin). Twitter le aveva concesso, quindi, la possibilità di poter spargere ossessione un po' ovunque.

    Avrebbe dovuto aggiornare @flwrpwr sui suoi progressi, certamente: aveva il sospetto che lei volesse davvero sapere come sarebbe andata a finire e sentiva che quella sera era La Sera tm. Tra le altre cose, poi, aveva vari incontri in sospeso, che sperava di fare a breve, come My life is pain. In un altra parte della festa, se lo sentiva che Melvin l'aveva detto proprio nello stesso momento. Telepatia Laptop, forse. Con il ragazzo, il cui disagio era palesemente simile al suo, aveva davvero un piano in sospeso da mettere in atto: aiutarsi a vicenda nel conquistare le rispettive crush. Anche se non ne avevano ancora studiato i dettagli ma bè, c'era tempo (?). Lui le aveva dato un consiglio su come approcciare Perses, qualcosa sull'usare un tono di voce basso e sensuale per parlargli. Avrebbe pure funzioto, se Laurel non avesse deciso di vestirsi da mummia. (tono di voce basso + mummia non erano l'accoppiata vincente, ma glielo aveva giurato che ci avrebbe provato). Aveva pure fatto le prove davanti allo specchio, prima di uscire, e rendersi conto che in buona parte delle probabilità avrebbe fallito, ma aveva FEDE.
    Ma a proposito di costume!!!!!! 420 (@frombiblehub) ci sarebbe stato o le avrebbe dato buca?? In teoria dovevano essere un gruppo, nella pratica, trovandosi in mezzo a tutte quelle persone ad High Street, Laurel stava seriamente pensando di far retro front e tornare nella propria comfort zone al castello. HIHIHIIH Non mentiamo, non è adatta a questo genere di cose, e poi c'era pure il rischio che incrociasse davvero Perses, e come avrebbe fatto allora? La verità era che Laurel......aveva sperato davvero di beccarlo su twitter. Forse sarebbe stata l'unica occasione in cui sarebbe riuscita a parlarci, ma dopo una sola mezz'ora di analisi dei suoi mutuals aveva capito che Perses non c'era là sopra. E lo sapeva perchè lei ne sapeva riconoscere l'aura regale anche attraverso uno smartphone. Un po' delusa, la Goldstein aveva dovuto arrendersi all'idea che non ci avrebbe mai parlato davvero, o che al massimo lo avrebbe fatto scappare facendo la mummia, o nella migliore delle ipotesi gli avrebbe urlato un CIAO in faccia da ubriaca. E niente. La lista delle persone che avrebbe voluto conoscere era lunga, tra queste rientrava anche Stardust (@yourestardust), che da subito le era sembrata simpatica e sulla sua stessa lunghezza d'onda: la shippava già con Perses senza nemmeno conoscere nè lei nè lui, e soprattutto le aveva dato il consiglio DEL SECOLO che l'aveva seriamente stesa.

    Aveva riso fino alle lacrime, Lau.
    E poi doveva finire the owl house insieme al gruppo con cui aveva iniziato a vederlo!!! Doveva conoscere i choose you e ringraziarla per gli Hunger Games che l'avevano fatta schiattare (in tutti i sensi) e... ma quella era la bancarella delle mele caramellate?! DOVEVA AVERNE UNA subito. Tanto, il rossetto che le aveva messo Vin non si sarebbe rovinato, era una garanzia. Ma poi. 1ofabunch??? Le scappò dalle labbra, non appena una delle Heather gli passò vicina. E ????? MA IN CHE SENSO ERA JANE CON CUI AVEVA LIMONATO ALLA FESTA? SCIOK.

    spooky eris @3rised
    @mylifeis_pain
    Stamattina l'ho vista ed era così bella
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    kermit in fiamme
    thanks to © © ©


    E' alla festa al banco delle mele caramellate quando incrocia 1ofabunch
    Cerca per salutare: my life is pain (abbiamo un piano in sospeso)
    Vestito di gruppo con 420 CHISSA SE HA CAPITO o le darà buca
    Stardust ti vogliamo salutare
    FLWRPWR PURE TE E TUO FUTURO MARITO
     
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    acido per te
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    «acido acida acido acida»
    Non aveva cantato altro durante tutto il viaggio, Alberto Anacleti, e potete immaginare la reazione del compagno di viaggio quale fosse stata: uno scappellotto dritto dritto dietro al collo e uno sbuffo pesante.
    «e daje Spadì e statte npo' zitto» ma niente più. Aureliano Adami non era il più simpatico e amichevole degli uomini (né tantomeno dei delinquenti) ma quando si trovava in compagnia dell'amico e un tempo rivale cambiava completamente atteggiamento e gli concedeva anche quei momenti di eccentricità coatta. Non poteva negargliele, e poi, che lo ammettesse o meno a qualcuno, gli piacevano anche, lo mettevano di buon umore.
    «acido acida acido acida» continuò Spadino, come si faceva chiamare in quegli ambienti; e Aureliano glielo lasciò fare, senza scappellotto questa volta.

    «AOOOO! Spadì e svejate, semo arrivati» la voce dura e profonda di Aureliano richiamò lo zingaro con la cresta, le sue mani callose lo scossero e lo fecero sobbalzare e destare dal sonno. «Nce credo Aurelià!» sbadigliò rumorosamente «NCE STO A CREDE» e come mosso da un elastico balzò all'impiedi e con il suo solito fare da molliccio iniziò a zompettare freneticamente e con risolini entusiasti, guadagnandosi l'ennesima occhiata storta da parte dell'Adami. Eh, ci era abituato ormai.
    Erano entrambi vestiti (svestiti) dai due che avevano fondato la loro terra natìa, la terra natìa, in realtà, di tutto l'Occidente conosciuto (c'è un occidente sconosciuto? probabile, è sconosciuto per un motivo *guywhomakestheoriesmeme*), Roma, la città eterna, la caput mundi, ergo: Romolo e Remo, i due fratelli che erano stati allattati dalla lupa. E non erano nudi Romolo e Remo? Eh sì, quindi avevano probabilmente gli slip (si spera) e qualche straccio in vita che copriva la zona, per il resto tutti come mamma li aveva fatti: molto bene. La mamma li aveva fatti molto bene. Brv mamme. E oh si erano portati dietro anche il pupazzo della lupa, per essere più autentici.
    Camminavano lungo High Street e fingevano di essere interessati alle bancarelle.
    «Aurelià. Seconno me era mejo andà a Tottington. Ce stava l'amico mio là, te dico che m'ha gggiurato che è pieno de ggente che sa fa pesante, che spenne due o tre piotte 'aa vorta pe' fasse na pippata» pausa «te dico da paura Aurelià»; l'altro fece un vago gesto con la mano «EEEEEH da paura, Spadì, ma che ce stanno li spettri a pippà?» spoiler: sì, credo?! «Nte preoccupà Spadì, ce penso io qua» era sempre compito del biondo platinato prendere in mano la situazione e darsi da fare; lo zingaro, da parte sua, si limitava a divertirsi, fare lo sborone e in quel preciso momento mangiare caramelle gommose a forma di zucca. «'Gna fanno proprio a cucinà na cosa decente, qua, manco 'e caramelle so capaci de fà» si lamentò e poi ne sputò un pezzo a terra. E le buone maniere? A casa. Dov'era casa sua? La sua mente volò subito alla sua ridente e sfarzosa villa condivisa con tutta la famiglia e sorrise all'amico in affari. «Ma te ricordi Aurelià quanno facevamo l'affari co ziprete? Eh quanto tempo è passato, e mo stamo qua, quanta strada ch'avemo fatto 'nsieme Aurelià, 'a stessa strada de Giulio Cesare. Abbiamo tratto lo stesso dado» identica. Aureliano Adami non rispose, ma gli diede un colpetto con la mano all'altezza del petto. «Guarda quanto cazzo sono bbbritish Albè», si diede una sistemata allo straccio che gli copriva la zona inguinale, poi cinse il collo di un ragazzino vestito da scheletro con il braccio «AO!» no «AHELLO!» si corresse, poi cercò di convincerlo a comprare qualcosa, ma il ragazzino doveva essere più sveglio del previsto perché gli puntò subito la bacchetta contro. «Ma che cacci er legno co me?» il legno = la bacchetta, si sa. Si allontanò indignato, dopo aver lanciato imprecazioni varie al ragazzino, poi tornò da Spadino.

    «'Nnamosene a Tottington, va'»
    Alberto Anacleti, per gli amici Spadino, ne fu incredibilmente entusiasta, non stava più nella pelle.
    «Te dico che ce sta 'na cosa maggica Aurelià. MAGGGGICA!»
    re de roma @ermejozingarodercolosseo
    @leleamicodeglisbirri
    qnt e bll aureliano
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    eh, niente, mio padre sta facendo rewatch ed è partito il trigger e volevo essere stupida, ciao.
     
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    BereNice Hillcox
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    by night one way;
    by day another.
    who you gonna call? Princess Fiona (moodboard)
    Nice Cox-Hill, o Hillcox, come ormai si presentava da un anno a quella parte, era una strega razionale.
    Questo lo sapeva e lo aveva sempre sostenuto con veemenza; Nice non era pazza, era semplicemente Nice. Una ragazza che sapeva benissimo dove terminava la realtà e dove iniziava l'impossibile e, di conseguenza, tutto ciò quello che rientrava nella sfera del 'non può essere'. Razionale e decisa. Solida nei suoi principi e fermamente convinta dei suoi ideali. Ma, davvero, più di ogni altra cosa razionale. Ancora più di Albert, in quell'aspetto, se vogliamo. Nice era quella che roteava gli occhi se si parlava di miti impossibili, quella che dava degli stolti a chi credeva in cose chiaramente impossibili e fuori da ogni logica, anche quella dei maghi. Se non fosse stata lei per prima una strega avrebbe persino creduto che la magia stessa era solo una fantasia nata dalla penna di qualche babbano un po' troppo eccentrico.
    Non credeva dunque, per tutta questa serie di motivi, nelle coincidenze.
    E non credeva nelle sensazioni che non riusciva a spiegare. Come quella mattina, quando aveva involontariamente abbassato la testa rannicchiandosi su se stessa, nel vedere la Jonesin brandire una scarpa mentre spiegava qualcosa che Nice non aveva neppure fatto finta di ascoltare; non sapeva cosa diamine le fosse preso (a lei, non a Diana, Diana era semplicemente fatta così) né perché avesse reagito in quel modo, e per qualche istante si era guardata intorno, confusa e strabuzzando gli occhi, non capendo da dove arrivasse quell'improvvisa paura che la Jonesin gliela tirasse in testa. Aveva ovviamente fatto finta di nulla, ricomponendosi con la stessa velocità con cui aveva, involontariamente, reagito. Ma era successo.
    E quello era solo l'ennesimo incidente (per mancanza di migliori termini) degli ultimi giorni.
    Prima c'era stato l'incontro in corridoio con Seyhung Park, terribile: nel vederlo arrivare, Nice aveva provato prima un fortissimo istinto omicida - ma quello le capitava spesso, Swing o non Swing, quindi non aveva generato campanelli d'allarme - ma l'impellente desiderio di allontanarsi da lui il prima possibile, sì. Era una cosa inspiegabile perché il Park era perfettamente innocuo, no? Sfiga, le aveva suggerito una vocina interiore a cui la Serpeverde non aveva dato retta, perché non era pazza, sforzandosi a rimanere con la schiena dritta e la testa alta mentre il ragazzo le passava accanto; sarebbe stato molto più facile evitarlo se quest'ultimo non si fosse voltato nella sua direzione, nello stesso preciso istante. Che diavolo..? Era certa al 100% di non averci mai parlato, né tanto meno di aver mai saputo il suo nome completo; e avrebbe detto che la stessa cosa valeva lui! Quello era proprio strano. (vanya_e_five_in_macchina.jpg)

    Fossero finite lì, le cose strane, avrebbe smesso di pensarci, infondo aveva problemi ben più grossi di quello – tipo mantenere una media più alta di quella di Bertie. E, proprio a quel proposito... «Ma che – Albert!!» Si schiantò contro la schiena del cugino, entrambe le mani ad attutire la caduta mentre gli finiva, letteralmente, addosso. Che cavolo gli prendeva, ultimamente? «Vogliamo fare notte sulle scale o ti decidi a superare quello scalino!?» E, esasperata, lanciò in aria le braccia, superandolo. «Muoviti, non ho tempo per queste stupidaggini, il tuo mantello non si cucirà da solo!» E chissà se la stava seguendo o meno, negli ultimi giorni non era l'unica a sembrare distratta da... boh, cose. Non si fermò quindi a controllare che Albert avesse ripreso a camminare – come una persona normale. - ma si domandò se gli stesse capitando la stessa cosa che capitava a lei. Che fosse un effetto collaterale del viaggio nel tempo? Stavano forse impazzendo, incastrati in due linee temporali, una in cui non esistevano più e una in cui non esistevano ancora? Doveva assolutamente chiedere a Hyde; detestava ammetterlo ma il CW in merito ne sapeva più di lei. Ma le cose strane erano anche altre, diverse da un Albert alle prese con l'improvvisa fobia delle scale; erano un «Alohomora!» lanciato involontariamente nel notare Hazel McPherson gettarsi contro una porta per aprirla con la violenza; era il bisogno di memorizzare gli INCI del dannatissimo shampoo per dimostrare che poteva imparare anche quelli come se fossero formule di incantesimi; erano occhi brillanti che le sorridevano beffardi poco prima che, annaspando in cerca d'aria, la Serpeverde si svegliasse da un incubo. Era un fascio di luce verde che le passava davanti, ogni tanto, e che sapeva terribilmente di Maledizione Senza Perdono. «Morgana, dammi la forza. Se i freaks hanno messo qualche droga strana nella cena, io li ammazzo. Quindi, a pensarci bene... Morgana, dai loro la forza Perchè in quel periodo Nice Hillcox radiava frustrazione da ogni dove.

    E così erano andati avanti tutti i giorni trascorsi da quella gita rimandata fino alla mattina di Halloween; Nice era a tanto così – non riuscite a vederle ma le dita sono molto, molto vicine – dall'affatturare qualcuno senza motivo. «Costas!» Lo chiamò incrociandolo nei corridoi, una mattina. «Sempre sicuro da non volerti mascherare in gruppo con me e Albie? Sei ancora in tempo per cambiare idea! Puoi scegliere tra orco e asino, ti si addicono entrambi.» E gli rivolse un sorriso enorme, godendosi l'espressione esasperata sul viso del minore. Insieme agli episodi inspiegabili aveva sentito crescere il bisogno di essere sempre al corrente di dove fosse suo cugino, per un'irrazionale paura di perderlo, che poi si era allargata persino nei confronti del battitore della sua casata. Nice gli voleva chiaramente bene, ma non le fregava poi così tanto... no? Eppure il bisogno di assicurarsi almeno una volta al giorno che fosse lì, era fin troppo forte. E quindi lo mascherava con le sue solite cattiverie gratuite, bastarde sì, ma ci voleva ben altro per ferire il concasato. «Se ci ripensi, sai dove trovarmi!» Ad assicurarmi che Bertie non crepi, probabilmente.

    «Al prossimo che mi urla DINGDINGDING SHAME! SHAME! SHAME! Gli tiro una scarpa.» Pausa. «No. Non una scarpa.» Perché avrebbe dovuto tirargli una scarpa, le sue MaryJane erano troppo preziose per tirarle in testa a qualcuno. «Gli tiro... gli tiro la tua spada finta.» E fece una smorfia, non compiaciuta ma abbastanza soddisfatta. «O potresti mostrare al mondo la tua vera natura.» Infierì il biondissimo, azzurrissimo cugino. Nice lo ammonì, gli occhi ridotti a due fessure sottilissime e un dito indice sospeso a mezz'aria, come ammonimento. «Non provarci nemmeno,» già, non provarci Bertie, perché potresti davvero riuscirci #150%done «perché non ti darò la soddisfazione.» Eh già, non avrebbe ceduto, non alle provocazioni meschine di Albert atte solo a ridere della sua brillante (ma dove.) idea. Era già umiliante aver perso la scommessa, rischiare di diventare vErDe in mezzo a High Street era proprio troppo. «Se mi trasformo in orco la prima cosa che faccio è staccarti la testa, tanto è ovvio che non ti serve a nulla.» E, così dicendo, prese la lunga gonna verde tra le mani e accelerò il passo. «Andiamo, Azzurro, non vorrei arrivare da Melos troppo tardi!» Perché voleva una dannata mela caramellata, okay? Se la meritava una gioia almeno la notte di Halloween, al diavolo la dieta. «Un Lannister paga sempre i suoi debiti!!» Strinse talmente forte il pugno che le unghie si conficcarono nella pelle: «Non diventare verde, non diventare verde.» Stupido Albert Cox-Bulgakov-Wood e le sue stupidissime scommesse dello stupiderrimo piffero.
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    ride with the moon in the dead of night.
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    arriva ad high street con adalbert ed è pronta ad affatturare chiunque li abbia scambiati, per l'ennesima volta, per i lannister ♡ vuoi essere tu? :uhuh:
     
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    Ma chi cazzo aveva invitato i bambini. Jericho, avvolta nel buio ("like my soul") di uno dei pochi anfratti salvi dalle colorate lucine del cazzo che qualcuno aveva pensato fossero una buona idea per illuminare le vie di hogsmeade, serrò la mascella e indietreggiò di un passo per evitare di essere travolta da quel fastidio che era l'essere umano nelle sue prime fasi di esperienza - quando ancora non sapevano tenere un machete, né creare pozze di sangue abbastanza soddisfacenti se accoltellati alla carotide: no, non lo sapeva perché aveva provato, malgrado la tentazione fosse sempre stata elevatissima, ma perché anche nei film quando (se!!!) I bastardi morivano, non le davano gioie.
    All'ennesimo fantasmino che ridacchiò al suo fianco filando veloce come un fulmine (probabilmente puntava a schiantarsi contro Gideon), non resistette: allungò una gamba e gli fece lo sgambetto. Fu un volo affascinante, quello del bambino e delle sue caramelle, ed un vero peccato che il lenzuolo le avesse impedito di osservarne lo stupore mentre si sfracellava sull'acciottolato di High Street. Sorrise, labbra cremisi curvate verso l'alto. e
    «...uEeeUeee lE mIe cAraMeLle» ma che cazzo piangi bambino di merda. Temendo che avrebbe attirato troppa attenzione, si chinò rassicurante al suo fianco.
    E: «volevi dire le mie, caramelle.» come un ninja, afferrò le caramelle cadute all'infante, e mentre questo piangeva, le scartó e se le infilò tutte in bocca just because. Masticò con lenta intenzione assicurando così il suo dominio, e si rialzò trionfante. Quando questi, generoso abbastanza da volere porre fine alla sua vita ed alleviare i genitori e l'umanità di un peso, tentò di afferrarle la caviglia, evitò il contatto diretto (chissà quali malattie portavano.) e rapida fece scattare la gamba all'indietro, aprendo lo spacco vertiginoso che le permetteva di avere rapido accesso a «un coltello.» un coltello, che per giunta, non aveva timore di usare. «uau ke forte sembra vero» in che senso sembra. Ingoiò il malloppo di zuccheri, accoltellò una big bubble, e la accompagnò verso la bocca. «fikoooo»
    E questa era la breve storia di come Jericho Karma Lowell regaló un coltello ad un bambino (un win win: o imparava come usarlo, o ci si impalava. Adapt or perish) a cui aveva appena rubato le caramelle. Tanto ne aveva altre -lei di armi, non lui di dolciumi.
    «fatto.» strappò il tappo del pennarello con i denti, cancellando dalla lista (aveva una affatto discutibile ossessione per le liste, ok?) scritta sulle braccia (fun fact: per risparmiare tempo si era tatuata una to do list vuota da riempire a seconda delle giornate) Il "rubare caramelle un bambino" e "portare qualcuno al lato oscuro" - due in uno valeva una combo, si meritava di passare il giorno dopo a dormire senza sentirsi in colpa. Non c'erano molti punti, per quella sera:
    - rovinare la serata a qualcuno
    - minacciare di morte almeno cinque persone
    - accoltellare qualcuno nella folla e andarsene
    - scegliere se valesse la pena mettersi in affari con sabotage o se preferisse ucciderlo e tenersi il trademark
    - cool hat bro
    Senza contesto, avrebbe deciso strada facendo: le piacevano le sorprese quand'era lei stessa a farsene.
    Gonfiò una bolla rosa alla fragola, schiacciandola poi fra i denti. Con un gesto della mano, allontanò i lunghi capelli scuri spostandoli dietro le spalle, mostrando così parte dell'elsa della katana appesa dietro la schiena. Non si era dovuta sprecare molto per il vestito: inizialmente aveva pensato di uccidere qualcuno e andarci vestita dal suo sangue, poi si era ricordata che aveva una reputazione da classy villain da mantenere, e che un Vero Cattivo avrebbe cercato di fondersi nella folla per poi sterminarli nel cuore della serata.
    Quindi si, aveva accettato l'invito della sua brutta copia con il cappello da cowboy.
    I cosplay di veigar li lasciava per le serate veramente importanti.
    «dove sono le piscine di sangue che mi erano state promesse» come da chi: dalla player, ovviamente. «qui è tutto falzo sento puzza di ĪPØCRĪSĪÅ » il vero orrore erano gli uomini.



    what about @thooou
    @madturbating
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    parla (da sola) sentitevi liberi di essere voi i fortunelli
     
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    Perses Sinclair
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    so dramatic
    but that's the price you payin'
    if you want my magic
    who you gonna call? PERSES SINCLAIR EDWARD CULLEN
    Nel dormitorio Serpeverde si era appena consumata una tragedia.
    Continuava a guardarsi lo sterno, il Sinclair, ancora più sconvolto di quando si risvegliava dagli incubi notturni con la convinzione di aver davvero rovesciato un intero thermos di tè alla rosa. Questo era reale, tangibile, incomprensibile e piuttosto strano.
    «No.» Come. Era. Potuto. Succedere.
    Quando. Chi. Come. Perché.
    Una tragedia. La sua pelle bianchissima e immacolata, macchiata da QUELLO. Non poteva crederci, lo sdegnatissimo e regalissimo Perses, e in effetti non sarebbe stato l’unico ma. La sua pelle di seta. D’accordo, il Serpeverde non era una tela bianca considerando che aveva un piccolo tatuaggio sul polso destro e uno sulla nuca, ma erano entrambi dedicati a sua sorella!! Non a… a… Mehan Tryhard?? Ma perché. Non capiva. All’inizio aveva pensato fosse lo scherzo idiota di qualcuno, e armatosi di acqua micellare struccante era andato con un batuffolo di cotone – sia mai irritasse il proprio candore – a sfregare su quel punto. Aveva sfregato, sfregato, sfregato, ma niente, il nome di Mehan tutto corsivo e carino rimaneva lì, tatuato in una romantica posizione appena sotto il cuore.
    BA-SI-TO.
    L’unica soluzione era… be’, parlarne con il diretto interessato. 1) si stava preparando per la festa, sì che un discreto ritardo era da veri signori, ma non voleva far fare tardi a Gideon e Willow e 2) scommetteva quel che voleva che il Tryhard sarebbe stato lì, ci avrebbe scommesso i suoi rifornimenti di tisane, quindi ne era proprio certo. Doveva andare in fondo alla questione, tant’era vero che il suo era il broncio più bello d’Inghilterra (ancora? Sempre, i meriti vanno presi) e le sue sopracciglia perfettamente lineari. 3) era Halloween, chi si sarebbe accorto di un omicidio, la notte di Halloween? Nessuno. Era la serata perfetta su più fronti.

    A onor del vero, sir Perses non aveva impiegato parecchio tempo nei preparativi, ed era uno dei motivi per cui aveva scelto di impersonare Edward Cullen versione più fiko – scusi prof Quinn ihih –. Non ci avrebbe messo un’infinità e soprattutto non avrebbe deturpato la propria sconvolgente bellezza, sarebbe stato uno scempio. Il ciuffo ce l’aveva, il pallore da morto pure, l’espressione impassibile anche: al metamorfomagus era bastato far virare il colore delle iridi dall’azzurro al giallo intenso, indossare maglietta, camicia grigiazzurra, pantaloni neri aderenti e prendere in prestito da Theia un eyeliner rosso per simulare una goccia di sangue scivolata dall’angolo della bocca fino alla base del collo. Non era un perfetto (Perses Sinclair) Edward Cullen?? Non serviva risposta, era una domanda retorica #modestia+100. A proposito di quell’iMpErTiNeNtE di sua sorella, si era raccomandato di fare la brava. Non voleva raccattarla nuda da qualche parte, e soprattutto ricattare i possessori di eventuali foto o video circolanti. AAAAH, difficile essere fratelli maggiori – di qualche minuto –. Le aveva comunque lasciato un bacio sulla fronte, in uno dei suoi rari sprazzi d’affetto, lasciandola andare per raggiungere il portone del castello dove ad attenderlo c’erano (due bestie) Gideon e la Beckham (due bestie, appunto).
    Si prese un minuto per osservarli, come – paragone che va sempre bene – un Enzo Miccio qualsiasi alla sfilata del red carpet o Alexander Bourgeois di fronte a un’amatriciana. «Mh. Voto otto virgola cinque.» Perché dire otto e mezza faceva meno scena, come i povery. Il nove era riservato solo a chi si vestiva da Perses Sinclair, il diesci a se stesso medesimo. Quel voto era un grandissimo onore, ma i due si erano impegnati e stavano piuttosto bene. «Willow, sei terrificante Un gentiluomo sa sempre come far felici le persone.
    Per il resto, a Perses Halloween piaciucchiava. Niente di più niente di meno. Non lo amava né odiava, però Theia era sempre al settimo cielo per quella ricorrenza, quindi. Ecco, detestava giusto vedere certi costumi fatti malissimo e i bambini che correvano ovunque rischiando di sporcargli l’outfit – e infatti. «Ugh. Bambini.» Tanti, troppi bambini. Impassibile, osservava un Gideon troppo calmo e amichevole per non avere in corpo una pozione calmante parlare con tizi – forse un suo amico di twitter? Meh (non tryhard, ma fidati che verremo anche da te FATTI PREPARARE LA DIFESA DAL MAGIAVVOCATO CHE NON SI E’ MICA DIMENTICATO), non aveva voluto saperne nulla, non gli interessava. «Voglio bere.» Uao, era già fortemente pronto ad allontanarlo da un possibile coma etilico. Non sembrava, ma entrambi i McPherson trincavano come (minchie) spugne di mare. «ma non adesso-» toh che fortuna. «DOPO adesso facciamo il labirinto?» ah. Era meglio il coma etilico. Guardando in faccia il suo migliore amico, lo vide così entusiasta della festa che, anche volendo, non sarebbe riuscito a rifiutargli quella piccola gioia. Era così, Gideon McPherson, ti fregava con un sorriso innocente e degli occhi luccicanti di contentezza. Alzò le spalle in una chiara resa, scuotendo la testa vampiresca con quella che un attento osservatore – aka uno/a stalker come Lau e forse Vin – avrebbe saputo identificare come rassegnazioneTM. In realtà era feòice di vederlo felice, come gli succedeva con sua sorella. COME L’AVEVA RIDOTTOOO. «Okay.» Ma dopo doveva cercare mEhAn.

    what about no.
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    arriva con gid, willow e l'istinto omicida verso Meh <3

    29 - [scherzetto - prompt]
    com'è successo? Perchè? QUANDO? Ti guardi allo specchio, e non puoi che gemere; perché hai un tatuaggio con il nome di Mehan?


    Edited by Anchor(less) - 5/11/2020, 09:30
     
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    'Cause I've been on the back foot lately, I've been playing catch up with you 'Cause honey you're a high roller And baby I was born, born, born to lose
    who you gonna call? guy fawkes
    Aveva passato più della metà di quella giornata nell’unico modo funzionale che conosceva per scacciare via i pessimi pensieri e la confusione: allenandosi. Aveva fatto almeno 70 (settanta) flessioni, 50 (cinquanta) squat e quasi 100 (c e n t o) addominali; e quello era solo il riscaldamento. Comprensibilmente sudato e col fiato corto, si concesse un attimo di ristoro e prese un sorso della sua bevanda energetica (more like bibitone di Hercules – dai, quello del videogioco per ps1) mentre scorreva la home di Twitter. Provava a scorrere la home di Twitter perché da quando il telefono gli era caduto nel water si era inebetito più di quanto non lo fosse sempre stato (questo giustificava in parte anche il suo utilizzo intermittente del social – e mica perché alessiandra si dimenticava completamente dell’account, no); e metterlo nel riso e lasciare che gli umpa lumpa cinesi lo aggiustassero durante la notte aveva aiutato solo in parte. Lanciò il telefono sul letto, quindi, e tornò ad allenarsi: flessioni su una mano, piegamenti, addominali, affondi, jumping jacks, era così che teneva la testa occupata, Julian, ma tutto quel movimento quella volta non bastò. Tanto non sarebbe andato alla festa, aveva deciso, si annoiava e poi era pieno pieno di ragazzi che facevano stupidi scherzi eppure… /eppure/
    «Centocinquantatr- no, quatt- no» si fermò a metà dell’ennesima flessione, incerto, le braccia tese e i muscoli contratti. Aveva perso il conto, ma quella non era assolutamente una cosa da lui, quando si allenava non pensava mai a qualcos'altro ma quella sera la testa era evidentemente altrove. Cosa avrebbe pensato 3rised se lui non fosse andato? Come se la sarebbe cavata senza le sue lezioni sul tono di voce basso e sensuale? Avrebbe davvero conquistato il suo amato o l’avrebbe messo in fuga? E doublewtrouble, senza nessun fan a cui firmare autografi, si sarebbe sentita tradita? frombiblehub gli avrebbe ancora offerto quel – presumibilmente losco – lavoro? Ma soprattutto copyfel avrebbe davvero baciato tutti i ragazzi presenti alla fiera nel tentativo di trovarlo? Fu soprattutto quest’ultima prospettiva a fargli rilassare i muscoli e farlo accasciare sul pavimento del dormitorio, ormai risoluto ad andare alla festa di Halloween. Aveva cambiato facilmente idea, sì, ma era pur sempre uno sportivo e le sfide lo intrigavano davvero troppo per accettare di perdere quella a tavolino.
    Poi magari ci sarebbe stata anche l e i, chissà se l’avrebbe vista.
    Era tardi, ormai, gli stand alla fiera dovevano essere lì già da un po’ e lui non era neanche minimamente pronto per l’outfit che aveva scelto, doveva lavarsi, vestirsi, truccarsi (. basta) e no, troppi sbatti per una sola persona, quindi raccattò qualcosa di originale ma non troppo e abbastanza semplice dall’armadio, si passò un po’ di gel tra i capelli per tirarli indietro, il mantello della divisa scolastica, un look total black, la maschera che usava durante i cortei studenteschi che si tenevano solitamente a Hogsmeade, ed era pronto per la festa.
    Si ricordò solo una volta fuori dal castello di aver già scritto ad 3rised che sarebbe andato alla festa vestito da Coco (grazie Mac, tvb) e il cambio di outfit probabilmente l’avrebbe confusa, non l’avrebbe riconosciuto, quindi tentò di avvisarla su Twitter ma eh, i cinesi non dovevano aver fatto un buon lavoro perché continuava a funzionare a caso quell’aggeggio; l’avrebbe trovata lui, così da poter mettere in atto il loro spaventosamente e inquietantemente romantico piano.

    «Hai visto una mummia?» no, ok prossimo. «Hai visto una mummia in giro?» sì, l’amico, una mummia fatta male, aveva ancora il rotolo di carta igienica attaccato al piede, quindi immaginò non fosse la persona che cercava.
    «Hai visto una mummi-AAAAAH» indietreggiò con uno scatto, poi si abbassò (molto) sulle ginocchia per arrivare all’altezza di quel fantasma nano. «BaMbInOoO!!1!11 che ci fai con un coltello in mano?» infatti era proprio un mocciosetto che correva tra la fila di stand e bancarelle sventolando un coltello grande quasi quanto la sua testa, lo stesso coltello che aveva rischiato di evirare il Bolton, che quindi si era sentito in dovere di indagare a fondo sulla questione, preoccupato che il nano potesse farsi – e fare – del male. «Me l’ha dato quella signora lì» buh, era stato facile, piccoli snitch crescono insomma.
    Recuperò la lama dalle mani del bambino e si avvicinò a Jericho, che era vestita da Morticia ma probabilmente per lui sarebbe stata solo mort, vera e propria mort. Le arrivò alle spalle e si schiarì la voce con un colpetto di tosse, ma fu ignorato – c’era effettivamente troppa gente e troppo, troppo, caos; ci riprovò, aumentando un po’ il volume ma fu ignorato anche quella volta. «Scusa!» le si piazzò davanti, sorrise ingenuo (forse il suo ultimo sorriso), poi le mostrò il coltello che aveva recuperato dal bimbo. «L’ho trovato in mano a un bambino, poteva essere pericoloso, ha detto che gliel’hai dato tu, ma probabilmente ti è caduto dal vestito… non- non credo che avresti mai dato un coltello a un bambino» ahahah «Nessuno darebbe un coltello a un bambino» ahahah #2 silenzio. Sorrise di nuovo e allungò il coltello verso la ragazza «Per caso hai visto una mummia?»


    🌚 @mylifeis_pain
    @boulevardofbro
    ho voglia di fare una cosa che non si può fare
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    kermit
    in botta
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    SPOILER (click to view)
    facciamo i seri stavolta dai, più o meno
    fa:
    - niente
    - cerca spooky eris/Lau
    - restituisce il coltello a Jericho
    - probabilmente verrà ammazzato
     
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    Brienne O'Keeffe
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    I have three moods:
    1. !!!!!!!!!!!!!!!!!
    2. ???????????????
    3. ?!?!?!!?!?!!?!
    who you gonna call? WEDNESDAY ADDAMS
    Era così impaziente!!!! Halloween era la sua festività preferita da sempre, addirittura più di Natale!!!, e quell’anno sarebbe stato doppiamente divertente perché avrebbe conosciuto i suoi amici di twitter!!1! Non vedeva l’ora di prepararsi, Bri, ma c’era solo una piccola cosa che glielo impediva, precisamente sul suo vestito.
    «Hans Belby, svegliati entro tre secondi o ti ribalto dal divano.» Dato che non ci si poteva permettere di dimenticare qualcosa sul divano senza che il pirocineta ci morisse sopra per ore, MH?? La pazienza di Brienne aveva un limite, ed era un limite molto limitato (cosa? Cosa), del tipo- «Uno… tre.» E lo ribaltò avendo giusto la premura, per qualche motivo oscuro legato a dei ricordi sfumati, di tenergli la testa per far sì che non la sbattesse troppo forte, la stessa sensazione di profonda irrequietezza di quando incrociava Sersha per i corridoi e impallidiva finché questa non spariva dalla sua visuale; scusate e cosa c’è di strano – cit non che non fosse una mossa saggia da fare in ogni caso, ma.
    Ad ogni modo, lo special scelse proprio per momento per svegliarsi e secondo qualche dinamica sconosciuta strinarle una ciocca di ricci. Vabbè. MA INSOMMA?? (eh, perché mai doveva risentirsi, lei era stata delikatissima a farlo rotolare come uno spiedino) Sgranò gli occhi, l’odorino di bruciato sotto il naso. «Mi hai?? Bruciacchiato i capelli???» Il destino dell’amico – sì, erano davvero amici pur comportandosi da cane e gatto tutto il tempo! – fu una bella doccia per spegnere i bollenti spiriti. Abbozzò un sorriso angelico, cui mamma Nah rispose con un’occhiata disincantata. Narah le mancava un sacco, e poi si stava comportando da quella responsabile proprio come le aveva chiesto!!! I dispetti, con la O’Keeffe, erano una variabile che non poteva non esserci.

    Il teschio era forse scomodo da portarsi in giro per ore, e tuttavia era il giusto prezzo da pagare per dare quel tocco in più di creepy che non guastava mai. Chissà se suo padre era entusiasta tanto quanto lei che fosse arrivato Halloween; se lo immaginava già in giro per una qualche chiesa abbandonata a caccia di fantasmi – nulla di diverso dal solito –. Purtroppo per lui, l’uomo era un medium solo nel kuore.
    Finalmente avrebbe capito chi fosse . magic, una STUDENTESSA TASSOROSSO, quindi dai, la conosceva per forza ma chi era??? Non aveva approfondito abbastanza la questione da riuscire a capire chi fosse fra tutti. Le era sembrata così carina che non aveva esitato un attimo a dirle che avrebbero potuto andare insieme alla festa, se i suoi amici si fossero rifiutati!!! (ma che bestie poi, POVERINA) Ochei che Bri non era sempre la più delicata del mondo, però gli amiki non lasciavano mai da soli!! Quindi niente, ora erano amike. «SONO PRONTAAA, Ty ci sei??» C’era, più morto che vivo come sempre. Gli si voleva bene così. Aveva talmente tanta curiosità che quasi lo trascinò fuori dall’edificio special, probabilmente facendogli rimpiangere tutto. «Che scheletro kool, bravo.» Sapeva che anche Livy si sarebbe unita alla combriccola, ma non avrebbe mai immaginato che proprio lei potesse essere magic!! CHE BELLINA, QUANT’ERA PICCOLO IL MONDO. Nella parentesi di stupore, spalancò la bocca indicandola. brava cris volevo citare anch’io il meme spiderman ihih «E tu sei tu!!1! SENZA PAROLEEE!» Era destino sul serio, soprattutto dopo che avevano affrontato insieme una Sersha la cui indole da Sersha era stata amplificata di circa dieci volte: il terrore vero. Era cresciuta con dei genitori troppo strambi per non esserlo a sua volta, e ci credeva che quello di tOtTiNgToN non fosse soltanto un incubo piuttosto angosciante. AVEVANO AFFRONTATO INSIEME L’IMPENSABILE. Saltellò fino a stringere il cigno nero in un abbraccio da sopravvissuteh, contentissima. Il profumo di rosa che le raggiunse le narici era l’ennesima prova!!

    «CHE COSA BELLISSIMA, QUANTO CIBO!!» Solo quello valeva la serata, ma non era mica solo quello! La musica soffusa, gli stand, le decorazioni spaventose, la gente in costume. Continuò a zampettare allegra, alzando un dito per sfiorare uno dei fuochi fatui che volteggiavano per High Street, e come si aspettava lo attraverso senza toccarlo davvero. Con lo sticker della propria icon di twitter appiccicato al vestito nero, sperava di incrociare stan, suo zio acquisito!!1! Sospettava fosse qualcuno di famosoTM tipo un Hilton, con quell’aura da adorabile rikkone annoiato. Lo adorava! Per non parlare di cool hat bro, AVREBBE PORTATO ALEXA?? MAGARI CON LA FASCETTA DA PIRATA? Non si sarebbe abbinata coi loro costumi da famiglia Addams ma sarebbe stato fikissimo.
    «c’è un sacco di gente. Perché c’è rutta questa gente?» Si girò a guardarlo con un sopracciglio inarcato. Però dai che bravo, c’era pieno di persone e lui non aveva ancora avuto una crisi di panico!!! «Sai com’è, le feste...» Gli sorrise canzonatoria, seguendo con lo sguardo perplesso un bambino che pareva tenere in mano un coltello vero. Genitori dove siete. Quando Livy pronunciò Ciò che Non Doveva Essere Nominato, i funghi, le venne istintivo fare una smorfia turbata e lasciar vagare lo sguardo nel vuoto per un attimo. E dire che aveva sempre amato i funghi: ora, al solo pensiero aveva i bRiViDi. Proponeva una petizione per sostituire le zucche intagliate coi funghi. «Chiudere gli occhi? Son pronta a correre.» Sondò la folla, senza però trovare uno zio Fester o i coniugi Addams. C’ERA TEMPO!!! Stette ad ascoltare le frasi affatto incomprensibili per una tylivyglotta come lei, piegando appena la testa di lato quando Ty si imbatté in un Miguel. «Livy c’è Mac.» Non le sembrava il caso di pestarla davvero ihih. «E forse lì in fondo vedo un Godendo e un… ZIO STAN SEI TUUUUUUU????»

    STARDUST💫 @YOURESTARDUST
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    Va con Ty e Livy (che scopre essere magic UAO!!!1!) alla festa, chiacchiera random e le sembra di vedere oltre a Gid zio Stan, STAN PALESATI


    Edited by tea or keeffe - 5/11/2020, 19:56
     
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    willow beckham
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    «Ho preparato una cosa per te, per il costume di stasera.» spostò lo sguardo dallo specchietto che stava utilizzando per cospargersi il viso di cipria bianca, così da dare un tocco ancor più cadaverico al proprio viso, per girarsi e trovarsi faccia a faccia con l'amico. Strano «...sei riuscito ad aprire la porta?» Perchè non avrebbe dovuto, willow? Non l'aveva mica chiusa a chiave, e di certo abbassare una maniglia e tirare non era un grande sforzo, nemmeno per un cuore debole come quello del mcpherson. Eppure... inspiegabilmente, le sembrava comunque stranissimo il fatto che ce l'avesse fatta, e per un attimo ebbe un flash: gid che batteva i pugni su una porta ed urlava il suo nome, senza riuscire a raggiungerla. Come già detto, strano.
    Ma era proprio quello il bello del periodo di halloween: si respirava proprio un aria diversa, di morte ed esoterismo. Willow cercava di tenersi connessa agli spiriti ed alle forze del male tutto l'anno, ma era innegabile il fatto che tra metà ottobre e inizio novembre il legame diventasse molto più forte. « Distillato di atropa belladonna! » ??? «vuoi..» o meo deo, le stava forse dando il via libera per uccider qualcuno davanti a lui?? voleva far fuori un nemico?? UN PRETENDENTE DI MAC???? Era forse king, la vittima designata per quel veleno??? willow aveva già proposto più volte a gideon la cosa, garantendogli la sua massima disponibilità in caso avesse deciso di giocar sporco e eliminare la concorrenza, ma non credeva che il ragazzo avrebbe ceduto così facilmente!! ed invece eccolo lì, ad offrirle lui stesso il veleno con cui farlo fuori, e la beckham non avrebbe potuto esser più fiera di lu..«Serve a dilatare la pupilla, per dare un effetto ancora più creepy! » ah no, come non detto.
    Commissionarle un omicidio sarebbe stato un regalo decisamente più gradito ma vabbè, apprezzava anche quello! «mi piace!!!! avevo puntato a delle lenti, ma apprezzo di più una soluzione naturale» si sentiva un po' stupida a non averci pensato lei stessa, ma era grata all'amico per averlo fatto al suo posto: non era affatto male avere un cervello di riserva. Con attenzione, si fece cadere due gocce del distillato negli occhi, e poi attese di vederne subito l'effetto così da capire se fosse abbastanza matchy con il costume - niente da fare, anche quella volta gideon aveva fatto un ottimo lavoro come stylist, captando la vera essenza della beckham e dandole un costume perfetto che la esprimesse. Aveva persino l'accetta, vera!!! E sporca del sangue (finto, sfortunatamente) di gid, il cui costume aveva invece un'ala tagliata. «ti stanno bene gli occhi rossi, perchè non li usi sempre??» cioè, aveva quella dote pazzeska e non la usava a dovere! Fosse stata lei metamorfomagus, di certo sarebbe sempre andata in giro con i colori più strani di pelle ed occhi, così da terrorizzare tutti. «Non berlo» ...mica era scema: non si sarebbe mai suicidata con una cosa basic come un veleno: lei voleva il sangue! e giusto da qualche giorno faceva un sogno ricorrente, in cui veniva fatta fuori da una creatura mostruosa davanti a tutti: si era risvegliata con il sorriso sulle labbra - cosa del tutto insolita, per lei - e la certezza che quella sarebbe stata proprio una bella morte, plateale e sanguinosa al punto giusto «e...non metterlo nel bicchiere di nessuno, è un veleno.» too late, gideon. Probabilmente il mcpherson capì di aver fatto un danno nel momento stesso in cui willow iniziò a sorridere, perchè il suo sorriso non era normale ma talmente raro e creepy da far venire la pelle d'oca «lo so» non vedeva l'ora di versarlo accidentalmente nel bicchiere di qualcuno.
    Il primo nome che fece capolino nella sua testa, senza un motivo ben preciso, fu quello di arturo hendrickson, ma poi un'altra inconscia parte di lei le ricordò che turo va trasfigurato in una scopa da regalare a costas. Perchè??? Di certo la beckham non lo sapeva, ma non era mica una novità per lei avere una vocina nella testa ad ordinarle modi diversi per torturare le persone, quindi nulla di strano.

    «Mh. Voto otto virgola cinque.» mock gasp e mano sul cuore: non poteva credere alle proprie orecchie «così alto?» eh vabbè, ma allora si erano proprio vestiti bene! Non che la beckham avesse avuto dubbi prima, ma ottenere l'approvazione di persessinclairdellacasatadeiserpeverde era tutta un'altra storia «Willow, sei terrificante vabbè ecco perchè gli voleva così bene: loro due si capivano proprio a livello profondo, condividendo l'affetto per gideon senza saperne il perchè. Ogni tanto si erano persino fatti quella domanda ad alta voce, ma senza trovare una risposta erano rimasti a fissare entrambi il vuoto davanti a loro senza aggiungere altro per i successivi trenta minuti: una giornata bellissima. «aw grazie perses! anche tu sei...» pauroso? con un costume super dettagliato?? non... non poteva saperlo, la beckham, perchè il distillato che le aveva dato gideon aveva iniziato a far effetto e, oltre che renderle gli occhi due abissi neri, le aveva tolto anche la vista. Ma non poteva farlo notare a nessuno, anche perchè sapeva che se gid se ne fosse accorto le avrebbe tolto di mano la sua amata accetta e lei non poteva permetterlo!! Quindi, confidando nei suoi sensi ultra sviluppati da pipistrello, sperava di poterla far franca e non far notare niente all'amico «... proprio un perses!» quale complimento migliore, per il sinclair??? Era certa che l'avrebbe apprezzato, e nè lui nè gid si sarebbero accorti che in realtà la beckham di lui vedeva solo un contorno sfocato.
    L'unica pecca restava il non potersi godere a pieno quella serata osservando i dettagli dei vari banchetti, ma vabbè del resto la vista era un senso sopravvalutato, ed a lei bastava sentire le urla di bambini spaventati, urla di adulti spaventati, le risate un po' meno ma hey in realtà ogni risata era un urlo di terrore in potenza, e con la sua accetta ed i suoi occhi neri era intenzionata a causarne ancora di più. «Ugh. Bambini.» ...chissà contro quanti di loro aveva sbattuto, scambiandoli come suoi coetanei: senza poter mettere a fuoco era difficile distinguerli dalle persone basse come lei «dovrebbero abolirli» soprattutto se lì erano per divertirsi e non per morire di paura, la ragazza non ne capiva proprio l'utilità «Voglio bere» uH «sì dai!» e no, non voleva farlo ubriacare per poi versare il suo stesso veleno nel bicchiere senza farsi notare, per chi l'avete presa!, ma sperava che con l'alcol in circolo sarebbe stato coraggioso abbastanza da fare almeno mezzo passo avanti con mac. «ma non adesso, DOPO» oh no, chissà cosa aveva in mente per ORA «adesso facciamo il labirinto??» ... se solo non fosse stata praticamente cieca, se ne sarebbe andata per i fatti propri per un po' a terrorizzar bambini e rispettivi genitori per poi tornare dai gides e farli ubriacare entrambi ma vabbè, pensandoci avrebbe potuto farlo anche nel labirinto. E, a convincerla ancor di più, fu lo sguardo che si scambiarono lei e perses: pure non potendolo vedere sul serio, sapeva che l'espressione del sinclair era lo specchio esatto di quella della ragazza, un mix di rassegnazione, "ma chi me l'ha fatto fare" e, ahimè, anche affetto. «Okay.» ad una condizione però «posso colpire almeno un pochino quelli che troviamo lungo il nostro cammino» un po' eh, mica doveva tagliargli la testa (magari!) ma giusto fargli qualche feritina innocente!!! «..chissà dove sono mac e joey» avevano stabilito di incontrarsi direttamente alla festa al fiendfyre, ma le sarebbe piaciuto incontrarli prima! Kiel no, e non sapeva nemmeno bene il perchè: all'inizio era stata più che entusiasta di avere in squadra un galeotto vero (!!!) ma... negli ultimi giorni aveva sviluppato un istinto omicida - di quelli più forti del normale, non i classici che aveva verso tutti - nei suoi confronti. Molto simile a quello contro arturo, pensandoci bene... era forse un segno del destino?? gli spiriti stavano reclamando le loro anime ed avevano scelto lei come intermediaria???? kissà.
    Nel dubbio, lei sarebbe stata ben felice di farli fuori ♥︎
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    non fa nulla se non arrivare ad high street con gid e perses
     
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    who you gonna call? uovo con padella incorporata
    qualche giorno prima...
    Da quando si era iscritto a Twitter, Self aveva passato le pene dell’inferno. Prima di tutto Twitter non aveva accettato il nick che Self aveva in mente. Non gli andava bene per UNA e dico UNA lettera. Non gli lasciava inserire il nick intero @aestheticsmyname perché aveva un limite di caratteri piuttosto limitato, per l’appunto. Per ribellarsi a Twitter, aveva deciso di tenere il nick incompleto per quanto lo turbasse tantissimo, ma non poteva di certo arrendersi in questo modo al sistema!!1!!!11! Aveva poi dovuto fare i conti con il limite dei caratteri di Twitter. A quel punto, frustato, aveva deciso di scrivere una lettera di protesta (pacifica ma pur sempre di protesta) a Twitter. Come pensava di imporgli di scrivere così poco, tranciando la sua libertà di parola?? Non era accettabile. Eppure Twitter lo aveva ignorato. Era letteralmente un visualizzato e un non risposto. La cosa peggiore che potesse accadere. Quindi sei quel tipo di uomo Twitter? Un visualizzato e non risposto? Quindi è così che tratti la tua donna, il tuo uomo, le persone che ami? Era un semplice cliente ma si era sentito tradito nell’anima. Infine, dulcis in fundo, tutti avevano ricevuto il fantomatico aggiornamento con le note audio E LUI NO. Si sentiva proprio ferito. Si chiese come mai Twitter ce l’avesse a tal punto con lui. Era stata colpa della lettera? Aveva ferito i suoi sentimenti? Non era un bravo influencer? Perchè aveva tenuto l’anonimato su Twitter? OH- forse era perché usava molto di più Instagram? TWITTER ARE U JELOUS? Insomma, prima di capire che o accettava di tenerlo così o cippa, aveva fatto un po’ la drama queen sul social. Proprio grazie a Twitter però era venuto a sapere della festa che si sarebbe tenuta la notte di Halloween. «hai pensato alla mia proposta? andiamo insieme alla festa?» sicuramente Self vi avrebbe preso parte. Aveva saputo che ci sarebbero stati tantissimi stand e cosa buone da mangiare e non poteva assolutamente mancare. Ovviamente però non poteva neanche costringere nessuno, anche se gli avrebbe fatto immensamente piacere andarci con Away. «altrimenti non preoccuparti, devo già incontrare qualcuno, in caso avviso di incontrarci prima per andare alla festa insieme» Non voleva obbligare nessuno ma niente gli vietava di giocare d’astuzia, soprattutto quando non stava neanche mentendo. Lanciò uno sguardo ad Away al suo fianco, portò il gomito sul bracciolo del divano e poi il palmo della mano sulla guancia, sorridendo soddisfatto. «so già con che costume andare» Disse prendendo il cellulare con la mano libera, distogliendo l’attenzione del biondo per aprire Pinterest e cercare qualche idea. «sai, mi è stato proposto come costume abbinato ad un altro su twitter» aggiunse con nonchalance. Non gli serviva che esplicitasse cosa stava provando, ormai lo conosceva bene, forse addirittura più di quanto Away conoscesse se stesso. Away era geloso. Non lo sarebbe mai stato se avesse deciso di vestirsi con un costume qualsiasi per sua semplice idea. Quello che lo ingelosiva era il fatto che Self avesse deciso di prendere parte ad una specie di costume di coppia con qualcuno che non fosse lui. Se si aggiungeva il fatto che Self ci prendeva anche gusto ad ingelosirlo, il gioco era fatto. Cercò su Pinterest un costume di un uovo facile da creare, che non fosse neanche troppo basilare ma che avesse anche quel tocco in più. Trovò quindi la foto di questa signora che aveva creato il costume di un uovo in padella. UN UOVO IN PADELLA. Cioè proprio con anche la padella. G E N I A L E. Avrebbe dovuto assolutamente farlo. Cliccò sull’immagine poi mostrò il cellulare cercando di attirare l’attenzione verso il costume. «NON È BELLISSIMO? È PERFETTO.» salvo l’immagine e rise immaginandosi il costume e come avrebbe sicuramente rischiato di dare una padellata in faccia a qualcuno. Wait. Spostò lo sguardo dall’immagine ad Away e viceversa. Una, due, tre volte. Un’immagine che non riusciva a scacciare a farsi largo nella sua mente. Sapeva perfettamente che Away si sarebbe vestito da nessun altro se non se stesso per quella festa ma… «o… vuoi essere tu la padella?»

    «oh guarda come la frittata si è girata» No, Self non gli stava insegnando come preparare una frittata. «io l’uovo e tu la padella» per qualche motivo a lui ancora sconosciuto, Away aveva accettato di partecipare alla festa vestito così. «okay girati di spalle. bene, ora stai fermo che devo prenderti le misure. fermo ma respira mi raccomando.» quelli erano gli ultimi preparativi e avrebbe terminato i costumi, avrebbe solo dovuto tagliare, incollare, irrobustire il tutto ma allo stesso tempo senza che fosse troppo pesante. Non voleva schiacciare Away col peso e neanche ammazzare qualcuno con il manico della padella.

    alla festa...
    Self e Away erano un costume unico, un’entità unica. Uno sopra l’altro, letteralmente. Prendi due paghi uno. Aveva scoperto perché Away aveva accettato di partecipare con quel costume, non gli era stato chiaro fin da subito perché non l’aveva esplicitato ma se lui aveva pensato di essere stato furbo, Away lo era stato il doppio. Ancora prima di entrare in High Street, Away gli era saltato sulle spalle senza accennare a voler scendere, così aveva accettato la sfida e gli aveva lasciato la sua macchina fotografica così che da quella visuale avrebbe potuto fare foto stupende al posto suo. Dopotutto aveva anche senso, così sembravano proprio il costume che aveva adocchiato su Pinterest solo che lo avevano composto in due. «come si sta a vedetta?» sorrise prima di incamminarsi verso la folla. «tu sarai i miei occhi. dimmi se vedi del bacon!! è la nostra colazione» doveva assolutamente trovare il pezzo mancante del puzzle e quindi @skatesnakes, trovare @whatatragedyx3 e darle un abbraccio, doveva ballare con la casta gatti e fare la foto di gruppo con @susbugo e gli altri crewmates. Infine doveva distribuire i propri biscotti e dolcetti in giro e scusarsi con @yourestardust per riuscire a portare le torte quel giorno visto che sarebbe stato particolarmente impossibile tenerle in vita l’intera serata. Per farsi perdonare e per dimostrarle che no, i biscotti non erano affatto da principianti, le avrebbe preparato un’intera scatola di biscotti tutta per lei con l’etichetta con su scritto “made by (my)self”. Avrebbe avuto qualche giro da fare e non sapeva da dove cominciare.


    a e s t h e t i c @aestheticsmynam
    @NOMERETWEET
    QUOTINA
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    NON MI RICORDO PIÙ LA PASSWORD DELL'ACCOUNT DI SELF OMG

    post scritto di fretta durante la lezione di letteratura, fa schifo ma perdonatemi, non so cosa abbia scritto ma dopo la terzaa volta che mi si è cancellato ero un po' nervosa.

    arriva alla festa con away sulle spalle. sono un costume unico. ve li lancio.

    prima o poi sistemerò gli schemi role, credeteci.
     
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    Ellis Drinkwater
    Ex Corvonero - 19 ANNI - What? - Cercasi Edward
    Mi diletto di stregoneria. Laureato all'Harvard Business School, ho viaggiato il lungo e in largo, ho avuto la peste bubbonica e questo è stato il periodo più sereno della mia esistenza.
    who you gonna call? Beetlejuice

    («El! Sai che c'è la festa di Halloween?» - «Si» - «Pensi a quello che penso io» - «Si» - «Ci Vesti - Spacci - amo » ) Non era stato facile capire cosa fare per la festa di Halloween, ma alla fine erano riusciti a capirsi Wren ed Ellis e si sarebbero vestiti in coppia, ma ci furono dei problemi a riguardo.
    Era stato arduo persino trovare il costume da mettere e non era sicura che fosse giusto quando con Wren avevano pensato al film con Wynona; probabilmente aveva confuso il film, ma in sua difesa l'attrice aveva fatto molti film e l'amico non era stato molto chiaro o forse era stata Ellis che non aveva davvero ascoltato le sue parole perchè avevano avuto l'idea durante una delle loro sedute. Si era presentata da Beetlejuice, pensando di dover interpretare la versione femminile del personaggio. Per fortuna non si era vestita da Bella quando Wren aveva detto Edward, ma ci era andata molto vicina a farlo per fortuna aveva chiesto e l'amico aveva ribadito che Wynona non c'era in quel film. Chiaro.
    «Che ne pensi, El?» La ragazza ammirò l'amico notando che senza alcun dubbio c'era stato un errore di comunicazione visto che nessuno dei due si era vestito da Wynona e soprattutto avevano persino deciso film diversi.
    «Sei perfetto» anche se aveva dei dubbi sul fatto che avrebbe potuto fare qualcosa con quelle forbici al posto delle dita dato che era già in difficoltà col prendere una semplice canna. Rise e la prese per lui e diede il via alle danze per poi aiutarlo nell'impresa. «attento a non farti male» disse per poi assistere alla divertente discussone tra lui e la madre. Erano davvero fighi, stava sempre bene in loro compagnia, erano una boccata d'aria fresca per lei che aveva una famiglia complicata, non parlava praticamente con nessuno dei genitori, nè i babbani e tanto meno con i genitori naturali, ma era davvero difficile avere un qualche rapporto con loro. Era meglio non pensarci per quella sera aveva voglia di divertirsi e con tutto il fumo che si era portata sarebbe andata senza alcun dubbio bene.
    Mentre camminavano persino Wren si rese conto che non erano vestiti in coppia, o almeno non come avrebbero dovuto però si poteva dire che avevano almeno fatto personaggi di film di Tim Burton. «Mi piace. Mi piace un sacco.» le si avvicinò e quasi fremette, non per eccitazione pervertite ma ebbe paura di essere tagliata con le forbici. «dovresti tingerli davvero.»
    «Magari lo faccio»
    «Personalmente, stavo quasi pensando di rimanere moro. Ho sentito che le ragazze vanno pazze per i mori.» Passò le mani sui i suoi capelli e li tirò leggermente per poi sorridergli
    «Concordo, mi piaci moro» e così' facendo lo riprese a braccetto per poi smaterializzarsi insieme alla festa.

    «chiamami Edwren.»Ci fu un momento di silenzio dove i due amici si guardarono negli occhi, Ellis sembrava così seria che probabilmente poteva sembrare squallida quella battuta. Così mantenne la serietà e «E così io sarò la tua Bellis» Poi scoppiò a ridere dando delle pacche sulla spalla all'amico perchè erano davvero due idioti. «Comunque mio caro Edwren, potremmo iniziare a fare un giro che magari facciamo qualche soldo stasera» anche se c'era molta concorrenza in quella sala, come «Mel!! » si avvicinò alla bionda intenta a stritolare Cora, che Ellis credo dovrebbe conoscere, con Wren se la player è d'accordo, perchè la mora non lasciava di certo il suo migliore amico al proprio destino, visto che comunque con quelle forbici avrebbe avuto vita difficile. «Ciao ragazze. siete cariche?»

    Non ho Tweeter Aspetta e spera
    qualenome?
    E ora... Torniamo nella fossa e diamo a tutto una bella scossa!
    #TEAM
    What?
    thanks to © © ©




    SPOILER (click to view)
    Senza Tweeter e in compagnia di di Wren, prova ad importunare Cora e Melvin.
     
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    joni peetzah
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    QUA DIREI
    UNA QUOTE
    DI ALMENO QUATTRO RIGHE
    EDDAI
    who you gonna call? tea kermit

    «peetzah!? proprio te cercavo!» pensa che sfiga.
    fosse stata una persona qualunque - uno studente, un concasato, cacchio! persino Dylan - joni avrebbe accelerato il passo fingendosi sorda dalla nascita, con l'angolo del corridoio come unica speranza di salvezza. non era dell'umore di parlare con nessuno, fosse anche la sua migliore amica, ed erano ormai due o tre giorni che si sentiva come se qualcuno l'avesse presa e messa a forza dentro una centrifuga dandole una bella strizzata: notti insonne e agitate, continui cerchi alla testa, improvvisi picchi di tachicardia anche solo stando seduta in poltrona a leggere. odiava sentirsi così debole e esposta, la Tassorosso, quasi nuda nell'impossibilità di trovare un vero motivo; aveva pensato persino al covid19, in mancanza di meglio, ma alla fine aveva scartato l'ipotesi - per quanto ne sapeva il coronavirus non dava sintomi solo quando per i corridoi intravedeva sersha kavinsky o incrociava lo sguardo con Mackenzie e Hans Belby. «aaaww, hai le farfalle nello stomaco quando incontri mac???» si era sforzata davvero un sacco per far capire a Dylan cosa provasse in quei momenti, fronte corrugata e concentrazione alle stelle, ma avrebbe dovuto sapere che sarebbe finita cosi; con l'amica andava sempre a finire così. «per l'ennesima volta, psycho shipper: non ho una cotta per McKenzie Hale» l'unica in tutta la scuola, a quanto pareva.
    non che avesse qualcosa contro il corvonero, al contrario: lo trovava interessante, certamente particolare, ma joni a certe cose semplicemente non pensava, punto. e il suo vago apprezzamento si sarebbe fermato li, al livello di civile convivenza che la quindicenne riservava comunque a pochi eletti, se non fosse stato per quanto successo la sera prima, dopo una giornata confusa e incolore che joni ricordava di aver passato a letto a fare assolutamente nulla. era scesa nella sala comune ancora in pigiama, con le palle girate e due occhiaie da panda a spiccare sulla pelle diafana, e prima ancora di sapere cosa Tizia_Tassorosso del non_so_ quale_anno stesse tenendo tra le mani, le iridi grigio azzurre della ragazza avevano fulminato l'altra sul posto; senza motivo, ne era conscia ora come in quel momento, ma lo aveva fatto comunque. e anche le parole, solo tre a vibrare sulla lingua con una rabbia che le cresceva direttamente nello stomaco, le sfuggirono dalle labbra prima ancora di pensarle «quello è mio» un giacchino ricamato, che sapeva essere della sua misura senza saperlo, che sapeva essere un regalo di mac senza saperlo. era una certezza senza spiegazioni plausibili, quella della peetzah, ed era bastata a Tizia per fare immediatamente un passo indietro, prendendo la decisione più saggia.
    «jooOOOOooniiiIIIIiii» ci aveva provato, la quindicenne, ad ignorare la voce. ma aveva ancora dei problemi con l'autorità, e il professor Jackson non sembrava tipo da mollare l'osso solo perché la vittima sacrificale di turno fingeva di non sentirlo; poi, dettaglio da non sottovalutare, Eugene le andava moderatamente a genio - e non si poteva dire proprio di tutti. «si, prof?» mani sulle ginocchia e schiena curva in avanti, il Jackson si era piegato per poterla guardare negli occhi, un sorriso radioso a tendere le labbra sottili da orecchio ad orecchio: forse non le andava più così a genio. perché quel sorriso era lo stesso che riservava ai suoi studenti quando stava per liberare in classe una bestia feroce, con cui li illudeva di essere buono e caro (oltre che obiettivamente figo) prima di rubare loro la merenda. non ci si poteva fidare, e infatti prima ancora che l'ex Serpeverde aprisse bocca joni si era già pentita di tutto. «come sai» per forza, ne parlava un giorno si e l'altro pure
    «il Big Dick Energy avrà una bancarella tutta sua alla fiera di domani e ho bisogno di qualche studente volenteroso che si occupi di fare cioccolate calde e vendere i miei biscotti» al sopracciglio sollevato della quindicenne euge si affrettò ad aggiungere «li ho fatti io, ci ho messo sei ore» si vedeva che ne andava particolarmente fiero, ma non era su quel dettaglio che joni stava cercando di soffermarsi; non si sentiva abbastanza in soggezione, la Peetzah, per evitare quell'unica domanda che contava davvero: «sta cercando volontari che lo fanno per la gloria o paga? » la verità era che lo avrebbe fatto anche gratis, pur di avere una scusa per non organizzare un'uscita di gruppo la sera di Halloween (nonostante gli inviti di livy e l'insistenza proverbiale di dylan), solo che non poteva ammetterlo così a brucio «mi piaci Peetzah, dritta al punto. sai che una volta al sesto anno stavo per darle di santa ragione a tuo fratello? ma te lo racconterò un'altra volta» HYPE «comunque, pago. 50 galeoni subito e altrettanti a fine serata se..» qui il professore ebbe un tentennamento, la fronte corrugata «niente, a fine serata.»
    se sopravvivete due ore con eddie, questo voleva dire Eugene, ma perché prevenire il danno rischiando che joni si girasse indietro? the show must go on, dicevano i queen (?) «allora va bene. posso portare anche un'amica? » tiè, così dyl stava buona fino alle 21 e non rompeva ♡ «ma certo, ti serv- cioè volevo dire.. grande idea! » qualcosa non quadrava, ma per un grave errore di valutazione joni pensò di poter ignorare i bad vibes della proposta e tirare dritto: cento fucking galeoni. «mh» anni, la rossa, spostando il peso del corpo da un piede all'altro per far capire al Jackson che era ora di tagliare la conversazione, cosa che il professore parve capire ql volo; le mise in mano un foglietto spiegazzato «qui ci sono le indicazioni per trovare la bancarella, il resto te lo spiegherà il mio uomo di fiducia» Edward moonarie - ma solo perché quella bestia di Barnaby si era dato malato. poi, mentre joni già camminava a passo svelto per raggiungere la sala comune, la voce di Eugene le arrivò un'ultima volta alle orecchie, improvvisamente seria «se domani dovesse avvicinarsi alla bancarella quel giovane attraente e affascinante del mio assistente, blaterando qualcosa in proposito di "concorrenza sleale", mordilo pure» eu, ma così la invitava a nozze! «ochei?»
    ochei.

    «fuori pioveva, la notte era calda e umida.. potevo sentire le gocce picchiettare sul vetro della camera e mi sarebbe bastato distogliere lo sguardo dalla porta per vedere i lampi a rischiare il cielo poco oltre la finestra» joni finì di sbriciolare il biscotto sulla tazza di cioccolata calda come aveva fatto per le venticinque precedenti, spingendo poi il contenitore fumante verso un gideon ricoperto di sangue finto (forense) fluorescente; nel momento in cui le iridi grigio azzurre si posarono su Dylan, la Peetzah non trovò affatto strano trovarla con la testa bassa, intenta a prendere appunti. aveva cercato di fermarla, all'inizio, anche solo per non dare corda al Moonarie, ma senza successo.
    «ma io non potevo smettere di guardare la porta. sapevo che avrebbe bussato, da un momento all'altro» «ooohhh» «non poteva stare lontano da me. ogni cellula del suo corpo mi voleva» «uuuhhh» ma perché aveva accettato??? non poteva nemmeno lasciare Dylan in balia di Eddie, si era mangiata troppi biscotti alla Maria. «e alla fine lui ha bussato? è tornato da te? » niente, era partita. Edward, super attraente nel suo costume da Pikachu, si piegò in avanti appoggiando mellifluo il busto sulla bancarella, lo sguardo sognante rivolto all'infinito «oh, my child» e poteva anche esserlo #squadradicalcio «certo che ha bussato. ho fatto urlare Richard Quinn così tante volte quella sera che ancora mi sembra di sentirlo» [Richard high pitched voice in the background] AAAAAAHHHHH. «eeee con questo potremmo anche interrompere il momento fan fiction, cosa dite?» ci stava davvero provando, joni Peetzah, ma giocava da sola contro tre: eddie che aveva offerto loro dei soldi per ascoltare le sue storie pieno soft con il professor Quinn, Dylan strafatto che scriveva ogni parola per la sua versione di 50sfumature e Callie Jackson, sulla quale la Tassorosso aveva inizialmente creduto di poter fare affidamento - solo per scoprire che aveva messo su un'agenzia di psycho shipper e sembrava molto interessata ai consigli (inquietanti) del moonarie. «devo assolutamente trovare abc» un sospiro rassegnato, quello sfuggito dalle labbra della rossa, mentre sovrappensiero si mangiava un biscotto e dava il via alla parte divertente della serata #cos


    stargazingッ🎃 @starsgaze_
    @isawtheparadise
    hai proprio capito tutto
    #TEAM
    KERMIT
    thanks to © © ©


    non fa niente. sta alla bancarella del BiDEt a distribuire cioccolata calda e biscotti alla Maria ♡ parla solo con (eddie) Dylan e callie
     
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    yale hilton iv
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    a mindset away
    who you gonna call? fester addams
    Il perché si fosse offerto di fare da tester alle (inesistenti) skill da make up artist di Shiloh Abbott, era piuttosto evidente: la amava abbastanza da sopportare il trucco da reginetta del prom che aveva scoperto il suo re la tradisse con il presidente del club degli scacchi (massi, quello con le lentiggini che quando si levava gli occhiali sembrava diventare anche più muscoloso, ma che nessuno notava perché stava sempre seduto), ed avesse passato la notte a piangere nei bagni impiastricciati del proprio liceo. «meraviglioso» mentí, allegro e melenso, rimbalzando un bacio sulla superficie riflettente. «le basi non erano molte, ma ho fatto il possibile.» non era certo di quando fosse iniziata la moda bullizziamo Yale, ma era invece sicuro che quella tendenza non gli piacesse. Le Salazar avevano il suo permesso - scritto e firmato quando aveva cinque (5) anni - ma altrettanto non si poteva dire per dei Davide, o delle Abbott traditrici. Yale Hilton! Meritava! Solo! Amore! Eco testuale dei miliardi di voci che lo gridavano giornalmente da ogni parte del mondo; se lo ripetevano in così tanti, qualcosa di vero doveva pur esserci. Ebbene, il più giovane dei fratelli Hilton IV doveva accontentarsi dell'affetto del pubblico, visto che i suoi cari erano piccoli bastardi senza gloria. Salvava solo Darth perché he has done nothing wrong, ever, in his life, and yale knows this and he loves him.meme
    (Avrebbe amato di più Penn se non avesse saputo a chi avesse venduto le proprie ovaie - satana >>> peetzah - quindi rimaneva nel Limbo perché Sara non sapeva cosa Yale sapesse)
    «mi sento liscio» si accarezzò la testa pelata di cerone e (poca) tanta voglia di fare, tamburellando poi l'indice sulle marcate occhiaie violacee. «forse potevo propormi anche per fare l'uovo del bacon, due in uno, sai» daveth gallagher lo guardava il meno possibile, e l'avrebbe trovato offensivo (dai; era uno spettacolo da guardare h24, Yale Hilton) se non avesse creduto che lo facesse per evitare di ucciderlo, ma fece un eccezione per lanciargli un'occhiata allusiva che suggerí "the only eggs you deserve it's eggsecution" a lettere così cubitali, che gli parve di averlo sentito.
    E se non fosse stata una battuta effettivamente divertente, avrebbe davvero potuto essere reale - ma no, il senso dell'umorismo l'aveva ereditato e ingurgitato tutto Yale, in quel di New York.
    Ma torniamo a noi, ed alla festa nella quale aveva trascinato entrambi con la gioia di un bambino (che era) la notte del dolcetto o scherzetto (di nuovo, che era). Aveva perfino! Portato caramelle!! In una scatola!! E dentro la scatola c'era La Mano degli Addams che dava caramelle ai bambini!! VA BEH. Fino a quel momento nessuno dei nanetti aveva apprezzato, ma a Yale i bambini piacevano anche per quello: erano delle merdine, ma almeno erano merdine oneste. Quando crescevi nel mondo di Yale Hilton, iniziavi ad apprezzare le piccole cose - in statura, ma anche metafisiche. - se potevano darti un assaggio di realtà.
    Ed a proposito di spuntini di vero ...che universo magico, Twitter, quando non eri un Hilton. Le persone erano così libere, gli parlavano tranquillamente di cose (cosa? Cose), e riusciva davvero g scoprire qualcosa che non fosse la dedizione nei suoi confronti! Cioè, amava i suoi fan perché lo amavano, ma loro gli parlavano sempre di...beh, lui, ed a Yale, Yale non interessava così tanto. Voleva sapere come passavano le loro giornate! Quali fossero i loro problemi quotidiani! I GOSSIP! VOLEVA FARSI I CAZZI LORO e fangirlare come un adolescente sulla propria famiglia senza che nessuno lo accusasse di incesto. «cmq l'idea di vestirmi da Alister non era mal-» uh. «e?» niente, se n'erano andati. Eh vabbè, avrebbe pianto la loro dipartita in un altro momento, quando non fosse stato impegnato a lanciare glitter su Edward Cullen («COMPAGNO DI TREKKING») ed a..«TARATARA» schioccó le dita a ritmo di fronte agli occhi di Mercoledì, sopra cui posò poi un palmo, ed il palmo delLa Mano. «cic.cic. TARATARA»


    Da qualche parte nell'oblivionverse:
    "Stan ma chi sei che ti seguono due sconosciuti XD UN HILTON?"
    Era un Hilton.



    stan @roommatez
    @paris_hilton
    that's hot
    #TEAM
    cat
    thanks to © © ©




    (ho molto sonno) scusate se non ho citato nessuno



    Lancia glitter a perses e fa gli skerzoni a bri NIPOTINAMIA
     
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    AdAlbert Behemoth
    20 - slytherin - head boy – charming genius
    «Is that glitter on your lips?»
    «Mmh, cherry flavored. Want a taste?»
    who you gonna call? Principe Azzurro (moodboard)
    Con il naso all’insù, Bertie le fissava. Fino a quel momento le aveva sempre trovate divertenti, simpatiche persino. Una classica cosa da maghi, insomma. Certo, più e più volte, da quando le aveva viste per la prima volta nel lontano 2034, si era chiesto come fosse possibile che, in secoli di Hogwarts, nessuno ci fosse mai morto sopra. Insomma, si spostavano, letteralmente. Possibile che nessun primino avesse mai sbagliato a prendere i tempi, finendo così per cadere e spiaccicarsi sul pavimento a piano terra? Era molto sospetta come cosa. Con tutta probabilità nella scuola esisteva un cimitero segreto pieno di tombe di gente morta perché volata giù e ridotta in pappetta. Cimitero, inutile dirlo, segreto. Eppure, nonostante questa riflessione che, al primo anno, gli era subito saltata in testa, non aveva mai avuto paura di loro. Anzi. Erano un particolare carino, appunto. O almeno, lo erano state fino al 28 ottobre 2020. Adesso Albert le fissava, con una strana morsa alla bocca dello stomaco. Avrebbe tanto voluto non riuscire a dare un nome a quella sensazione. Purtroppo, però, sapeva benissimo come chiamarla. Quella era paura. Lui aveva paura delle scale.
    Quella sensazione si ripeté più e più volte, nei giorni successivi, lasciandolo sempre decisamente straniato. Nice l’aveva anche sgridato, un pomeriggio, dopo averlo placcato da vera giocatrice di Quidditch mancata (sì, zia Zoe ancora sperava, nel profondo del cuore, che almeno una delle sue ragazze si appassionasse al suo sport. Fortuna che, se non altro, il suo piccolo e dolce bambino era già sul punto di diventare una stella… proprio come lei). «Vogliamo fare notte sulle scale o ti decidi a superare quello scalino!?» Un po’ spaesato era però riuscito a sfoggiare, nel giro di pochi istanti, una delle sue espressioni schifate e scocciate, sebbene, fino ad un secondo prima, fosse immerso in una strana fantasia, fatta di funghi e gradini… «Allora, stai calmina. Piuttosto, non ti sembra di sentire una strana… puzza? Non ti sarai comprata un profumo nuovo, vero?! Sprecando i nostri poveri soldi!» mentre sproloquiava, però, Nice l’aveva già superato e, a sua volta, si era messa a parlare e parlare «Guarda che il mantello manco ce l’ha Charming! Ignorante! Profana!»
    Ad ogni modo, però, le scale, in fondo, erano solo la punta dell’iceberg. Da quello stesso giorno, il 28 ottobre, appunto, erano cominciati gli incubi. Non era certo la prima volta che sognava di non riuscire a scappare, ovviamente, ma ora il sentirsi in trappola non era solo una sensazione. Spesso e volentieri, infatti, nei suoi sogni, o meglio, incubi, rimaneva incastrato con un piede in qualcosa… e non poteva scappare. Da cosa? Questo non riusciva mai a ricordarlo, ma il terrore e l’impotenza erano un miscuglio micidiale, miscuglio che, di notte in notte, lo faceva svegliare scosso da brividi e madido di sudore. Quel senso di inettitudine, inoltre, non era solo fisico. Una mattina si era svegliato convinto di non saper più lanciare nemmeno un incantesimo banale come l’Incanto Caliento, tanto che era aveva dovuto provare subito a smentirsi: in effetti non solo c’era riuscito, ma, se fosse stato davvero un mago incapace, avrebbe dato fuoco a tutto il dormitorio Serpeverde, compresi i capelli di Perses e la mazza di Costas, che dormivano lì, a pochi metri da lui. La prova empirica, però, evidentemente non era servita, visto che, dopo essersi abbioccato, tutto quello che aveva in mente erano burattini e marionette, che, ora come ora, gli mettevano i brividi. O meglio, in realtà gli facevano da sempre quell’effetto, ma ora erano ancora più inquietanti.
    Quello che più lo tormentava, però, era il dolore, sia fisico che emotivo. E’ vero, soffriva di emicrania di suo, ma non gli era mai capitato di averla per così tanti giorni di seguito. Lì per lì, quando la gita era saltata, era stato davvero felice: invece di andare a sprecare la giornata in una cittadina fantasma avrebbe potuto mettersi con lo studio in biblioteca. Peccato che, ancora prima di raggiungerla, gli fosse poi scoppiata una di quelle emicranie insopportabili, tanto che, per poco, non aveva vomitato per il dolore lungo il percorso verso il dormitorio Serpeverde. Aveva così passato il resto della giornata a letto, al buio, minacciando di morte chiunque provasse anche solo a fiatare, tanto la testa gli pulsava da fare schifo. Ad un certo punto aveva persino cominciato a fargli male il petto, quasi come se qualcuno, o forse qualcosa, glielo avesse squarciato…
    Nei giorni successivi, se non altro, era riuscito ad abbandonare il letto, ma le stranezze erano continuate. La Sinclair era sempre stata così bionda e salvifica, quasi una donna angelicata? Perché, vedendo Moonaire, gli veniva voglia di urlargli di non dire vaffanculo? E come mai ogni vola che incontrava Limore gli saliva il magone? Quest’ultima cosa, naturalmente, era la più imbarazzante, ma comunque era una fortuna che fosse un legilimens tanto abile… altrimenti Nice avrebbe letto tutti questi pensieri, sputtanandolo per sempre.
    Ecco, a proposito di Nice. Quale miglior modo per dimenticare tutte quelle stranezze se non scommettere con la cugina? D’accordo, forse la loro stava cominciando a diventare una vera propria mania, ma… non giocavano mica d’azzardo! O meglio, non lo facevano quasi mai. Dopotutto avevano davvero bisogno di soldi, quindi fare un salto, di tanto in tanto, nello pseudo casinò di Hogsmeade, o cose del genere, non era poi così insensato… ad ogni modo, più che i soldi, che scommettevano con gli esterni, i due cugini, tra loro, scommettevano per far perdere all’altro la faccia e la reputazione. L’avevano sempre fatto, fin da quando ne aveva memoria; era, a conti fatti, il loro passatempo preferito, capace di avere la meglio persino con l’amore di entrambi per il tormentare chiunque altro. Ad ogni modo, ovviamente, Albert aveva vinto, quindi ora non restava che rendere le cose ufficiali. Halloween, organizzato in quel modo, almeno, era una vera americanata, ma, anche qui sin dalla notte dei tempi, il biondo non aveva bisogno di farsi pregare. Strano ma vero, questa festa lo divertiva. Certo, non era il vero equivalente della Festa dei Folli o, ancora meglio, dei Saturnalia romani, però, spesso e volentieri, almeno ad Hogwarts, lo diventava: gente travestita, giochi ed eventi stupidi, matti che diventano re… Bertie non era solo un dito in culo. O meglio, lo era la maggior parte del tempo, è vero, ma non sempre. Anche a lui, di tanto in tanto, piaceva fare l’idiota. Che gli piacesse o no da Adam non aveva ereditato solo la satiriasi, ma anche, sebbene in modo contenuto e del tutto sotto controllo, la voglia, ogni tanto, almeno, di fare lo stupido e, in fondo, il ragazzetto che ancora era.
    Halloween, dunque, era l’occasione perfetta per lasciarsi essere, per una volta, più puer che senex. Sì, allora, ai travestimenti stupidissimi insieme a Nice e sì a… quello. I cartelli (vedi sopra) che aveva sparso per tutta Hogwarts nei giorni immediatamente precedenti la festa ad Hogsmeade. Ovviamente li aveva incantati perché potesse vederli chiunque ad esclusione della cugina, perché altrimenti lei lo avrebbe accusato di stare barando. Ma non era barare, era pianificare! Da precisino quale era Bertie voleva che tutto fosse perfetto sin nei minimi dettagli. Di conseguenza lui e Nice si sarebbero vestiti da Azzurro e Fiona (versione umana), sfoggiando i travestimenti più idioti, ma anche più belli, che avessero mai pensato. Insomma, erano bellissimi perché venivano da Shrek, naturalmente. Era pronto a schiantare chiunque non li avesse riconosciuti. Non gli importava di essere scambiati per i Lannister, anzi, quella era un’ottima tecnica per attuare il suo piano, ma… come si fa a non conoscere un capolavoro come Shrek? L’unica saga dove anche i seguiti sono bellissimi? La fonte principale di ogni sua conoscenza? D’accordo, forse questo no, però, davvero, la gen z non poteva non conoscere Shrek… no?! Tutti dovevano quindi essere consapevoli della doppia natura della principessa Fiona e, quindi, anche di Nice. Mentre però Fiona era umana di giorno e orchessa di notte, nel caso di Nice, beh… lei era un’orchessa sempre, naturalmente. O meglio, lo era dentro, perché, si sa, gli orchi sono come le cipolle. La penitenza per aver perso la scommessa, dunque, stava tutta qui: la sera della festa di Halloween Nice avrebbe mostrato al mondo la sua orchessa interiore, facendola vedere anche all’esterno. Purtroppo o per fortuna, però, c’era una piccola postilla. Perché Nice passasse dalla versione umana – e figa, le orecchie per sentire le voci di corridoio le aveva anche lui – della principessa Fiona a quella molto più vera ed onesta e verde c’era bisogno che… si arrabbiasse. Cosa c’era di più facile? Far arrabbiare Nice! Sarebbe stato come rubare le caramelle ad un bambino! Tuttavia, appunto, Bertie non lasciava mai nulla al caso. Aveva quindi tappezzato il Castello di quei volantini che esortavano chiunque a far incazzare la Hillcox, quella sera, in cambio di una lauta ricompensa. Ovviamente Albert si era ben guardato dallo specificare il tipo di ricompensa. In soldi? In pozioni? In natura? Potevano benissimo essere tutte… anche se, si sa, per chiunque, non solo per lui, la vera ricompensa sarebbe stata vedere Nice assumere la sua reale natura di orchessa verde e spaventosa.
    Tutta questa questione era riuscita a distrarlo, almeno un po’, da quel senso di straniamento e dalla paura che gli faceva rivoltare lo stomaco, permettendogli di arrivare, emicrania a parte, alla fatidica sera di Halloween. Aveva sentito che per molti, fuori e dentro il Castello, la festa sarebbe stata anche l’occasione per fare coming out. Non in quel senso, o meglio, forse, magari, anche in quel senso, ma perché, da alcune settimane, tutti sembravano divertirsi a parlare con apparenti sconosciuti su Twitter. Ora, ovviamente Albert si era ben guardato dal partecipare ad una cosa così stupida. Prima di tutto non aveva tempo da perdere, lui; in secondo luogo perché mai avrebbe dovuto voler parlare con gente a caso? Lui la gente la odiava tutta, indistintamente! E terzo, insomma… Twitter era un’app stupidissima, usata da persone ancora più stupide. Il fatto che lui non avesse mai capito come usarla ovviamente non c’entrava nulla. Non era un boomer, come gli sembrava che qualcuno, sebbene non riuscisse proprio a ricordare chi, l’aveva chiamato. Un boomer che non sa usare Twitter… lui…! Non era neanche un gen z! Era della generazione post Covid (si spera ihihihi), letteralmente proprio. Come potevano dargli del boomer?! Era Twitter ad essere stupido. Non lui. Punto.
    ***
    Sogghignò, senza neanche sforzarsi di nasconderlo, soddisfatissimo, lanciando, stavolta, invece, in incognito, un’occhiata d’intesa al gruppetto che avevano appena oltrepassato. Gruppetto che, naturalmente, aveva urlato a Nice una valanga di shame, mescolati a chi imitava il suono di una campana «Ah, il dolce sapore della vittoria!» esclamò, facendo schioccare la lingua e leccandosi le labbra, mentre la cugina minacciava di tirare scarpe addosso alla gente. Sapeva che non l’avrebbe mai fatto, visto quanto costavano, ma… «La mia spada è off limits. Anzi, tutte le mie spade lo sono. Per te» d’accordo, questa era pessima, ma quella era la serata giusta per fare il cretino, no? Senza pensieri, hakuna matata! E poi faceva parte del personaggio essere un po’ così. Azzurro nelle mutande di Fiona non riesce a finirci – e per fortuna, visto chi era Fiona, in questo caso – , ma davvero qualcuno crede che non si infili in quelle delle altre principesse? Persino Shrek versione umana non è affatto male… «O potresti mostrare al mondo la tua vera natura» aggiunse ridacchiando e ostentando noncuranza. Era così ovvio! Anche le minacce per nulla velate di Nice non fecero che scatenare ancora di più la sua ilarità, mentre camminava, più pomposo che mai, al suo fianco. Inutile dire che, come poi sempre, d’altronde, facevano la loro figura. Sicuramente i vestiti confezionati da Nice aiutavano, ma il merito era, prima di tutto, loro. Suo, soprattutto, è naturale, ma era innegabile che anche sua cugina non scherzasse, tra gli occhi color Cox™ e i lunghi capelli ramati «Andiamo, Azzurro, non vorrei arrivare da Melos troppo tardi!» «Guarda che non hai bisogno di accelerare i tempi ingurgitando calorie… presto diventerai larghissima anche senza le mele» lungi da lui fare bodyshaming, anzi, piuttosto si sarebbe ucciso, ma prendere in giro Nice era troppo divertente per essere una persona sana di mente ed educata. Anche perché, in fondo, la ragazza lo sapeva che la sua era tutta una finta.
    Mentre camminavano arrivò l’ennesimo commento sui Lannister, al quale ovviamente rispose con un piccolo cenno della mano, simulando il suo essere di oro scintillante. Sentire Nice fremere di rabbia, accanto a sé, lo fece nuovamente ghignare «Tic tac… è solo questione di tempo, te l’ho detto» chissà perché aveva in mente il suono dell’orologio da giorni, la più stupida di tutte le stranezze. L’orologio e quell’altro suono, quella specie di ronzio, quel click
    Ma adesso non era il momento di pensare a queste stupidaggini! Doveva far arrabbiare Nice. O meglio, qualcun altro doveva farlo per lui, perché, si sa, non sia mai che Bertie si sporcasse le mani in prima persona. Di gente ce n’era ovunque, quindi era, davvero, solo questione di tempo. Potevano benissimo cominciare dal capannello di – ew – persone nei pressi della bancarella di mele caramellate, visto che Nice ci teneva tanto… ne comprò quindi una, porgendola con un mezzo inchino alla cugina «Ecco qua. Offro io, dato che sono magnanimo» lo sarebbe stato eccome, con chi fosse riuscito a far diventare Nice verde.

    Where have all the good men gone? And where are all the Gods? Where’s the streetwise Hercules to fight the rising odds? Isn’t there a white knight upon a fiery steed?
    #TEAM
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    Bertie va con Nice alla bancarella delle mele caramellate e attende impaziente che qualcuno la faccia diventare verde arrabbiare.
     
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    « Val?! Guarda, quella signora sta regalando coltelli!! » E no, non ne era spaventato in alcun modo, non come avrebbe dovuto, al contrario. Non c'era traccia di preoccupazione o sdegno, nel tono di voce di GJ, o Gregory, o Giggino, o Joel - di recente, si era ritrovato in terapia dalla Shapherd, perchè anche lui non sapeva più chi fosse #cos. Aveva sussurrato verso suo fratello quella mera descrizione di ciò che suoi occhi scuri vedevano, ma con allegra meraviglia e con un sorriso malcelato sul viso giovane ed imberbe. Forse erano i dodici anni, forse la non ancora del tutto formata consapevolezza di come fosse fatto quel mondo ma, nonostante Gregory avesse già contato sulle dita di una mano diverse disgrazie, si sentiva attratto dal pericolo come una calamita. Tutto ciò che era proibito e vietato lo affascinava, come mai avrebbe saputo fare ciò che era lecito e adatto ai bambini. Un ragazzino come tanti, più o meno. Era stato questo suo temperamento ribelle ad averlo portato, non troppo tempo prima, a conoscere Willow e poi Gideon: a causa di una punizione data dalla Caposcuola corvonero. Inutile dire che ne era rimasto sconvolto da subito, affascinato da una teoria eretica a cui aveva avuto paura di dar voce: la reincarnazione.

    C'era una volta una fattoria a Bodie, California, correva l'anno 1919.

    Nella fattoria c'erano tanti animali ed erano fortunati, i Ketchum, a poter vantare così tante bestie, Gregory lo sapeva bene. Teneva a loro come a dei fratelli e delle sorelle.
    C'erano gli animali di Val, quelli di Asher, e poi, c'erano i suoi: le sue galline. A lui spettava il compito di accudirle, dargli da mangiare e raccogliere le uova.
    Non era mai stato il tipo da fare figli e figliastri, il piccolo GJ, generalmente teneva a tutte indistintamente, ma avrebbe mentito se avesse detto che non nutriva un amore sfrenato per due delle sue creature in particolare: Uilla e Gedeone. La prima era una gallina Cemani, completamente nera e dall'animo attaccabrighe, orgogliosa e fiera di sé, picchiava tutte le altre galline e beccava i suoi fratelli ma non lui, lui mai - mentre il secondo, come dire, era un gallo che non ci aveva creduto abbastanza, per dirla tutta: un pollo. Un grosso pollo, il più grande del pollaio! (Asher: « con quello Val ci fa il brodo per tre mesi!! ») Ma era il suo pollo, nessuno aveva il diritto di toccarlo o fargli del male, tanto meno CUCINARLO. Uilla e Gedeone gli mancavano, tanto. E potete immaginare lo stupore negli occhi di GJ quando aveva fatto la conoscenza di Willow Beckham e Gideon McPherson??? Della serie COSA??? Era rimasto sconvolto! E aveva giurato a sè stesso che (« sono le mie galline quelle!! » - cit. GJ cheerleader corvonero mentre Gideon e Willow fanno punto negli anelli dopo un assist da paura) sarebbe stato fedele ad entrambi. Per sempre.
    Piombare nel ventunesimo secolo, non aveva aiutato il suo animo ribelle. Quella nuova realtà aveva concesso tanto ai Ketchum ed il limite su cosa fosse concesso e cosa invece non lo fosse, era per GJ ancora molto confuso, non ben delineato, incerto. Ma c'erano i suoi fratelli, a ricordargli sempre che
    « ho già il coltello per tagliare il cavolo, a che ti serve? » Ecco, infatti. Portò le mani sui fianchi, nella perfetta imitazione del personaggio da cui aveva scelto di vestirsi, direttamente dal loro cartone animato preferito visto nella telescatola a colori: TOY STORY! Una tuta bianca e verde da astronauta ed un cappuccio viola che gli fasciava alla perfezione la testa, lasciando visibile solo il volto.
    « ...ma il nostro si è rotto, ricordi? » In realtà non ne era assolutamente certo, ma come in among us era sempre bene insinuare il dubbio nell'avversario - ed in quel momento, Valerian era un tosto avversario - che molto probabilmente avrebbe vinto come sempre #dettagli. « e poi è gratis ». Magari aveva solo dodici anni, ma le priorità erano chiarissime. Munito di un secchiello viola appeso al braccio e con all'interno dolcetti vari, cioccolatini, e caramelle di ogni gusto, camminava affianco a suo fratello lasciandosi stupire ancora una volta - sempre - da quanto meraviglioso fosse quel posto. « Val...VAL, la cioccolata DI MARIA. » alla maria. Cosa glielo diceva a fare? Non potevano certo non prenderla, quel duemilaventi era un disastro, molte persone avevano perso la fede, tanto che era pure tornata la spagnola: GJ era sopravvissuto alla prima ondata, certo non voleva morire alla seconda, dovevano avere fede! Ci teneva a dare credito a chi ancora, come lui ed i suoi fratelli, aveva una fede solida, e la bancarella del Bidet prometteva questo. Senza contare il fatto un po' si era sentito in colpa a voler partecipare ad una festa così eretica (& proibita, da veri ribelli com'erano loro!11!) come Allauin, l'Ave Maria era d'obbligo, quella sera. L'aveva già detto che il ventunesimo secolo era un periodo di perdizione e dolore?? Ci viveva da poco più di un anno, ma abituarsi non era stato affatto semplice: tutto lo meravigliava. Si era lasciato stupire da ogni piccola cosa, dall'intramontabile strada brillante - che no, non era una strada più intelligente delle altre, ma semplicemente l'asfalto che sotto il sole diretto e cocente si illuminava come fosse impreziosita da tanti piccoli diamanti, uno spettacolo - all'ancora più incredibile signore dentro la scatola delle bevande - si era ritrovato a battere più volte il pugno contro un distributore automatico per assicurarsi che « là dentro tutto bene??? » Era seriamente preoccupato, GJ! Come si faceva a lavorare in uno spazio così stretto e chiuso?!
    Lo sguardo color cioccolato si spostò sulle varie decorazioni, mentre in maniera consapevole si dirigeva verso la signora dei coltelli, tenendo Val per la manica della sua maglietta per non perderlo nella folla. E...cuore accelerato nel petto, mani che iniziavano a tremare per la paura e l'eccitazione di quella cosa proibita PRIMA CHE VAL POTESSE ACCORGERSI CHE LO AVEVA PORTATO PROPRIO DA LEI« ...mi scusi, potrei avere un coltello anche io?? » Sentì lo sguardo di Valerian pungergli la nuca e subito si rese conto di aver sbagliato. Non volendo assolutamente che il ragazzo decidesse di mollare tutto e riportarlo al castello, si ritrovò a ritrattare, verso i due giovani. « Cioè, volevo dire DOLCETTO O SCHERZETTO?? »

    GJ @giggino
    @val
    trick or treat
    #TEAM
    bodie
    thanks to © © ©


    Si trova alla festa con Val.
    Stupito & Meravigliato, vuole anche lui un coltello in regalo + fa dolcetto o scherzetto a Jericho / Julian
     
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