GO #01 // casa AB-ercrombie And Fitch

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    «il grande oblivion»
    -- una settimana da Morgan --
    04.06, ore 08:00. Luogo: sconosciuto.
    Non capite come sia possibile, ma quando vi svegliate notate subito che c'è qualcosa di strano.
    L'acquario è sparito, e con esso T Jade. Nessun tricheco, nessun vetro, niente di niente: ora le due case, dapprima separate dall'ingombrante animale, sono unite: divertitevi finchè potete #wat

    // Se quelli "eliminati" vogliono fare un post, ovviamente sono ben accetti (non postate però in questa discussione, ma in quelle rispettive delle proprie case ♥) Per il resto si procede come al solito, stay tuned #wat P.S. Gli oggetti trovati nei vari Testamenti, potete tenerli per sempre (?) vi seguiranno anche fuori dalla casa!


    C A S A Ab-ercrombie And Fitch


    - Shane Howe
    - Brandon Lowell
    - Maximilian Italie
    - Eugene Jackson
    - Shia Hamilton
    - Jaden Beech
    - Heidrun Crane
    - Alexander Lowell
    - Nathaniel K. Henderson
    - Alaric Carlyle
    - Athena Rouke
    - Adrianne Pepes
    - Lucas Italie
    - Rebecca Levitt









     
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    «a quanto pare non ti libererai di me tanto facilmente» Se l’era sognata quella frase, sapete? Nella realtà, accaduta la sera precedente, Euge aveva preferito non controbattere, limitandosi a mettere in atto la sua penitenza: un segreto scabroso (sorry Jade), il classico bacio della buonanotte stampato sulla punta del naso, un limone in piena regola e, dulcis in fundus, la miglior pacca sulla chiappa degli ultimi anni. Merito del sedere di Run, soprattutto, ma anche la mano del pavor aveva messo il suo. Nel sogno, invece, le parole erano uscite dalla sua bocca prima che potesse fermarle, imbrigliarle nella gola dove meritavano di stare, perché fin troppo scontate. E chi ti dice che mi voglia liberare di te? Giusto. Non voleva. Fosse stato per lui, sarebbe rimasto a vivere con Run e Jade per sempre, perché la verità era che Eugene Jackson non sopportava di rimanere solo troppo a lungo. O di perdere le persone a cui teneva, tanto per dirne una. Poteva anche comportarsi come uno stronzo patentato, facendosi sentire con la sua famiglia e gli amici una volta ogni morte di papa, scomparendo per mesi senza lasciare tracce, spedendo foto e cartoline invece che alzare il telefono per fare una chiacchierata, ma ci teneva. Anche troppo, alle volte. Non gli creava problemi, ovviamente – niente ALLARME SENTIMENTI MISSION ABORT MISSION ABORT. –cit. per lui –, ma sapeva per esperienza diretta che voler bene a qualcuno significava ad un certo punto della vita iniziare a preoccuparsi. Si era preoccupato per Rea, per Elijah, per Delilah, ancora oggi per Nate, ed iniziava a provare quel senso di responsabilità, al quale per inciso era allergico da morire, anche per Archibald e la REB. Non poteva farci nulla: più tentava di fuggire lontano da quell’inghippo, più vi affondava, come nelle sabbie mobili.
    Si svegliò di soprassalto, sgranando gli occhi blu nel buio quasi completo della stanza, il battito del cuore accelerato a mille. Altra inforandom: Eugene soffriva di terrori notturni, solo un paio di volte da quando condivideva casa con Run e Jade, ma negli ultimi anni gli era capitato così di rado che ogni episodio sembrava avere doppia potenza distruttiva. ah, e fra otto giorni morirò. Era l’unica cosa che ricordava vividamente di quel sogno, e già cominciava anch’essa a svanire. Allungò una mano, sentendo il calore del lenzuolo sotto le dita, fino a raggiungere tentoni il braccio destro di Heidrun, ancora addormentata. E’ tutto a posto grand’uomo, respira. Scivolò via dalle lenzuola, approfittando del fatto di essere sul bordo del letto per non svegliare le due ragazze, accorgendosi solo in quel momento della mancanza di pantaloni e tutù. Whatever. Si strinse nelle spalle, chiudendosi nel bagno della loro stanza per fare una doccia veloce, approfittando della già completa nudità, prima di infilare un paio di boxer puliti trovati in uno dei cassetti, sotto agli immancabili pantaloni della tuta. Non temete, resta comunque a torso nudo, per la vostra (ma di chi?) gioia. L’acqua fresca fu un vero toccasana, tanto che solo il tempo di arrivare in cucina e aveva già dimenticato il suo sogno – more like incubo -, ma prima che potesse anche solo pensare di prepararsi un caffè, vide. Anzi, non vide. Mancava T-Jade. Mancava tutto il cazzo di acquario, per essere precisi. La sala continuava e dove prima c’era il vetro della vasca a dividere le due case, ora c’era solo spazio vuoto. T? Chi non ha come primo pensiero quello di chiamare il proprio tricheco? Raggiunse il punto in cui fino alla sera prima si trovava l’animale, oltrepassandolo cautamente con un piede, nemmeno temesse di andare a sbattere contro un’invisibile barriera. Poteva sempre capitare, meglio essere prudenti.
    A dispetto delle sue previsioni, si ritrovò nella casa accanto senza subire danni, il che significava una cosa sola: Nate. Corse, come mai aveva fatto nella vita (?), saltando di stanza in stanza senza preoccuparsi di svegliare o disturbare gli altri inquilini, senza nemmeno accorgersi che mancava qualcuno rispetto ai volti osservati e votati la sera prima, ma #acab. Ad Eugene interessava una persona sola in quel momento, e quando finalmente la trovò – struccato ma comunque meraviglioso wat cosa lowiu – non perse tempo in futili convenevoli. NATHANIEEEEEEEEL! Nel caso vi fosse sorto questo dubbio, sì, lui era Tarzan. Si lanciò a peso morto sul letto del professore (ma serio), con i suoi quasi ottanta chili di puro amore, schiacciando Henderson e stringendolo in un abbraccio poderoso. Funzionava così, nel loro mondo: un mondo a parte, fatto di risate e sconfitte, lacrime e preghiere (lamatematicanonsaràmaiilmiomestiere), segreti e spalle su cui piangere. Se ci fossero stati Elijah e Rea, lì con loro, sarebbe stato perfetto. Almeno dal punto di vista di Euge, il quale ancora non era stato informato su certenovità riguardanti il biondo in questione.
    Oops.

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    Eugene Jakie Jackson
    24 y.o. - death eater - ex slyth - bitch better have my money
    |chillin| code by ms. atelophobia


    si sveglia, si perde via nei suoi feels, si accorge che manca la vasca con tjade e corre a salutare nate saltandogli nel letto #LOWIU prima entra nelle stanze di gente a caso, se volete potete scriverlo (?)
     
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    24 Y.O | TRAINER | REBEL | GRUMPY CAT
    LOWELL ALEC
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    I WANT TO PLAY A GAME. THE RULES ARE SIMPLE. SIT. TALK TO ME. LISTEN TO ME.
    Ancora una volta si erano ritrovati tutti riuniti da Morgan nella sala di controllo, come la chiamava Alec, quella con gli schermi per intenderci. Temeva cosa sarebbe potuto accadere con le votazioni, qualcuno stava per essere cacciato? Oppure stavano per ricevere un premio? Ecco l'idea del premio gli piaceva, ma temeva comunque il premio. Se era qualcosa di simile ai giochi appena fatti, di sicuro non voleva vincere, aveva avuto abbastanza esperienze in quei primi tre giorni. E solo l'idea di trovarsi nella medesima situazione gli faceva venire il voltastomaco. Erano ancora tutti riuniti quando alcuni degli abitanti della casa scomparvero all'improvviso. Aspettate, cosa? Ma che fine hanno fatto? chiese ad occhi sbarrati. Cercò con lo sguardo Alaric, trovandolo poco distante da lui. Rilasciò un sospiro di sollievo alla vista del biondo, non voleva trovarsi in quella casa insieme a lui. Non voleva. Non poteva.
    Gli sorrise.
    Quindi è questo quello che succede? Quanto il signore dei pervertiti si stanca ci fa rapire dagli alieni? l'aveva pensato, ma l'aveva anche detto al alta voce #sorrynotsorry. Scusa Stilinski ma sono contento di non vedere più Thek, quella donna è inquietante non capiva come potessero essere imparentati. Erano l'una l'opposto dell'altro, non c'era niente che potesse far dire ah sì quelli sono parenti.
    E cosa più importante, la penitenza era stata annullata, giusto? Insomma, non c'era più Art quindi in teoria non doveva più vestirsi da donna. Rabbrividì al solo pensiero.
    La serata era passata tranquilla nonostante l'assenza dei suoi compagni. Erano trascorsi appena tre giorni da quando erano stati costretti a vivere insieme eppure era vuota la casa, troppo silenziosa. Quando il sonno aveva deciso di giungere, Alaric era a letto già da un pezzo per cui che male c'era ad infilarsi ancora nel suo letto? Nei giorni precedenti non lo aveva scoperto, poteva andargli bene anche quella volta. E poi voleva solamente averlo accanto. Si accoccolò contro il corpo tonico e caldo dell'altro reprimendo l'istinto di abbracciarlo. L'oblio prese presto il sopravvento.

    [...]

    La mattina seguente si svegliò presto a causa di un forte dolore alla testa. Aprendo un occhio si accorse che c'era qualcosa di strano. Chi ha rubato il letto? si alzò in piedi massaggiandosi il caso e guardando dove una volta c'era il letto, trovò il letto occupato interamente da Alaric. Mi ha davvero buttato giù dal letto? pensò shockato. Grugnì allontanandosi dalla camera prima di svegliare l'altro ed essere costretto a dargli una spiegazione per la sua presenza sul pavimento. Forse era giunto il momento di frenare quegli incontri notturni. Di sicuro Al non poteva sentire la sua mancanza se non sapeva che dormiva con lui. Magari lo aveva buttato giù dal letto di proposito.
    Si avviò in cucina ancora mezzo addormentato. Se non poteva dormire -perchè dopo la brutta esperienza di un paio di giorni prima i divani erano off limits- allora tanto valeva preparare la colazione. Si preparò del buon caffè con aggiunta di latte. Mmm adorava svegliarsi con il profumo del caffe, ed anche Al. Lo sapeva bene. Sorridendo preparò una seconda tazza di caffè, sparendo poi lungo il corridoi che portava alle camere. Si sedette sul letto di Al con ancora le tazze fumanti in mano. Abbassandosi sul suo orecchio Svegliati principessa gli sussurrò reprimendo una risata. Questa volta avrebbe fatto le cose bene.
    Niente più errori.
    |like wat?| code by ms athelophobia

    Reagisce alla sparizione di mezza casa (?) poi dorme con Alec e lo sveglia portandogli la colazione a letto #mammapremurosa
     
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    Il tepore soffice del letto lo trasportò lentamente in un sonno tormentato, come accadeva spesso. Luci, suoni, immagini e nomi iniziarono a fare battaglia nella sua mente, come ogni notte. Un lungo corridoio illuminato da una luce bianca era il palcoscenico di quegli incubi, le urla ne erano la colonna sonora ed il rosso era il colore predominante. Il colore del sangue, il suo. Corrugò le sopracciglia nel sonno, strinse i pugni sul lenzuolo, stropicciandolo e non lo sapeva, ma gemeva senza rendersene conto. Aveva sempre avuto il sonno leggero, capace di cogliere ogni movimento nella stanza in cui decideva di dormire, un sonno così leggero che venne spezzato dai movimenti del letto in cui aveva deciso di dormire quella sera. Aprì lentamente gli occhi sentendo che qualcuno stava invadendo il suo spazio vitale molto, molto prezioso e voltando la testa riconobbe il volto di Shia, nella penombra della notte, rotta solo per qualche raggio di luna che penetrava dal giardino. Non appena lo vide, i brividi fecero drizzare ogni pelo presente sulla sua pelle e per un attimo si mostrò spaesato. La confusione presto mutò in freddezza, lo sguardo glaciale si soffermò su di lui per pochi istanti, prima di rivoltarsi, ed avanzare nel letto per fargli spazio senza dire una parola, continuando a dargli le spalle. Avrebbe anche accettato di dormire così, in quella posizione, se Shia non avesse iniziato a dargli fastidio alle spalle. Inizialmente era stata una questione di spazi, si era avvicinato a lui valicando quello spazio vuoto che era rimasto tra di loro ed eliminando ogni distanza. Lo aveva percepito attaccato alla sua schiena, con le mani che quasi naturalmente erano finite sulle sue cosce. Era abituato così, a prendere senza chiedere, a fare ciò che voleva senza sentire le opinioni altrui. Non aveva osato lamentarsi, perché in fondo quella situazione abbastanza “discreta” non gli dispiaceva. Erano sotto le coperte, lo sapevano solo loro, e tutto sommato lui non gli dispiaceva. Il suo profumo era invadente, come lo era lui, come il suo bacino che premeva in maniera prepotente sulle sue natiche, facendogli percepire quanto fosse divertito da quella situazione. Era un movimento ingombrante, tanto che dovette voltarsi verso di lui, osservarlo negli occhi nella penombra. « Sei davvero fastidioso, lo sai? Te lo hanno mai detto? » Bisbigliò, ma non voleva che lasciasse quel letto per quella notte, voleva che rimanesse lì, con le labbra a pochi centimetri dalle sue. Lo so, ma piace. Sorrise mandando avanti la mano sinistra che, dal suo bacino, si era spostata lentamente sulla mutanda gonfia di lui. Ne aveva accarezzato la superficie, seguendone la forma, senza un velo di imbarazzo a intimidirgli lo sguardo. Malizia, solo quello. La stessa maschera di sempre. Aveva continuato ad esplorare, con la mano curiosa, dentro la mutanda di lui, continuato quel movimento ascoltando i suoi respiri crescere, diventare versi di approvazione decisi e soffocato quei versi con le sue labbra « Shhh » Sentire sotto la propria mano l'eccitazione altrui era qualcosa che lo divertiva sempre. SEMPRE QUANDO CHE SEI UN BAMBINO

    Quando la mattina si era svegliato - a causa delle urla e dei movimenti ineducati #wat di uno dei coinquilini che aveva riconosciuto come il tipo dell'asciugamano fucsia - per prima cosa aveva lasciato quel letto per dirigersi al frigo della cucina e prendere uno yogurt per colazione. Solo dopo il terzo cucchiaino si era reso conto che qualcosa era cambiato in quella stanza, che l'acquario con il tricheco non era più presente e la sala si mostrava un tantino diversa da come la ricordava. « Ma cosa...? Lucas! » Riconobbe l'amico a qualche metro di distanza da lui. Lo aveva già visto la sera prima, durante le votazioni, ma non pensava di poterlo incontrare. Si avvicinò a lui, dandogli una pacca alla mano con la sinistra - la stessa mano di quella notte #ihih

    SHANE ICESPRITE-HOWE
    19 | RED HEAD | MLML | WTF? | SHEET
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    In gran parte aria fritta. Non leggete.

    Dorme con Shia gioco di mano, gioco di villano #wat #voglio+yaoi
    Viene svegliato da Euge, si alza, fa colazione, constata che la casa è diversa, saluta Lucas.
     
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    alaric carlyle
    i may be on the side of the angels but don't think for one second that i am one of them
    Si era salvato, anzi no si stava praticamente salvando le chiappe senza rendersene proprio conto, aveva resistito, stava resistendo trovando sempre il modo per confondersi con il mobilio e non essere importunato praticamente da nessuno che non fosse stata sua sorella -si, perché alla fine l'aveva beccato, c'aveva sperato ma i suoi sogni rare volte diventavano realtà senza che alzasse le chiappe per provare a realizzarli- e poi Alec, ma quello era un uomo offlimits a cui la sua mente stava già progettando varie cose in quanto a cose che voleva evitare di far passare per la sua mente ancora addormentata. Gli era sempre piaciuto giocare a nascondino, Merlino beh non proprio, però era bravo a mimetizzarsi con qualunque cosa nel raggio di qualche centimetro, avete mai visto uno con il muso praticamente sulla linea "avvicinati e ti stacco la testa con qualunque cosa mi trovi a portata di mano"? No? Beh vedete, la sua mimetizzazione vuol dire che funziona, tipo camaleonte ma non cosi piccolo, niente di lui alla fine era così piccolo (WAT?).
    Aveva dormito quasi tutto il tempo? Magari. Aveva sentito praticamente tutto il casino che si stava svolgendo in quel luogo che sembrava peggio di un manicomio? Oh si, aveva sempre avuto un buon udito e il difetto di non riuscire a chiudere occhio se qualcuno si metteva a pestare i piedi di qua e di la, se avesse conosciuto meglio il posto avrebbe potuto legare gente a caso buttandola negli sgabuzzini, ma a pensarci bene non sarebbe stato molto carino per gli sgabuzzini e forse nemmeno c'erano, avrebbe dovuto accertarsene prima o poi, a farla più facile ci si sarebbe potuto nascondere giusto per evitare di fare la fatica di trovare corde e nastro adesivo. Non andava per niente bene, era tutto un parto della sua mente che stava ancora bellamente dormendo, perché stava dormendo vero? Ovviamente che si, ma vi pare?! Mmmh Nonostante stesse ancora dormendo il boxer -già, perché l'opzione del vestirsi dalla sua mente non era ancora stata concepita- si ritrovò a fare rotolamenti sul letto per cercare un posticino più fresco e meno incline a fargli venire un colpo di caldo improvviso, e all'improvviso senti solamente un colpo come qualcosa di non troppo leggero che cade al suolo, esclissò comunque la cosa sicuro che qualche imbecille avesse fatto cadere qualcosa o in alternativa che qualcuno fosse morto a causa delle troppe cose strane li dentro, non era momentaneamente un suo problema.

    [...]

    Non dormì ancora a lungo, il suo superudito degno di un supereroe iniziò a svegliarsi prima della sua persona e, benché in casa i movimenti fossero quasi impercettibili era sicuro che si stesse per svegliare la mandria -quale mandria? Fame, stava venendo fameee- cercò il cuscino per piantarselo in testa e nuovamente provare a fare da tappezzeria, quando una voce soffiata all'orecchio non lo fece quasi rabbrividire... quasi eh, quasi! Lowell, spero seriamente tu non mi abbia dato della principessa, potresti pagarla cara Eh già, ma la sua voce era troooppo gentile per poterla prendere come una minaccia, tutta colpa del mattino che ha la oro sonnolenza in bocca. Sporse la mano in avanti a tentoni per cercare di prendere qualcosa di cui sentiva l'odore fin troppo a lui conosciuto, biascicando nel mentre una specie di buongiorno strascicato.
    |like wat?| code by ms athelophobia

    Allora nulla, potete anche non leggere, Al è felice di essere riuscito a mimetizzarsi per tutti i giorni senza essere QUASI molestato, butta giù Alec u.u ma lo sapete e poi fa quasi il musone rimanendo ancora nel letto cercando di catturare senza vederla la tazza che il suo trottolino amoroso dudu dada gli sta mettendo sotto il naso u.u pfff
     
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    rebeccalevitt
    « the witch isn't dead »
    23yo | deatheater with a rebel heart | bitch (#manoncomeprima)
    Non avrebbe saputo descrivere con sicurezza come si sentiva adesso.
    Se ne stava seduta su un divano, osservando con pigrizia il punto dove poco prima c'era un acquario - un enorme acquario con un altrettanto enorme tricheco al suo interno, a nuotare pigramente. Lo sguardo era perennemente distante, a guardare punti senza particolare significato, e la gamba faceva male lì dove ancora stava la cicatrice di quella battaglia.
    L'aveva visto andare via, aveva provato a trattenerlo ed era rimasta così- senza niente fra le mani, come se nulla fosse rimasto, come se non avesse lottato abbastanza. Il problema era che non ricordava nulla di ciò, non bene.
    Quella mattina era stata una pessima mattinata: nel letto sola aveva osservato un po' attorno a sé, aveva piagnucolato e poi si era alzata, una dei primi. Il montepremi alla fine non sembrava poi così ricco, non quando pian piano iniziava a rendersi conto che non aveva nessuno con cui condividerlo.
    Un sospiro, lungo e pesante, abbandonata in cucina a bere direttamente dal collo di una bottiglia di succo fino a quando in cucina non era apparso Alec - e lui se lo ricordava bene. «Non dimenticartelo» minacciosa, ma in realtà aveva le lacrime negli occhi e minacciosa non poteva sembrare... non con quello sguardo da cucciolo bastonato, «la punizione è ancora valida» non che avesse veramente ancora molta voglia di giocare.
    Ma le sembrava giusto “rispettare” quelle memorie, tutto qui.
    Sotto la doccia aveva riflettuto ancora, a lungo, aveva lasciato che le lacrime le scivolassero lungo il viso dolci, le aveva assaggiate singhiozzando piano...piccola. Poi era successo.
    Un attimo folle, la botta del braccio che ancora conservava quella cicatrice di una battaglia ormai dimenticata e il grido trattenuto.
    Poi tutto cambiò. Attimi di silenzio, il fiato corto mentre stringeva al petto il braccio, e poi furiosa aveva preso a grattarsi la nuca con tanta forza da vedere il rosa sulle mani, lungo le braccia, ai suoi piedi in quello strato di acqua: e aveva grattato ancora, ancora e ancora, fino a sentire male, a dover mettere l'acqua fredda per cercare di calmare il dolore sulla nuca. Tuttavia ce l'aveva fatta, e quando era uscita dalla doccia aveva un altro aspetto.
    I capelli erano tornati scuri, e l'espressione corrucciata, infastidita da tutto quel colore.
    Si era vestita con abiti - veri e propri abiti - ed era uscita dal bagno travolgendo qualcuno, «levati» secco, autoritario, senza guardare in volto il malcapitato. Si sentiva infastidita da tutto a voler essere sinceri, e con addosso i jeans e la camicia nera pareva proprio un'altra.

    Nel pomeriggio era tornata sul divano a guardare distrattamente di fronte a sé: non stava male, il vero problema era che Rebecca era fatta così. Senza capelli colorati e vestiti che poi vestiti non erano, era fatta così - non bene - non avrebbe mai partecipato al gioco se non per il montepremi... era stata una distrazione, adesso diventava un traguardo.
    Aveva il corpo indolenzito, come se per tutto quel tempo fosse rimasta ferma, intorpidita, lasciando che qualcos'altro lo governasse: ora che era tornata, però, la sensazione era magnifica.
    Sorrise ad Athena -ma strano il sorriso, si allungava tutt'altro che morbido- e le ritornò in mente la domanda a cui aveva risposto confusa pochi giorni prima... davvero non l'aveva riconosciuta? Aveva solo un po' di colore nei capelli e vabbè che cè le aveva cambiato il prestavolto, ma oh, dai, anche fra l'aveva fatto qualche vestito in meno. «Come ci sei finita qui vestita da tricheco?» le aveva chiesto da sdraiata sul divano, appoggiata su un bracciolo e col bastoncino di un chupa chups fra le labbra, tediata dallo strano corso del destino.
    role code made by effe don't steal, ask



    Incidente di percorso #ops
    No vabbè, ritrova se stessa scusatemi. no serio, mi dispiace ma solo dopo aver minacciato Alec di rispettare le volontà di Art (è ancora dolce nelle minacce, puoi ignorarla #wat). E niente, da cattiva uccide con lo sguardo qualcuno (non potete veramente proporvi, non datevi motivo di odiarla (?)) e parla con Athena. Potete molestarla, ha bevuto caffè e non morde #einvece
    Ah, ho mentito dicendo che avrei fatto i post per le votazioni? MARRANI, li farò con calma

    ... Ho mentito. Ho amato farla tornare se stessa #ops2
     
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    yeah on a scale of one to ten BYE

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    Diciamo che Nate andò a dormire abbastanza tardi, e avrebbe voluto, quindi, svegliarsi altrettanto tardi... e invece.
    Si era messo a letto invece che dormire a terra, come Athena, con non si sa quale forza di volontà, il viso spiaccicato sul cuscino, iniziando subito a ronfare e senza la forza di fare i classici pensieri che tormentano la mente nel dormiveglia, o almeno che tormentavano la sua: Elijah, Bran, i Castafratti, le ship, avrò chiuso il gas, Aveline, Jericho... se non fosse stato sfinito, forse gli sarebbe venuto in mente il dubbio che la mattina successiva avrebbero potuto unire i sette concorrenti rimanenti, che avrebbe dovuto affrontare quel famigerato Brandon Lowell e scoprire chi fosse esattamente, se un parente alla lontana, un omonimo, il suo fratellone psicopatico...
    Ma per fortuna, era troppo stanco dopo lo shipping selvaggio, e passò una notte serena e senza sogni con accanto a sè Lux, che per qualche motivo che lì per lì non si sarebbe potuto spiegare, aveva finito per andare a letto con lui (forse paura dell'abbandono? Bah, Nate non temeva che dormire con un ragazzo avrebbe minato la sua eterosessualità: era già chiaramente tutto fuorchè etero)
    Finchè.
    «NATHANIEEEEEEEEL! »
    Per un attimo Nate, spalancando gli occhi, pensò di perdere il respiro e di morire. Era così che sarebbe finita? In un'ammucchiata? Beh, una bella morte tutto sommato... Ma quando riconobbe il contatto familiare di Eugene -e soprattutto questo si fu sistemato abbastanza da non uccidere Nate- anche Nathaniel finalmente sorrise entusiasta. «EUBELLO!» Era come essere tornato quindicenne, alle notti passate insieme, alle serate estive in campeggio, alle paccate NOHOMO chiaramente molto homo...
    E non avrebbe detto che gli era mancato, perchè era dannatamente ovvio. Non gli avrebbe detto di quanto aveva avuto bisogno di lui in quegli anni, di quanto avrebbe voluto un suo abbraccio (o una limonata amichevole) quando Rea e Elijah avevano smesso di rispondere alle sue chiamate, quando Jerichon era tornata nella sua vita... non era il tempo per quel discorso, e forse neanche sarebbe mai arrivato. Eugene era lì ora, e tanto bastava.
    Ah, e c'era anche Lucas, ma Nate non pensava avrebbe odiato ad assistere a quella rimpatriata così tenera (?).
    Il professore ricambiò la stretta dell'amico, dandogli pi un sonoro bacio a stampo per ricordare i bei tempi andati. Aw, Elijah sarebbe stato felicissimo di sapere che Eugene era tornato! Nate gliene aveva così tanto parlato (?).... peccato Eli non si ricordasse di lui quindi non avesse potuto sentire la mancanza di qualcosa che, a suo avviso, non aveva mai avuto, ma Nate era sicuro che i due biondi si sarebbero ri innamorati a prima vista, come già successo per l'elite.
    Se c'era Euge, comunque, voleva dire solo una cosa, riguardo ad un importantissimo cambiamento che la casa aveva subito quella mattina: «Hai sfondato il muro per venire a darmi il buongiorno perchè ti mancavo troppo?».
    No, ovviamente no, ma almeno ci aveva provato #ceseprova
    La casa a quanto pareva non aveva perso un muro, ma un acquario: era stata unita, e c'era una domanda che premeva Nate, addirittura più di sapere cosa Eugene avesse fatto esattamente in quegli anni, a parte girare in giro, o in quei giorni, a aparte paccare gente: «Hai conosciuto Brandon Lowell? Com'è? ...Lui è ancora qui?»
    Il pensiero del fratello aveva continuato a tormentarlo, e doveva sapere. Eu avrebbe fatto due più due riguardo al nome di quel concorrente orsacchiottosso? Forse no, visto che il giorno prima si erano dati tanti bacini che avrebbero fatto partire la ship a chiunque, forse neanche ricordava il vero cognome di Nate, ma acab. Doveva solo sapere se era ancora in quella casa, o un potenziale serial killer a piede libero poteva essere da Jericho mentre Nate era bloccato lì.
    N
    Nathaniel Lowell Henderson
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    Va a dormire e si sveglia con Lucas, e viene svegliato da Eugene con cui parla. Fine (?)
     
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    Shia era pronto, lo era sempre ma Shane al contrario sembrava fin troppo pensieroso. Dopo qualche attimo di silenzio decise di parlare. Parlare? Ma dovevano limonare! Lo vide avvicinarsi sempre di più al suo petto mentre parlava e gli confidava praticamente un segreto. Da bambino volevo essere rapito dall'uomo nero.... Ogni notte speravo che venisse a trovarmi e mi portasse via con sé. Per sempre.....Volevo sparire con lui.....Non mi spaventava, non ne avevo paura disse tra mille pause che rendevano tutto sempre più eccitante. Sembravano esserci solo loro due in quella casa, non sentiva altro che il suo profumo, le sue labbra vicino alle proprie. Non era la prima volta che erano così vicini, ma effettivamente era da diverso tempo che non succedeva e ne aveva una dannata voglia, tra l'altro era un chiaro invito a fare qualcosa con lui , dai era così ovvio che l'uomo nero era proprio Shia e che voleva essere rapito da lui da diverso tempo. E tu mi spaventi di più beh era ovvio lui era un Hamilton chi non aveva paura di uno di loro, persino Raine e Amos potevano essere intimidatori, se solo avessero voluto. Sorrise beffardo mentre il rosso finalmente fece il passo decisivo lo avrebbe baciato? Ovviamente no, anzi lo morse. Il bastardo. Stronzetto disse col sorriso mentre si leccava il labbro morso. Shane aveva giocato davvero molto bene le sue carte, lo aveva sempre fatto, gli piaceva proprio per quel motivo, era così imprevedibile. Lo ammirò mentre si allontanava da lui. Si sarebbe vendicato, sicuramente, avrebbe fatto arrivare la notte per farlo.
    Nel frattempo ci furono degli addii nella casa, rimasero così in cinque, ma per sua gran gioia i tre maschioni erano rimasti (Eug, Max e Bran), era piacevole averli intorno, specialmente se uno era sempre nudo e l'altro ogni tanto lo baciava. C'era anche Run, la sua migliore nemica, adorava quella sgualdrina, ma riguardo alla bionda che aveva limonato Shane, beh non fu dispiaciuto che se ne fosse andata.
    Al calare della notte come si era ripromesso aveva deciso di entrare nel letto di Shane, dopo quel bacio alla melanzana e quel chiaro invito non poteva non farlo. S'infilò sotto alle coperte e in un secondo tolse ogni lontananza tra di loro. Sapeva che a Shane poteva dare fastidio, ma dall'altra ricordava benissimo che sotto quella corazza da acido c'era un ragazzo che amava quelle cose; durante la sua permanenza nei laboratori lo aveva capito e se il rossino non lo ricordava, al contrario Shia sapeva bene come muoversi. Poggiò le mani sui fianchi del ragazzo e si avvicinò al suo corpo così da fargli sentire cosa gli aveva procurato quel gioco tra di loro. « Sei davvero fastidioso, lo sai? Te lo hanno mai detto? » , rise delicatamente mentre si guardavano negli occhi, proprio come nei laboratori. Si lo so, e piace disse beffardo ancora una volta mentre l'atmosfera si faceva sempre più calda. D'improvviso vide una scintilla negli occhi del ragazzo, era la stessa che aveva visto quella volta, eppure nessuno dei due poteva utilizzare i poteri, specialmente Shane non poteva manipolarlo. Fu una sensazione piacevole quando sentì la mano calda entrare nelle sue mutande. Gemiti,baci, una notte indimenticabile per entrambi perché fu piacevole per entrambi. Shia aveva ricambiato ogni gesto di Shane, tanto da godersi anche lui i gemiti del compagno. Fu inebriante, piacevole e alla fine dormirono abbracciati.

    La mattina dopo, si alzò che Shane non c'era, che si vergognasse? Beh poteva essere da lui che non si facesse vedere, anche solo per rinnegare quello che era successo, ma Shia glielo avrebbe ricordato per tutta la permanenza in quella casa. Non appena arrivò in cucina notò volti nuovi, o quasi, erano i concorrenti dell'altra casa, erano tutti insieme. Vide Alaric e Alec, i due erano così boni che era uno spreco che fossero praticamente una accasati. Poi fu il turno di un volto femminile, era Athena. In effetti l'aveva vista anche in precedenza allo schermo, ma a causa di Shane tutto era diventato così superfluo. Andò dalla donna e le diede un bacio sulla guancia Ciao bellissima

    SHIA RYAN HAMILTON
    26 - Experiment - Acidic and Poison Generation
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    fatte cose con Shane...salutato Athena e visto anche gli altri ma aspetto al prossimo post per salutare
     
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  9. b a d a s s ‚ great ass.
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    Non si era veramente addormentata per terra. Cioè, in realtà sì, ma a sua difesa poteva dire che non era rimasta lì tutta la notte e soprattutto che la colpa non era sua. Non del tutto, almeno. Semplicemente e con fare molto (poco) innocente, aveva provato ad intrufolarsi nella camera di suo fratello Alaric per dormire nel letto con lui: la scusa ufficiale era che le mancava rimanere abbracciata al suo fratellino come accadeva quando erano piccoli e il biondo, in preda agli incubi, cercava conforto nell'aura di sicurezza e protezione emanata dalla maggiore, sebbene mai lo avrebbe ammesso ad anima viva. Ma la verità era che, da brava sorellona qual era, Athena voleva cogliere Alec di sorpresa nel momento in cui avesse provato a sgattaiolare in camera per avvinghiarsi come un polipo ad Al: perchè sì, lei sapeva tutto, anche quello che suo fratello ancora non riusciva a realizzare. E Alec le piaceva tutto sommato, era un bravo ragazzo e conosceva il suo modo di fare grazie ai giorni trascorsi insieme alla resistenza, ma ciò non le impediva di comportarsi come fa il fratellone maggiore quando scopre che la sorella più piccola ha un nuovo fidanzatino, solo a parti erano invertite in questo caso.
    Intenzioni nobili oppure no, il suo piano non ebbe comunque fortuna e la porta venne richiusa violentemente sul suo naso mentre lei ancora tentava imperterrita di convincere Alaric a lasciarla entrare. Si rigirò fra le mani la carta della regina di cuori che aveva trovato, e capì comunque che doveva essere fiera di quel che aveva fatto per salvare la sua ship. Ma, ancora indecisa riguardo a cosa fare, aveva infine scelto di aspettare Alec lì fuori finendo però per addormentarsi a terra, spiaggiata come un tricheco #wat Alla fine si era diretta sul divano nel bel mezzo della notte, troppo rincoglionita come sempre del resto per rendersi conto che avrebbe potuto intrufolarsi nel letto di qualcun altro abusivamente. In quello di Rebecca, ad esempio mlmlml
    Il mattino dopo si era risvegliata senza nemmeno rendersi conto dell'acquario mancante, sebbene percepisse nel suo cuore una sensazione sgradevole, come se fosse stata privata di una parte di sè, come se il suo costume da tricheco fosse stato improvvisamente dato in pasto ad un branco di Vulpix selvatici aaawwww Ila fammene adottare uno pls Fece una doccia, preparò alcuni pancakes anche per gli altri (ebbene sì, non solo Athena Rouke sapeva cucinare, ma a volte era in grado persino di essere altruista) e tornò quindi a sedersi sul divano, dove la vera, acida Rebecca che lei tanto adorava (fangirlate, shippers) la attendeva.
    «Non ne ho la minima idea» rispose alla domanda dell'altra, sorridendo sorniona come se fosse una cosa di andare fieri, sorseggiando il succo che si era versata in un bicchiere e che ora teneva in mano. «E tu invece? Volevi provare se il rosa ti donasse?» la interrogò indicando i suoi capelli, ora tornati del colore naturale, con un gesto della mano.
    Fu solo nel momento in cui Shia si avvicinò a lei per salutarla che capì ciò che era accaduto e per un attimo fu stupita, scioccata e preoccupata ma tutto svanì nel giro di pochi secondi: il suo piccolo cervellino non era in grado di elaborare più di una cosa per volta e al momento tutta la sua attenzione era rivolta a Shia e al suo saluto.
    «Ehi splendore!» esclamò divertita, per poi tornare a rivolgersi a Rebecca. «Oh, non esserne gelosa, tranquilla» scherzò facendole l'occhiolino, alzandosi poi dal divano per dirigersi verso la cucina con l'intenzione di riempire nuovamente il bicchiere di succo. Ah, se solo ci fosse stato dell'alcool, tutto sarebbe diventato ancora più interessante.
    🍸
    athena carlyle rouke
    28 Y.O. | Ex-Gryffindor | Wizard | Hangover | B-edgasm
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    Diciamo che mi sto abbonando ai post inutili #wat Dorme a terra e poi si sposta sul divano, il giorno seguente prepara pancakes un po' per tutti -chi vuole si serva pure- anche se probabilmente gli altri avranno già preparato tremila cose ma acab Parla poi con Rebecca, saluta Shia e prende in giro? Flirta? Boh, fa qualcosa con Rebecca
     
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  10. #lucas
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    Quando uscì dal Confessionale se ne ritornò in Sala Comune #wat, il luogo con l'acquario da dove tutti erano piovuti. Si chiese come l'avessero votato quelli dell'altra casa. Arrivò facilmente alla conclusione che coloro che avessero ottenuto i voti più bassi se ne sarebbero andati. Da una parte era una bella cosa (sarebbe, finalmente, ritornato da Niamh), dall'altra... beh, dai, lo divertiva stare lì ed era piacevole staccarsi dalla monotonia quotidiana.
    Preparò l'impasto per le pizze. Quando spuntò la lista degli eliminati, Lucas salutò solo Raine e Mars, promettendo a quest'ultimo che si sarebbe rifatto vivo e si sarebbero fatti un'altra partita a poker insieme. Un po' rimase felice nel rimanere al GO, tuttavia sentiva sempre più forte la mancanza di Niamh. Non ebbe il tempo di salutare altri: sparirono. Puff. Magia. Improvvisamente. Ciaone trenone.
    Con un po' di mestizia finì di preparare la pizza, poi la informò e la offrì a chiunque la volesse. Grazie lieviti magici che dimezzate i tempi di lievitazioni. Il resto della serata si sa come si passò: party hard, piscina, balli, degenero, yeeh. Poi chissà come Lucas decise di andare a dormire. Entrò nella prima stanza che trovò. E come la prima sera si buttò sul letto, senza sapere se ci fosse qualcun altro. Solo dopo capì che c'era qualcuno. «‘Notte» mugugnò assonnato, facendosi poi rapire dal sonno.

    Si alzò grazie alle grida di due gay non gay. Il piede di Eugene gli finì dritto sulle palle e Lucas trattenne un gemito di dolore mentre Nathaniel e il nuovo arrivato si scambiavano effusioni amorose e gridolini teneri. Lux, lamentandosi in silenzio dei genitali schiacciati, mise la testa sotto il cuscino. «Credevo foste etero, voi due», borbottò più che assonnato, ma nessuno dei due lo sentì. Subito dopo decise di andarsi a fare una doccia. Recuperò dei boxer e andò sotto la doccia togliendosi quelli vecchi.
    Uscì dal bagno con i boxer nuovi. Pensò di prendersi anche dei pantaloncini, ma gli seccava andare verso i cassetti dell'armadio, quindi #nope. Vestito di soli boxer, andò un cucina. Dopo essersi preparato del caffellatte, si accorse che le due case si erano unite. Pensò di andare a cercare Shane. Dopo aver finito la colazione, or ora non aveva abbastanza facoltà mentali. E non riusciva ad assorbire del tutto il fatto che le due case erano state unite.
    Shane lo precedette: prima che Lux potesse bere lo toccò alla mano. La prima cosa che Lux notò fu l'odore. «Ti sei lavato?», gli chiese, guardandogli la mano. «Se no, fallo. Se sì, fallo meglio. La tua mano puzza. Ti sei divertito in solitaria, stanotte?». Portò la tazza alle labbra. Gli venne un orrendo dubbio. «O l'arnese non era il tuo?». Non aveva mai pensato a Shane gay. Ma ci stava #wat.
    😏
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    Sera del terzo giorno:
    - fa la pizza;
    - dorme cln Nate.
    Mattina del quarto giorno:
    - si sveglia per colpa di Eu e Nate;
    - saluta Shane, capendo che cosa ha fatto quella notte. Birichiiino.
     
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    « mayhem »

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    Lucas, un vecchio amico del quale avrebbe voluto ricordare qualcosa in più. Al terzo anno scolastico, quando potevano dire di essere diventati buoni amici, avevano preso l'insana abitudine di farsi uno i fatti intimi dell'altro in questa maniera così molesta ed inopportuna. Era un gioco che li divertiva, perchè stavano scoprendo poco a poco la loro sessualità e questa ancora rappresentava quasi un tabou. Lo era stata sicuramente per il più chiuso Shane, che per l'intraprendente Lucas, da allora niente era cambiato. Bei tempi, quelli, peccato che Shane non ricordasse quelle giornate, che le avesse dimenticate mesi prima e che quindi non riuscisse a stare davvero al gioco, perchè non ricordava quanto fossero amici, nè quando fosse iniziato quello strano gioco. Rimase con il cucchiaio a mezz'aria a quella domanda, domandandosi, a quelle parole,come facesse ad esserci andato così vicino. Lucas non sapeva quanto avesse ragione. Sorrise ingenuo. La verità è che ho fatto un'esplorazione rettale al tricheco ieri sera. Gli diede uno schiaffetto sulla guancia con quella stessa mano. Svuotamento manuale dell'ampolla rettale per la presenza di fecalomi. Spiegò. Ma certo che mi sono lavato! Tu piuttosto? Quest'odore di stalla arriva direttamente dalle tue mutande. Raccolse con un dito un po' di yogurt rimasto nel bordo del bicchiere e con lo sguardo intercettò Shia uscire dalla camera nella quale avevano dormito. Ah, che bella nottata. Quando il loro sguardo venne a contatto, con fare teatrale il giovane Howe si premurò di succhiarsi il dito, pulendolo dallo yogurt. Amo questa casa. Ammise infine, e salutando Lucas si allontanò per fare un giro delle camere e cercare l'angelo francese del giorno prima, ma non la trovò. Il tricheco non era l'unico ad essere sparito da quella casa, si rese conto che molti tra gli inquilini del giorno prima erano spariti. #buongiorno

    SHANE ICESPRITE-HOWE
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    Niente di che.

    - Risponde a Lucas *betta traumatizzata dal proprio lavoro*
    - Provoca Shia
    - Si accorge che mezza casa è sparita.
     
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    prova - truth or dare?


    Lo schermo più grande attira la vostra attenzione, richiamandovi all'attenzione. Vi compare una scritta:

    «benvenuti alla terza sfida de "una settimana da morgan". tocca lo schermo, e Morgan sceglierà per te!»


    Ciò detto, lo schermo si mentre il gelo si avvicinava sentivo anche molto freddo il cielo si oscura, lasciando solo una piccola barra bianca a lampeggiare. Sotto a chi tocca!

    //ON GDR la prova la svolgerà una persona alla volta, ma è ovvio che potrete postare insieme e noi, poi, "fateggeremo" (insomma, se posta qualcuno e noi ancora non abbiamo fateggiato, potete postare anche voi). Il resto ve lo spiegheremo strada facendo, sotto il primo a cui tocca! Il pg che posterà dovrà solamente limitarsi a toccare lo schermo, il resto delle informazioni arriverà #wat

    //OFF GDR non è ancora passato un giorno, quindi è ancora il 04.06; info a caso, sì. CIAO ♥
     
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    Non aveva ancora aperto gli occhi, e si sentiva già stanca. Le era bastato cominciare a percepire i primi rumori della casa, il muoversi (le grida?) delle persone, per farla cadere in quella stressante fase di dormiveglia nella quale ci si rendeva conto di essere svegli, ma non lo si voleva ancora accettare. Con un grugnito rotolò supina affondando la faccia nel cuscino, espandendosi sul materasso come la Germania nel 1939. Una mano incontrò il nulla, ma l’altra andrò a schiaffarsi non troppo dolcemente sulla faccia di qualcuno. Pur sapendo che si trattava di Jade, continuò a palparla a tentoni, alzando ed abbassando il braccio come una giovane ed inesperta gru (??). «jade, sono sveglia» sì, Run riteneva sempre opportuno informare i propri coinquilini delle sue attività, fosse mai che se le perdessero. «jade, sono sveglia» ripetè scrollandola, in caso la prima volta non fosse stato abbastanza chiaro: CERTO che se Run era sveglia, Jade doveva svegliarsi per non lasciarla sola #wat. Mi piacerebbe dirvi che era un eccezione, ma no, lo faceva ogni mattina – a meno che a letto non rimanessero a dormire in due: sostanzialmente la regola, per Heidrun Crane, era nessuno dorme da solo.
    Proprio come i bambini.
    Rotolò ancora coricandosi pancia all’aria, decidendo coraggiosamente di aprire gli occhi. «stanotte farò una torta» che di base, avrebbe potuto apparire come una cosa tenerissima e dolce. Ed invece no, perché Run non voleva davvero che gli altri la mangiassero; non era quello il suo fine. Voleva solo che la leggessero. Poteva scriverlo su qualche foglietto, ma non sarebbe stato così divertente. «sorry we fucked in your kitchen» scandì, alzando le braccia per sgranchirsi la schiena. «così, giusto per seminare un po’ di terrore, caos, confusione. Tipo cena con delitto, ma senza delitto – e senza cena» con quella fantastica inforandom mattiniera, un sorriso pigro a curvarle le labbra, Run poteva ufficialmente iniziare la giornata.
    Aveva ancora i capelli umidi dalla doccia, quando si accorse del fattaccio. E dire che si era svegliata così bene! Aveva pure deciso di vestirsi, per rispetto alla memoria dei suoi compagni di paccata dispersi: lei si che sapeva come glorificare la memoria di qualcuno #wat. Indossava corti pantaloncino in pizzo gialli, al cui interno aveva infilato una semplicissima canotta bianca, ed una camicia floreale di almeno due taglie più grande, giusto per poter volteggiare su sé stessa e far svolazzare l’indumento come un mantello.
    Ma dicevamo, fattaccio.
    «jade, ci hanno rubato t jade» aveva sussurrato, portandosi con orrore le mani alla bocca. Con due rapide falcate, aveva superato il luogo ormai vuoto dove fino a qualche ora prima c’era stata la tricheca (wat), trovandosi a fronteggiare qualcuno di non meglio definito. Se avesse avuto degli abiti, lo avrebbe afferrato per la maglietta da vera badass; invece il tipo aveva solo mutande, motivo per il quale si limitò a sbattere le mani contro il piano della cucina bloccandogli ogni via di fuga. «dov’è lei?? Ha paura di rimanere sola!» come tutti i reb –js. Stava giusto valutando l’idea di cominciare a picchiarlo quando, a pochi centimetri dal suo petto, non lo riconobbe. «ooh. Il ragazzo dell’asciugamano» come se quello potesse spiegare tutto. «scusa amico, ti avevo scambiato per qualcun altro» tipo un kidnapper di walrus. Fu in quel momento che si rese conto…
    Le case. LE CASE SI ERANO UNITE.
    Ma vaffanculo comunque, lei rivoleva T!
    Tornò indietro con un mistico panic moonwalk, trovando Brandon ancora intento a fare cose (tipo evitare la vita, ma Run non ci fece caso). «abbiamo dei nuovi inquilini!» esordì prendendo la rincorsa per saltargli sulle spalle, allacciando le gambe alla vita e poggiando i gomiti sulle spalle. Così dicendo, come una piccola cavallerizza #wat, lo trascinò nell’altra casa, dove con nuova meraviglia osservò gli abitanti che in quei tre giorni, fra una paccata e l’altra, aveva spiato senza remore. Gli occhi verdi scivolarono subitanei sulle due donnine sedute sui divani, alle quali rivolse un enorme sorriso. «ma io vi conosco» no, non era vero, però le aveva amate dal primo momento in cui le aveva viste #wat. Mostrando che allenandosi a fare addominali con T Jade (click) era diventata una perfetta acrobata, si piegò all’indietro verso di loro per schioccare un bacio sulla testa di entrambe, ridendo felice come una bambina a natale. «sono una vostra grande fan» ed a proposito di fan. Da brava shipper compulsiva, le sue attenzioni vennero poi catturate dal moro e dal biondo che, malgrado non fosse specificato nel primo post, diamo per scontato che durante la giornata fossero andati nella sala dei giochi insieme agli altri #wat, ai quali lanciò un’occhiata curiosa. Con il più dolce dei sorrisi sventolò pigramente una mano nell’aria nella loro direzione, mordendosi teneramente il labbro inferiore mentre, con innocenza, spalancava i sottili occhi verdi. Se non avevano ancora paccato, era solo perché Heidrun non era ancora giunta nella loro vita: stay tuned Als, perché vogliamo il limone. «ciao altra casa, io sono Run» specificò, nel dubbio, saltando nuovamente a terra. «non è che per caso avete visto il tricheco?» domanda legittima.
    Comunque.
    Lo schermo si illuminò dicendo qualcosa di mistico che la mora ritenne opportuno ignorare, preferendo invece rubare un paio di pancake trovati in cucina. Ma dai, quindi qualcuno da quelle parti cucinava! E pensare che senza la Hamilton bionda, Run aveva creduto sarebbero morti di fame #wat Non tutti avevano gli chef bruns ai quale scroccare. Masticando pigramente la sua colazione, incerta se prepararsi il caffè o attendere che qualche anima lo facesse per rubare anche quello, si avvicinò curiosa allo schermo. Scoccò un’occhiata di sottecchi alle persone alle proprie spalle, alzando allusivamente le sopracciglia. «schiaccio e facciamo pausa cool?» dando per scontato che qualcuno fumasse, chiaramente.
    The victor remember.


    heidrun ryder crane
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    molesta jade, minaccia lucas #wat, salta in braccio a bran, saluta athena e rebecca e ammicca agli Als ♥

    ah, e tocca lo schermo


    Edited by Lord #partyHard - 20/6/2016, 16:28
     
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    rebeccalevitt
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    23yo | deatheater with a rebel heart | bitch (#manoncomeprima)
    Aveva sorriso, in un modo piuttosto malizioso ma aveva sorriso alla ragazza, stringendosi appena nelle spalle.
    «Era comunque molto carino» poteva permettersi di sfotterla un po', «e ti stava decisamente bene» perché l'aveva conosciuta, e sapeva che con lei non c'era motivo di credere che si sarebbe offesa. La lingua pungente di Rebecca sapeva colpire con sagacia, e altrettanto poteva dire della compagna di disavventure.
    Per questo si aspettava quella frecciatina a ciò che poche ore prima aveva in testa: una debole alzata di spalle, quasi distratta, mentre beve e si passa una mano fra i capelli, «forse, non ho un buon ricordo... troppo acceso però, vero?» vorrebbe dire che è stata colpa di qualche droga, o di una botta in testa, o addirittura di un lavaggio del cervello... ma la verità è che non ricorda come è diventata così.
    Sa solo che il ricordo delle cicatrici sul suo corpo l'ha riportata coi piedi per terra- legata dal dolore, non poteva che essere quello a richiamarla, ma non ne fa parola nemmeno con lei, preferendo un silenzio pacato e appena distaccato.
    Osserva attorno a sé, restano in pochi ma se non sbaglia in realtà sono più o meno quanti erano prima in una sola casa. Certo, l'unione delle due case rende così grande lo spazio in cui muoversi che tutto sembri più desolato, persino in un pomeriggio tranquillo in cui starebbe più che bene, riconosce una strana malinconia.
    E forse nostalgica?
    Guarda Athena scambiarsi il saluto con un ragazzo, e se lo chiede di nuovo. È nostalgica?
    Allarga divertita il sorriso, e stavolta riesce davvero ad essere dolce in quel formarsi di due fossette, «oh non è così facile farmi ingelosire» si muove sul divano come qualche giorno prima, ma senza i colori accesi non sembra più una sirena. Sembra una ragazza qualunque, che si mette seduta e si stiracchia con un piccolo sbadiglio, «soprattutto quando so di avere il monopolio» e davvero, dovrebbe smetterla di guardarle il sedere mentre Athena si allontana verso la cucina...

    [ oggi ]

    “Oh... no... non il raffveddove...”
    Non ci capisce molto. Sa solo che sta soffocando, ma non è poi così sgradevole.
    Ha la bocca aperta e per metà premuta sul cuscino, l'altra metà invece lascia uscire il respiro, prende ossigeno, fa' sì che non muoia... non in questo modo blando. Sono sopravvissute a cose ben peggiori, com'è che adesso non riesce a fare un sonnellino senza rischiare di soffocare? Naso chiuso, le fa scappare ogni tanto un basso russare, che si spegne subito- per fortuna... si è ricordata solo ora di avere compagnia a letto.
    Naturalmente la sua posizione non ha alcun senso logico in quel letto che sembra troppo piccolo per contenerle: gambe larghe, una intrecciata a quella di lei, capelli scompigliati sul viso, ha l'intimo addosso -ancora, stranamente- e una canottiera arrotolata sui fianchi, e un braccio penzola dal letto. Il problema è l'altra mano, che pare essersi posata su qualcosa di sodo. A pelle, sotto della stoffa, stringe appena quel “qualcosa” lasciando uscire un mugolio soddisfatto.
    Non ha minimamente idea di che ora sia, sa solo che non ha alcuna intenzione di alzarsi da lì. Né di togliere la mano.
    Non ricordava bene neanche a che ora si fossero messe a letto di quel pomeriggio... e il motivo, ma non si sarebbe certo alzata per scoprirlo.

    role code made by effe don't steal, ask



    Molesta -in troppi sensi- Athena, e dorme tutto il giorno.
    MA dopo -ormai avevo sforato con le parole, sorry ç_ç- appena si sveglia molesta anche gente e gioca u.u


    Edited by break it up - 20/6/2016, 18:50
     
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  15. #lucas
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    Shane rimase paralizzato, il cucchiaio a mezz'aria e la bocca aperta. Lucas ridacchiò scuotendo la testa e assaggiando il suo caffellatte: “La verità è che ho fatto un'esplorazione rettale al tricheco ieri sera”. Lucas annuì come Tina Cipollari quando dice . Scostò subito la mano prima che Shane potesse nuovamente toccarlo con quella mano insozzata. “Svuotamento manuale dell'ampolla rettale per la presenza di fecalomi”, non c'aveva capito un'acca, ma provò a indovinare: «Hai tolto la cacca del tricheco con le mani?», chiese. Poi aggiunse un'altra domanda: «Quindi gli escrementi di tricheco hanno lo stesso odore del tuo s...» ci sono bambini, Lucas «del tuo latte. O il suo, o quello altrui, Shane si era evidentemente divertito quella notte. Chissà se si potevano vedere i filmati di quella notte. “Ma certo che mi sono lavato! Tu piuttosto? Quest'odore di stalla arriva direttamente dalle tue mutande”. «Ti consiglio di lavarti meglio almeno la mano», rispose. Sorrise in modo chiaramente lascivo quando Shane succhio il dito sporco di yogurt. Guardò nella stessa direzione in cui guardava Shane. Shia Hamilton, si segnò a mente, poi lo dico a Gossip Girl. Chissene se è la concorrenza della sezione Gossip della Gazzetta del Profeta.
    Controllò quali altri maschi ci fossero in quella casa. Escluse subito gli appartenenti alla casa B, in quanto quella notte le case erano ancora separate. Di maschi della casa A c'erano Brandon, Maximilian, Eugene, Shia. Max era sicuramente etero, anche se il fatto che si era vestito da cameriera era abbastanza discutibile; Bran era un vergine che era rimasto sicuramente tale, a guardare il suo faccino angelico; Eugene era saltato addosso a Nathaniel, quindi escluso a priori. Restava Shia. Sì, era decisamente lui. Lucas era un giornalista mica per niente, pff. «Buona scelta». Prima che Shane se ne andasse, Lucas gli palpò il sedere. «Auguri», gli disse, alzando la tazza come a voler brindare per lui. Esplorazione rettale, sì. Magari l'hai fatta eh, usando la tua sonda. Ma secondo me non era il retto del tricheco. Chi vuol intendere intenda. E non dirò “gli altri in camper”, perché ormai è mainstream.
    “Dov’è lei?? Ha paura di rimanere sola!”, Lux si voltò subito verso la ragazza che aveva sbattuto le mani sul ripiano della cucina. Lui, tenendo la tazza alzata ancora in mano, la guardò interrogativo. Riconobbe Heidrun - sapeva il nome perché l'aveva letto durante le votazioni. “Ooh. Il ragazzo dell’asciugamano”. Lucas sorrise: «Piacere». Quindi era il ragazzo dell'asciugamano in quella casa? Beh, ci stava, visto come s'era presentato il primo giorno, con solo due asciugamani addosso, uno a coprirgli le parti bassi e l'altro i capelli. “Scusa amico, ti avevo scambiato per qualcun altro”. Senza capire per chi l'avesse scambiato, senza capire nemmeno chi stesse cercando, Lucas annuì, cercando di non sembrare confuso. Solo quando la ragazza, dopo essersi presentata come Run, chiese del tricheco, Lucas capì che la lei era il tricheco. Cioè, la tricheca, a questo punto.
    Heidrun Crane, ecco come si chiamava. Ecco cosa l'aveva colpito appena aveva letto il suo nome. Crane. Come Aloysius. Difficilmente poteva essere sua figlia, Al era troppo giovane. O forse era diventato padre a 5 anni? No, sicuramente era la sorella. E invece... Si alzò quando vide che lo schermo si era riacceso. Quella ragazza propose una pausa cool. «Ci sto», disse il biondo, anche se non sapeva dove fossero le sigarette, avvicinandosi allo schermo - era apparsa la nuova sfida. «Facciamo questa sfida, prima», disse, avvicinandosi allo schermo. «Proviamola», e schiacciò sullo schermo. Proviamola cosa?
    Mi sembra ovvio. La paura
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    😏
    lucas "lux" italie
    20 y.o. - Abercrombie And Fitch - rebel - ex-gryff - journalist
    |chillin| code by ms. atelophobia


    Parla con Shane, fa l'investigatore #wat, palpa Shane, risponde a Run, risponde a Run x2, preme lo schermo.
    Volevo metterci pure Max in mezzo, ma già avevo sforato, quindi al prossimo post parte l'inseguimento #wat.
     
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93 replies since 19/6/2016, 01:30   2174 views
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