m a s kMaeve

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    Helèna Daphne Harris
    16 anni · Helèna Daphne Harris · Studentessa · Machecazzovuoidame?
    Di certo tra tutte le cose da fare al momento disfare le valigie era l'ultimo dei pensieri di Helèna,non era mai stato un lavoro piacevole.Al contrario noioso e lungo,ma se voleva mantenere un minimo d'ordine almeno in apparenza preferiva togliersi questa spina nel fianco fin da subito.Guardandosi intorno notò con un certo piacere che non c'era quasi nessuno in dormitorio:non aveva bisogno di marmocchi in giro o di oche starnazzanti.Sì,perchè nell'ultimo periodo la fauna locale era cresciuta notevolmente e come da copione ora dovevano scartavetrare i maroni a chicchessia,anche se non si avvicinavano ad Helèna bastava semplicemente udire i loro commenti da lontano per urtarle il sistema nervoso:come potevano esistere persone così idiote?Senza aggiungere il fatto che risultavano patetiche,ma quando l'avrebbero capito forse sarebbe stato troppo tardi poichè finite in una bara.Ironia a parte forse non l'avrebbero mai capito.Di certo la stupidità notevole degli altri,nonostante vivessero sotto lo stesso tetto,non era un problema suo.
    Dopo quelle che le sembrarono ore finalmente Daphne finì di risistemare con successo tutto il guardaroba,con la promessa che la prossima volte avrebbe portato meno roba inutile per evitare sprechi di tempo,anche se non si sa mai cosa portarsi quando si va in vacanza con suoi cugini:totalmente imprevedibili e amanti del divertimento.Certo,come biasimarli?L'unica loro pecca era di essere decisamente impulsivi e prendere decisioni su due piedi,così da far irritare Helèna.Non potevano decidere senza aver programmato niente,era così...così affrettato,finendo per essere mal organizzati.E ovviamente non ascltavano il parere della loro "cuginetta",poichè troppo piccola.
    La prossima volta che i suoi genitori le avrebbero imposto di passare le vacanze in compagnia di suoi coetanei o poco più grandi li avrebbe molto cordialmente mandati a quel paese.Dopotutto tra un anno avebbe raggiunto la maggior età e quindi avrebbe potuto far a meno della loro opinione.
    Sovrappensiero accarezzò Perseus dietro le orecchie,il quale reagì con un miagolio.Quel gatto era una delle poche cose a cui teneva:dopotutto non valeva la pena affezionarsi a troppe cose,in un modo o nell'altro un giorno di avrebbero voltato le spalle.Ormai lo sapeva fin troppo bene,sorrise amaramente a quel pensiero,probabilmente chiunque avrebbe riconosciuto a stento la dolce bambina dietro quella maschera di indifferenza e acidità.Ormai non era più così ingenua da credere che il mondo fosse un bel posto,e a conferma delle sue idee Hogwarts poteva sfoggiare una bellissima e accessoriata Camera delle Torture.
    Sospirò,non poteva permettersi che a rovinare la sua giornata fossero dei pensieri cupi,era ritornata a scuola e -per quanto fosse possbile- voleva godersela,e avrebbe incominciato col ritagliarsi un momento di tranquillità.
    Tranquillità,sì come no.Ridefiniamolo come spegnere il cervello per una quantità di tempo sufficiente a non portarla all'eccessivo esaurimento nervoso.La mente di Helèna infatti non riusciva a stare ferma per più di cinque minuti,macchinava pensieri contorti e continue strategie da applicare in diverse situazioni.Il perchè?Anche se non si direbbe,la ragazza era una persona ansiosa e per placare quello stato d'animo così fastidioso le occorreva tranquillizzarsi fabbricando diversi schemi comportamentali per non far cadere la sua maschera.Paranoica?Forse.
    Percorse il lungo corridoio di pietra fino a ritrovarsi nel grande padiglione d'ingresso,ove si diramavano le strade e le scale si arrampicavano su per il castello.Senza pensarci due volte uscì all'aria aperta,adocciò la stradina che portava al Lago Nero e la imboccò con più entusiasmo del solito.Dopotutto era mancata tre settimane e quell'ambiente accogliente le era mancato.E poi chissà,avrebbe potuto anche fumare erballegra in pace farsi un bagno.
    Arrivata sulla sponda Helèna si fermò un attimo a guardare l'acqua del lago oscillare dolcemente e tutta la flora e la fauna lo che popolava,non era cambiato nulla.E questo era più che logico visto che in tre settimane non poteva avvenire nessun cambiamento significativo.Anche se ora la suddetta narratrice starà zitta e non interferirà con i suoi pensieri razionali.
    La ragazza inebriata dall'atmosfera irreale del posto si sdraiò sull'erba verde che creava un soffice materasso,lasciandosi cullare dalla brezza che soffiava e chiuse gli occhi.


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    Maeve era seduta sulla poltrona blu zaffiro della sala comune, intenta a sfogliare svogliatamente le pagine di un libro che non stava leggendo. La tranquillizzava passare le dita sul dorso del libro, sfiorarne i bordi sottili, le righe di inchiostro che raccontavano una storia ben diversa dalla sua. Il caminetto era spento, ma la Winston avrebbe voluto che fosse stato acceso: stare seduta in sala comune con il fuoco vicino a lambire tenuamente i pensieri sarebbe stata una delle cose che più le sarebbero mancate di Hogwarts, il suo Nirvana personale. Alzò gli occhi quando Jericho Martins fece il suo ingresso accompagnato da altri suoi compagni, chiuse il libro e lo poggiò sul tavolino di fronte a sé. “Jericho, puoi venire un secondo?” domandò affabile. Non avevano mai avuto un gran rapporto personale, ma la Winston lo stimava particolarmente: era brillante, arguto, ed aveva buone possibilità di portare la sua spilla da caposcuola l’anno dopo. Un pizzico di nostalgica gelosia la pervase, ma scacciò la sensazione con un delicato sorriso. Il ragazzo aveva un viso dolce, eppure al contempo irradiava un sarcasmo forse più maligno di quanto sarebbe stato opportuno, abbastanza da accendere l’interesse di qualunque persona nei suoi confronti. Si sa, le persone sono masochiste: se sanno che qualcuno potrebbe fargli del male, faranno di tutto per averlo vicino. “Buongiorno, caposcuola” Un sorriso leggermente strafottente, cosa che non irritò Maeve solo perché conosceva il ragazzo. Era la sua facciata, e se a lui piaceva presentarsi così alla gente non sarebbe stata lei a dirgli di cambiare atteggiamento. Forse. “Ormai il mio lavoro è finito, Jer: ti incarico personalmente di tenere d’occhio i ragazzini per me l’anno prossimo. Posso fidarmi?” Una punta di sfida negli occhi azzurri: la Winston aveva capito precocemente che, per far accettare ad una persona un qualunque incarico con la maggior efficienza, il trucco era dubitare del loro operato. Lui rise piano, inclinando il capo all’indietro. “Come siamo formali, Winston. Sicuro. E vienici a trovare” Un occhiolino, una leggera pacca sulle spalle, e il ragazzo le aveva già voltato le spalle per andare nel dormitorio. Nel momento in cui il suo volto non fu più visibile, il sorriso morì sulle labbra di Maeve: non si fidava a lasciare i Corvonero nelle sue mani. Non era una questione personale, semplicemente non riusciva ad immaginare nessun altro con la sua spilla a fare la ronda nei corridoi. Sospirò frustrata, accarezzando con lo sguardo la sala dove si era sentita a casa. Solitamente, Maeve si sentiva a casa solamente quand’era in compagnia di Edan, suo fratello, indipendentemente dal luogo in cui si trovavano. Per quanto fingesse di essere autonoma, quand’era sola il vuoto la logorava. “Tutto ok?” Jericho era tornato indietro, le braccia piene di pergamene e lo sguardo preoccupato. Era infinitamente tenero vedere che, sotto la facciata, anche lui poteva preoccuparsi per qualcuno, nello specifico una ragazza di cui a malapena sapeva il nome. Ultimamente aveva sentito quella domanda cos’ tante volte, che non dovette nemmeno pensarci due secondi per rispondere: “Certo”, con un sorriso di giorno in giorno più sincero. Provava l’estraneo impulso di abbracciarlo, e Maeve Winston non abbracciava nessuno. Strinse le braccia attorno al petto e corrugò le sopracciglia. “Vuoi una mano?” Jericho scosse la testa e fece schioccare la lingua, superandola con un amichevole colpo di anca. “Ci vediamo, Winston
    Già, ci vediamo.

    Una passeggiata era quello di cui aveva sempre avuto bisogno per schiarirsi le idee. Infilò anche il maglioncino della divisa, nonostante molti dei suoi compagni ancora si affaccendassero con le maniche della camicia tirate su fino al gomito. Come potevano non sentire il gelo? Rabbrividì, mentre il vento inspiegabilmente freddo le sollevava i fini capelli biondi davanti agli occhi. I piedi affondavano leggermente nell’erba umida delle rive del Lago, dove alcuni ragazzi si godevano la libertà prima del ritorno sui banchi. Lo sguardo le cadde sul punto dove, settimane prima, si era tenuto il ballo d’estate: ripensando alle mani di Jason su di lei, ed alle sue labbra sulle sue, fu pervasa da una rabbia cieca e dall’improvvisa voglia di trovare Maddox e fargliela pagare, anche se lui non c’entrava nulla. Se picchiare qualcuno l’avesse fatta sentire meglio, avrebbe provato un tour in sala delle torture. Si sentì subito male dopo aver pensato ad un eventualità del genere, ma non abbastanza da accantonare del tutto l’idea. Inarcò le sopracciglia pensierosa, e quasi non vide la ragazza che dormiva a qualche passo di distanza. Se avesse guardato ancora qualche secondo l’orizzonte in preda ai suoi pensieri, l’avrebbe schiacciata: così si che avrebbe lasciato un buon ricordo di lei al castello. Mugugnò sottovoce, pronta a circumnavigarla felice che con gli occhi chiusi non l’avesse vista, quando la guardò sul serio: capelli dorati, labbra carnose, naso dritto, carnagione chiara –anche se non pallida quanto la sua- . “Shelley, come mai già al castello?” Domandò sorpresa di vedere la cugina. Non era stata sgarbata, ma nemmeno particolarmente contenta: non avevano mai avuto un bel rapporto, e di certo non era un segreto. Al castello quasi non l’aveva mai vista, ed era stata ben contenta così. Si maledisse per aver aperto bocca: perché non era stata zitta e non aveva continuato a camminare per la sua strada, fingendo con non curanza di non averla vista? Era stato così inaspettato, che aveva parlato prima ancora di collegare la bocca al cervello. E meno male che era una Corvonero.
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    Edited by #EPICWIN - 26/8/2014, 16:59
     
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    Strano,pensò Helèna.Si sentiva osservata,la cosa non la infastidiva più di tanto in quel momento.Certo,in una delle sue giornate no avrebbe sbraitato addosso a quella persona ma ora non le importava più di tanto.O era tutta una sua impressione oppure quel qualcuno presto si sarebbe stancato. Shelley, come mai già al castello? "Ah,eccolo qui il rompistatole" Se c'era una cosa che Daphne odiava era quando due persone intraprendevano una conversazione con lei nel mezzo ad ascoltare ogni parola,quando non c'entrava nulla.Non era la ragazza pettegola che doveva sapere tutto di tutti quindi se le evitavano queste situazioni scoccianti le facevano un piacere,perchè diciamocelo:a lei non interessava di nessuno che non fosse se stessa.Non era soltanto egoista,riteneva inoltre che le persone andavano e venivano nella vita per cui se prima o poi se ne sarebbero andate non ne valeva la pena curarsene.Allora che senso aveva vivere la vita così,non affezionandosi a nessuno?"Le persone deludono."Avete mai avuto la sensazione di vivere la vostra vita come uno spettatore?Ecco Helèna era una spettatrice,viveva in terza persona se era necessario,niente convolgimenti emotivi la scrittrice è in vena di cazzate niente che la sfiori."Oh,ma sta rompipalle è ancora qui?Ma se non le ha risposto nessuno vuol dire che stava parlando da sola" Sì,le persone che parlano da sole o con un amico immaginario erano un qualcosa di mistico che riusciva sempre a farla stare alla larga da quella determinata persona,insomma non era normale.E metteva i brividi.Senti tu,quella che parla da sola con una certa Shelley,che ne dici di andarti a fare un giro da qualche altra parte?Starei cercando di starmene in pace Scegliersi un altro posticino per la chiaccerata da soli no eh?Certa gente ci teneva proprio a rompere le palle alla gente,non avevano mai sentito parlare di qualche hobby come ad esempio bricolage?Forse Daphne non era la persona più adatta per parlare di hobby visto che odiava i lavori manuali,e...ma perchè non aveva sentito il rumore dei passi della ragazza mentre si allontanava?"Se è ancora qui è decisamente un'idiota"Aprì un occhio per sbirciare la figura della scocciatrice:lunghi capelli biondi,sorriso patetico,carnagione pallida.Oh,buongiorno Caposcuola disse con un sorriso strafottente dipinto in faccia.Stai per caso cercando Shelley? "Mi dispiace,mi sa che l'amica immaginaria se n'è andata."




     
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    La sua famiglia non era mai stata molto normale, e Maeve ne era consapevole. Non aveva mai avuto un gran rapporto con i suoi cugini, o zii, se si escludeva Alec, il quale però era un caso del tutto particolare. Eppure, anche se erano anni che non la vedeva, non poteva non riconoscere Shelley. Il fatto che la ragazza rimase con gli occhi chiusi, immobile, ne fu la conferma: non era mai stata una ragazza particolarmente espansiva, e sommato al fatto che non si erano mai piaciute, non si era aspettata affatto che le saltasse con le braccia al collo.. Ma un minimo. Seccata spostò il peso da un piede all’altro, resistendo alla tentazione di calpestarle un braccio. Hai diciott’anni, Winston, Contieniti. Si morse il labbro, chiedendosi se quello fosse il momento di telare; poteva sempre far finta di niente, dopotutto la bionda non aveva accennato nemmeno a sollevare una palpebra. “Senti tu, quella che parla da sola con una certa Shelley, che ne dici di andarti a fare un giro da qualche altra parte? Starei cercando di starmene in pace” Alzò le sopracciglia e spalancò gli occhi incredula. Come si permetteva di rivolgersi con quel tono saccente a lei? Era Maeve Winston, ex caposcuola Corvonero. Nessuno le parlava in quel modo, figurarsi se accettava una cosa del genere da una persona con cui condivideva una parte del DNA. Un conto era essere arrogante, ma Shelley stava diventando decisamente maleducata. Si morse la lingua prima di risponderle a tono, mentre un barlume di dubbio si insinuava fra i suoi pensieri: e se fosse stata davvero una sconosciuta, e avesse l’aspetto della cugina com’era successo a Deborah e Lydia? Ma no, non poteva averne assunto anche il comportamento: e quel modo di piegare le labbra era sempre stato tipico di Shelley, anche quando erano piccolissime. Fece un sospiro profondo trattenendosi dal far scroccare minacciosamente le nocche, non voleva dare l’idea sbagliata. Era più grande, doveva dare il buon esempio anche alle ragazzine viziate. “Oh,buongiorno Caposcuola . Stai per caso cercando Shelley?”
    L’impulso di strapparle quel sorriso dalla faccia, le fece quasi scordare tutti i buoni propositi. Le rivolse un sorriso tranquillo, anche se l’allegria non era arrivata ai suoi occhi: la compativa, poverina. Probabilmente era caduta nel tunnel dell’alcool o della droga, sapeva quanto spesso accadeva fra gli adolescenti, specialmente quando hanno un carattere.. difficile, e non riescono ad inserirsi. Non tutti possono essere Maeve Winston. “Simpatica come al solito, cuginetta” Le disse melensa, con l’idea di superarla e continuare ad ignorarla come aveva sempre fatto. Ma poi si bloccò: e se davvero avesse avuto dei problemi, e lei non l’avesse aiutata? Come poteva cercare la redenzione, se poi bastava un ostacolo un pochino più grande per farle fare dietro front? Fece un respiro profondo, cercando la la calma nella natura attorno a sé. Metodi di rilassamento efficaci per l’85% della popolazione. Considerando il fatto che non si sentì più tranquilla, dedusse di essere parte del restante 15%:seems legit.Ti assicuro che fingere di non conoscermi non ti farà ricevere punti qua dentro. Posso?” Disse indicando il posto a fianco a lei. Senza aspettare risposta si sedette, tanto l’avrebbe fatto anche in caso di risposta negativa. “Anzi, ti converrebbe ricordarlo più spesso se non vuoi essere sbattuta ogni tre per due in sala delle torture. Sono sicura che ci siano persone con meno senso dell’umorismo della sottoscritta” Oh, egocentrica, narcisista, e presuntuosa Maeve Winston!
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    AHAHAH lo so, Maeve è una persona orribile! "non odiare il giocatore, odia il gioco" [-cit]
     
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    Helèna aveva sempre pensato che troppo lavoro feceva male e la sua teoria era appena stata confermata,Maeve Winston era decisamente troppo sotto stress,una bella dormita e probabilmente sarebbe stata come nuova.Chiamarla cugina era stato un gesto inspiegabile,insomma,l'avrebbe saputo se fossero state parenti no? Non sono tua cugina disse sbuffando,non le piaceva essere presa in giro.Poi la Winston sembrava una persona che non avrebbe mai sprecato il suo tempo in scherzi -o almeno non con persone viste una volta o due- quindi aveva scelto il giorno sbagliato per divertirsi,aspetta,e se non scherzasse affatto? No ok,scherzi apparte,siamo cugine? chiese improvvisamente seria,stava valutando tutte le strane ipotesi che le venivano in mente.Dopotutto queste cose accadevano nei telefilm di tanto in tanto,ma la sua vita non era un telefilm quindi rendeva la cosa ancora più strana. "Ma no,si starà divertendo a sfottermi,mica siamo parenti.Ci assomigliamo,ma nessuno mi ha mai parlato di lei." Helèna era sempre stata una persona diffidente,non credeva facilmente alle persone e la maggior parte delle volte doveva avere delle prove per credergli definitivamente,come diceva il detto babbano "fidarsi è bene,non fidarsi è meglio" e lei lo appoggiava pienamente,nel mondo non c'erano solo delle personcine oneste e sincere.E lei questo lo sapeva bene visto che aveva come padre un mangiamorte stimato ed importante,ogni giorno era constantemente circondata di persone false che cercavano di farsela amica per entrare nelle grazie del padre.Non sapevi mai di chi fidarti,chi poteva pugnalarti alle spalle e si finiva per diventare come lei,sola e diffidente verso tutti.Ma quando era ad Hogwarts le cose cambiavano,certo stava sempre in guardia ma era circondata di ragazzi a cui non interessava conoscere il Mangiamorte,in un certo senso era molto meglio così.Quindi ora la domanda principale della ragazza era:a cosa stava puntando la Winston?
    Se proprio dovevano mettersi a discutere Hel voleva guardarla negli occhi e non stare stravaccata sull'erba in modalità relax,motivo per cui aprii finalmente le palpebre e si mise a sedere,ora aveva la sua completa attenzione.Ti assicuro che fingere di non conoscermi non ti farà ricevere punti qua dentro. Posso? con una scrollata di spalle fece capire alla bionda che non le interessava più di tanto se si sarebbe seduta o meno."Non ti farà ricevere punti qua dentro" pensò facendole il verso "Vorrei vedere te se una semi-sconosciuta ti informasse di essere tua madre." Senti,sarò franca.Io davvero non ti conosco,se non di vista,e non so se siamo cugine o meno perchè non mi hanno informato di questo.Il mio nome non è Shelley bensì Helèna,ora non so se mi hai confuso con qualcun'altro,quindi spiegami che legame dovremmo avere. davvero,questo era molto strano,e Daphne sperava che Maeve avrebbe saputo darle una risposta verosimile come minimo.


    Ahaha anche Hel sa farsi odiare non ti preoccupare



    Edited by rosita is our boss - 27/12/2014, 12:30
     
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    Maeve continuava a guardare incredula la bionda elegantemente coricata a terra. Se Maddox, che Merlino avesse in pace la sua anima, aveva osato somministrare della droga ad una sua parente, sarebbe stata la volta che l’avrebbe ucciso seriamente. Sapeva dei loschi traffici nei sotterranei dei Serpeverde, ma non se n’era mai curata più di tanto; finchè non arrivavano alla torre, potevano fare quello che preferivano nei bassifondi. Stava pensando troppo spesso a Jaz, e rabbrividì di disgusto quando inconsciamente le parve di sentire il suo tocco caldo sulla pelle. La Winston aveva imparato la lezione: mai bere alle feste, a meno che non te lo sia portata da casa. Essere presa in giro una volta, con il veritaserum, andava bene.. ma due? Il suo spirito blu bronzo si ribellava ad un pensiero del genere. Eppure. “Non sono tua cugina” Maeve inarcò le sopracciglia scettica: quei giochetti non le piacevano, e non erano divertenti. Edan quand’erano piccoli, di tanto in tanto, fingeva di non conoscerla. Correva in cucina, brandiva un mestolo e le intimava di uscire da casa sua. “Chi sei?” “Edan, basta” “Io non ti conosco” Reggeva il gioco con una serietà così disarmante, che ogni volta la Winston finiva per cedere, chiedendogli se gli fosse successo qualcosa. Lui scoppiava a ridere e la prendeva in giro, dicendole che sicuramente non sarebbe stata smistata nei Corvonero. “Ogni volta, Maeve. Svegliati” La punzecchiava, rimettendo a posto l’arma ed alzando le sopracciglia poco prima di sorridere, in quel modo così adorabile in cui riusciva solo lui. Ed ogni volta moriva dalla tentazione di prendere il mestolo e romperglielo in testa.
    “No ok,scherzi apparte,siamo cugine?”
    Maeve era conosciuta per tante cose, ma il senso dell’umorismo non rientrava fra le prime quindici. In fin dei conti lo riservava solamente a pochi eletti, i quali si dovevano sorbire tutta la simpatia repressa con le altrui persone. Una gioia per loro, non aveva dubbi. “Sì che lo siamo” Rispose convinta, alzando gli occhi al cielo. “Tuo padre è Mike, giusto?” Domandò però, mentre il viso di Lydia, Annie e Deborah continuava a tornarle alla memoria. C’era qualcosa di inquietante nella straordinaria somiglianza delle ragazze, qualcosa di non naturale. Giravano voci secondo cui Lydia in realtà era Annie, ma Maeve non ne era convinta al cento per cento. E la Owen, era sempre la Owen. La sua trasformazione era stata inspiegabile, finchè non era uscita allo scoperto la storia dei Ribelli Estremisti, e dei loro esperimenti. Presa da una rabbia improvvisa nei confronti dei Dottori, strinse i pugni ficcando le dita nell’erba morbida del Lago Nero. “Senti,sarò franca.Io davvero non ti conosco,se non di vista,e non so se siamo cugine o meno perchè non mi hanno informato di questo.Il mio nome non è Shelley bensì Helèna,ora non so se mi hai confuso con qualcun'altro,quindi spiegami che legame dovremo avere” Helèna? La cosa cominciava a farsi strana. La Winston si inumidì le labbra, pensierosa. “Direi che assomigli in modo impressionante a mia cugina, Shelley, ma sono certa che sia tu: non avete solo una sconcertante somiglianza fisica, ma lo stesso.. elegante modo di porvi” Disse, con un dolce sorriso ironico. “Mia nonna, la madre di mia madre, aveva una sorella. Tua nonna.. cioè, la nonna di Shel. Sua figlia è Layla Lang, sposata con Mike, i quali hanno avuto una bionda bambina dagli occhi azzurri. Quand’eravamo piccole le nostre famiglie erano molto legate, poi Layla è sparita e.. non abbiamo più saputo nulla di voi. Non sapevo nemmeno che frequentassi Hogwarts” Concluse, aggrottando le sopracciglia, gli occhi incantanti sulle dita sporche di verde dall’erba appena schiacciata. “Non ricordi nulla? e perché hai cambiato nome?” Domandò infine guardando la ragazza, che finalmente si era degnata di alzarsi a sedere cosicché fossero alla stessa altezza.
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