a day of crazy and insane but relaxing shopping

Celeste & Amelia

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  1. ~ Miss Celeste Bronwin ~
         
     
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    Celeste Bronwin Dornette
    pomeriggio - ore:[04:30]
    London - Ghirigoro
    ❝Sono stata così a lungo nelle tenebre che ho quasi dimenticato quanto fosse bello il chiaro di luna.❞
    NEUTRAL ◆ 16 Y.O. ◆ HUFFLEPUFF ◆ HALF-BLOOD

    Quel pomeriggio la Tassorosso aveva bisogno di mantenere la calma poiché per puro sbaglio, ella si mise tra i capelli una pozione che colorava i capelli, ma doveva porvi un rimedio giusto? “Ma che razza di idea ho avuto per potermi lavarmi, anzi farmi le meches coi color arcobaleno?! Che razza di scema sono ed ora andrei in giro perlopiù al “Ghirigoro”, per comprar un maledetto libro di fiabe…Arghh, che stupida!”

    Così non sapendo che fare la Tassa aveva avuto la brillante idea geniale di metter un vestito sempre color oro della sua casata, (poiché era diventata da pochissimi giorni una delle cheerleader dei Tassorosso), – ed essendo anche una urlatrice prediletta quello ragazzi miei, era un compito affiliatole dalla prefetta Mills Hope e quindi non voleva scontentarla invero, c’era da dire che le era sempre piaciuto tifare per qualcuno – in televisione ad esempio se guardava lo sport babbano come il baseball mentre era col padre Frank, di sicuro statene certi che lei si sentiva quando gridava per una determinata squadra … infatti tutto il vicinato se ne lamentava.
    Poi si incamminò per l’enorme armadio per prendere dei pantaloni neri lucidi, come scarpe invece prese le converse con le linee laterali bianche e col colore attinente ai pantaloni color minimal, solo che quest’ultimi avevano dei glitters a forma di stella. Dunque andò verso il bagno e si lavò per benino i denti e prese lo zaino con dentro il necessario per uscire un borsellino coi soldi, e vari necessari utili se vi era proprio necessario come un spray al peperoncino e i capelli li lasciò lisci ma se lì pettinò con cura, nel caso fosse davvero stato bisogno. Dopo di che uscii dalla stanza del dormitorio femminile della casata Tassorosso. – Si sentiva piuttosto nervosa ed agitata anche perché era stata sua l’idea di andare al negozio conciata in una maniera stranamente assurda quanto, bizzarra. Non le pareva d’esser lei stessa, in effetti – erano rari i casi nella quale Celeste si insudiciava in quella maniera.
    Quindi non le rimaneva altro che mettersi qualche brillante grazie ad uno spray, compratole dalla madre ad Hogsmeade…, ed era una grandissima fortuna averlo messo anche perché sembrava una di quelle studentesse che se ne importava pochissimo della scuola o comunque Celeste Bronwin si vide assai diversa da come solitamente si vestiva per andare nel castello di Hogwarts o perlopiù nei vari – ma pochi luoghi alla quale era stata-.
    Affiché si sentisse così si fece coraggio ed si avviò nell’uscita del castello per chiedere dunque al preside Damian Icesprite un permesso per andare oltre il cancello e quindi non appena aveva risolto coll’autorizzazione, cercò di avviarsi verso l’Hogwarts Express, così da arrivare sana e salva nella città di Londra per raggiungere così – di corsa la stazione di King’s Cross facendo la strada opposta a quella che attraversava di solito durante i sei anni di frequentazione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
    Sebbene la sottoscritta non aveva un tomo in particolare ovvero quello dei tre fratelli alla quale il titolo di quest’ultimo era il testo de “Le fiabe di Beda il Bardo’’.
    Questa fiaba, rappresentava almeno per la fanciulla una parte importante nella sua vita poiché spesso ambedue i genitori gliela leggevano per farla addormentare e in effetti, a pensarci bene fu questo che la spinse a comperare quel preciso libro certo, considererete la cosa in un modo strano o addirittura assurdo se non fosse che vi era apposta la biblioteca della Scuola di Magia e Stregoneria.
    Tuttavia lei lo voleva tutto per sé e per nessun altro…, – la sua era una questione sia di principio che del tutto ovviamente -, personale del suo io, così come proliferava un certo filosofo Freud, come sapeva certe cose grazie ai libri che lesse in passato quando ancora era tra i babbani; mentre si trovava nello studio del psicologo (quando ebbe i problemi mentali, per via della morte di sua sorella Fiona) – lei era la solita a sbirciare i libri che aveva tra le mensole - quell’argomento certamente l’aveva incuriosita quanto appassionata difatti si domandò da quel giorno il perché non le fossero state insegnate certe cose ahimè, era alquanto giovane per capirne tale ragione. La Dornette non appena ripensò a tutti questi avvenimenti passati, non volendolo le scese una lacrima in viso e forse era più per la “mancanza” di sua sorella Fiona che per altre ragioni, si immaginò una tale conclusione perché stava ponderando proprio su quello e non v’erano perciò altre ragioni per la quale pianse. Passata mezz’ora erano precisamente le 04:30 finalmente si ritrovò davanti al negozio de “Il Ghirigoro” che come sempre era ampio e strapieno di tomi il colore della parete rosso fuoco ogni volta che la fanciulla entrava rimaneva sempre senza fiato, scacciò via le lacrime e diede un’occhiata in giro per cercare il tomo delle fiabe de “Il Beda il Bardo”. La studentessa se lo ricordava molto piccolo ma aveva presupposto o intuito che avessero cambiato l’illustrazione della sua copertina quando lo trovò infatti il colore della rilegatura era d’una sfumatura celeste proprio come il suo nome lo prese lo pagò coi galeoni che aveva nel borsello, poi iniziò a curiosare non troppo poiché voleva gustarselo.
    code by ;winchester


    Edited by ~ Miss Celeste Bronwin ~ - 2/6/2017, 02:01
     
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    «ma che, la tua donna l'ha smollato il marmocchio?» eaula basta con quella domanda. dai perché continuavano a fargliela tutti? anche spaco (per salvare quella faccia da culo che si ritrovava, essendo l'infame perfettamente a conoscenza delle condizioni da mongolfiera di jade) ci si era messi, osservandolo sguercio dall'altra parte del bancone. Per fortuna eugene aveva bevuto abbastanza - aka troppo - da vincere l'ansia compulsiva che l'aveva attanagliato negli ultimi giorno, ovvero da quando la data presunta del parto era arrivata e passata. Ok che il mondo era una merda e uran aveva tutto il diritto di voler rimandare più possibile l'inevitabile, ma al jackson cominciavano a venire certi tic nervosi che nemmeno quel santo ragazzo di stiles sarebbe riuscito a placare se solo il pavor non avesse scelto la solita cura. Quella che funzionava su tutto, come il nero. «ancowa no, porca di qwella miseria. gjgjkf sta per ewsploweue.» Spaco non necessitava di traduzioni, conosceva bene l'effetto delle sue brodaglie malefiche, e per questo si era limitato ad annuire. Poi aveva sputato sul bancone un grosso grumo schiumoso di saliva e si era rimesso a lucidare il bancone. «allora torna a casa a farle un massaggio, testa di cazzo» amore santo, che cucciolo di foca (!!!). «subito, coglione» barcollando lercio euge aveva preso la via dell'uscita, affacciandosi un'ultima volta all'interno del locale per soffiare un bacio al proprietario della bettola - ciao betta ciao vio ♡ -, il quale in seguito all'ennesima sputacchiata pensò bene anche di rivolgergli il dito medio. «tutta la notte.» «COCA E MIGNOTTE!»
    Sarebbe dovuto filare dritto a casa reb come promesso al suo padrino, e in effetti eugene era convinto di trovarsi a new hovel. come lele a roma voleva autoconvincersi di conoscere la strada per tornare a casa, ma chiaramente non aveva tenuto conto dell'effetto che l'acquaragia venduta - regalata, il conto aperto del serpeverde era ormai un proforma- da spaco aveva sul sistema nervoso centrale, di rincoglionimento puro. «twesoro sono a cwasua!» biascicò, candido come un giglio, spalancando le braccia nel varcare la soglia del Ghirigoro, un'ombra di delusione a solcare la fronte ed intorpidire le iridi grigio azzurre quando da quella che credeva fosse il suo salotto non sentì giungere la soave voce di jadebalenottera che lo mandava a cagare. In compenso c'era aidan, situazione nemmeno del tutto nuova: capitava che il ragazzino passasse a trovare jaden e si fermasse a fissare euge che lo fissava di rimando, tutti e due tenuti sotto stretta osservazione da tjade che evidentemente non sapeva bene con chi provarci per prima. Una scelta ardua, inutile negarlo. L'unico problema era che aidan stava sorridendo, e questo euge non sapeva se collegarlo alla sbronza o se i suoi stanchi occhi stessero realmente assistendo ad un fatto più unico che raro; e comunque non si spiegava perche aidan fosse a casa sua. «awwwu danny shei passayo con i tuoi amiki??» a trovarci, intendeva. Perché si, c'erano altri ragazzini con lui, che di sicuro euge aveva gia visto ma figurati se riusciva a collegare i volti a dei nomi: per adesso potevano essere charlie brown (cj), indemoniata (darden), sk8er boy (scott), cucciolo d'uomo (beh), scazzosino (charlie). La rimba in mezzo sballottata da una parte all'altra appariva agli occhi di eugene semplicemente come una palla gigante da ginnastica dolce.
    «eau che bravi! che stile! belli shiete!» applaudí sonoramente colpendosi le braccia invece dei palmi, passando poi a sfilarsi i jeans con un'unica, fluida spinta dell'indumento verso il basso, gesto che compiva in automatico ogni volta che rimetteva piede a casa reb, ancora prima di togliersi le scarpe. Odiava i pantaloni, eugene jackson.
    E non c'era cosa migliore da fare che rimanere in mutande quando si stava a casa propria.
    «posso partecipawe?» ormai in boxer con gli ananas (regalo sentitissimo di stiles), il pavor si avvicinò alla palla celeste puntando entrambi i palmi delle mani contro le scapole della ragazza super veloce - effettivamente girava come una meravigliosa trottola luminescente - mollandole giuuno dei famosi rusatoni di rob tale che probabilmente le aveva pure rotto qualcosa, mandandol a capicollare giù da quella che pareva una scaletta (euge manco se n'era accorto, figurarsi), sulle dita tutto uno sbrilluccicare di glitter e polvere di stelle. «gemes non c'è mai qwando ci si diverte» broncetto, tristezza, papà non mi ha dato la paghetta. volte il suo amiko gli mancava tantissimo, anche se non mancava di tormentarlo infilandosi tra i suoi sogni come un paio di piedi gelidi tra le lenzuola. Gemes lo amava così.
    E insomma alla fine è tutta strategia
    non voglio spoilerare
    rovinarvi il finale
    celeste giù dalle scale
    un piazza di spagna ROMA CAPITALE
    yo

    # no one is safe
    25 y.o. | pavor | castafratto
    01.07.17
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    eugene
    jackson


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    «il trucco,» CJ Knowles, strascicato accento di Londra e ferini occhi socchiusi, poggiò una spalla sul cancello di Hogwarts, sorridendo sghembo ai due compagni di casata. «è tenere gli occhi ben aperti.» puntò l’indice sotto l’occhio sinistro, indicando poi la macchia di glitter poco distante. Si chinò sulla pozza e vi immerse il polpastrello, portandolo poi al naso per una sana sniffata di salute. «unicorni e pantaloni minimal» asserì saggio, alzandosi nuovamente in piedi e superando di diverse spanne Nicky e Beh. Scosse le spalle sciogliendo i muscoli del collo, intercettando il flash di una saetta oro che si dirigeva verso la stazione dei treni. Cristo se odiava la super velocità – ma non quanto cucinare, astronomia era il peggio!!&& «seguite l’arcobaleno» disse loro, indicando con un capo le varie paillettes perse per strada da celestebrownindornette, proseguendo poi per il percorso che li avrebbe portati a Lei - lei, l’urlatrice dei Tassorosso, la drag queen dei povery, la filosofa di noialtri eccetera eccetera. Metteva in imbarazzo la sua casata, ed il Knowles non poteva permettere un tale affronto.
    Quando arrivarono al Ghirigoro, avevano raccolto così tanti glitter che CJ, pelato com’era, poteva passare per una palla stroboscopica da discoteca, mentre i due nanetti al suo fianco potevano tranquillamente spacciarsi per troll, o per i roll on super kool che regalavano un tempo insieme ai giornaletti per ragazzine – massì, quelli che avevano anche lo spolverino per facilitarne lo spargimento. «il beda il bardo»sussurrò cospiratore, trovando la pentola promessa in fondo all’arcobaleno: la super califragili sticazzi ralidoso Dornette, che mannaggia la miseria quando faceva il tifo per i Tassorosso, finiva sempre per accecarne la metà con le sue movenze da danzatrice del ventre super sonica. «ma il vestito beije???» cioè scusa, non si era cambiata in qualche cabina come i veri super eroi??? che orrore. Come poteva presentarsi al giorno della sua morte senza il vestito beije? Quasi pensò di risparmiarla, CJ Knowles.
    Quasi. C’era spazio per un solo gastronomo, e non era lei. «eh vbb, STRATEGIA!» non sapeva con esattezza quando fosse successo, ma il Ghirigoro si era riempito di facce conosciute – e, soprattutto, facce disposte a far quello che andava fatto – ed il Knowles rivolse a tutti loro un sentito movimento del capo, tipico, nei momenti di difficoltà, per giurarsi solennemente di esserci dentro fino al colon.
    Via alle danze.
    Mentre i suoi kumpa tenevano occupata la scheggia Dornette, attenti che non sparisse in un battito di ciglia, il Knowles scorse gli scaffali alla ricerca dei titoli adatti per la costruzione della scala più bella del mondo:
    - Roma: posti da visitare.
    - Il bardo il beda
    - Es
    - Io
    - Super io
    - Me myself and freud
    - Glitter fantastici e dove trovarli
    - Velocità della luce e problemi con l’enel
    - Astronomia: la dimenticata arte delle olive ripiene
    - Come mettersi addosso abiti random così da passare per ciechi, guida by celestebrownindornette
    - Urlatori del secoli e come evitarli
    - Pantaloni minimal e vestiti beije
    - Yehaaw
    - How to: fare una festa a cui non verrà nessuno
    - Il beda
    - Il bardo
    - DARDEN la benda
    - BEH, NICKY e AIDAN
    - la fanno girare inn tondo
    - CJ e CHARLIE:
    - creano le scale con i libri
    - SCOTT: trova uno skateboard
    - e poi la buttiamo (CIAO EUGE)
    «ed ora…FAST AND FURIOUS CELESTEBROWNINDORNETTE EDITION!»
    Celeste, nessuno se ne accorge – rip.
    # no one is safe
    16 y.o. | hufflepuff
    01.06.2017
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    “Sei persone totalmente diverse e che a mala pena si conoscono che da ragazzini condividono il segreto di un omicidio” per citare il Grande Saggio, Mushu. Quel giorno Darden non sapeva ancora che quel gruppo mal amalgamato di ragazzini si sarebbe trasformato nelle Pretty Little Liars, anche se ben presto, quando avrebbe incominciato a vestirsi come una Aria, se ne sarebbe resa conto. Anche perché era già lesbica quindi insomma.
    Lei non voleva dire, ma non aveva mai visto creatura più oscena: persino il Grinch era più attraente in confronto. Non riusciva bene a capire cosa fosse andato storto nella Dornette, se i capelli arcobaleno o quei pantaloni di pelle – e neanche se ne intendeva di moda, figuriamoci cosa avrebbe detto un Tan o un Jonathan. Sì, come una gay qualunque anche lei guardava Queer Eye, un segreto gelosamente custodito e che nessuno avrebbe scoperto: aveva una reputazione da mantenere. Basta non ce la faceva a guardarla, i glitter misti alla velocità sovrumana con cui si muoveva stavano incominciando a farle girare la testa.
    Vorrei dirvi che, una volta tanto, Darden non si trovasse a Diagon Alley per comprare delle armi, ma sarebbe una menzogna. In mancanza di amici si era rivolta alle armi come un ragazzino psicopatico qualunque, la differenza tra loro era che lei probabilmente non sarebbe andata a sparare nelle scuole. Forse, dipendeva quando la facevano incazzare.
    Mentre era dentro il negozio, una figura scintillante e al contempo ripugnante aveva attirato la sua attenzione come un faro nella tempesta, con la differenza che era la repulsione ad attrarla. Era come studiare un esperimento scientifico, un caso umano. «mi scusi, ha visto anche lei passare la famosa celestebrowningdornette?» «pensavo fosse usain bolt» il commesso pareva confuso, doveva essere perché non aveva mai avuto l’onore di incontrare la sbrilluccicosa velocista, il che era un vero peccato. «un giorno anche te conoscerai la verità» quale? Quella dal Vangelo secondo Celestebrowningdornette.
    Uscì dal negozio appena in tempo per cogliere la ragazza entrare nel Ghirigoro, e per un qualche bizzarro motivo la Larson la seguì: evidentemente sentiva l’odore di omicidio. Dentro il negozio trovò altre persone (a caso) e bastò un solo sguardo per riconoscere nei loro occhi il suo stesso desiderio, l’omicidio. E le scale di Piazza di Spagna. «vuoi fare un gioco con noi?» si rivolse alla velocista, un sorriso poco confortante a provare le labbra e una scintilla omicida nello sguardo - era una domanda retorica in realtà, visto come l’avevano accerchiata.
    Prima che potesse Celeste rispondere, la Larson tirò fuori un pezzo di tessuto che usava per i suoi giochi bondage (non è vero) (cosa????), mentre in sottofondo la musica di Barbie e il lago dei cigni iniziava a suonare. In una leggiadra danza tutti i partecipanti del gioco iniziarono a prendere le loro posizioni: chi la faceva girare in cerchio, chi frugava tra le tasche per trovare qualche spicciolo.
    Alla fine era solo una cosa che contava: l’atto finale.
    Proprio quando la musica arrivò al culmine, tutti i partecipanti del rito sacrificale poggiarono le mani sulle scapole della ragazza supersonica e con una spinta possente la buttarono giù nel baratro della morte. Vi era solo una scena nella loro mente: Celeste sul ciglio delle scale e Piazza di Spagna sotto di lei.
    # no one is safe
    19 y.o. | rebel
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    Che cosa stiamo andando a fare, esattamente? Charlie aveva chiesto, borbottando come al solito le parole – non riusciva quasi mai ad avere un tono di voce abbastanza alto da riuscire a farsi sentire da più di un paio di persone relativamente abbastanza vicine #wat. Ma era estate, stava andando al Ghirigoro – un negozio che non amava particolarmente. Ce lo vedete lui, a leggere un sacco di libri? Nah. A malapena leggeva quelli della scuola, ogni tanto. E poi perché sono qui? Effettivamente quella era una domanda rivolta più a se stesso che agli altri membri della compagnia dell'anello. Eh già, il piccolo serpeverde si era lasciato coinvolgere in una bella scampagnata a Diagon Alley, a random. Perché quel giorno non aveva assolutamente niente da fare. In verità avrebbe dovuto studiare, ma beh..chi se ne frega. Da un giorno all'altro avrebbe volentieri bruciato i libri di scuola nel camino della sala comune come protesta. #Stop allo studio. #Non ne posso più. #Fate un buon uso della carta: usatela per aspirare la coca. Con le mani in tasca, il visetto imbronciato e la camminata a strascicone, si era deciso a chiudere la bocca e camminare – guardando con sospetto tutti gli altri. E se fosse stato uno scherzo? Oh beh, per quelli aveva un debole. Ne aveva fatti talmente tanti fino ad ora, che sua sorella continuava a ripetergli di smettere. Ma come poteva? Era un talento nato. Forse il suo unico talento, in verità. Aveva fatto entrare prima tutti gli altri dal ghirigoro, chiudendosi la porta alle spalle prima di notare una tizia con un colore di capelli alquanto bizzarro – ma chi era lui per giudicare? Nessuno. Aveva lanciato un'occhiata a CJ, che aveva a poca distanza, prima di avvicinarsi ad Eugene. Qualcuno mi spiega perché quel nanerottolo è in mutande..? Aveva chiesto a bassa voce, seriamente, vicino l'orecchio di Scott – che a parer suo sembrava, quel giorno, il meno fumato di tutti. Sì, okay, Charlie lo aveva fatto prima di arrivare lì. Perciò, ecco, non era la lucentezza fatta persona. Tuttavia non aveva detto altro, al cenno della testa di CJ “al mio via scatenate l'inferno” - si era messo in moto immediatamente, sfoderando la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans. Com'era la formula? Un'espressione corrugata, rivolta in alto – ed una smorfia, prima di ricordarsi l'incanto e mettere velocemente alcuni libri scelti (appositamente? Probabile) per formare una scaletta. Salacadula chittesencula, bibidi bobidi bu. Fatte na canna si nun c’ha fai piu, bibidi bobidi bu. Con salacadula puoooi fumarti ciò che vuoooi, ma se non fa bobidi bibidi bobidi vai a fanculo con chi vuoi tuuuuuuu Agitando teatralmente la bacchetta, con il rischio d'infilarla nel naso di qualcuno.
    # NO ONE IS SAFE.
    01.06.2017 | 15 y/o | slytherin
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    Edited by u m e - 23/12/2018, 01:15
     
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    Non era mai stato un ragazzo coraggioso, Behan Tryhard, e bisognava ammettere che fossero molte di più le cose che lo terrorizzavano di quelle che gli mettevano tranquillità: uscire di casa, andare a lezione, parlare con chi non conosceva, parlare con chi conosceva ma non /bene/, salire in treno, salire in macchina, salire su una scopa...insomma, un sacco di cose. Quel pomeriggio era successa una cosa alquanto strana: una delle cose che più lo terrorizzava al mondo si era inspiegabilmente unita ad una che invece amava. Il come? Non ne aveva la minima idea. Ma rimaneva il fatto di essersi fatto trascinare da CJ fin davanti all'ingresso della libreria: non capiva davvero per quale motivo al mondo il ragazzo avesse coinvolto proprio lui e Nicky, visto che lui era un CJ e loro dei Beh e Nicky. Serviva altro, per far capire quanto quella situazione fosse inusuale? Insomma, il Knowles avrebbe tranquillamente potuto dire al Tryhard di buttar tutti i suoi libri da una finestra o buttarsi lui stesso da lì e quest'ultimo l'avrebbe fatto senza pensarci due volte: gli faceva troppa paura anche solo per pensare di opporsi a lui. Ma, stranamente, quel giorno stavano facendo qualcosa che a Behan piaceva davvero fare, l'investigatore!! Infatti, CJ li stava istruendo sul seguir le tracce e, in quel caso specifico, tracce di glitter: Beh si sentiva un po' un mix tra Don Matteo senza un morto - o almeno, non ancora - e il professor Layton. Quella giornata sarebbe finita per diventare la più entusiasmante ed allo stesso tempo inquietante della sua vita.
    «Nicky ma...è un unicorno?» Non...capiva. Poi però la vide meglio, riconoscendola sotto tutti quegli strati di glitter, brillantini e spray colorato per capelli. Del resto, erano rari i casi nella quale Celeste si insudiciava in quella maniera - cit «celestebronwindornette» tutto d'un fiato, altrimenti perdeva metà del suo valore #cos
    Evidentemente la sua scia glitterata aveva destato più notizia di quanto credevano, e il trio di tassi ( +1 Scott selvatico - non ancora tasso - unitosi lungo il tragitto) non era stato l'unico a mettersi sulle sue tracce. Erano tutti lì, un gruppo improbabile attirato dalla forza della ragazza: chissà, magari essendo super veloce si era creata un campo gravitazionale tutto suo intorno. Che potevano fare?
    Strategia? Strategia
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    BEH, NICKY e AIDAN la fanno girare inn tondo
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    e poi la buttiamo (CIAO EUGE)
    Forse era qualche gas tossico emesso dallo spray nei capelli della ragazza, forse era il senso di appartenenza a un gruppo di persone così grande: quando mai aveva avuto così tanto /amici/? MAI! E così prese per mano la sua migliore amica e il padre della sua migliore amica aidan, iniziando a far fare un girotondo alla ragazzaunicornosuperveloce, bendata proprio per l'occasione esattamente dieci secondi prima. E celestebronwindornette cadde, e probabilmente morì sul colpo perché ad un attacco del genere nemmeno il peggiore dei nemici da quest sarebbe potuto sopravvivere, oppure con la sua supervelocità sarebbe riuscita a guarire super in fretta e non morire. A Beh in quel momento tanto importava solo una cosa: «è stato bello conoscervi, amici» Avevano ammazzato una persona insieme!!! Era un gesto che legava per la vita!!!!!!! Mica lo sapeva, Beh, che lì in mezzo praticamente tutti avevano ammazzato qualcuno: era una povera anima vergine in tutto lui, si illudeva con poco.
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    «glitter. glitter. DA QUESTA PARTE!»
    Scott Noah Chipmunks, comodamente seduto su di una casuale ed anonima panchina londinese, avrebbe avuto molte domande da fare – davvero… davvero tante. Si limitò a sorseggiare rumorosamente il fondo del bicchiere di fanta con la cannuccia, gli occhi socchiusi in una fessura e le sopracciglia corrugate mentre osservava il peculiare trio. Molte barzellette sarebbero potute iniziare con “CJ, Beh e Nicky seguono i glitter sciolti nell’aria”, e finire nella frase seguente in una non molto ilare ripresa (“la polizia li ferma: erano fatti come cocchi”), ma non sarebbe stato di certo il sedicenne a smorzare il loro entusiasmo e la loro lampante curiosità investigativa – gli era sembrato persino di vedere il Knowles impugnare una lente di ingrandimento.
    Magari avrebbe potuto ignorarli, o magari pedinarli da lontano ed assicurandosi che non cadessero in uno dei tanti tombini aperti per la manutenzione fognaria – o ancora, restare lì seduto ed osservare il cielo farsi più oscuro verso il calare del sole, domandandosi cosa avesse potuto portare due ragazzi come il Tryhard e la Winston a seguire CJ, e viceversa. I glitter dovevano aver dato loro alla testa: succedeva qualcosa, nella Sala Comune dei Tassorosso.
    Qualcosa di rapidamente oscuro.
    Ciò che infine decise di fare, fu alzarsi ed unirsi al gruppo di disperati - skate sotto l’ascella come la baguette di un francese nei pressi della Tour Eiffel ed aranciata ancora tra le dita. Avrebbe seguito CJ ovunque, dopo tutto quello che aveva fatto per lui, a prescindere dal motivo per il quale doveva farlo o dal luogo nel quale fosse diretto.
    E poi, voleva capire di che glitter parlasse.
    Gli piacevano i glitter.

    Entrato nel Ghirigoro, aveva inconsapevolmente sniffato così tanti glitter sciolti nell’aria inquinata di Londra da essere strafatto di arcobaleni ed unicorni – nemmeno si era accorto che passo dopo passo l’andatura era aumentata esponenzialmente, arrivando ad una velocità di picco con limite tendente all’infinito ed accelerazione progressiva; aveva più volte esposto la teoria fisica ai tre, ma non era certo di essere stato inculato di pezza: beh, che non dicessero che non erano stati avvertiti casomai si fossero ritrovati a spaccare la realtà spaziotemporale creando un wormhole. Eh, i glitter gli avevano anche donato dei poteri astronomici così potenti, da poter partecipare a 4 Ristoranti con Alessandro Borghese.
    Annuì convinto alle parole di CJ, coprendosi appena gli occhi per poterci vedere meglio all’interno del Ghirigoro. Era troppo luminoso - «si è già trasformata in super sayan.» constatò serio e greve, trattenendo un singhiozzo terrorizzato.
    Aveva visto cose terribili nella propria vita – a casa dei Larson, nel bosco di Brecon. Aveva visto gente morire, aveva rischiato di morire anche lui. Buon Dio, delle persone erano scoppiate davanti ai suoi occhi innocenti solo per aver battuto troppo prepotentemente le mani.
    Pensava di aver visto tutto.
    Non aveva ancora mai visto Celeste Brownin Dornette. «è… è lei?» chiese conferma, mordendosi le labbra. Vide raggrupparsi un bel gruppo di persone, nonché assolutamente random: sembravano i digiprescelti. «possiamo farcela» e potevano davvero.
    Avevano soltanto bisogno di una «STRATEGIA»
    DARDEN la benda.
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    CJ e CHARLIE: creano le scale con i libri.
    SCOTT: trova uno skateboard.
    «scott, trova uno skateboard» ripeté sottovoce, febbrile ed in evidente crisi da overdose di glitter. «ah ma io ho uno skateboard» aveva uno skateboard.
    Saltellò felice come Heidi tra le caprette che fanno ciao ed i monti che le sorridono, avvicinandosi ad una confusa e stordita Celeste Brownin Dornette Super Sayan di V livello (credeva? non ne aveva mai visti con i capelli arcobaleno. era troppo pericolosa.) «lo lascio qui?» domandò, a qualcuno. Ma nessuno rispose. «LO LASCIO – vabbè sì lo lascio qui»
    e poi la buttiamo (CIAO EUGE).

    «è viva? oh… no. rip?»
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    01.06.2017
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    Nicky Winston voleva morire.
    «voglio morire» appunto.
    La frase era stata pronunciata in un cinguettio basso e a mala pena udibile a orecchio umano, ma visto che sappiamo tutti che Beh era in parte pipistrello come Batman (come? non era così? Beh - intercalare -, nelle ff che Nicky aveva scritto a 11 anni con protagonisti i suoi migliori amici lo era) lui la udì. Il ragazzo pelato che li stava trascinando in giro per il mondo come Basil l'investigatopo, si spera, no.
    Non voleva mettergli strane idee in testa. E se avesse deciso di uccidere lei??? Sì che voleva morire come ogni gen z, millennials, o adolescente che si rispetti, ma non così. Ancora non era certa che l'inseguimento fosse un trucco e non li avrebbe portati in un vicolo per sgozzarli o, peggio, venderli a dei trafficanti di organi («Non voglio essere sfruttata e messa a costruire organi per tutta la mia vita!!!» «cosa-» «non hai visto la bella e la bestia un magico natale?? GLI ORGANI SONO CATTIVI!!!!!»). Tutto quello che poteva fare Nicky era fidar- no. Non fidarsi: non si fidava di CJ Knowles o dei suoi bellissimi occhietti da serial killer incompreso e rubacuori (aveva headcanon su di lui, fatele causa), almeno quanto non si fidava dei suoi amici psycho che evitava accuratamente ogni volta che li beccava nel castello... ma ecco, diciamo che in effetti tutto quello che poteva fare era seguirlo e stare muta, perchè non aveva molto scelta se non voleva essere costretta a fare la fine del flauto stupido della bella e la bestia e farsi soggiogare da uno strumento musicale. Neanche sapeva come ci fosse finita, in quella situazione!!! (letteralmente. non lo sapeva, come non lo sa arianna) Sapeva solo che l'arcobaleno era una traccia da seguire molto pi divertente delle orma di cinghiale che le avevano fatto vedere al campo estivo.
    Ora erano in libreria, e la vittima del primo omicidio della Winston era lì davanti - sebbene ancora Nicky non avesse metabolizzato il fatto -, strana come solo celestebronwindornette sapeva sempre essere; occhi grandi come lampadine, capelli fosforescenti, e una magica scia di glitter stellare come i baci di valeria marini a seguirla ovunque si spostasse; polvere di fata? Droga? A giudicare da come si comportava di solito, Nicky era propensa a credere fosse la seconda. Non aveva dubbi Celeste Brownie Dormette fosse strafatta come un cocco 24h su 24, l'unico dubbio derivava da dove trovasse roba così buona.
    Voltò la testa, ed ecco a far shopping culturale anche il fratello di Rose, il prefetto grifondoro Aidan Gallagher, e un'ex grifondoro che, anche, conosceva più di fama che di fatto; amica di Niamh, ma non è che questo fosse abbastanza per creare una solida base d'amicizia.
    Non come un omicidio, ecco.
    Timida agitò la mano libera, dubbiosa ma sempre cortese.
    «eh vbb, STRATEGIA!»
    DARDEN la benda
    BEH, NICKY e AIDAN la fanno girare inn tondo
    CJ e CHARLIE: creano le scale con i libri
    SCOTT: trova uno skateboard
    e poi la buttiamo (CIAO EUGE)
    ECCO ORA SAPEVA COSA DOVEVA FARE FINALMENTE!!!! CJ GLIELO AVEVA DETTO!!!
    «stacchetto!»
    Quello che capitò dopo è leggenda, storia per i posteri - secondo voci di corridoio, intere ale dedicata a questo evento sono presenti in più musei del 2118.
    Ma andiamo con ordine.
    «BEH, NICKY (es, io, super io - CIAO FREUD) e AIDAN la fanno girare inn tondo» ripetè fiera le parole del tassorosso di poco prima (??), la n calcata, e iniziò a ballare con passione, l'energia di un'astronoma anche se non le piaceva cucinare. Stavano condividendo un belliximo momento pare figlia anche se ancora non lo sapevano, ma un giorno Nicky avrebbe guardato a quel giorno con gioia.
    «twesoro sono a cwasua!»
    Nicky sobbalzò squittendo LO SAPEVA CHE ERA COME SHINING!!! ORA QUELL'UOMO LI AVREBBE UCCISI E- omg perchè si stava svestendo PERCHE' SI STAVA SVESTENDO ??????????????? si attaccò di più a Beh, ma non smise di intrattenere la Dornette «Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una baaaamboooola»
    e sapete come continua il testo, vero?
    Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola.
    (headcanon: patty pravo è la mamma veggente di celeste. si assomigliano dai)
    Prima che i piedini da fata di Celeste si staccassero dal suolo, Nicky giurò di aver senitto una voce flebile uscire dalla sue labbra, una richiesta di aiuto o forse, più che altro, una saggia constatazione: «i came out to have a good time and i'm honestly feeling so attacked right now»
    Severo ma giusto, Celeste, severo ma giusto.
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    il primo omicidio non si scorda mai
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    Ma sì, infondo ad Aidan Gallagher la scienza era sempre piaciuta.
    Quella roba scoppiettante dentro alle flûte (che però non erano vere flûte? Le flûte da laboratorio, quelle per i poveri, insomma) lo intrippavano così tanto. Per non parlare dei vari liquidini strani che poi cambiavano colore per magia! Dai, fikissimo. Tutte quelle minchiatine inutili e strani simboli – CO2, ma che significava? Boh, lui la matematica (era matematica?) non la studiava dai tempi delle elementari, ne sapeva tanto quanto il resto dell’Oblivion. Per non parlare dei progetti clandestini della CIA in cui sperimentavano sugli umani al fine di brevettare una tecnica per il controllo della mente! Davvero così tanto divertimento, ce n’era per ogni età.
    O almeno questo continuava a ripetersi a mantra, mentre nella sua testa immagini confuse si fondevano per andare a creare un enorme, stratosferico punto interrogativo – lo stesso che aveva disegnato sulla tavola rigorosamente in sughero, quella attaccata all’angolo complottista del muro della sua stanza; a ricoprire il resto della superficie vi erano foto e fogli strappati, pezzi di libri e ciò che ricordava vagamente una ciocca di capelli, il tutto unito da immancabili fili rossi e blu.
    Oh, non è che al Gallagher non piacesse Celeste Bronwin Dornette, anzi. Era stranamente affascinato dalla ragazza. Un po’ come quando osservi un boa stringersi attorno alla sua preda o, che so, osservi un cucciolo di labrador pisciare sulla vetrina di un negozio mentre il padrone perde un polmone a forza di sgridarlo inutilmente. Però cazzo se faticava a capirla. E cazzo se la cosa lo mandava fuori di testa.
    Negli anni l’aveva studiata attentamente: si era appuntato ogni sua parola, aveva fissato nei suoi occhietti vitrei a palla in cerca di un segno di vita o un richiamo d’aiuto, aveva persino (persino!) provato il suo cibo mentre la ragazza era distratta per capire se correggesse gli alimenti, ma niente. Nessun indizio sul perché parlasse in indovinelli come le sfingi. Ma si era deciso a non arrendersi, Aidan Gallagher: no, ormai era una questione di principio.
    E quindi «eugeeeeene» e fece schioccare le labbra una, due volte. «brrrrooooo- eugeeeene!» sorrisone a trentadue denti, mentre con l’indice faceva segno al resto del gruppo di avvicinarsi. «awwwu danny shei passayo con i tuoi amiki??» «hahaha» ?????? «comunque. Non mi hai mai visto, okay?» perché no, non era sicuro che Jade approvasse di certi passatempi alternativi.
    Talmente era la voglia di (uccidere) sperimentare nuove kose che neanche si soffermò a considerare lo stato del Jackson: semplicemente continuò a sorridergli come i veri modelli da spot pubblicitari per la Vigorsol, il palmo della mancina stretto saldamente attorno al polso di Behan Tryhard, quello destro occupato da Nicky (D.D. Whatever) Winston. Dopotutto, loro avevano una missione da portare a termine: per il bene della (sua salute mentale) scienza, quindi lasciò alle sue spalle un Eugene Jackson biascicante per seguire la scia di glitter lasciato dalla Tassorosso come un vero Pollicino new age. Trovata finalmente la preda, provò ad esclamare un «che bellissimi pantaloni color minimal!» per testare la teoria del Celeste Si Autodistrugge Se Usi Le Sue Frasi Contro Di Lei – fallimentare, purtroppo, quindi ricorse al piano B. Intonando la suite del Lago dei Cigni di Tchaikovsky, piroettò su se stesso fino a schiantarsi indelicatamente contro la fortunella; infine, STRATEGIA!, con l’aiuto dei due losers, concesse un ultimo «tuuuuurururururuuuu ru ruuuuu ru ruuuuu» spettacolo meraviglioso coreografato alla dolce celestbrownindornrttr, prima di lasciarla alla sua «DUN DUN DUN DUUUUUUUUUUUUUN DU DU DU DU DUUUUUUUUUUUU [gasps] DU DUUUUUN DU DUUUUN» morte precoce.
    # no one is safe
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    be gay! do crimes!
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    Aidan
    gallagher


    ciao mi ero dimenticata
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    Edited by homini lupus - 23/12/2018, 12:05
     
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8 replies since 1/6/2017, 23:11   410 views
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