i put the “fun” in funeral

CIAO VENITE TUTTIH

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    freak show
    19.04.1918
    2043: ronan
    sunday
    de thirteenth
    I was begging for attention In my sick 'n' twisted way
    «no, non sto scherzando» il sorriso scivolò sardonico sulle labbra mentre, con le braccia dietro la nuca ed i piedi a muoversi in automatico versa nessuna destinazione in particolare, le iridi zaffiro di Sunday De Thirteenth andavano a ricercare nell’uggioso cielo londinese un vago sprazzo di luce al quale affidarsi. Com’era prevedibile, le nubi della capitale inglese riluttavano, al loro solito, a far trapelare anche un solo raggio di sole - ma Sandy continuava a cercarlo. Doveva crederci, in quel fatidico spiraglio; doveva credere che quell’omicidio potesse effettivamente aver avuto un senso, uno scopo: voleva tornare a casa. Si rendeva conto di quante fosse stupido persino da parte sua credere che una tale azione, un tale radicale cambiamento nella vita di Akelei, avrebbe potuto finalmente farlo ricongiungere con la sua famiglia, eppure non aveva altro al quale aggrapparsi. Perché altro, per tornare alla propria realtà, non avrebbe saputo farlo. Continuò a camminare, consapevole che sarebbe dovuto tornare da Olivander: al grifondoro non interessava davvero del rifugio sicuro, ma delle persone che erano ancora lì - suo malgrado -, sì. Aveva (costretto) convinto CJ ad ospitarlo per la notte in cambio di informazioni sul loro universo, e nonostante l’Hamilton non fosse esattamente il tipo da ispirare fiducia al prossimo a Sandy piaceva - debole, il De Thirteenth, alle vaghe rassomiglianze con il Knowles: era come avere un po’ di casa con sé; non davvero, ma poteva fingere gli andasse bene comunque. Così facendo, però, aveva perso di vista Amalie ed Ellis, le uniche persone rimaste in quel posto di cui gli importasse qualcosa: erano ancora lì? Stavano bene? Erano riuscite a trovare un modo?
    Si disse che l’avrebbe scoperto di lì a breve, e nello stesso momento si sentì dire – una voce flebile a sussurrargli all’orecchio, un anelito di fiato a comprimere i polmoni nel petto – che non voleva saperlo. Perché non scoprirlo, avrebbe significato che era andato via da quella merda; perché scoprire che non c’erano più, lo avrebbe sotterrato ancora più a fondo.
    «cristo santo, non voglio immaginarmelo» piegò la testa sulla spalla sinistra, volgendo la propria completa attenzione al biondo con il palo al culo al suo fianco, decifrando nell’espressione contrita sul volto del fake migliore amico un misto di disapprovazione e rassegnazione – almeno, una cosa in comune quelle due realtà dovevano averla: non si aspettava fosse BJ; o meglio, l’essere così BJ del Reynolds. «non sei costretto a farlo, immaginarselo non renderebbe abbastanza» deglutì, ripensando alla festa improvvisata dell’otto dicembre nel locale del fabbricante di bacchette: si teneva la scena del serpeverde e di suo fratello che emulavano la scena di Titanic da così tanto, che dirla a CJ pensava avrebbe suscitato una reazione diversa – nell’amico, ma anche in sé stesso. Moriva dalla voglia di raccontargli di quanto fosse stata epica quella scena, ma… non era così che doveva essere.
    Non era il CJ giusto - e magari quegli stronzetti dei Freaks non lo avevano aspettato una decina di giorni per rivangare l’episodio che vedeva protagonisti Rose Bernadette Bukater e Jack Barrow Dawson. Sarebbe stato molto rude da parte loro, ma li avrebbe perdonati.
    No, non è vero: li odiava già.
    «però l’ho ovviamente ripreso – dai, non potevo perdermi l’occasione» aggiunse, la lingua ad umettare le labbra mentre già, frugando nelle tasche alla ricerca del cellulare che aveva procurato il Knowles a tutti i Freaks una settimana addietro, pregustava il momento in cui avrebbe rivisto i momenti salienti di quella festa.
    Buon Dio, che festa del cazzo. L’aveva amata.
    Fece per sbloccare lo smartphone, ma poi accadde - o per meglio dire, cadde.
    «FIGLIO DI-» non capiva, Sandy. Insomma, comprendeva il fatto che l’amico non volesse vedere il proprio fratello ridotto in condizioni così pietose, ma addirittura fargli un fottuto sgambetto per farlo capitombolare a terra gli sembrava un po’ troppo. Ok, aveva capito - non voleva immaginarselo, ma vaffanculo! Non lo sapeva, forse, che la gente ci fottutamente moriva con gli sgambetti? quest 05: war flashbacks Vatti a fidare degli psicopatici, oh.
    Però - però.
    Non avvertì la gamba dell’altro contro il proprio stinco, quanto un terreno un po’ più molliccio sotto la suola delle scarpe; non batté contro l’asfalto della strada, anzi non batté affatto.
    Non per qualche secondo, almeno: il De Thirteenth precipitò per qualche metro ad occhi istintivamente chiusi, due o tre metri, e quando finalmente impattò contro il terreno… «- QUELLA GRANDISSIMA TROIA» non Run, ciao Run, ti vu bi: si riferiva a qualche madre adottiva stronza di CJ Hamilton - sia mai. Va bene offendere le mamme, ma alla Crane voleva davvero bene: se era una ragazza dai facili costumi, non era un problema di Sunday né un motivo d’offesa.
    Detto ciò.
    «ma che…» tastò il pavimento, le palpebre a dischiudersi lente per poi serrarsi nuovamente. «cazzo» Non aveva mai visto così tanto sole a Londra: non era nemmeno certo che Londra avesse un sole, in realtà (cosa).
    «merda» mèrda s. f. [lat. mĕrda]. – 1. volg. Sterco, escremento umano o animale. 2. In senso fig., in espressioni proprie di un certo tipo di linguaggio volg., pop. o fam.: a. Persona o cosa spregevole, di nessun conto o valore; b. Complesso di circostanze critiche, senza via d’uscita, o comunque tali da generare notevoli fastidî e disagi.
    Per Sunday, in quel preciso istante, l’esclamazione rientrava in tutt’e tre le definizioni della Treccani.
    Merda quello stronzo di un CJ che lo aveva fatto cadere in una fossa.
    Merda perché era finito in una fossa, e si sentiva davvero soffocare – troppo in basso, troppo chiuso, troppo stretto.
    Merda perché… beh. «ma porca putTANA ZOCCOLA» prese il telefono tra indice e pollice, visibilmente disgustato.
    «ma questa è merda» quella era merda.
    «per quale cazzo di motivo mi hai buttato IN UN CAZZO DI BUCO CON MERDA DI JERSEY» la Jersey in questione, altro non era che una razza bovina. A nove anni, un più piccolo Sunday De Thirteenth si era rotto le palle della filastrocca di Old MacDonald had a farm ed aveva deciso che il vecchio Ronald (aveva scoperto tristemente più tardi, nella vita, che quello della canzone non era lo stesso McDonald dei fast food) non poteva essere l’unico ad avere una fattoria. Così, aveva chiesto ai genitori di comprargliene una.
    Loro, ovviamente, l’avevano fatto.
    A dieci anni aveva visto morire più galli e maiali di fame e pestilenze varie di quanti un bambino (… o una persona normale, a dire il vero) dovesse vedere in tutto l’arco della propria vita, ma per le mucche aveva un fetish.
    Sapeva riconoscere il letame di Jersey: l’odore aveva quel particolare retrogusto di lamponi che, era abbastanza sicuro, non dovesse avere. Tant’è.
    «FINTO CIGEI GIURO CHE TI UCC-» qualcuno si schiarì la voce, e solo a quel punto si costrinse ad alzare lo sguardo verso il cielo terso del primo pomeriggio. «ma che…» non continuò, la fronte aggrottata ed il naso arricciato nel vano tentativo di respirare meno cacca possibile, soltanto perché Gemes Hamilton, il fottuto padre di CJ, vestito da fottuto prete, scosse la testa.
    «charlie jebediah, figliolo, potresti… avvicinarti?»
    Cosa cazzo stava succedendo.
    Cosa cazzo stava succedendo.
    Era caduto troppo violentemente, aveva sbattuto la testa ed era morto – era l’unica spiegazione plausibile: spiegava anche perché fosse in una fossa in un cimitero, no?
    No.


    ciao accasatemi
    sì, è un funerale DIVERTITEVI (???)
     
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    «Ti dirò» Arci inclinò leggermente la testa di lato, le braccia conserte mentre osservava quel coso. «E' quasi carino» Molte domande si affollavano - o avrebbero dovuto affollarsi - nella testa del giovane, il che era la norma considerando che era finito mesi fa nel fottuto far west snza saere come o perchè, senza sapere come tornare a casa, ma al momento il quesito che più lo soffocava era ben un altro: «Secondo te come fa a masticare?»
    In tutta risposta l'oggetto della discussione, il bambino (o presunto tale), alzò di scatto lo sguardo puntando i suoi piccoli occhi porcini su Arci; al ragazzo venne la tentazione di fare un passo indietro leggermente spaventato, ma resistette. Per Satana, era sopravvissuto a ben peggio che non ad un gagnetto sdentato e pelle ossa che lo guardava male. «'I 'entoh» brontolò il piccolo in tutta risposta, la bocca piena. No davvero «Come fai a masticare?» Non aveva i fucking denti, quella bestiolina del demonio, e Arci voleva saperne di più. Avrebbero dovuto dargli la minestrina? Fargli le flebo? Sebbene Arci evitasse di dirlo ad alta voce, era leggermente preoccupato che potesse essere sintomo di qualche malattia più grave. «Sopprimi la mancanza con qualche dito del piede in più, o un terzo capezzolo come Aidan, o- ehi» aggrottò le sopracciglia «Per caso hai le branchie?» Perchè non avrebbe dovuto avere le branchie? Il corpo umano era strano (sempre che fosse umano, ovvio).
    In tutta risposta il ricciolino al tavolo di casa Simmons riprese a mangiare sotto gli occhi attenti e concentrati dei due fratelli (era sicuro che anche Gwen fosse incuriosita sullo strano caso del bambino senza denti che mangiava come un americano ciccione a KFC tanto quanto lui) e, rudissimo, senza manco guardarli alzò il dito medio (chissà se lo aveva imparato dai suoi nuovi genitori Simmons o nella vita da strada che, a quanto avevano capito, era stato costretto prima che lo trovassero; Arci sperava avesse ripreso da lui. CRESCONO COSI IN FRETTA!!!!11).
    Diciamocelo, il Leroy lo amava già come se fosse stato figlio suo. Tootheless (Toothy per amiki; era un peccato non capisse la citazione a dragon trainer) era un piccolo truffatore proprio come Gwen e Arci, un ladruncolo dalla mano lunga e il sorriso facile... chissà se lui e la ragazza sarebbero riusciti a insegnargli i trucchi del mestiere, o a usarlo per racimolare altri soldi o- OH! CHISSA' SE AVEVA LA VISTA!& avrebbero dovuto metterlo alla prova davanti ad un mazzo di carte.
    «Finisci quello che hai nel piatto. Il funerale sarà a momenti»
    Ma è da chiederselo se i nostri eroi si sarebbero portati ad un funerale random un orfanello raccattato mentre frugava nella loro dispensa? Ovviamente qualsiasi opportunità di shokkare i bodiotti e farli ciatellare - rendendo così interessante la vita cittadina - era da cogliere al volo... ed è proprio per questo che intederminato tempo dopo, quando apparve dal nulla un Domenico ricoperto di letame nel bel mezzo del tal citato funerale, Arci non perse tempo a chiedersi come o perchè. Si voltò rapido verso Gwen, le sopracciglia alzate che significavano chiaramente "reggimi il gioco". Ne avevano parlato qualche tempo prima, dopo l'arrivo dei tre freaks nel saloon, di quanto entrambi fossero tristi dell'essere stati esclusi dal gioco di "accalappiati il viaggiatore nel tempo", quindi quella volta sarebbero stati loro a dirigere il gioco. Che gli altri, poi, aggiungessero le informazioni che volevano: ai Simmons bastava prendersi il de13 (ma non farlo entrare in casa loro se non dopo un bagno .)
    Arci, Danihel, si alzò di scatto con un'espressione sconvolta e un dito puntato contro il giovine.
    «Non può essere vero-... Mebel, sorella cara, non trovi che quel tipo sia uguale a nostro padre, quello che ci ha abbandonato perchè era infedele e ubriacone??» (sì aveva fatto un riassunto per la plebaglia; sia mai che qualcuno si fosse dimenticata la triste storia dei Simmons). una mano sul cuore, occhi sgranati per l'improvvisa (idea) rivelazione proprio come nella gif di Sara aggiunse: «...OMG DEVE ESSERE IL FIGLIO DI QUELLA PUTTANA RUSSA!»
    «Rude, non si definisce una donna puttana» «No no, lei era proprio una puttana. Tipo, letteralmente. Dai, non ti ricordi? Mamma la chiamava sempre così»
    «AHH quindi è il figlio di Svetlana!» «Chi?» «Dai hai capito, la puttana!» «Ah ecco, il figlio della puttana russa!»
    questo dialogo non ha gran che senso, ma se ve lo state chiedendo , Arci ci teneva a dire un sacco di volte puttana giusto per sconvolgere i buoni cristiani di Bodie. «Quanti ricordi, la nostra cara madre che parlava dell'amante di babbo» si portò la mano all'occhio per asciugare una lacrimuccia finta «Pace all'anima sua»
    Una seconda rivelazione shokkante, a cui non aveva dato voce fino a quel momento si fece largo nel suo cuore: «Quindi... quindi sei nostro fratello Banana!» E i nomi figuriamoci se Arci li ricordava davvero, ci vediamo al prossimo episodio «L'ultima volta che ti ho visto eri alto così, e le scimmie ti facevano saltare nel cerchio di fuoco al circo» Beh dai, gliela diamo una gioia a Sunday lasciandolo nel freak show con gli amiki???
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    Non leggete il post, sarà più a caso di quelli della quest #finecomunicazionediservizio.
    Darden Larson aveva sempre trovato i bambini creature riprovevoli e prive di amore, mere bestie di Satana da crescere per quando si sarebbe stati troppo vecchi per occuparsi della propria salute da soli. Ecco, la Larson considerava i figli come degli investimenti a lungo termine, questo però non signficava che fosse interessata ad averne tra le scatole – e poi lei sarebbe morta giovane, già lo sapeva. Neanche lei aveva idea di come si fosse cacciata in quella situazione, con dei mocciosi ai piedi e i figli adottivi dall’altra parte della stanza con altrettanti bambini. Voleva vomitare, il lezzo di quei poveri era troppo anche per lei. Mentre Martha insegnava loro le Sacre Scritture delle pancine, Logan (aka i suoi figli) si era offerta per raccontare degli Eroi della sua era e dei loro gossip. Da quando avesse il cervello così bruciato da stare dietro a quella roba non lo sapeva, doveva esser stato il far west a farle male «allora» « sesenta minutos» [cit. la mia conversatrice] Logan gli lanciò un occhiata truce, mentre il resto degli infanti si sbellicava dal ridere, cosa ridete coglioni che non lo capite lo spagnolo. «allora, al mio vecchio gruppo di catechismo» hogwarts is the new catechismo «c’erano un ragazzo e una ragazza che erano piuttosto amici-» dovette fermarsi nel mezzo della frase, una di quelle bestie aveva alzato la mano e a quanto pare era obbligata a dargli la parola «si sposano alla fine?» prese un respiro profondo per calmarsi, non voleva urlargli in faccia dopo cinque minuti, voleva resisterne almeno altri quindici «no, non si sposano. Come stavo dicendo, questi due ragazzi erano molti amici e passavano diverso tempo insieme, così che dopo un po’ di tempo l’ho notato e ho iniziato a shipparli» «cosa vuol dire shippare?» si passò una mano sul viso, la delusione visibile nei tratti nella giovane: come si faceva ad essere così ignoranti? Finalmente capiva perché Lancaster li aveva spediti nel medioevo, era per istruire le generazioni passate sulla vera vita. «vedi, Simon, shippare significa vedere bene insieme due o più persone» «in che senso?» «tipo…amorosamente, del tipo che desideri tanto che x e y si sposino» avrebbe detto anche fidanzarsi, ma non era sicura conoscessero quel termine o che ne esistesse il concetto??11? Era difficile la vita nel 1918, specie se ogni maledetta volta doveva filtrare le sue parole. «erano passati t r e anni senza che nessuno facesse la prima mossa» evitò di menzionare che nel frattempo si fossero fidanzati, e che le avesse spezzato il cuore «fino a che ZAN ZAN ZAN» suspance, tutti gli occhi erano rivolti a lei e i fiati sospesi «non parteciparono a una gita fuori dal paese, e la magia accadde: entrambi, ispirati dalla parola di Dio» chiamasi alocol, ma quello non glielo poteva dire «capirono di volersi tanto bene, abbastanza da scambiare un casto bacio» per l’esattezza, partì una slinguazzata imbarazzante che poi degenerò in un rapporto sessuale durato due ore e mezza (così mi hanno riferito le fonti), con tanto di imbarazzo mutuale la mattina seguente «purtroppo, dopo questo bacio non successe niente perché entrambi stavano per sposarsi e non potevano perdere la loro castità» quale castità, che entrambi erano dei troioni pazzeschi. La verità che non stavano per sposarsi chiaramente, bensì erano tutti e due fidanzati e avevano fatto le corna ai rispettivi amanti. «decisero di non lasciare i loro Promessi e continuarono le loro relazioni, fino a che l’altra ragazza non lo scoprì. Secondo voi decise di mollarlo?» chiese ai bambini, ricevendo un coro di sì neanche fossero stati ad Avanti un altro «e invece non successe, lei mise da parte la sua dignità e fece finta di niente. Se lo chiedete a me, avrebbe dovuto scaricarlo e trovarsi di meglio, ma è solo la mia opinione» sollevò i palmi, illustrando quello che una qualsiasi persona con una dignità avrebbe fatto. Era convinta che se si amava qualcuno, non lo si tradiva e basta, non c’era scusa che reggesse. «finisce così?» «sì, jimena, anche se spero si sposeranno prima o poi» si alzò dallo sgabello, quella volta evitando di calpestare qualche moccioso, indicando loro la porta «bene bambini, ci vediamo il prossimo martedì con una nuova storia!» uau che emozione, non vedo l’ora di tormentarmi con i miei drammi interiori.
    Stava camminando verso la sua non molto umile dimora, quando udì un urlo da lontano, uno che non poteva appartenere a un bodiotto «- QUELLA GRANDISSIMA TROIA» decisamente no, a giudicare dal vocabolario. Si affrettò verso il punto da cui aveva sentito le grida, trovandovi una modesta folla «no no, lei era proprio una puttana. Tipo, letteralmente. Dai, non ti ricordi? Mamma la chiamava sempre così» Archibald ma cosa dici? Sentiva di essere arrivata in un momento particolare della conversazione, specie se riguardava le prostitute di Bodie. Le conosceva tutte ormai, stavano giocando a guess who 1918 edition? No? Si sporse oltre il Simmons per vedere l’oggetto di tanta attenzione, vendendo sorpresa da «OH MA GUARDA KI C’E’» cosa ci faceva Sunday De13 in quel buco di paese dimenticato da Satana?? La domanda più pressante, tuttavia, era un’altra: perché era sommerso di merda?

    guns hidden under our petticoats
     
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    I speak in prophecies
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    «Secondo te come fa a masticare?» Bella domanda. Gwendolyn se ne stava in piedi poggiata al piano della cucina, mentre a braccia conserte ed il capo leggermente inclinato a destra - quella era la classica posa che assumeva quando doveva riflettere su qualcosa - osservava il bambino mentre si ingozzava di cibo. Il mistero di come quella creaturina facesse a mangiare così tanto senza masticare era diventato il principale argomento di discussione a casa Simmons, ma Gwen una risposta l'aveva già trovata: non era umano. Toothy doveva per forza essere un animaletto trasformato da qualche strega sotto copertura del posto - non avevano avuto prove del fatto che lì a Bodie ci fossero altri maghi, ma Gwen era certa che ce ne fossero, solo ben nascosti - in persona, colpito da una maledizione per chissà quale colpa: magari era un coniglio e si era mangiato tutte le carote della vecchia - sì, nella sua testa era una vecchia bisbetica ad aver lanciato l'incantesimo - o magari era un roditore e le aveva rosicchiato il tavolo e la credenza in legno. Non sapeva ancora precisamente quale animale, ma di una cosa era certa: uno con i denti grossi. E, per vendetta, la vecchia l’aveva trasformato in un bambino senza denti, per privarlo di ciò con cui l’aveva innervosita. Gwendolyn non riusciva davvero a trovare un'altra spiegazione. «Sono piuttosto certa che sia un pozzo senza fondo, ingoia e basta» Quanto cibo avevano cucinato da quando l'avevano accolto in casa? Troppo. Anche se la Markley stava provando a sfruttare lo stomaco infinito del bambino come opportunità per sperimentare nuove ricette e provare a preparare qualche piatto decentemente: anche se Arci non lo diceva ad alta voce, Gwen poteva chiaramente leggerglielo in faccia quanto fosse stanco di ritrovarsi solo e soltanto riso in bianco a tavola, quando a cucinare era la finta sorella, vera figlia ma questo il Leroy non poteva ancora saperlo per poco hihihi. Non fategliene una colpa: nell'epoca di Just Eat e del McDonald, Gwen non aveva mai e poi mai sentito il bisogno o la necessità di mettersi ai fornelli, limitandosi a afferrare il telefono per farsi portare il cibo comodamente a casa o uscire per andarselo a comprare: del resto, i supermercati avevano reparti interi dedicati a persone come lei, con confezioni preriscaldate che necessitavano soltanto di esser messe al microonde per poter esser mangiate. E così, per diciannove anni di vita, le conoscenze culinarie della ragazza si erano limitate a come prepararsi una pasta in bianco, come scaldarsi il latte e, al massimo, farsi una frittata - anche se la maggior parte delle volte finiva per trasformarsi in un piatto di uova strapazzate, dato che la ragazza aveva parecchie difficoltà a farla girare in padella. E, quel poco che sapeva, le era bastato: chi poteva prevedere una cosa del genere? Anche se nella vita di Gwen era già successo prima, quello era comunque un salto indietro nel tempo di cento anni. Nessuno l'avrebbe mai potuta preparare. «Finisci quello che hai nel piatto. Il funerale sarà a momenti» Era pur sempre diventata una donna di chiesa, lei, e tra le fila delle anziane che intratteneva con i corsi di zumba e i cori da chiesa non poteva perdere il rispetto e l'affetto che si era guadagnata in quei mesi arrivando ad una cerimonia in ritardo.
    Così poco da Gwendolyn Marley, così tanto da Mariel Simmons. Guardandosi allo specchio lungo in corridoio, mentre stava per uscire di casa, la ragazza si chiese se lì a Bodie stesse perdendo una parte di sé stessa: nonostante provasse sempre a non pensarci su, quel posto li aveva cambiati un po' tutti. E Gwendolyn non era ancora arrivata a capire se la cosa le piacesse o meno.

    «...OMG DEVE ESSERE IL FIGLIO DI QUELLA PUTTANA RUSSA!» MH? Avrebbe dovuto capirlo dall'occhiata complice che Arci le aveva lanciato qualche istante prima, che si trattava di una messa in scena. Ma sfortunatamente per il Leroy, Gwen non era la più perspicace delle ragazze nel cogliere i segnali e difficilmente sapeva regger il gioco a qualcuno. Così si limitò a spostare lo sguardo da suo padre al suo cuginetto, sbucato dal nulla in mezzo alla chiesa. «Rude, non si definisce una donna puttana» papi cosa mi combini??? «No no, lei era proprio una puttana. Tipo, letteralmente. Dai, non ti ricordi? Mamma la chiamava sempre così» AHHHH, ma quindi stavano recitando? Evidentemente era arrivato anche per i Simmons il momento di accogliere uno dei freaks in casa, e Gwen dovette trattenersi all'impulso di battere le mani dall'euforia: era felice di poter ospitare Sandra a casa, soprattutto dopo che gli altri suoi amici erano stati prenotati e adottati da altri prima che lei e Arci riuscissero a inventare una buona scusa. .«AHH quindi è il figlio di Svetlana!» era il primo nome da prostituta ad esserle passato per la testa. E poi, nella sua testa, ce lo vedeva proprio papà simmons a tradire la moglie con una prostituta di nome svetlana. «Chi?» .«Dai hai capito, la puttana!» «Ah ecco, il figlio della puttana russa!» Si stavano guadagnando un altro fratello! Avevano appena accolto un animale in casa e magicamente puff, ecco che ne arrivava un altro. Tra lei, Aidan, Toothy e Sandy quella casa si stava lentamente trasformando in uno zoo.
    «Quanti ricordi, la nostra cara madre che parlava dell'amante di babbo» La ragazza emise un sospiro nostalgico, fingendo di riportare alla mente vecchi ricordi. «eh già, ricordi quando la mamma ha ritagliato la testa di papà da tutte le foto? Per ogni testa che tagliava inventava una nuova imprecazione per insultare Svetlana. Ne aveva, di fantasia» Detto ciò, Gwen si avvicinò a Sandy, per poi coglierlo di sorpresa ed abbracciarlo all'improvviso. Avrebbe voluto dirgli un sacco di cose, ma sperò che quel contatto fosse abbastanza per fargli capire quanto fosse sollevata, di vederlo lì tra loro sano e salvo. «reggi il gioco, fuori di qui ti spieghiamo tutto» Glielo sussurrò all'orecchio, prima che il ragazzo iniziasse a fare cose stupide come, ad esempio, urlare nel bel mezzo della chiesa o mettendosi a chiedere spiegazioni davanti ai fedeli. Era meglio che i bodiotti non sospettassero nulla, anche se dovevano esser proprio scemi per non essersi resi conto di tutte le stranezze che erano avvenute nella loro città in quei pochi mesi dal loro arrivo. «dai Banana, andiamo a casa. Però sei l'ultimo arrivato, quindi i piatti stasera li lavi tu» la ragazza poi allungò un braccio in direzione di Toothy, passandogli con affetto una mano tra i capelli ingarbugliati «per stasera sei graziato Tooth»
    mariel simmons
    2017!gwendolyn markley
    19.04.1918
    the girl next door
     
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    Volete sapere cosa ci facesse Barnaby Jagger, Barbie per gli amici tutti, ad un funerale nel cimitero di Bodie, California?
    Anche Barbie avrebbe voluto saperlo. Non era così che aveva programmato la sua giornata – ovviamente – e non era certo lì che si sarebbe aspettato di arrivare dopo aver intriso cinque(cento) ostie nel Pampero trovato nei peggiori bar di suonatori di Caracas, ma shit happened ogni giorno quindi non se ne stupì particolarmente. (Cadde a ridosso.) Appoggiò il fianco ad un albero incrociando pigramente le caviglie, i liquidi occhi scuri a scivolare sulla folla riunita poco lontano a salutare il povero GianVincenzo (o qualcosa del genere), un altro dei Cristi che fino al giorno prima palpavano le chiappe alle prostitute in bordello, e che dopo la loro morte divenivano Santi Redenti che una figliuola l’abbracciavano solo sull’altare o nient’affatto – quelli che no kritike e solo komplimenti, sì, proprio loro. Barbie lo conosceva? Probabilmente sì, considerando che conosceva tutti; gli importava che fosse morto? Ma manco per il cazzo. Più passera per tutti!! Ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni cercando lo sbrindellato pacchetto di sigarette, infilandone poi una fra i denti – ma senza accenderla. Barnaby Jagger non girava mai con fiammiferi, non ne aveva mai avuto bisogno: solitamente non passava più di un’ora prima che i Bodiotti lo trovassero, ovunque egli fosse, e gli dessero fuoco o lo inseguissero con le torce accese per purificare il suo spirito dannato. Doveva solo avere abbastanza pazienza da attendere l’ennesimo, ed ingiustificato, atto di bullismo nei confronti della sua meravigliosa, mozzafiato!, persona. Schioccò la lingua sul palato, la testa pesante a ricadere sulla spalla. Da quella distanza non riusciva a sentire le parole di padre Shaw, e…niente, tanto non gliene fregava niente. I Viaggiatori si erano davvero impegnati nel calcare i ruoli che gli erano stati affidati, quindi sapeva che anche si fosse trovato a portata d’orecchio, avrebbe assistito all’ennesimo, scartavetra testicoli, sermone. Amava (zio x 2) Gemes, ma quando partiva con la filippica su Gesù ed i suoi daddy issues, gli pareva di sentire la cover di Cantiamo a Te Gesù di Pier Francesca la pescatrice di Bodie (sì, avevano una pescatrice e si chiamava Pier Francesca: vi turba?). Sollevò gli occhi al cielo, cambiò il peso da una gamba all’altra. Cosa doveva far per attirare la loro attenzione? Mostrare le chiappe? Inneggiare Satana con una danza sul posto da lui inventata mesi prima? (nda: la danza è asereje, le ketchup gliel’hanno rubata e rovinata. Just sayin) Quanto sarebbe stato rude interrompere un funerale cantando Papa don’t Preach di Madonna? Ah, se solo avesse avuto la sua chitarra! Stava quasi per arrendersi (aka, cadere a peso morto in una delle fosse aperte attendendo che il suo fisico elaborasse l’elevato quantitativo d’alcool ingurgitato nelle due ore precedenti) quando - quando.
    Accadde qualcosa. Non capì cosa (ovviamente) ma gli bastarono i sussurri concitati dei Bodiotti & co per capire che la situazione fosse cambiata. Gianni era tornato in vita? Aveva un erezione post mortem? Kentucky aveva di nuovo staccato un arto del malcapitato per la sua collezione? «...OMG DEVE ESSERE IL FIGLIO DI QUELLA PUTTANA RUSSA!» Stavano dando della puttana a MaDdALeNa? Beh, era l’unica russa che conoscesse, facciamogli causa. Si trascinò confuso verso i suoi (quasi) amiki, sputacchiando stentati «p-p-permesso, s-sì» ed aggiungendo, con tanto di sentite gomitate allo sterno per chi proprio non voleva levarsi dalle palle, qualche «m-m-mi m-manda l-lucifero, f-fate s-s-spazio» giusto perché era troppo in anticipo sui tempi per un bel tua madre ciuccia cazzi all’inferno sempre verde #grz Esorcista.
    Si affacciò sul mare di merda con le sopracciglia corrugate, e le labbra piegate verso il basso. Si accucciò con i gomiti sulle ginocchia, mentre i Simmons millantavano l’ennesimo pezzo di famiglia casuale che non pareva creare alcun turbamento nell’animo puro dei Bodiotti, ma l’unica parte che riuscì a percepire fu Banana. «b-b-banana» ripetè estasiato, ed ancora lercio come una mozzarella Santa Lucia, annuendo fra sé. «amazzone p-p-prima» beh? Credevate che nel far west non avessero servizi di spedizioni veloci e gratis? avreste ragione «m-mi ha p-portato il mio n-n-nuovo s-»chiavo. «s-»ervo. «s-stagista!» uau, grande Banana hai appena trovato lavoro! e poi dicono che c’è crisi.
    Sollevò le mani di fronte a sé. «p-pago s-solo a s-s-sentimenti» doveroso.

    So be a good girl and thank yo mama She made ya steamin' like a sauna
    Look out, look out here she come now Look out, look out here she come
     
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