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nick + stiles

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    NICHOLAS NICK STILINSKI
    « i didn't do it, but if i did, i was drunk »
    24 yo ✕ sloth ✕ erbology teacher ✕ neutral ✕ ex-ravenclaw
    Sarebbe stato difficile, per chiunque, descrivere casa Stilinski. Forse qualcuno, si sarebbe limitato ad utilizzare la parola "disagio" e loro erano quelli che non vi andavano troppo lontani. Innanzi tutto, pur essendo entrambi maghi, vivevano nella Londra babbana perché l'affitto costava meno. Dettagli come entrambi avessero uno stipendio e dei lavori che ricadevano addirittura nella categoria di "rispettabili". Era un loft più grande all'interno, grazie all'ausilio della magia. L'ingresso, la sala e la cucina erano costituiti da un open space con piante appese dal soffitto e un quantitativo impensabile di mobili, più una televisione ed elettrodomestici vari. Vi era un bagno in comune, con tre toilette simili a quelli scolastici, con ben due lavandini. Le loro due stanze da letto, che non descriveremo per evitare di nominare parole indicibili. L'altra camera era degli ospiti, ma in realtà di Stich figlio "di due padri gay" tra cui il cugino Stiles. Però era lì talmente stesso che, oramai, era come se fosse della prima persona che passava. Avevano persino un bellissimo terrazzo/tetto dove vi era una piantagione di... bamboo e sicuramente tutte altre cose legali e nulla di assolutamente strano. L'ultima stanza era... qualcosa, un misto fra libreria, serra, zoo e chissà cos'altro. Era ancora un mistero come potessero sopravvivere, senza posate e con vari avvenimenti mistici continui. Facevano la storia, a casa Stilinski. Il quartiere non era nemmeno dei migliori, a dir la verità, e la magia era probabilmente l'unico modo in cui non erano ancora stati uccisi tutti da gang di strada. Però vi era un lato positivo, il loro fratello di madre, padre e famiglia diversa che un po' li odiava: lo Spakistano. Spaky per gli amici, era l'uomo che gestiva una specie di negozio/minimarket a prezzi stracciatissimi nello stesso edificio dove si trovava il loro appartamento. Il professore di Erbologia era appena salito in piedi su una sedia. «IL PAVIMENTO E' LAVA!» Urlò, certo che anche Stiles, ovunque lui fosse, era già pronto a saltare sui mobili e proseguire la loro vita in quel modo, almeno per un paio d'ore. Buttò giù ciò che era rimasto di una vecchia bottiglia di birra, appoggiandola su una sedia vuota. Tirò su il cappuccio della felpa rosso porpora, aprendo le braccia, lo sguardo fisso sul cugino. Poi puntò entrambi gli indici verso di lui, accucciandosi. «Sei pronto?» Gli occhi diventarono immediatamente delle fessure, un sorriso complice sul volto. «Al volo!» Furono le ultime due parole che pronunciò, prima di compiere quel grande salto. Come una rana, si alzò di colpo sulle gambe e si lanciò in direzione dello psicomago. Per evitare di cadere troppo velocemente e fare in modo che l'altro potesse effettivamente prenderlo al volo, prese la decisione di trasformarsi in bradipo il più velocemente possibile, cercando di stringersi attorno al cugino senza distruggerlo con le sue lunghissime e bellissimissime unghie. Indipendentemente dal risultato, se positivo o meno, avrebbe cercato di lanciarsi indietro e ricadere su un qualsiasi mobile, alzando entrambe le braccia animali al cielo. Lentamente, ricominciò a trasformarsi in umano, le unghie rimaste leggermente più lunghe di prima come possibile segno collaterale. «E' stato...» Osservò il volto del cugino, lasciandosi sfuggire un urlo gigantesco «LEGGENDARIO!» Esclamò, per poi tornare a sedersi. «A proposito, sai che faccio da portanome per un nuovo locale di feste? Sarà una figata.» Dettagli come a malapena conosca la babbana che fa da proprietaria effettiva, ma è figo e c'è un bradipo nel logo del locale. Che può volere di più dalla vita?
    - rule #1 never be #2 - code by ms. atelophobia
     
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    "you told thad jokes twice" -- 19 y.o. | psychowat | ex hufflemuffin
    La vita di Stiles, come quella di tutti i personaggi di Teen Wolf, si svolgeva principalmente in quattro posti.
    Il primo, ed il preferito anche dal suo omonimo, era la scuola; in qualità di Psicomago, più psico che mago come gli aveva fatto notare spesso il suo magnifiko semi collega a cui piaceva vincere facile con la Guarigione, passava la maggior parte delle sue giornate fra le umide mura di Hogwarts, recluso in uno stanzino per poveri che lui e Shane avevano adibito ad ufficio personale. La mattinata scorreva sempre nello stesso identico modo: Jeremy portava la droga, Charlie gli faceva visita con il cibo, Carrie voleva morire, Jack aveva un gatto che, a suo dire, soffriva di una fase acutissima di alopecia; e poi c’era Karma.
    «sei sicura che non ci sia lez-» le domande inopportune messe a tacere con le labbra di lei sulle proprie, così morbide e calde che Stiles era certo non sarebbe mai stato in grado di abituarvisi. La porte chiuse alle spalle con atletici calcio da ninja nei quali rischiava ogni volta di perdere l’uso della rotula, le dita che da esitanti si facevano lentamente più audaci sui fianchi di lei, i polpastrelli che non ne avevano abbastanza della sua pelle. E, ogni volta, uno stupito ed ancora in shock post traumatico Andrew Stilinski che, con il fiato corto, la osservava.
    «stiles, stai di nuovo diventando inquietante» lo sapeva perfettamente, ma sentirselo dire bastava a riscuoterlo dal torpore nel quale, di tanto in tanto, si lasciava scivolare. «lo sai che puoi toccarle» lo sbuffo/grugnito/verso che una bocca umana non avrebbe dovuto essere in grado di produrre, mentre Stiles alzava lo sguardo dalle tenere protuberanze delle sue tette. «lo so?» quasi vent’anni, e non sentirne neanche dieci. «andrew» «montgomery»
    Il secondo luogo nel quale l’ex Tassorosso passava il proprio tempo, era l’ospedale. Raramente, avendo dei casi (quali? Ovviamente quelli che si inventava per fingere di essere realmente funzionale ed efficiente) da seguire ad Hogwarts, gliene affibbiavano anche sul posto di lavoro. Ma oh malgrado fosse oberato di impegni, tant’è, poteva capitare che mandassero qualche ministeriale a fare la solita perizia psichiatrica di rito, il che significava che Andrew, Idem, Shane e Cameron dovevano smezzarsi i casi umani della società. Incomprensibilmente, era stato in questo mistico e terrificante frangente che il ragazzo aveva conosciuto il suo Guru guru batticuore della magia dell’Amore (quale) Eugene Jackson; mi piacerebbe dirvi che gli altri incontri furono emozionanti quanto quello con il cabarettista, ma invece.
    Invece. Avete presente quelle personcine che sembrano (all’incirca) adorabili, che vedete sempre circondati da amici e la cui risata aleggia negli ambienti anche molto dopo che queste se sono andate, e che contro ogni aspettativa sono invece degni eredi di Satana in persona? Ecco.
    «CIAO STILES» La conversazione era iniziata in maniera così promettente! Una ragazza tutta sorrisi e brio, con le gambe incrociate sulla sedia ed il barattolo di caramelle posato direttamente sulle ginocchia, mentr’ella ne sgranocchiava una dopo l’altra. Nessuno, e di certo non Stiles, sapeva come la situazione fosse degenerata: sapeva solo che si era ritrovato con la guancia premuta sulla scrivania e la mano di lei stretta al colletto, le dita tremanti a firmare ricette mediche che non avrebbe avuto alcun motivo di prescrivere. Era roba forte, quella. Non erano semplicemente delle caramelle per la maledetta buonanotte, erano pillole di coma. «E VA BENE, OK, CERTO. COME VUOI. MOLTO PERSUASIVA, CRANE» «salutami jeremy!»
    Il terzo, e decisamente più piacevole, luogo dove Andrew Stilinski diluiva pigramente le sue ore, altro non era che casa sua. Ancora non riusciva a capacitarsi di essere seriamente andato a vivere con suo cugino Nick, era praticamente il sogno di ogni adolescente che si rispettasse. Non esistevano regole, coprifuoco, posate. Ogni volta che si destreggiava nel loft, non poteva fare a meno di sentirsi un giovane Tarzan – con tanto di Cita per di più, ossia Nick in forma di bradipo comodamente allacciato sulla schiena all’interno di un porta bebè (perché, così aveva detto Nick, rimanere arrampicato era troppo faticoso). Da bravo padre premuroso, si era preoccupato di coprire ogni presa elettrica così da evitare che Stich potesse rimanervi fulminato, ed aveva occupato buona parte del pavimento – e dei muri- con delle traversine assorbenti nel caso gli fosse venuta la malsana idea di fare pipì in giro. Aveva cercato di spiegargli che urinare sulle persone era sbagliato, davvero, ma dopo aver visto il viceministro imbrattato del liquido dorato di Hope Mills, non era più riuscito a suonare convincente.
    E vi dirò di più: era stato tentato anche lui di provare a fare la pipì su qualcuno; alla fine, pur di togliersi la curiosità, aveva provato a svuotare la vescica sul pavimento della cucina. Così, per sfizio. Sarebbe stato assai efficace e soddisfacente, se solo Idem non avesse ritenuto che proprio quello fosse il momento opportuno per spalancare la porta di casa al grido di «VI HO PORTATO LE CIAMBELLE», costringendo Stiles a lanciarsi per terra così da nasconderle l’azione nefasta. Strisciare fino a camera sua, era stata una delle imprese più mistiche ma affascinanti della sua vita.
    Qual era il quarto luogo nel quale Andrew Stilinski, per favore chiamatemi Stiles, passava il suo tempo? Se conoscete un po’ il ragazzo in questione, o se dalle righe precedenti avete evinto qualcosa delle sue particolarità, dovreste già immaginarlo. Nel dubbio, ve lo dico.
    L’inferno.
    Era un giorno come gli altri allo Stilinski’s loft, e stava giusto cercando, il buon Tassorosso, di fingersi una persona semi responsabile. Con il telefono incastrato sulla mensola della cappa così da poter avere una buona visuale sul video di youtube, il grembiule ben allacciato in vita, Stiles tentava di emulare le mosse di Bendetta Parodi, una rinomata cuoca a cinque stelle (quelle you tried, per intenderci), la quale stava esibendo dei meravigliosi pan cake giallo paglierino grondanti di sciroppo d’acero. Dio buono, perché quella donna la faceva sembrare tanto una cazzata, e lui si ritrovava ad osservare una padella contenente una mini Piramide di Giza nonché possibile arma contundente? Provò a picchiettarlo con delicatezza con la punta del mestolo, finendo poi per prenderlo direttamente a coltellate nella speranza che, in qualche modo, morisse: perchè sì, ormai si era convinto che quel non troppo pancake avesse vita propria. Ad ogni cucchiata con il quale colpiva l’impasto, poteva percepire la voce del Mostro cantargli you took it all, but i’m still breathing. You took it all, but i’m still breaaathiiing. Al che, chiaramente, si sentì in dovere di ribattere improvvisandosi Pavarotti con un: «ALL’ALBA VIIINCERÒÒÒÒ. VIIIINCEEERÒÒÒ. VIIIIIIIIIIIIIINCEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERÒÒÒÒÒÒÒÒÒÒÒһ
    E stava davvero vincendo, lo sapete? Sentiva Bestia arrendersi sotto i suoi colpi micidiali, cedere alla violenza delle sue percosse: non c’erano cazzi che tenessero, contro un padre che voleva sfamare il proprio bambino.
    Solo un problema. «IL PAVIMENTO E' LAVA!» «MALEDETTA CAGNA!» gridò accusatorio verso il vulcano, saltando così rapidamente sul mobiletto del gas da infilare un piede all’interno della padella. «BRUCIA, BRUCIA, BRUCIA» beh, che dire.
    Stiles prendeva molto sul serio l’immedesimazione – quasi da Oscar: dopo La La Land, Li Mortaccinski Land. Si erse sul mobile con una gamba sola, come un fenicottero, il piede bruciato a ciondolare nell’aria cercando di giungere, disperato, al lavandino. «sei pronto?» NO, NICK. ASPETTA. «al volo!» «NICK FORSE NON è IL MOMENT-AAAAAAAAAAAAAAAAA» Ma era arrivata tardi, la voce di Stiles.
    Troppo tardi.
    E mentre osservava il macabro, ma sempre meraviglioso, spettacolo di un uomo che diventava incubo vivente (AVETE MAI VISTO UN BRADIPO BAGNATO?), immaginò che bella sarebbe stata la sua vita se a cinque anni avesse avuto un pony.
    Cosa? Non c’entrava niente?
    Triste quando una frase non finiva nel modo in cui barbabietola da zucchero.
    «è stato…LEGGENDARIO!» Si ritrovò ad applaudire con le lacrime agli occhi, sinceramente fiero del loro parkour alternativo, con ancora una gamba piegata in posizione di yoga (si, seguiva lezioni di yoga: problemi?). «mistico» aggiunse annuendo con enfasi, un sorriso sghembo sulle labbra sottili. «PERÒ GUARDA, ORA NON SI POSSONO PIÙ MANGIARE» indicò risoluto ed offeso il contenuto della padella, dove un composto che decisamente non era un pancake pronto a grondare sciroppo d’acero, ammiccò in risposta.
    Letteralmente.
    Cosa? Era immangiabile anche prima? Nick non lo sapeva.
    Ed ecco a voi la famiglia Stilinski, sempre pronta a trovare improbabili capri espiatori sui quali far ricadere le proprie goffe, e decisamente personali, colpe - piccola vendetta personale in un mondo in cui loro non solo erano capri espiatori altrui, ma direttamente arieti redentori. Chinò il capo osservandosi le braccia, dove grumi di farina (ed una sostanza non meglio identificata) gli incrostavano la pelle come bubboni di lebbra.
    Che secsi. Cercò di saltare sul mobile successivo senza rotolare rovinosamente al suolo, e per una volta il dio dei Budini decise di dargli il supporto del quale l’aveva privato nei precedenti diciannove anni. Si ritrovò così seduto sull’isolotto della cucina, il piede a mollo nel lavandino di fronte ed un’occhiata corrucciata verso suo cugino. «A proposito, sai che faccio da portanome per un nuovo locale di feste? Sarà una figata.»
    Wat. Fra tutte le cose random (ed erano tante) che Nick blaterava ogni giorno, ricevendo in risposta parole del tutto random come omelette da parte di Stiles, quella era decisamente la più… inaspettata. Quando mai suo cugino si prendeva la responsabilità per qualcosa? Se solo avesse potuto, avrebbe domandato a Stiles di respirare al suo posto. Corrugò le sopracciglia, la schiena ingobbita e le mani abbandonate sulle cosce. «fai cosa? Portanome? Locale? CHI. A CHI PORTI IL NOME. HAI GUARDATO LA FEDINA PENALE? Che feste. HAI AUTORIZZATO UN BORDELLO?» Non sapeva neanche lui se stesse sperando in una conferma o un secco diniego.
    You Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia


    Edited by #epicWin - 1/2/2017, 12:28
     
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1 replies since 18/1/2017, 18:23   152 views
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