[mini q] what we're doing here ain't just scary

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    It's fate, not luck.

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    Eventually they're gonna know who's right To make a stand you got to win the fight


    Il portale si rivela meno… intenso di quel che avreste potuto immaginare. Una volta spinta la mano attraverso la superficie dello specchio, vi rendete infatti conto che non ha alcuna consistenza: è semplicemente una porta già aperta. Il cambiamento è così lieve e repentino da disorientarvi; non c’è un prima distinto da un dopo, c’è semplicemente l’ambiente caldo d’un bagno o di una catapecchia sostituiti dal vento freddo e pungente di Hogsmeade.
    Perché è ad Hogsmeade che vi trovate, non v’è alcun dubbio. Il Carrow’s District è esattamente come lo ricordavate, corridoi bui e verdi che si snodano labirintici da una gabbia all’altra e noccioline abbandonate al suolo dalla mano distratta dei più piccoli. L’unica, notevole, diversità che potete notare proseguendo nel buio (sono le undici di sera, l’unica luminosità è data dai radi fuochi fatui sul sentiero) insieme a coloro che vi stanno scortando verso il Ricovero, sono le prigioni più…ampie, come se non fossero destinati alla sola fauna.
    Sono le gabbie riservate agli incontri fra maghi. Lì, dove l’unica protezione è quella che separa l’esterno dall’interno della cella, i maghi e le streghe del Mondo Magico vengono costretti a sfide all’ultimo sangue per allietare il pubblico - composto principalmente da Special, ma sarebbe menzognero dire che, usualmente, non vi fossero anche altri maghi. Passate vicino ad una delle gabbie giusto in tempo per vedere un Anatema che Uccide colpire in pieno petto un uomo, il chiarore verde seguito dagli ululati del Pubblico.
    Ma non potete fermarvi, ed i vostri accompagnatori ve lo rendono chiaro: non ne avete il tempo.
    Nessuno, lo ha.
    Scivolate invisibili, letteralmente, attraverso lo zoo fino a giungere ad una piccola radura di nicchia, dove ad attendervi ci sono tutti coloro che si sono uniti alla Squadra per rimuovere Seth dalla sua posizione. Il Ricovero, vi sussurra qualcuno indicandovi l’edificio al centro dello spiazzo erboso.
    Il Ricovero è il loro Quartier Generale, ossia il loco dove hanno pianificato la Missione. Venite invitati ad entrare; all’interno, oltre a numerosi libri, mappe, ed i chiari segni di un luogo frequentemente abitato (cartacce, scatole di pizza ormai vuote, bottiglie abbandonate a metà sulle scrivanie e non quantificabili thermos di caffè), vi sono due armadietti. Come scoprirete aprendone le ante, si tratta in realtà di altre stanze: la prima, pareti e pavimento neri, contiene dei vestiti puliti. Dovete mescolarvi alla folla, quindi è richiesto un vestiario sobrio. La seconda stanza, invece, è la più interessante: armi. Armi di ogni forma e dimensione, qualunque oggetto che i membri dell’Upside Down, nei mesi precedenti, siano riusciti a raccogliere: riuscite ad intravedere perfino un mattarello ed un paio di pinne da sub. Si mostrano più cauti, gli Altri, nel darvi le armi: vi chiedono un patto. Non un mignolino dell’amicizia, non la vostra parola.
    Un Voto Infrangibile. Non potete usare le armi contro i vostri, o altri, alter ego dell’Upside Down, così come loro non possono usarle contro di voi: è prendere o lasciare.
    E non avete altra scelta se non prendere, stringendo un Voto Infrangibile con la realtà opposta alla vostra – ciascuno di voi con un altro dei loro.
    Scocca la Mezzanotte, ed è il momento di partire.
    Il Mondo non è come lo ricordavate dicono a chi, quella decade, l’ha già vissuta. Vi illustrano il piano: la prima squadra è incaricata di occupare il Ministero, e di uccidere (non imprigionare. Uccidere) i più alti esponenti di ciascun livello; la seconda dovrà occuparsi di Hogwarts, risparmiando gli studenti (solamente quelli che non si oppongono, dichiarano. Per gli altri è troppo tardi.) e cercando di evacuarne quanti più possibile: dovete liberare la zona, vi dicono, perché è lì che si terrà lo Scontro; il terzo, ed ultimo, gruppo, ha il compito più delicato (e fondamentale, sibilano cercando i vostri occhi): dovranno recuperare gli Artefatti dei Fondatori a Città del Messico. I babbani credono che il Tempio di Tenochtitlán sia stato raso al suolo dai Conquistadores, ma non è così: semplicemente, loro non possono vederlo.
    Ma voi sì. Le Reliquie, vi dicono, sono nascoste lì.
    Da qualche parte.
    Altri tre portali si aprono dinnanzi a voi – uno diretto al Ministero, uno per Hogwarts, ed uno per il tempio di Tenochtitlán. È il momento di salutarvi, stringervi la mano. Ringraziarvi, finchè potete - finchè ha senso farlo.
    A mezzanotte e dieci minuti, al Ricovero non è rimasto nessuno: la Rivoluzione ha avuto inizio.

    Attraversato il Portale, vi trovate alle porte del cancello per Hogwarts.
    Aperto. Aperto?
    Iniziate a muovere cauti passi verso il Castello, il cuore a mille: l’istinto ha compreso qualcosa che la ragione ancora si rifiuta di accettare. I vostri sensi hanno già percepito l’olezzo sbagliato del luogo.
    L’immobilità. Il silenzio più denso, quasi a pesare in maniera fisica nei bronchi.
    Vi basta qualche metro per vedere i primi, brillanti, roghi. Altri passi, e vi rendete conto che sono posizionati ogni cento metri, forse meno: macabri segna posto che vi conducono verso la Scuola di Magia e Stregoneria. Non guardate, vi strilla la vostra coscienza; magari le date ascolto – magari dovreste.
    O magari guardate, e vedete i resti delle divise sciogliersi sotto i vostri occhi.
    È una trappola. Lo sapete, lo sentite.
    Vi sta aspettando, ma non potete tornare indietro: quella scelta, non l’avete mai avuta.
    Così come non l’ha mai realmente avuta il suo esercito, ora in piedi al centro del Sentiero a bloccarvi il passaggio.
    Studenti. Insegnanti. Assistenti. A stento riuscite a rendervi conto che il petto si alza ed abbassa, che sono vigili: quel che non potete sapere, è da che parte stiano.
    Forse, vi dite, cercano di tenere qualcosa dentro, non fuori. Potrebbero non essere nemici.
    Forse c’è speranza.
    E ce n’è finchè non ce n’è più, e come un unico orologio ben oliato gli altri iniziano ad attaccare.

    william15 pa15 pd50 psARMA: scure | fucile d'assalto
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    benjamin20 PA10 pd40 psattacco: 16pugnale | creazione illusioni
    barry15 pa15 pd50 psARMA: balestra | coltello a serramanico
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    raymond15 pa15 pd50 psARMA: doppietta | pistola
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    dana20 PA10 pd40 psattacco: 20nunchaku


    WILLIAM: senza farsi vedere, Benjamin scatta rapido verso di te e cerca di pugnalarti al petto.
    BARRY: dalla distanza e senza esitazioni, Oziel inforca il fucile e spara mirando al tuo stinco destro.
    ASHLEY: con la telecinesi, Cullen fa levitare uno dei suoi coltellini a mezz'aria prima di lanciarlo diretto alla tua testa.
    NICOLE: Anne evoca un fantasma del Castello, e con un rapido cenno del capo lo aizza contro di te.
    AIDAN: Nadia si scaglia contro di te brandendo un annaffiatoio pieno, e cerca subito di sbattertelo in faccia.
    AKELEI: Carl alza la balestra, ma non incocca alcuna freccia - corre verso di te, e cerca di colpirti al fianco con il corpo dell'arma.
    LEONARD: Kane percepisce il tuo potere, e prima di lasciartelo intendere lo prende in prestito, strillando note acute che arriveranno solo alle tue orecchie - troppo, acute.
    CALLIE: Thecab piroetta verso di te facendo volteggiare la lancia attorno a sé, e in tua prossimità cerca di colpirti con il piatto della lama sul fianco.
    ARCI: Luther cerca di infilartisi nella testa, cercando di convincerti che picchiarti con la pala da fornaio in fronte sia un'idea eccezionale.
    ALEC: guardi Roswell, ma sembra che non accada nulla, fino a quando non ti senti soffocare.
    NEAL: Emil non fa un passo - lascia fare tutto al suo potere; il braccio che tiene la spada si allunga fino ad arrivare a te, e cerca di affondare la lama nella tua milza.
    AGATHA: Sage si avvicina correndo verso di te, e quando vicino spicca un salto per poi cercare di colpirti in testa con il suo bastone.
    LEWIS: Kenna alza un braccio verso di te, e in un battito di ciglia un fulmine sembra percorrerle il corpo per poi scagliarsi contro di te.
    RAYMOND: Dana parte irruenta all'attacco, i suoi nunchaku a vibrare nell'aria prima di cercare di colpirti il braccio.





    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. Potete attaccare un solo personaggio per volta (quindi se Julian attacca Ronald, non potrà attaccarlo anche Kieran). Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Non essendoci le fasce livello, potete usare qualunque incantesimo contenuto in lista, e qualunque livello del vostro potere ([INCANTESIMI - POTERI).
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute. Potete postare con il personaggio che preferite, e scambiarli quanto e come volete: può, ad esempio, per un turno difendere ed attaccare Shot e, quello dopo, difendere ed attaccare Elijah.

    ➞ combo. non potete fare attacchi combo, ma solamente difese. Cosa significa combo? Significa che difenderete il personaggio assieme ad un altro personaggio; off gdr, significa che i punti difesa di ciascun pg verranno sommati (es, Shia ha ricevuto un attacco da 17 PA. Fa combo difesa con Mephisto: Shia si sposta ( 8 PD ), Mephisto distrae l'avversario (4 PD ) = 8+4 = 12 PD). I post contenenti difese combo non devono essere postati a più di due ore di distanza l'uno dall'altro, altrimenti l'azione sarà considerata singola. Potete fare combo con voi stessi (es, laurent + bunny) solamente se posterete in due tempi diversi: in un unico post non varrà come difesa combo, ma come difesa singola.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco e la difesa, scrivendo cosa il vostro pg cerca di fare (e soprattutto specificando sempre i nemici e gli eventuali compagni di combo).
    ES:
    COMBO DIFESA PER AMALIE (amalie + emaline): cerca di fargli lo sgambetto
    ATTACCO (su Bruno): gli spara alla spalla


    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS. Se entro la fine della settimana ciò non è avvenuto gli altri gruppi andranno avanti comunque, ma il vostro rimarrà ancora all'ostacolo che non sarà riuscito a battere fintanto che non completerà il suo compito. Il tempo, però, andrà avanti comunque: cercate di non rimanere indietro, perchè potrebbe fare la differenza fra vivere o morire.
    Letteralmente.
    Al contrario, se prima del finire della settimana avrete messo fuori gioco tutti gli avversari, potrete proseguire giocando d'anticipo sui vostri nemici.

    avete tempo fino alle 23:59 del 11/05 per uccidere i vostri avversari e poter passare alla seconda fase.

     
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    «Meh» Un meh una garanzia «Almeno è bello»
    Arci guardava con le mani in tasca il suo... corrispettivo, e oltre a non poter negare la sua oggettiva bellezza, i pregi che in lui (in sè???) trovava lì iniziavano e lì finivano; ci aveva scambiato qualcosa come tre frasi e già gli (si????) stava profondamente sul cazzo. Capiva perfettamente Jeremy e Lies (Billie) AU se non erano voluti diventare suoi amiki, neanche lui avrebbe voluto farlo se non fosse stato obbligato a farci coppia fissa.
    Quando Arci si era presentato a Dominique (cristo, ma perchè su di lui quel nome stava così male?? Arci l'aveva sempre trovato così carino e misterioso, ora gli ricordava solo un signorosso spocchioso con i baffi arricciati; Dominique diceva il proprio nome - e qualsiasi altra cosa in realtà - con un accento francese così affettato e da damerino da rendere persino quella lingua una gran palla) il ragazzo l'aveva squadrato da capo a piedi senza sorridere, ribattendo al «Ho sempre voluto vedermi in 3D. Surprise but not disappointed» con un sopracciglio alzato e un piatto «Cerchiamo di farla finita in fretta». Rude.
    Ovviamente, l'animo spaccagioie del ragazzo non era riuscito a spegnere l'entusiasmo di Arci, che da quando si trovava nel 2018!AU saltellava in giro sorridendo a destra e a manca, dando abbraccia, pacche sulle spalle, baci in testa a chiunque fosse più basso di lui (ergo: praticamente tutti) e a tiro di schioppo. I motivi per cui Arci era diventato la nuova Julie Andrews che corre felice a braccia aperte cantando fra le colline(non letteralmente; non quella volta, almeno, differentemente a quanto capitato in un paio di situazioni con Jer e Bells), erano vari: primo, Londra. LONDRA! Quanto gli era mancata la sua uggiosa città infelice?? Certo, nell'au era leggermente diversa, ma era comunque così simile a casa che gli veniva da piangere e baciare la terra su cui camminava («Chissà se quel palo è Paul!AU!!!!» «Cosa» «Cosa»). E avevano l'elettricità! L'acqua corrente! Internet!!! Quanto moriva dalla voglia di farsi una vera doccia e poi mentre aveva l'asciugamano arrotolato in testa aggiornare la propria pagina instagram? A Bodie aveva avuto un sacco di tempo per farsi foto in giro, ma niente connessione dati, ed era davvero un sacco triste; con i Freaks in giro il selfie con morto assumeva un nuovo significato, e sarebbe stato bello condividere con il mondo.
    Secondo: possibilità di tornare nel proprio 2018 - perchè c'era la possibilità, no?? Se Potevano viaggiare fra le dimensioni, potevano anche viaggiare nel tempo; sicuramente le mistiche persone!au che erano andate a prenderli ne sapevano un sacco su cose del genere, e in cambio di aiuto potevano dargli una mano (certo, sarebbe bastato che Lafayette fosse stata con loro con il Nos per fare scambio tattico di oggetti magiki e PROBLEM SOLVING! ma no, troppo facile).
    Terzo: combattere! Finalmente avrebbe avuto l'occasione di fare qualcosa, invece che starsene con le mani in mano tenendo un profilo basso (circa) come a Bodie. Gli mancava spaccare qualche culo, e la mano praticamente non gli faceva neanche più male.
    Quarto: tutta quella gente. Visi amici, persone che non abbracciava da cinque mesi, che non aveva saputo vive o morte... e non parlava solo di Akelei, Murphy, Shot, Amalie, ma anche le versioni AU di altri come, a spiccare nella resistenza di quel mondo, Jeremy e Lies - sì, Billie, ok, ma Arci non giudicava e la/lo amava uguale. Quanto erano belli?? Bellissimi. Anche se arabells era pene munita era così tanto arabells da fargli male; gli erano mancati come manca l'aria, e poco importava che non fossero i suoi catafratti: quando li aveva visti era dovuto saltare loro addosso afferrando la faccia di Jer!AU per stampargli un bacio in bocca, pensando, lì per lì, lo scambio di effusioni sarebbe passato praticamente inosservato... non certo aspettandosi in risposta sguardi confusi. «Nnnnoi non pacchiamo amichevolmente five feet apart cause we're not gay - but bi bi bi?» Shokkante. Una vita senza catafratti? Che vita di merda.
    E quindi dopo aver fatto il giro di tutti, era finalmente arrivato a Dominique, il suo alter ego rikko. Aveva fantasticato così tanto sulla propria vita se fosse stato cresciuto dai Baudelaire, si era fatto tanti di quei sogni a occhi aperti (e a volte anche chiusi, visto che era stato incubo ricorrente) che vedersi lì proprio quella versione di sè era davvero misticissimo, e anche molto meno divertente di quanto si sarebbe aspettato.
    Dominique lo guardava come avrebbe potuto guardare un insetto al lato della strada - leggermente schifato e con scarso interesse -, e a livello di parole era assai povero, preferendo stare per i fatti suoi con il cellulare in mano neanche facendo qualcosa di divertente o utile come giocare a song pop, pinnare, partecipando alla 30 day song challenge, ma semplicemente sfogliando con noia le home di instagram e facebook (senza neanche mettere mi piace in giro, il tirchione).
    «Meh» «...» «Capisci la mia lingua?» «Sì» «Hai un sacco l'accento francese» «Io sono francese» «Sei un mago?» «Ew, no» «Che potere hai?» «Chiaroveggenza» «DAI, FIGO!!!» «Mh» «Anche io vedo nel futuro» aveva sollevato lo sguardo verso di lui. «A si» cit «Sono un veggente. Leggo il futuro grazie al-» «Sì, certo» Arci era abituato a sentirsi sfottere per la lettura dei tarocchi e varie, ma sicuramente non se l'era aspettato da parte di se stesso. Tuo quoque brutus «Senti, non dobbiamo per forza parlarci»
    La loro gran conversazione di conoscenza era finita lì, e a quel punto Arci si era avvicinato alla propria fam 1918, quasi rimpiangendo il far west. «I vostri come sono?» non voleva già ammettere di odiarsi, ma allo stesso tempo aveva bisogno di sentire il parere altrui. Forse tutti in quell'universo erano delle teste di cazzo... e sì, era molto più interessato al divertimento della presenza di loro cloni che non alla missione in sè; in fondo non era davvero il suo mondo.
    Quando vennero divisi a gruppi non potè evitare di ripensare a dicembre, e stringersi le braccia al petto in modo protettivo. Aveva appena ritrovato gli shorphy, e ormai Gwen e Jay erano parte della sua famiglia; lo avrebbero diviso anche da loro? «Phanes, niente scherzi. Alla fine di questa storia torniamo a casa tutti insieme» porse il braccio tendendolo a Jay per una stretta di mano, ma quando il ragazzo gli prese le dita Arci lo tirò a sè in un leggero bacio sulle labbra. «Tanto sei un po' mio genero... però non dirlo a Lydia» e un abbraccio a Gwen non glielo tolse nessuno, non prima di averle spinto fra le mani una carta con un sorriso accennato. La Luna disegnata sul mazzo di Arci non era uguale a quella del tatuaggio di Gwen, ma era comunque la sua carta, e Arci pensava a lei ogni volta che gli usciva «Un mazzo incompleto è pressapoco inutile, quindi me la dovrai restituire, ok?» Tirandola a sè, le scoccò un bacio sulla testa. Era felice che almeno Aidan sarebbe rimasto con lui, egoisticamente. Certo, c'erano Akelei e freaks nonchè gli au dei cata, di carrie e di euge... ma non era la stessa cosa. Con i phanes aveva vissuto per cinque mesi senza quasi potersi appoggiare a nessun altro, avevano visto il peggio di lui e - un po' per obbligo - erano rimasti. Non era facile adesso doversi staccare. Poi qua c'è il saluto del satan sitter club ma ari non lo ricorda STRATEGIA!
    «Ci vediamo dopo. E ricordate: » due dita alla fronte, mano dietro la schiena e schiena dritta mentre faceva il saluto militare. Ripensandoci, afferrò Aidan cingendogli le spalle con il braccio avvicinandoselo. «unicorno avesse il sonno difficile altrimenti notte difficile da portare al pascolo»

    «E' uno scherzo, vero? Hai preso anche un'arma vera?» «Nope» «Perchè... perchè hai scelto una pala da panett-? anzi, sai che ti dico? Va bene. Non mi importa davvero»
    Dominique ne aveva fin sopra i capelli di Archibald (Archibald? Che razza di nome era?). Per i primi cinque minuti aveva cercato di accontentarsi di lui, giustificare il suo fare da labrador dicendosi che aveva appena passato un periodo difficile nel 1918... ma poi basta. Molesto, bisognoso di attenzioni, volgare. Troppo volgare, proprio da poraccio cresciuto in una discarica (eh, si vedeva che non aveva i soldi). Gli aveva chiesto quanto fosse lungo il suo pene, e quando Dom si era rifiutato di rispondere fingendo di non aver sentito aveva iniziato a dire vari sinonimi della parola alludendo al fatto che forse Dominique non conosceva la parola inglese per cazzo. «Non lo so, ok?» aveva sbottato alla fine, rimpiangendo il voto infrangibile che aveva fatto e desiderando già tagliargli la lingua «Se sei d'accordo possiamo misurarlo adesso. Sono curioso» «No» «Hai paura che sia più piccolo?» «Zitto e cammina. Stiamo cercando di salvare il mondo, qui» «Se preferisci puoi fartelo misurare da Cillian. Non mi offendo eh» «Tais-toi.»
    Si era sempre chiesto come sarebbe stato crescere con una famiglia normale e lontano da Ophelia, ma ripensandoci la sua vita gli piaceva. Christ, Archibald Leroy era un mentecatto cresciuto in una giungla. Lo sorprendeva solo che sembrasse così in buoni rapporti con il Cillian del suo universo e tutti gli altri. Come facevano a reggerlo per più di tre minuti?
    Per fortuna, l'agonia della chiacchierata fu interrotta dall'arrivo dei nemici GRAZIE AMICI DOMINIQUE STAVA PER USARE LA SPADA PER TAGLIARSI LA GOLA.
    Mentre Archibald si lanciava verso la sua amika bionda (che a quanto pare nel loro universo era sua... sorellastra? Non che a Dom importasse, ma il ragazzo aveva continuato ad aggiornarlo sulla sua vita e, il Baudelaire ne era sicuro, lo aveva fatto non tanto per interesse ma solo perchè sapeva che all'altro non importava), mettendo la sua bellissima pala da fornaio fra lei e l'arma nemica, Dominique sentì il tentativo di uno degli uomini (forse un prof di hogwarts? e lui che ne sapeva) di controllare la mente di Arci per autoinfliggersi qualche ferita. Insomma, sarebbe stato anche divertente lasciarglielo fare ma sadly a Dom il ragazzo serviva ancora vivo, quindi avrebbe uso il proprio potere per rispondere all'attacco mentale con uguale attacco mentale... entrando anche lui nella testa del Leroy e cercando di farsi strada nei suoi pensieri per annullare l'imput del nemico «Andiamo, stai fermo con quella pala» cercò di afferrargliela per aiutarlo (??) «Questa serve per zappare 'a vigna»
    Successivamente, avrebbe rivolto la sua attenzione al nemico, tentando nuovamente il controllo men- «AAAAHH» o forse no, perchè prima che riuscisse a farlo, sarebbe partito il Leroy kamikaze verso il nemico (bernoccolo in testa o meno) pronto a tirare una palettata sui denti per fargli perdere il controllo dell'arma. Come aveva fatto quel tipo a sopravvivere quasi vent'anni?
    archibald d. baudelaire leroy
    I love thunderstorms. Why? Because of the chaos. Because sometime nature can't handle the pressure. Because sometimes the sky explodes.
    i'm inspired by the fear of being average. real life sucks losers dry. if you want to fuck with the eagles, you have to learn to fly
    fucked up2
    former slytherin / PAOUNMORT
    wizard / clairvoyance
    au: dominique jean baudelaire



    DIFESA ARCI/AKE per AKE → pala sulla balestra per non far colpire ake
    DIFESA DOM/AKE per ARCI → cerca di convincere Arci a non spalettarsi
    ATTACCO ARCI contro LUTHER → gli corre incontro per dargli la pala da panettiere sui denti
     
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    Scattò immediatamente all’indietro, sguardo frenetico a rimbalzare da una parete all’altra mentre la stanza sembrava girare su se stessa. Dovette premere i palmi sulle orecchie per sopportare quel fischio, non capiva da dove provenisse o perché non ne volesse sapere di smettere, di certo Elisa sapeva di avere meno di un’ora per questo post e sente un po’ la pressure (spoiler: tanto si è addormentata). Prima che potesse lanciare un ultimo sguardo al volto di Morrigan e Gene lo specchio svanì tra le mattonelle nel muro, quell’ultimo spiraglio del presente a scivolarle via dalle mani. Era una sua sensazione, o l’illuminazione in quella stanza era calata? Pareva tutto un po’ più buio, un po’ più sinistro di quello che era stato pochi secondi prima. L’assoluto silenzio regnava tra tutti i presenti, ognuno col fiato sospeso e due punti interrogativi al posto degli occhi – Akelei, che aveva agito per tempo, intanto teneva in mano la bacchetta in attesa che qualsiasi cosa succedesse: ormai non si stupiva più nella vita. E poi, il mondo andò effettivamente a puttane. La parete sembrò implodere verso di loro, la Beaumont a scattare in basso per proteggersi dagli eventuali rimasugli, occhi a scandagliare la stanza per capire cosa fosse successo. Si aspettava qualcosa del genere, solo non aveva ancora capito chi potesse essere: quei pazzi che l’avevano rapita a novembre? Entità mistiche del futuro? E invece si trattava di un ragazzo, un ragazzo fin troppo giovane per essere considerato davvero una minaccia «precauzioni» un oggetto venne lanciato sul pavimento, una luce blu a riflettersi sulle mattonelle – precauzioni per cosa? La Beaumont percepì qualcosa nelle fibre della bacchetta, come se i suoi poteri fossero stati bloccati; poteva non avere idea di cosa fosse quell’oggetto, ma era chiaro che era stato capace di neutralizzare tutti i maghi nella stanza. Fortuna per Akelei, che non aveva bisogno di un catalizzatore per difendersi. Prima che potesse anche solo pensare a cosa fare, un secondo ragazzo spuntò dalla parete, un’altra arma appesa al collo. «siamo dalla parte dei buoni» ora sì che era più tranquilla, poteva sicuramente fidarsi di due sconosciuti armati e che, soprattutto!, si spacciavano come i buoni. La bionda non aveva idea di cosa volessero, ma era abbastanza sicura che non fossero lì per conoscere i viaggiatori del tempo e stringere loro la mano «gli altri?» perché ce n’erano di altri, certo. Una risata si levò dall’ombra, un uomo a scivolare fuori dallo specchio - era possibile? Prima, decisamente no, però dopo gli effetti da casa dell’orrore da due soldi di prima non ne era così sicura. «parla per te» Akelei sollevò le sopracciglia, improvvisamente interessata al nuovo arrivato, ecco, ora sì che si ragionava: non era interessata a schierarsi con i buoni.
    Si ricredette quando il trio depose le armi, come solo qualche sprovveduto avrebbe potuto fare. Va bene che i maghi - e sospettava anche gli special - non potessero usare la magia, ciò non voleva però dire che non fossero disposti ad attaccare, se l’occasione si fosse presentata. I tre si presentarono, non fregava a nessuno, prima di arrivare al succo della questione «avete bucato la nostra realtà, ed ora abbiamo bisogno del vostro aiuto.» la donna annuì piano, un sorriso divertito a curvare le labbra scarlatte - aveva solo una risposta per loro: tornatevene in Africa e non rompete le palle. Non sapeva il resto dei presenti, ma lei non era disposta a fare la carità, specie non a tre bambini. «il punto è che -» «avete mandato tutto a puttane» noted, molto interessante. Akelei era nota per mandare le vite altrui a puttane, non era una novità: solo che, normalmente, non si sprecava a rimettere a posto i pezzi, e quella volta non sarebbe stata diversa. «sono quelli come lui ad aver rovinato tutto, non perché è un’eletto, solo perché è un demente» stavano per mettersi a piangere o per passare alle mani? Akelei non aveva interesse nei mocciosi, ma se si fossero saltati addosso, avrebbe potuto cercare un’uscita da quella stanza alla Saw.
    Combo di spiegazioni varie che non le interessanti + insulti a Seth il Faraone e cose varie. «Seth è fuori controllo. Abbiamo un piano per eliminarlo e voi ne fate parte» piegò il capo, osservandoli di sottecchi. Stavano proponendo un colpo di stato? Era arrivato il momento di alzare i tacchi e tornare a quel bagno caldo che aveva lasciato in sospeso.
    Poi, ci ripensò: potevano darsi una mano a vicenda. Se quei tre bambini erano riusciti a raggiungerli cent’anni nel futuro, significava che potevano anche riportarli al loro tempo. Tirò un sospiro, chiedendosi come finisse sempre in quelle situazioni di merda - sperava almeno che potesse

    Akelei non provava ribrezzo, di più. Com’era possibile che quella creatura fosse se stessa? Non poteva credere che la lasciassero andare in giro da sola, pronta ad imbarazzarla con le sue belle parole e i modi umani. Pregava che nessuno dal suo tempo vi parlasse, non aveva bisogno di quell’umiliazione. Dall’altra parte, però, aveva sempre sognato di farsi un’altra Akelei e quella poteva essere la sua occasione – bastava tapparle la bocca, e forse sarebbe potuta passare oltre la sua stupidità. «perché mi guardi così?» lo trovava…divertente? Se non avesse stretto un Voto Infrangibile pochi minuti prima, non si sarebbe fatta problemi a zittirla con due schiaffi, peccato che la sua unica opzione al momento fosse di fissarla torva «perché, a quanto pare, non sei ancora evaporata» per quanto fosse una bella vista, la Beaumont ne aveva avuto abbastanza. Non c’era una versione più sopportabile? E soprattutto che fosse bionda, quel castano le aveva già fatto venire voglia di strapparle i capelli – nessuno le aveva mai detto che assomigliava a Post (uguali) Malone? «perché hai una fede al dito?» sospettava che in quell’universo le cose fossero andate diversamente rispetto al suo, ma glielo chiede comunque: non poteva credere che Akelei2 fosse stata così scema da- «perché son- ero sposata» interessante, quell’uso del passato. Che avesse trovato le palle di uccidere il marito? Ottima decisione. «Con Kairos, vero?» «e te come fai a saperlo?» un sorriso sghembo da parte della bionda, lo sguardo a spostarsi brevemente sui roghi al lato della strada «ho tirato ad indovinare» ed erano le fiamme del Demonio, a riflettersi nelle iridi chiare della Beaumont (wat). Si bagnò le labbra, aspettando qualche secondo di troppo prima di porre quella domanda – non era sicura di voler sapere la risposta, per un volta «e hai un figlio, immagino?» «se contiamo il cane, sono due» se contiamo il cane, ma che razza di risposta era. Aveva una sola certezza, Akelei, il suo alter ego doveva essere affetto da una qualche malattia mentale, se no non si spiegavano gli ultimi dieci minuti di conversazione. «e tu?» si voltò per qualche momento verso i quattro biondi, il discorso di qualche ora prima a ritornarle alla mente «no» rispose secca, facendo capire alla Halvorsen che non aveva intenzione di parlare oltre della questione. Avrebbe ignorato le parole di Barry finché non fosse stata nella tomba, considerandole un delirio prodotto dalla droga – in effetti tra William, la Kavinsky, Il de13 e Cooper, non sapeva chi fosse il meno affidabile.
    Come accade in tutte le quest, arriva un momento in cui si viene attaccati, anche se non si sa come e/o quando. Un ragazzino stava correndo verso di lei con una balestra sott il braccio e un grido di battaglia degno del peggior film d’azione, per un momento Akelei sperò che l’arma letale fosse diretta verso la sua controparte, ma ben presto venne smentita. Carl, che non era la mente più brillante del gruppo, aveva deciso di scagliarsi contro di lei senza pensare che avrebbe potuto usare una freccia per colpirla – era così felice di poter eliminare un tale essere dal mondo, era così stupido che non meritava di respirare la sua stessa aria. Tese il braccio in aria e con un movimento del polso mosse la bacchetta in direzione del ragazzino «frastornum» il raggio di luce sarebbe partito verso di lui, andando a colpire il suo volto. L’incanto avrebbe dovuto fare in modo di impiantare un suono assordante nella sua mente, fino a che sarebbe diventato troppo da sopportare. Approfittò del momento di debolezza per avanzare rapidamente nella sua direzione e quando fu abbastanza vicina scagliò la lama della tomahawk contro il petto di Carl, con l’intenzione di aprire un lungo taglio sul suo torace.
    Finito con il moccioso si accorse che quell’idiota di Arci stava tentando di suicidarsi dopo appena cinque minuti di combattimento e che, sorpresa!, doveva salvargli le chiappe. Puntò il legno sul terreno sotto Luther (Lex) lanciando un «defodio» nella speranza che la terra si aprisse sotto i suoi piedi e il pelato precipitasse nella voragine, almeno così non Archibald sarebbe stato libero dalla sua influenza.
    akelei elair beaumont
    In her heart
    there's a hole
    There's a black mark
    on her soul
    Ask me no questions
    I will tell you no lies
    Careful what you wish for
    former slytherin / egaisson
    pureblood / telekinesis
    1992's / 1994's
    akelei beaumont-halvorsen


    -- ake + arci difendono ake (carl): frastornum
    -- ake attacca carl: cerca di ferirlo sul torace con la tomahawk
    -- ake + dom difendono arci (luther): defodio
     
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    DIFESA AKELEI (arci + ake): 15 + 11 = 26 pd (+13 pa)
    ATTACCO SU CARL (ake): 10 + 13 = 23 pa. DIFESA CARL: 10 pd (-13 ps)
    Carl non riesce a schivare in tempo l'attacco, ed il tomahawk apre una grande lacerazione sul suo petto.

    DIFESA ARCHIBALD (dom + ake): 8 + 13 = 21 pd (+4 pd)
    ATTACCO SU LUTHER (arci): 3 + 4 = 7 pa. DIFESA LUTHER: 8 pd.
    Luther scatta rapidamente all'indietro, evitando la tua offensiva senza farsi un graffio.

    ARCI: approfittando della vicinanza, Luther cerca di colpirti con la mitraglietta in testa.
    AKE: Carl prende una freccia e mira alla tua spalla sinistra, prima di fare fuoco.
     
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    Sarebbe stato sciocco dire che Callie avesse capito qualcosa di ciò che le stava accadendo intorno. E per Cecilia era davvero bello potersi saltare tutta la parte delle spiegazioni grazie ai suoi pg dementi che tanto a riguardo non capivano nulla.
    La mente della ragazza captò solo i punti più calienti: prima era lì ad ammirare i suoi bis nonni, e notare la somiglianza sciokkante con Jade, poi booom era sparito tutto per lasciar spazio ad altre persone sconosciute.
    Abbiamo un piano per eliminarlo e voi ne fate parte» Non aveva ben capito chi dovessero eliminare, ma nel dubbio «YAAAAA!»
    E si sentì un po’ come Alice nel paese delle meraviglie – quel film vecchio almeno di cent’anni, che aveva rivisto in cassetta usando un vecchio aggeggio della nonna chiamato videoregistratore - a passare attraverso quello specchio.

    «ma…cavolo pure quella è la bisonna Jade!» Pazzesco, l’aveva vista qualche attimo prima ed era diversissima da come appariva in quel momento. Ma del resto, un sacco di altre persone sembravano diverse. Il concetto di universo alternativo era complesso per la ragazza da comprendere. «UUH c’è pure il bisnonno Euge!!» Callie era un po’ come una bambina per la prima volta in un negozio di caramelle: le sembrava tutto così bello. Anche se quel mondo in cui erano stati catapultati era così strano!
    Ma le avevano insegnato sempre che strano non equivaleva a brutto: e così decise di prendere quella situazione con filosofia (quale) e cercare di ricavarne il meglio. «Leonard? Riporteremo i fari della giustiziah» Sia eticamente che concretamente #cosa

    «Leonard?? » Il povero Hamilton era l’unico a doversi sorbire la ragazza: non aveva abbastanza coraggio, Callie, per andare a molestare gli avi – o meglio, non ancora - e gli altri..meh, non avevano certamente facce amichevoli. O almeno, non tutti. «Non ero mai entrata ad Hogwarts, sembra bella! » I pochi anni di scuola che aveva frequentato la Beech erano stati a Beauxbatons ma meh, togliendo la bellezza delle fanciulle francesi, non ci aveva mai trovato qualcosa di così carino.
    «è solo un po’…buia » Ma di quello non se ne preoccupava poi tanto: era BiBiJack lei, un faro di luce in forma vivente. Luce arcobaleno, a dirla tutta: il buio non la spaventava di certo. La bionda ebbe però poco tempo di godersi il paesaggio: i tipi all’ingresso iniziarono ad attaccarli ancor prima di poter cantare una canzoncina tutti insieme. How rude. Allora, chiariamo una cosa: Callie era allenata ad altri tipi di avversari. I kattivi con la K maiuscola per lei erano gli Eats e, insomma, gli Eats: non servivano altre parole per spiegare la sua totale inesperienza nel difendersi o attaccare qualcuno sul serio. Non aveva nemmeno un arma seria! Era corsa in cucina a prendere una delle padelle di Jamie senza nemmeno chieder il permesso e quando, arrivati al Ricovero, si era ritrovata con tutte quelle armi vere davanti [«cavoli ma questi sono..pericolosi! »] aveva iniziato a capire di esser in una situazione scomoda. Ed avrebbe voluto lasciare lì la padella dell’Hamilton ma, insomma…non poteva!! Era una ragazza che seguiva le leggi, lei, e da brava cittadina gliel’avrebbe riportata a casa una volta tornati.
    E quindi…uno si adatta con ciò che ha, no? Così Callie, al grido di «PER LA GIUSTIZIAH! » per prima cosa avrebbe tentato di salvare una ragazza – molto bella per la cronaca, la Beech se le sceglie bene le persone da soccorrere - poco distante da lei dando una padellata alla mano del tipo kattivo, provando a colpirgli il bastone ed allontanarlo dalla fanciulla indifesa #wat Non ebbe però il tempo di parlarci, o presentarsi come era giusto fare tra persone educate (???) perché la sua attenzione fu attirata da un nuovo tizio che stava chiaramente provando a far del male al suo capo. Non era a portata di padella, e così la Beech fu costretta a ricorrere ai suoi poteri per tentare di salvare la situazione. «Boooss ci penso io!! » e così avrebbe provato a creare una barriera di luce difensiva intorno a Leonard, con la speranza di bloccare quella tortura per le sue orecchie: se gli si spaccavano i timpani poi che gusto c’era per Callie a fare il suono della sirena sul tettuccio della sua macchina??? Perdeva tutto il divertimento.
    Infine, la ragazza avrebbe provato a dare una padellata in testa al tipo che pochi attimi prima aveva cercato (e ci era riuscito?) a colpirla al fianco.
    Dai, una padella era decisamente un’arma più figa e allegra che qualunque altra presente in quella stanza. E poi lei poteva farla brillare con i colori dell’arcobaleno!
    Non c'erano paragoni.
    calliope blue beech
    We've been meteoric,
    even before this
    Burns half as long
    when it's twice as bright
    Running out of air
    buried in a sadness
    Want a way out
    of this paralyzing world
    2118 ≫ 2018
    15y/o ≫ 18y/o
    lumokinesis ≫ smartass
    amalie shapherd


    combo difesa con agatha per agatha:
    padellata sulla mano di Sage

    combo difesa con leonard per leonard:
    barriera di luce tra lui ed il tizio che lo attacca

    attacco su Thecab:
    padellata in testa
     
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    ~ Crazy as the life ~

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    Nicole Keira Thompson
    Era lì con sguardo perso e senza espressione a fissare un palazzone lugubre che era il Quartier Generale, la loro base prima di scendere in campo.
    Mentre si cambiava la sua mente tornó a qualche mese prima quando era iniziato tutto così, vestiti puliti e tutti uguali, armi e dei comandi da seguire, uccidere e cercare di non morire invano.
    C’era uno specchio lontano nella parete poco distante, ma non si guardò, non ci provò neanche, sarebbe stato troppo reale e doloroso rivedersi così, di nuovo.
    Si sistemò i capelli in una coda stretta nella nuca per poi passare al reparto armi, un reparto famigliare e vividi nei suoi ricordi.
    Non si guardò troppo intorno, prese una rivoltella dalla fila di pistole tutte vicine, arma piccola e leggera che poteva mettere ovunque, la guardò ancora un momento per poi metterla nella cintura delle armi.
    Sospiró. Era come rivivere la storia due volte, quando sarebbe finita?
    Gli spiegarono cosa avrebbero dovuto fare dato che li divisero in tre gruppi differenti, sentì parole distinte, Hogwarts, evacuazione, studenti.
    Sarebbero dovuti andare a scuola e evacuare quanti piu possibile perché sarebbe stato quello il campo di battaglia.
    Non sembrava difficile, ma sapeva che ci sarebbe stato qualcosa o qualcuno a fermarli, se lo sentiva nelle ossa e nel modo in cui tutti si guardavano tutti spaesati con i cuori a mille nel petto.
    Aveva anche dovuto fare un voto infrangibile con uno sconosciuto, Sherman si chiamava.
    Era molto più grande di lei e già non gli piaceva, ma non doveva averci nulla a che fare alla fine, doveva solo evitare che la sua pistola casualmente gli andasse sulla testa e premesse per sbaglio il grilletto in caso l’avesse fatta arrabbiare -cosa probabile-
    Mentre iniziavano a sparire tutti dentro i tre portali vide Alec con il suo arco e le frecce sulle spalle con sguardo incerto.
    Gli andò incontro e gli mise una mano sulla spalla per farlo voltare e forse spaventare (?), perché alla fine anche se non voleva ammetterlo avere Alec vicino a lei le dava conforto e un po’ di pace interiore.
    Ne avevano passate tante da quando si erano conosciuti e si erano dati forza per superare quelle avversità che erano la solitudine e la tristezza, la rabbia e la paura.
    Nelle ultime settimane nel futuro erano stati quasi sempre insieme a cercare di passare il tempo il meglio possibile e si erano quasi fatti ammazzare anche #wat, ma dettagli.
    Era felice che ci fosse lui lì in quel momento, non lo avrebbe mai detto perché non sarebbe stato da lei, Nicole non diceva cose dolci e affettuose, mai.
    Pronto per far sì che la storia si ripeta? disse con un sorriso piccolo e tirato sul suo volto stanco e stremato da quella storia.
    Avevano combattuto già insieme e sapeva che si sarebbe ripetuto, ma la speranza era l’ultima a morire - se non era già morta - #wat.
    Che qualcuno ce la mandi buona disse più a se stessa che a qualcuno in particolare prima di entrare nel portale e ritrovarsi a Hogwarts.
    Faceva quasi male a vederla lì ora davanti a lei, per un attimo pensó alla sua stanza e che forse se fosse entrata sarebbe potuto tornare tutto normale, le lezioni, la sala delle torture, la casa del padre nelle festività...tempi lontani ormai anni luce per lei.
    Ti ricorda qualcosa questo posto? disse verso ad Alec che era di fianco a lei che guardava davanti a se.
    Entrarono e subito si accorsero che qualcosa non andava, si sentiva nell’aria e nel modo in cui il silenzio era troppo assordante per le orecchie, ai lati della strada roghi e dentro si intravedevano casacche delle varie case. Trappola.
    Ad un tratto in lontananza studenti, professori e assistenti si pararono davanti alla scuola per non farli passare, i volti senza espressione e tutti armati.
    Prese la bacchetta e la strinse forte, quel contatto la fece rasserenare perché l’aveva fin ora sempre salvata dalla morte certa.
    Guardò un attimo Alec e anche lui era pronto, o almeno così sembrava.
    In un attimo e come un flashback ecco la guerra infuocare tutta intorno senza pietà, armi che cozzavano, urla nell’aria, sangue e dolore. Ancora per l’ennesima volta Nicole si lanciò nella mischia.
    Vide Alec in lontananza diventare viola in volto perché una strega lo stava soffocando con il pensiero, corse verso di lui il più velocemente possibile e gridò puntando la bacchetta verso di lei, eartic glacei sperando che la prendesse in pieno e così ferendola come tanti proiettili, anche se in realtà è ghiaccio appuntito.
    Tutto bene? chiese andandogli incontro vedendolo ancora abbastanza provato e rosso.
    Ad un tratto vide davanti a se un fantasma andarle incontro in modo minaccioso da una strega che con un semplice movimento del capo lo aveva spedito verso di lei.
    Acqua eructo disse puntando la bacchetta verso la strega che le stava addosso, sperando così che il fantasma si dissolvesse o se ne andasse, lasciandola disorientata.
    In seguito avrebbe stretto i pugni lungo i fianchi perché la rabbia - per tutto quello che aveva perso più volte e che continuava a perdere, il fatto di non vedere suo padre da troppo, di non essere nel posto giusto al momento giusto, di rivivere tutto questo come un incubo continuo- le avrebbe fatto prendere la pistola tra le mani e l’avrebbe puntata contro Anne verso il petto, vicino al cuore e senza pensarci due volte uno sparo e diede fuoco sperando almeno di prenderla di poco per ferirla.
    Crepa bastarda disse fregandosene se era una studentessa e se tutti loro non avevano colpa, ma lei doveva tornare a casa, vivere e non poteva lasciare che qualcuno la trattenesse lì per sempre, se non erano con lei erano contro di lei.

    Neutrale
    16 Y.O
    Animago
    Corvonero
    È necessario morire
    per rinascere senza paura


    DIFESA COMBO per ALEC: (Nicole + Alec) lancia “eartic glacei” sperando di prendere la strega che lo sta soffocando
    DIFESA COMBO per NICOLE: (Alec + Nicole) lancia “acqua eructo” sperando di disorientarla e di farle perdere il controllo del fantasma
    ATTACCO ANNE: (Nicole) spara un colpo di pistola in direzione del suo petto
     
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    Porca paletta che freddo! Agatha scattò all’improvviso, portando i palmi sotto le ascelle alla ricerca di una quante fonte di calore, come le aveva insegnato la madre. All’inizio, quando aveva scoperto che proprio quello era uno dei punto più caldi del proprio corpo ella aveva storto il naso, troppo schizzinosa per pensare di voler spalmare i propri palmi laddove puzzava di più. Eppure non avrebbe potuto fare altrimenti, non in quell’occasione almeno, vista la maglietta di cotone a maniche corte che aveva indosso e la fastidiosa pelle d’oca che aveva cominciato a camminarle sulle braccia. Si guardò intorno più che spaesata, guardando prima i propri piedi, poi ciò che la circondava, poi le persone che aveva intorno. Di quello strano specchio non ve n’era più neanche l’ombra, così come della luce diurna o della catapecchia: vi era solo un dannato buio, denso e fastidiosamente nero. Di quel nero che ti risucchia, che ti penetra prima nelle viscere, poi nelle ossa, e ti fa dimenticare perché hai voluto in primis cacciarti in una situazione simile. Guardò a sinistra ed incontrò Wood. AH WOOD, BEL WOOD, INTELLIGENTE WOOD. La chioma, il sorriso, l’espressione da ‘pazza isterica non mi fissare così’ che gli aveva rivolto l’ultima volta che si erano ritrovati da soli. Agatha lo aveva seguito per così tanto tempo, lo aveva osservato lavorare da dietro il cavallo del padre per giorni, fingendo di spazzolarlo o di nutrirlo (poraccio era pure ingrassato); poi un giorno era caduta casualmente in terra e lui da vero cavaliere l’aveva salvata. Amore a prima vista oserei quasi dire. I piedi andavano da soli, mentre scrutava un po’ troppo esplicitamente la figura di quel ragazzo che quella sera non le aveva ancora rivolto la parola. Ma perché non gli parlava? Perché non l’aveva salutata? Aveva per caso qualcosa fra i denti? O forse non era abbastanza bella? E se pensava fosse stupida? O che avesse un alito cattivo? Alitò sul palmo ed annusò il proprio respiro, ma l’unico odore che riuscì a captare fu quello dell’ascella toccata precedente (you savage). Tornò con i piedi per terra, per modo di dire, quando un enorme castello apparì nel suo campo visivo. Sapeva cosa fosse un castello, certo, ma non ne aveva mai visto uno, figurarsi trovarselo davanti. Si fermò inclinando la testa, chiedendosi sul serio cosa ci facesse lì, con una padella fra le mani ed una gonna forse un po’ troppo fuori moda (visto l’abbigliamento altrui). Don’t panic Agatha ne uscirai viva. Don’t panic Agatha ne uscirai viva. Don’t panic Agatha ne uscirai viva. Don’t panic Agatha ne uscirai viva. Ripeterselo più volte aveva un certo effetto positivo, un po’ come quando sbuffi nel sacchetto di carta ed il battito cardiaco torna ad avere una frequenza più o meno normale. “Ma tu” una voce femminile interruppe quel suo assai complesso flusso di pensieri “Nonna?” Mezza piroetta su sé stessa ed una tipa decisamente bassa dai capelli corti e scuri le si piazzò davanti “Ma sei una figa spaventosa!!!” le sussurrò all’orecchio, consapevole che forse quello non era il momento più adatto per un commento del genere. Il problema era che i Walsh, AU, non AU, 1918, 2018, o 508320483294 sempre svitati erano. Agatha non cambiò la propria espressione facciale neanche per un secondo, tenendo la vecchia padella stretta al petto e lasciando che il proprio sguardo vagasse dalla ragazza a Wood/Aidan “Giuro che non sono sua nonna” mimò con le labbra nella sua direzione, troppo spaventata dall’idea che potesse pensare fosse una vecchia #wat Ophelia dal canto suo aveva visto la donna decisamente più avanti con l’età, anzi, l’aveva vista solo in foto ad esser sinceri, ma vedere tutti tipi uguali interagire fra loro l’aveva portata a fare due più due. A) non poteva trattarsi di un qualche strano film dove i sosia si sarebbero sfidati a vicenda per vedere chi dei due sopravviveva, perché lei, Ophelia, di sua sosia non ne vedeva, B) quando uno è figo è un Walsh per forza. Ciancio alle bande si ritrovarono circondati da individui strani, quindi quell’inquietante processione verso l’ignoto era stata bruscamente interrotta da uno scenario a dir poco raccapricciante. Ophelia la guardava come si guarda l’ultima pizzetta rimasta sul tavolo, senza dire niente, così. Allungò entrambe le braccia in direzione del suo volto, come per toccarlo e vedere se fosse effettivamente reale, poi però qualcuno urlò ed incantesimi random cominciarono ad illuminare il cielo notturno. Ophelia si accucciò su sé stessa, imprecando contro chiunque la circondasse. Agatha ringraziò il cielo di essere nata con i riflessi pronti, sedendosi per terra ed usando la padella come cappello, giusto per avere un sentore di protezione. Presa dall’adrenalina del momento, Ophelia si sarebbe alzata, tenendo stretto il fucile con entrambi i palmi. Si sarebbe fatta largo fra folla, alla ricerca di Cillian fra tutti quei corpi per di più sconosciuti, arrivando però alla conclusione che probabilmente si sarebbero rincontrati dopo visto il caos regnante. L’attenzione di Ophelia sarebbe stata attratta da una voce femminile, arida e diabolica, la quale proprietaria impugnava un- cos’era? Tubo dei pompieri? Avrebbe impugnato il fucile, priva di timori e smossa da un’irrefrenabile rabbia, avrebbe preso la mira e le avrebbe sparato, lì, dritto alle gambe così da farla cadere. Dal canto suo, Agatha sarebbe rimasta lì per un po’, lasciando che la cattiveria ribollisse dentro di sé e le desse la carica necessaria per voler spaccare tutto. Poi avrebbe avvertito un urlo e avrebbe visto Callie assalire un tipo strambo con una padella. HEY AVEVA LA SUA STESSA PADELLA, DOVEVA ESSERE SIMPATICA. Non appena l’avrebbe sorpassata, Agatha si sarebbe alzata e le sarebbe corsa dietro, sbattendo con tutta la forza che aveva in corpo l’arma sulla nuca del suo aggressore.
    Agatha Walsh
    one banana, two bananas, three bananas
    too smart to care
    yolo
    female power
    vi asfarto tutti
    Ophelia Turner


    difesa combo con aidan: ophelia spara a nadia
    attacco su sage: padellata dietro la testa
     
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    «Deluso?» Gli girava attorno come un critico d'arti plastiche, sopracciglia corrugate in un misto di vago, distaccato interesse e acuta perplessità; lo guardò fermarsi, infine, piegare appena il capo di lato e sospirare, definitivo.
    Deluso non era necessariamente il termine giusto: fece schioccare la lingua contro il palato, Cillian, prima di pronunciare un «disgustato» con la stessa leggerezza di chi aveva appena commentato il meteo; e il Gallagher non poté far altro che portare la testa indietro e lasciarsi andare a una risata prettamente finta, più sorpreso che offeso da quell'affermazione. Dopotutto lui s'aspettava quasi di trovarsi faccia a faccia con un figlio dei fiori dedito alla ricerca della pace nell'universo, non a una versione migliorata della sua persona.
    Perché di fatto quello era: il Giovane Favoloso Lestrange (un cognome come un altro, si era detto, nel tentativo disperato di distrarre la mente da quell'informazione improvvisa ed evitare consequenzialmente che il suo umore, già di per sé altalenante, non scivolasse nel baratro una volta per tutte) portava i capelli all'altezza delle spalle, in onde sciolte e precise come quelle di una qualsiasi bambola in porcellana; il verde inteso degli occhi era screziato d'ambra, privo di quelle ombre che Aidan si portava dietro come cicatrici, testimoni di traumi messi da parte per questione d'orgoglio e insofferenza e mai portati a una soluzione. Era un po' come guardarsi a uno specchio fornito di filtri illusori, insomma – o affacciarsi in quello di Grimilde, in base ai punti di vista.
    Non aveva trovato il coraggio di chiedergli chi fosse esattamente; preferiva non sapere altro, il Grifone, che, non senza una pausa d'esitazione, si decise finalmente a porgere il palmo in direzione dell'intruso – questi, di tutta risposta, arricciò un labbro e lo fissò pensieroso: chiaramente la poca fiducia nel prossimo era un altro punto in comune. «Una mossa fuori posto, amichetto, e appena ne ho l'occasione–» e puntò l'indice contro la tempia, mimando col pollice il movimento del grilletto che veniva azionato, un pow sussurrato a fior di labbra, «ti faccio saltare il cervello a costo della mia stessa vita.»
    Beh.
    Temerario.
    Inutile dire che quasi non ritirò la mano, chiedendosi perché proprio a lui doveva capitare il pazzo omicida con tendenze autolesioniste, ma prima ancora che potesse anche solo pronunciarsi in merito si sentì afferrare dalle dita fredde del Lestrange, il quale, almeno, sembrava essere improvvisamente più interessato al Suggello che al suo (terrorizzato) alter ego (in piena crisi di panico).

    «Oh, chéri Un sorriso da squalo, quello dell'empatico. Aveva preferito voltare le spalle alla scena pietosa degli addii – tutto fuorché necessari, per uno come lui che quel bisogno d'attenzioni reciproche non l'aveva mai capito veramente. Era sempre stato un solitario, Cillian, il genere di persona che preferisce proseguire per la propria strada senza intoppi nel tragitto; paradossalmente, nonostante la sua natura suggerisse una certa esperienza in fatto di sentimenti, la sua breve vita ne era stata perlopiù priva. E meglio così, certo: infondo manco gli dispiaceva così tanto, quel tripudio di emozioni, considerando che riusciva nell'unico intento di renderli più semplici da manipolare a suo piacimento. Whoops?
    Li aveva lasciati fare, quindi, puntando invece gli smeraldi sul povero, povero ragazzo che sembrava sull'orlo di un crollo emotivo. Carne debole, il Baudelaire, dopotutto; s'era quasi dispiaciuto nel constatare che da qualche parte nel Multiverso esistesse una sua copia ancor meno utile al Grande Schema Delle Cose. Davvero un'esistenza patetica in tutto e per tutto, ah. «Tu as été maudit.» Non troppo lontano dalla realtà, siamo sinceri; chiaramente il suo doppio non era particolarmente sveglio o certe cancrene le avrebbe evitate, ma non si può avere tutto dalla vita – e così, afferrando il cretino assegnatogli dal destino crudele e separandolo senza troppi complimenti dagli artigli infernali del Dominique dei poveri, esclamò un «en effet, ta vie est un surplus de malchance!», il palmo della mancina in aria in segno di saluto al francese, così da poterlo lasciare finalmente solo soletto col suo nuovo amico del cuore.

    Ricordava che al suo primo anno ad Hogwarts, passando di fronte all'ufficio del preside, la vista delle statue imponenti dei gargoyle l'aveva spaventato al punto da convincerlo a non passare più per quello specifico corridoio, preferendo di gran lunga svegliarsi mezz'ora prima per fare strade secondarie che gli avrebbero permesso di raggiungere l'aula d'incantesimi senza che questi lo giudicassero con i loro enormi occhi marmorei. La cosa era diventata talmente problematica che, durante le vacanze invernali, sua nonna aveva deciso che l'unico modo per convincerlo a comportarsi in una maniera che rasentasse il consono era tramite velate (ma neanche troppo) minacce che come costante avevano apparizioni di creature indemoniate nella sua camera. E Aidan, munito di una scorta infinita di fantasia e immaturità, e che a malapena reggeva la vista delle teste elfiche appese ai muri di casa di suo zio Percival, aveva sempre preferito non rischiare.
    Da prefetto, invece, gli era capitato di accompagnare ragazzini con pustole pre-adolescenziali in sala torture, lì per scontare pene che avrebbero potuto benissimo evitare col docente giusto; e con lo sguardo basso e il passo rapido, aveva voltato le spalle alla scena prima che le urla potessero diventare troppo alte.
    Di certo non ricordava, però, di aver mai assistito a uno spettacolo simile.
    «Che, uh,» grattò con l'indice sul sopracciglio, le palpebre serrate nel probabile intento di rimuovere dalla memoria le immagini dei mucchi di cadaveri bruciati, «benvenuto caloroso.» Una battuta pessima, viste le circostanze? Probabile. Gli interessava? Non necessariamente.
    «Hey, Red Hot Chi–» «Cillian» «..li Pepper, non senti, che so, presenze?» Il ragazzo gli rivolse uno sguardo deadpan, il chiaro bisogno di urlare ai cieli evidente nella mandibola contratta – e okay, forse il Baudelaire non era l'unico sfigato con il compagno disagiato – e lo sguardo esasperato. Eppure Aidan sentiva davvero presenze oscure: gli stavano per caso lanciando macumbe alle spalle? La bodiotta entusiasta che aveva provato a saltargli addosso stava pianificando un nuovo attacco? O forse era la schiera di studenti e docenti che li volevano palesemente morti? Chi lo sa, nel dubbio un Aidan previdente avrebbe fatto un passo verso la sua destra, tallone ben puntato contro la pavimentazione per far catapultare a terra la donna che voleva trasformarlo in un bellissimo albero umano – e Aidan, il quale chiaramente non era d'accordo, avrebbe quindi puntato la bacchetta sulla sconosciuta, un «soffuco» già sulla punta della lingua.
    Tutto ciò, ovviamente, mentre un Cillian all'apparenza già stanco di vivere si buttava nella folla per.. fare cosa? Assottigliò lo sguardo, cercando di decifrare i movimenti del suo Io alternativo, chiaramente più rilassato in quel bagno di sangue di quanto lo sarebbe mai stato lui. E insomma, il ragazzo era un Corvo non per nulla – l'avrebbe quindi osservato mentre questi, con la grazia di un treno merci, scaraventava Dana la puttana che ritorna sempre una tizia qualunque a terra per potersi limonare – sì.
    «Cosa» e batté le palpebre, cercando di comprendere perché, come, QUANDO, «cazzo» e quella era senza un fucking dubbio la copia spiccicata della sua migliore amica – la sua migliore amica – con la lingua in gola al suo fratello gemello di un universo parallelo – il suo fratello gemello vabbhè avete capito – nel bel mezzo di un campo di battaglia. Cosa... cosa?
    Annuì lento, cercando quantomeno di fingere che la cosa non lo divertisse più del dovuto; a quei racconti Maple non sarebbe sopravvissuta, ne era certo.
    aidan kenneth gallagher
    I'm a phoney, I'm a fake
    A fraud, a snake
    Gimme all your love
    so I can fill you up
    with hate
    I'm a liar, I'm a cheat,
    A leech, a thief
    The outside looks no good
    and there ain't
    nothing underneath
    ravenclaw headboy
    Empathy & pheromone manip
    my heart melted yesterday
    cillian edward lestrange


    difesa:
    aidan + ophelia per aidan: fa lo sgambetto easy a nadia
    cillian + raymond per raymond: scaraventa a terra (?) dana

    attacco
    aidan su nadia: incanto di soffocamento
    CITAZIONE
    Formula: Soffuco. delle corde invisibili si stringeranno attorno alla gola dell'avversario, provocandogli delle bruciature a livello della giugulare ed un vero e proprio senso di soffocamento.. Il colore del fascio di luce è arancione.

    gùgol lia transleit
    1 oh, caro, sei (stato) maledetto
    2 di fatti/effettivamente, la tua vita è proprio un'...eccedenza di sfiga #daje
     
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    Non aveva ascoltato nemmeno una singola parola del discorso che era stato fatto a tutti i presenti, sapeva solamente che erano stati formati dei gruppi e che sarebbero stati mandati a combattere, quella era l'unica ragione per la quale lui era lì, quella che conosceva da tempo, la guerra. O forse no, forse c'era qualcos'altro che al momento non ricordava, forse c'era qualcosa di più importante, perché era lì?. Ah, se solo sua moglie, la dolce Linda, fosse stata con lui, avrebbe potuto sicuramente supportarlo, ricordandogli minuziosamente ogni particolare, ogni singolo movimento, per ogni azione lei aveva sempre qualcosa da ridire, qualcosa che lei avrebbe fatto meglio, ah Linda, dolce Linda.. bagascia, era sempre pronta a correggerlo dove lui sbagliava, ma lui non sbagliava mai, era ovvio, come poteva sbagliare lui che ne aveva vista una più del diavolo?.
    Le parole ronzavano nella sua testa, formando una matassa inconcepibile, e già, non aveva proprio sentito nulla, anche perché era da qualche anno che le sue orecchie cileccavano almeno una parola su tre.
    Ma l'unica parola che risuonava forte nella sua testa, era guerra, ah la guerra, la guerra non cambiava mai, era la sua unica ragione di vita, era praticamente la sua droga, aveva partecipato a qualsiasi combattimento e non smetteva mai di arruolarsi a caso, anche dove non c'era bisogno, così tanto per sparare a random.
    E lo stesso stava avvenendo in quel preciso istante, era una guerra utile? Non lo era? Boh, non ne aveva idea, forse sì, ma non lo ricordava affatto, l'alzheimer era davvero affascinante. Beh se solo sua moglie Anna fosse stata al suo fianco, di certo sarebbe stato diverso, Raymond avrebbe tirato fuori la foto di quando erano due giovani innamorati per rincuorarsi, ma aveva ben pensato di lasciarla a casa, o la foto o il sigaro, aveva due mani, non è che poteva portare proprio tutto.
    I gruppi furono divisi e a lui toccò la roccaforte di Hoguorts, Holworts, qualcosa di simile, una scuola insomma, ma lui non ricordava di esserci mai stato, Raymond non aveva avuto un'infanzia semplice, cresciuto a cattiverie e brutte parole, tirato su a pane e schiaffi, era già troppo ricordarsi se avesse mai terminato le elementari, figurarsi di quella cosa.
    Ad ogni modo, tutto questo lo entusiasmava, lo ringiovaniva di almeno trent'anni, ricordava dei bei tempi di Gerusalemme e delle guerre puniche, dannati australiani, gli avevano quasi tranciato le labbra in quello scontro e poi come avrebbe sorretto il suo sigaro? Si sarebbe fatto un buco al collo, ma allora Dolores, sua moglie, avrebbe avuto da ridire perché avrebbe dovuto tagliarsi la barba ogni mattina, dannata seccatrice, lo aveva sposato solo per i soldi.
    Mentre imbracciava la sua arma preferita, guardava i suoi compagni, giovani, inesperti, inadatti, braccia sacrificali, la guerra era dura, non lasciava nessuno in disparte, non erano pronti, ma di sicuro sarebbe stata una bella esperienza per tutti, la prima guerra non si scorda mai, e di certo la cosa positiva era che nel più roseo dei casi sarebbero tornati con un arto mutilato, Raymond era sicuro che quello era il motivo per il quale si erano arruolati, l'arto mutilato aveva pur sempre il suo fascino.
    Certo che erano davvero strani quelli del futuro, anche se non ci credeva poi così tanto, Raymond era ingenuo, sì, credulone probabilmente, qualcuno avrebbe osato dire che da qualche anno non aveva tutte le rotelle al proprio posto, ma di certo non avrebbe mai mangiato una pizza con dell'ananas sopra, ah no quella era un'altra cosa.. si diceva, di certo non avrebbe creduto a quella stronzata del futuro, era furbo per diamine e sapeva che quella era tutta una macchinazione dei messicani, dannato Lutero, non si sarebbe lasciato fregare un'altra volta come a quella bisca clandestina di poker, lo sapeva che lui e Manzoni gli remavano contro.
    Futuro, bah, di certo quelle persone erano davvero particolari, squadrò la tizia che per qualche strana ragione gli stava sempre vicino, quella Carrie Krueger, ne aveva conosciuti di Krueger, generazioni di becchini morti suicidi e lei non li rispecchiava minimamente, non credeva fosse una loro discendente; che tipa strana, l'avrebbe descritta come la cosa più rosa che lui avesse mai visto, usava termini strani e tante, troppe smancerie , sicuramente quel braccio fasciato di cerotti era un po' inusuale e soprattutto, perché aveva voluto stringergli la mano con un guanto? Non aveva mica la lebbra come sua moglie Mary, ah dolce Mary, sfortunatamente era guarita da quel morbo mortale.
    Ma la cosa che più lo faceva triggerare degli abitanti del "futuro", erano le donne, donne e guerra, era loro concesso questo privilegio? E da quando?? Non si sarebbe espresso ma le squadrava, ognuna di loro, con sguardo schifato e arricciando le labbra, facendo raggrinzire le sue rughe temprate sul suo volto, che storia, che delusione, l'unico posto per loro era la cucina, come faceva sua moglie Mariangela, sempre in cucina a preparare le sue cose, quel buon odore che proveniva da quel piccolo antro dove lei era rinchiusa mentre lui era a tavola, aspettando con ansia, chissà cosa stava preparando di buono, con le sue docili mani, ma certo!, minestrone, come ogni sera, non avrebbe disprezzato che ci finisse un suo dito per condire quella brodaglia di legumi che cucinava, sperava ogni volta che gli potesse andare di traverso.
    Erano pronti? Ah si, giusto, la guerra, ecco perché era finito lì, avevano finito con tutto quel parlottare, sigaro in bocca, un'ultima mangiucchiata del mozzicone amaro che alle sue papille scintillava come dolce nettare.
    Un lampo, un vortice, magia, in un attimo si ritrovarono di fronte alla roccaforte da espugnare, sentiva il ronzio degli spari, le grida di aiuto, in un secondo si gettò a terra e prese a strisciare urlando:-In trinceaaa!!-, solo dopo qualche secondo si accorse di potersi rialzare e che non ci fosse una trincea, non c'era alcun bisogno di un qualcosa di simile, ma come diamine combattevano nel futuro??.
    Lo scontro era iniziato e subito vide una donna dirigersi verso lui con un'arma strana, un'arma da musi gialli, sputò tra sé e sé valutando lo stile di combattimento, dannati americani, gliel'avrebbero pagata cara.
    Con la sua fedele doppietta tentò di sparare alle gambe della donna, fermando quell'eresia, folle bastarda, avrebbe posto fine alla sua vita con piacere, dopo aver sparato il primo colpo alle gambe, avrebbe rialzato il fucile e mirando verso il suo petto avrebbe fatto fuoco, con l'altro colpo che aveva in canna, la guerra, che bello.
    Mentre avrebbe cercato i colpi per ricaricare la sua arma, contando sul fatto che la sua mira non avrebbe fallito, avrebbe mirato ad un altro nemico, uno che stava tentando di mettere fuori gioco un suo alleato, si sarebbe diretto verso di lui e gli avrebbe piantato il manico nello stomaco per dissuadere il suo attacco.
    Raymond Jenkins
    War. War never changes
    Pink it´s my new obsession
    1918/ au
    72 yo/ sweet 19
    reduce/ cute
    Carrie Krueger


    combo difesa x raymond: cillian+raymond, sparo sulle gambe
    combo difesa x callie: raymond +leo, va verso di lui e manico di fucile sullo stomaco
    attacco su dana: sparo sul petto
     
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    Non aveva pensato Alec alle conseguenze del toccare lo specchio magico, non ci aveva pensato affatto quando il volto di sua sorella aveva fatto capolino al di là della superficie trasparente, si era avvicinato inconsciamente pensando che forse quel minimo gesto l'avrebbe riportato nella sua epoca, dai suoi affetti. Ma non aveva messo in conto che ciò che li legava si sarebbe spezzato ancora una volta e si era ritrovato a vedere svanire io volto della sorella senza neanche poterla salutare. Il portale o quello che era si era chiuso, forse perché la magia dello specchio si era esaurita. I don't know.
    Quello che proprio non aveva calcolato era veder comparire da un portale apertosi all'improvviso degli estranei non così estranei. Ma che diav... le parole gli morirono in gola mentre osservava affascinato lo scambio di battute più bizzarro della storia. Di tutta quella storia aveva capito solamente che era successo un casino spazio-temporale, non che ne fosse poi tanto sorpreso. In fondo dei conti dovevano aspettatelo un risvolto così, il problema erano le implicazioni di quella piega che il mondo aveva preso, no gli andavano molto a genio. Ma su una cosa sembravano tutti concordare: dovevano tornare nella propria epoca. È questo aveva gettato la base per una solida relazione di aiuto e rispetto reciproco.

    Wooh inciampò il mago stralunato prima di rendersi conto che l'ambiente circostante era cambiato. Quello che una volta era stato uno spazioso bagno con le piastrelle ancora impolverate, ora era Carrow's District. Ma non ci aveva pensato molto. Non ci aveva pensato mentre si faceva largo tra i passanti. Non ci aveva pensato mentre attraversavano lo zoo e raggiungevano il quartier generale.
    Non ci aveva pensato.
    Il quartier generale non era ciò che aspettava ma tutto sommato nulla di ciò che aveva visto era qualcosa che si sarebbe aspettato. Si era cambiato indossando qualcosa che gli era stato offerto, un semplice paio di jeans neri ed una maglietta a maniche corte del medesimo colore, una giacca di pelle a coprire le braccia nude.
    Gli assomigli proprio come scu... Oh si bloccò con la bocca semiaperta in un perfetto cerchio e gli occhi fuori dalle orbite. Diana. Diana Lowell, ma questo lo sai già immagino. Sei mio fratello anche nella tua dimensione giusta? lo sei, solo... Lowell? Questa mi giunge nuova sono sicura sia una storia interessante ma ai grandi capi non piacciono le chiacchiere la situazione non è delle migliori
    L'incontro con Diana era stato assurdo ma gli aveva riempito il cuore di gioia. Sapere che esisteva ed era sua sorella anche in quella situazione era confortante in un certo senso. Si mosse verso la seconda stanza, la stanza delle armi ed ancora sua sorella si trovava lì. E lui non aveva esitato a stringere un Voto Infrangibile con sua sorella perché in ogni universo lei era parte della sua famiglia e lui proteggeva la famiglia. Una frusta, davvero? ridacchiò problemi? chiese la ragazza se adorandolo e lui poté solo scuotere la testa ridendo. Certe cose non cambiavano mai.
    In ogni universo.

    Alec e Diana avevano attraversato uno dei tre portali e ciò che si ritrovò dinnanzi furono i cancelli aperti di Hogwarts. Quanto tempo era passato da quando aveva messo piede in quella scuola l'ultima volta? Davvero troppo.
    Troppi ricordi commentò solamente, Nicole al suo fianco come lo era stata negli ultimi mesi. Mesi in cui lo aveva visto perdere la testa, arrabbiarsi, ridere e soffrire. Mesi che erano stati un collante per i due maghi. Home sweet home commentò la mora al suo fianco, quella frase gli fece capire che forse in quell'universo la vita era stata giusta con lei. Aveva una famiglia, aveva studiato. Grifondoro per la precisione continuò procedendo con cautela oltre i cancelli.
    Che spettacolo macabro
    già, non è sempre stato così lo so, un tempo era un luogo sicuro
    sicuro ripetè ridendo Diana mentre procedevano lasciandosi i roghi alle spalle man mano che li incontravano. Nell'aria si respiravano guai, era tutto così calmo come se in vi vivesse nessuno da una vita ma non era possibile. Non era così. C'era qualcosa di sbagliato ma ancora non riusciva a capire cosa.
    Gli abitanti di Hogwarts si erano fatti trovare dinnanzi al portone d'ingresso, pronti a lottare, pronti a proteggere la loro casa da intrusi. Ma chi erano gli intrusi? Loro?
    Ed il caos prese il sopravvento.
    Aveva incatenato lo sguardo con un mago forse, non sapeva nemmeno come definirli, e per qualche secondo gli era parso di cogliere qualcosa. Voglia di passare dalla loro parte e liberare la scuola? No.
    D'un tratto l'aria parve mancare, non riusciva a distogliere lo sguardo e non riusciva a respirare. Sentiva i suoni della battaglia che imperversava attorno a lui. Alec! urlò la sorella poco distante da lui e quello bastò a fargli riprendere quel poco controllo che gli rimaneva, strinse il pugno attorno ad una freccia che avrebbe conficcato con forza nella propria coscia, quel tanto che bastava per interrompere il controllo esercitato dall'altro. Sono vivo quindi suppongo di sì, grazie scambio uno sguardo con Nicole a seguito del quale avrebbe lanciato un incanto confundus contro il fantasma così da distrarlo ed impedirgli di attaccar Nicole, quanto meno di evitarle grosso danni. Ho uno strano senso di dejavu, tu no? avrebbe chiesto a Nicole e per un attimo, solo per un attimo Beauxbatons sarebbe tornata in superficie.
    Avrebbe poi impugnato arco e fecce, e dopo aver mirato con cura la gamba sinistra del mago, avrebbe scoccato la freccia senza alcun ripensamento. Sapeva riconoscere un nemico quanto lo vedeva.
    alexander "alec" lowell
    Leaving to find my soul
    Told her I had to go
    And I know it ain't pretty
    When our hearts get broke
    Le he contado MI tristeza
    A un par de copas de Ron
    Y me alivia solo un poco mami
    Pero no como tu amor
    1992 • bow and arrow
    1995 • silver whip
    brother & sister in every universe
    upside down: diana lowell


    DIFESA COMBO Alec (con Nicole): si pianta una freccia nella coscia
    DIFESA COMBO Nicole (con Nicole): confundus su fantasma
    ATTACCO Roswell: freccia nella gamba sinistra
     
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    «leonard??» l’uomo volse lo sguardo al proprio fianco, gli occhi color cioccolato a scrutare il profilo della Beech nella penombra della scuola scozzese. «non ero mai entrata ad hogwarts, sembra bella!» aprì la bocca, ispirando aria troppo densa ed appiccicosa, ma non fu in grado di emettere alcun suono per rispondere alla ragazza; la richiuse in uno scatto pregno di stizza prima di riportare la propria attenzione all’ostacolato percorso dinnanzi a loro, ritenendo inutile aggiungere alcunché all’acuta osservazione di lei sul fatto che quel castello fosse solo un po’ buio. Voleva bene a Calliope quasi fosse sua figlia, non più soltanto una tirocinante che gli era stata assegnata mesi addietro al distretto parigino – ed era effettivamente l’unica ragione che l’aveva trattenuto dal seguire suo figlio al Ministero, preferendo piuttosto prendersi la briga di (fare da babysittier ad un branco di marmocchi.) evacuare quanti più studenti possibile da Hogwarts: non voleva perdere Jamie, e soprattutto non in una missione del cazzo alla quale nessuno dei due Hamilton voleva davvero prendere parte, ma il ragazzo aveva tutta la fiducia e la stima che un padre potesse avere nei confronti del proprio figlio e non aveva dubbi riguardo al fatto che se la sarebbe cavata tranquillamente anche senza il genitore a coprirgli le spalle; la bionda, al contrario, lo faceva stare molto più in ansia se lasciata da sola in mezzo a sconosciuti -, ma a volte doveva trattenersi con ogni forza per non prenderla a scoppole sulla base del collo per farla svegliare.
    In quel momento, molto più che in altri precedenti: Hogwarts sembra bella? «bellissima, certo.»
    Morgan santissimo. Scegliere di fare da balia alla giovane era stata una delle migliori scelte che Leonard avesse mai fatto negli ultimi cinque anni: con una padella in mano e l’eccentricità di una sirena della volante della polizia a farle da scudo, non aveva dubbi che si sarebbe fatta sopraffare nei primi dieci minuti di quel tentativo di assedio. Non per colpa sua, nonostante fosse abbastanza certo che sarebbe stata in grado di gettarsi in mezzo alla folla di nemici per inondarli di arcobaleni ed unicorni: nel ventiduesimo secolo, non avevano mai dovuto affrontare cose simili. Persino lui, quarantadue anni di vita, era riuscito a scampare il cinquantennio di guerre magiche che avevano investito il globo intero. Vivevano in un mondo sostanzialmente tranquillo, dove gli unici problemi erano sporadici omicidi di routine e rapine a mano armata nelle banche di quartiere: le grandi battaglie non erano più all’ordine del giorno, di assedi come quello a cui stavano prendendo parte ne avevano sentito solo parlare dietro i banchi di scuola, o dai racconti dei nonni la domenica dopo il pranzo di famiglia.
    La gente del suo tempo, del futuro, era consapevole di quelle guerre, sapeva che doveva essere pronta ad un ritorno di fiamma - ma molti le vivevano come un evento lontano, distante, impossibile a verificarsi.
    Giustamente, oserei dire.
    L’Hamilton si era sempre considerato un combattente, un guerriero pronto per qualsiasi guerra, forgiato da un sangue a scorrere nelle vene che non ammetteva un dissimile pensiero alla propria base. Jameson era un guerriero pronto per quella guerra, William poteva esserlo - ma Callie?
    «ragazzina,» era abituata ad inseguire gli Eat - gli Eat! -, lei. «ascoltami bene.» non distolse lo sguardo dalla banda nemica per un solo istante, accennando un movimento del capo nella loro direzione mentre già iniziavano a muoversi verso di loro. «quelli lì vogliono ucciderti,» così, nudo e crudo, le dita a saggiare il calcio del proprio fucile, pronte a scivolare fino al grilletto al primo passo falso. «quindi cerca di non-»
    «PER LA GIUSTIZIAH!» apposto. Lasciò ricadere l’arma lungo il fianco, la mano sinistra a premere sul volto già stanco. Ma chi glielo faceva fare? «sono troppo vecchio per questa merda.» fortuna che c’era uno più vecchio di lui.
    Molto, più vecchio di lui: tra Callie che si gettava nella mischia con una padella in nome della giustizia, e il nonno che si rotolava per terra come un soldato in trincea, non aveva idea di cosa fosse peggio.
    Aveva tutto il presentimento che quello fosse soltanto l’inizio, e non voleva sapere come sarebbe andato a finire.
    Seguì l’impeto sconsiderato della tirocinante a distanza, intercettando con lo sguardo un aspirante ballerino ad un saggio di fine corso, piroettante con la propria lancia a roteare tra le mani mentre si dirigeva verso la ragazza; così, mentre il Vecchio si preoccupava di colpirlo allo stomaco con il fucile («stia attento al colpo della strega, signore!»), avrebbe alzato una mano in direzione del tipo, concentrando la propria attenzione sui suoni circostanti: compattarli a proprio piacimento, così da renderli quasi concreti al tatto, non era mai stato troppo difficile per il poliziotto. Così, avrebbe cercato di indirizzarli verso Bip Bip Ballerina, cercando di schiantarlo il più lontano possibile.
    «booooss ci penso io!!»
    Ma a cosa?
    Ebbe il tempo di chiederselo, e di puntare lo sguardo su una fonte di suono particolarmente familiare e fastidiosa; un bozzolo di luce lo rinchiuse come un Metapod. «callie, santo cielo, la prossima volta avvertimi» però, nel dubbio ed accecato dalla Luce del Signore, avrebbe impugnato il fucile e sparato nella direzione dapprima individuata, cercando di colpire il tizio.
    Due volte, sempre brancolando nel dubbio. Non si sa mai.
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    DIFESA CALLIE (leo + raymond): fa volare via Thecab con le onde sonore
    DIFESA LEONARD (leo + callie): spara a kane
    ATTACCO SU KANE (leo): spara a kane


    Edited by zugzwang. - 8/5/2018, 02:23
     
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    Ed eccola Ellis, una delle poche persone ad essere rimasta in quello strano mondo, ma aveva qualcuno a farle compagnia, anzi tutti. Già improvvisamente vide il quartier generale riempirsi di persone nuove e vecchie. Intravide Swing, avrebbe voluto salutarlo e dirgli che aveva visto Ken fino a qualche giorno fa, ma non ci fu tempo. Non c'era tempo. E poi c'era sua madre. Ashley sembrava così combattiva, pronta a uccidere chiunque provasse a contraddirla, poteva amare così tanto una donna che non conosceva? Forse era l'amore materno, cioè no al contrario non sapeva definirlo ma le voleva davvero bene a quella donna, anche se ancora una ragazzina in pratica. Si vedeva che ne aveva passate molte eppure era lì pronta a distruggere il mondo ed Ellis era con lei. Era felice. Vide anche Will « Papà» sussurrò, aveva voglia di avvicinarsi a lui, cioè già lo conosceva, erano anche stati nella stessa casa a Hogwarts, ma ora che sapeva, era come se fosse una persona nuova. Era Diverso e voleva conoscerlo da capo, come con Ashley, solo che quello non sembrava essere il momento e il luogo adatto per poter fare una riunione di famiglia anche se beh parliamone, il gruppo che si formò era praticamente la squadra di calcio di Barrow, anche se nessuno portava per il momento il suo cognome. Lei si legò ad Ashley, contro ogni volontà della mora « ragazzina non starmi tra i piedi. Vedi di cavartela da sola » disse la mora, acida, ma non l'aveva neanche guardata negli occhi perché se fosse successo, probabilmente avrebbe notato una strana somiglianza, non solo nel fisico ma anche perché come la madre Ellis si sentì punta nell'orgoglio, lei non dipendeva da nessuno da anni e sapeva cavarsela da sola praticamente da sempre. « Andiamo Ma—cosa pensi, che io sia una quindicenne? Posso difendermi da sola » disse seria e anche acida, proprio come sua madre, quando uno dice che la mela non cade lontano dall'albero.
    La Stewart la guardò finalmente e non le rispose, fu colpita da una strana sensazione, come se le due donne fossero legate da qualcosa, eppure era sicura non averla mai vista o forse di rado l'aveva incontrata per la droga di Judas, ma era quasi certa di non averle mai parlato davvero; eppure era come se la conoscesse da sempre. Strano. E poi le ricordava come suo fratello, era davvero strano. «Come ti chiami? » perché glielo aveva chiesto? Di solito non faceva amicizia in missione e mai nella vita, ma era curiosa come non lo era mai stata.« Ellis »
    « Ah. Mi piace anche se sei più una persona dal nome tipo Bella » sul serio? Ancora con quella storia? Oddio se le diceva di essere sua figlia, cosa in teoria avrebbe voluto fare appena vista, ma non c'era tempo. Comunque tra le tante cose che le avrebbe detto sicuramente era di non chiamarla mai più Bella, ora ma soprattutto se mai l'avesse trovata. « Ed invece sono solo Ellis » sbuffò come se fosse una bambina tanto che Ashley rise. Si rise, cosa che lasciò sbalordita la più piccola. Era bellissima quando rideva, davvero. Tanto che la voce uscì senza che lei volesse. « Sei bellissima »
    «cosa?» «cosa? » .
    La Drinkwater deviò lo sguardo e seguì il resto del discorso, senza mai davvero ascoltare per poi prepararsi alla partenza. Avere la famiglia nel gruppo non era così bello, doveva avere mille occhi. Non che fosse così sciocca da pensare di salvarli tutti, ma aveva appena trovato la famiglia non voleva perderla. Di sicuro sarebbe stata con sua madre.
    «Hogwarts» era quasi felice di vedere quel castello, anche se si rendeva conto che non era lo stesso dove era praticamente cresciuta, comunque conosceva il posto e in qualche modo sentiva di essere in vantaggio.« Me lo ricordavo più chiassoso » non solo per le urla in sala torture ovviamente, il fatto era che era proprio deserto, come se fosse vuoto.
    « Non essere sciocca, ci sono. » disse la mora già pronta ad un eventuale attacco. Ai suoi occhi era una principessa guerriera, si sentiva Olimpia accanto a Xena. Si forse è un paragone sbagliato visto che beh si sa che le due se la intendevano, e lei di certo non provava quel tipo di attrazione. Era una sorta di venerazione, era la madre che non aveva mai avuto, ma della quale sicuramente avrebbe avuto bisogno e che le spettava di diritto. Aveva voglia di viverla e sperava di farlo prima o poi. Si mise il tirapugni e con l'altra mano impugnò la bacchetta. Era pronta. E fu un secondo che vennero attaccati, compresa sua madre. « Mamma » fu istintivo dirlo, avrebbe fatto i conti dopo per quello che aveva detto, prima doveva aiutarla e puntò la bacchetta verso lei « Expulso » avrebbe provato a fare saltare in aria il coltello prima che questo la colpisse. Andiamo era figlia di una madre #wat da un secondo e voleva conoscerla.
    « ragazzina come mi hai chiamato?»
    « in nessun modo..era un esclamazione. Tipo OH MAMMA...oppure MAMMA CHE CASINO»
    «Sul serio?» chiese la babbana; ma da quando era diventata così curiosa e con la parlantina? Non lo vedeva che erano in mezzo alla morte? Forse aveva preso da suo padre lo spirito combattivo. «Ashley, sentirai un sacco di mamma e papà in giro oggi. Non dovresti dargli peso. Qui siamo in famiglia » beh era vero no? « E comunque sono ELLIS! » e che diamine, voleva rispetto da sua madre no? E poi aveva da fare, come uccidere quel Cullen. Che poi già dal nome non prometteva niente di buono, andiamo chi pensava di essere, il bel ragazzo che faceva il cattivo ma che si rivelava il buono della situazione #wat. « Giù le mani dalla» si preparò tirando il braccio indietro stile scena da Rocky (scegliete voi quale se il I o il resto della saga) « mia » e stava per dirlo, davvero, ma dato che non poteva sputtanarsi in quel modo dato che quasi sicuramente non l'aveva ingannata la prima volta. Se evitava di richiamarla in quel modo, avrebbe dimenticato. O forse no. sperava davvero che le desse troppo peso, non c'era tempo per i dramma. Provò a rimediare con un « compagna » zanzan e così avrebbe salvato la faccia e provato a tirare un pugno in pieno volto del tizio. Sperava di sporcare il tirapugni di sangue, le piaceva sentire i denti rompersi, come Negan con la sua Lucille.


    Ellis Drinkwater

    «Better a temporary disappointment
    than an eternal illusion.»
    «Everything goes,
    but nothing goes away completely.»
    18 y.o // 22 y.o
    2018 (2043) // 2118
    Hogwarts
    Ashey Stewart



    Ashley
    Ellis

    Non leggete. non ha senso ( e siamo ai primi post)

    Difesa combo (ellis + Andy) per Ashley: expulso sulla mano che tenta di uccidere la madre
    Attacco su Cullen: pugno col tirapugni in faccia.
     
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    «no» tolse il caricatore ad una delle armi nella Stanza, controllò che fosse pieno. «no?» Voleva sentirselo dire in francese? Sollevò lo sguardo sopra la pistola per incrociare gli occhi verdi della Harvelle. «no.» confermò, chiudendo la discussione con lo scatto del caricatore reinserito al suo posto. Le diede le spalle per tornare all’atrio, fermandosi solamente quando sentì le dita di lei attorno al polso. Rimase immobile, inspirò dalle narici, contò fino a dieci. «cosa significa no, stilinski?» Umettò le labbra e chinò il capo con un sorriso sghembo, attendendo che la presa si allentasse prima di voltarsi ed affrontarla. Ad Andrew Stilinski non piacevano gli stereotipi, e non era un fan dei pregiudizi: avrebbe, ed aveva, dato seconde possibilità a chiunque. Non aveva mai rinunciato al beneficio del dubbio, e non ascoltava quel che altri avevano da dire in merito a Tizio o Caio. Non giudicava Heidrun Ryder Harvelle per il suo mestiere, malgrado i Laboratori lo inquietassero da tutta una vita: era un lavoro come un altro per portare la pagnotta a casa.
    Ma. «cerca su google» le suggerì, lasciando che il sorriso rendesse morbide le guance ma non l’affilato sguardo cioccolato. Non sapeva quando, con esattezza, Roy avesse deciso di avere il comando, ma se credeva di poter guidare quella Rivoluzione - di guidare lui - evidentemente non aveva capito un cazzo: sapeva scindere le questioni personali da quelle meramente pragmatiche, Andy. Sapeva, nello stesso istintivo modo con il quale l’Andrew Stilinski dell’altro mondo sapeva quale meme mandare in ogni genere di situazione, quale fosse la cosa giusta da fare: doveva andare al Ministero, perché di una Harvelle al comando non si fidava manco per un soldo del Monopoli. Perché non conosceva le persone provenienti dal futuro o dal passato. Perché non conosceva i suoi compagni, e non poteva permettere che qualcuno (Roy) mandasse mesi di lavoro a puttane solamente perché le si era rotta un’unghia. Non sarebbe andato ad Hogwarts solamente perché lei, poco gentilmente per altro, gliel’aveva detto - neanche chiesto: detto, quasi fosse stato uno dei suoi usuali lacchè. Se non sapeva accettare un no, era un problema suo, non di Andy. Si voltò per andarsene, e di nuovo venne fermato dalla mano di lei sulla propria. «andy» Forse fu qualcosa nel tono, o nella stretta più gentile dei polpastrelli. Forse fu semplicemente il suo essere un maledetto Andrew Stilinski, che lo costrinsero nuovamente a fermarsi. «per favore» Per favore? Era indeciso fra il mettersi a ridere o cominciare a gridare quel che per breve, brevissimo tempo, era stato un Tassorosso: come poteva chiedergli una cosa del genere?
    E come poteva star valutando, lui, la possibilità di fare quello scambio?
    Ad Hogwarts ci sono tanti ragazzini…
    Andy.
    Chissà cosa gli succederà se non sarò presente…gli faranno del male? Non è colpa loro.
    Andrew.
    Forse dovrei davvero andare a scuola…al Ministero c’è altra gente, la situazione non è /così/ critica. Adulti.
    È solo perché te l’ha chiesto gentilmente, vero?

    Che vita di merda, quella degli Stilinski del mondo.
    Aprì la bocca per concederle il passaggio di testimone, già afflitto dalle proprie tristi scelte di vita, quando udì il trambusto nell’altra stanza. Corrugò le sopracciglia ed affrettò il passo verso la Sala, ritrovandosi a guardare l’Hamilton (s t r a n o) a terra, mentre l’altro (…credeva?) CJ lo legnava di botte. Spalancò la bocca chiedendosi, per la centesima volta, perché cazzo non fosse rimasto in Francia a giocare a Quidditch (perché puoi cambiare il mondo), ma soprattutto perché «nessuno fa niente?» davvero? Era – era normale, per loro? Fece guizzare lo sguardo dall’uno all’altro dei presenti decretando che il suo miglior partito fosse l’armadio Ikea (s)montabile del futuro: era alto, era spesso, era bello ed ogni occasione era buona per attaccare bottone??????? No skè e non aveva un cazzo da fare per ora?? basta chiedere eh. «prendine uno» Ignorò la caustica risposta dell’Hamilton incolpando il jet lag (cit) e la sorpresa (??? Beh dai, legittima), infilando un braccio fra i due pelatini per separarli. Oh, smilzo smilzo il Knowles, ma cazzarolamerda se picchiava duro. Si trattenne dal grugnire solamente perché (scioccante, lo so) aveva un onore da difendere. «si può sapere che cazzo fai?» sibilò stringendo la maglietta nel pugno, cercando di instaurare un contatto visivo con il ragazzino. Dio – DIO! – come potevano non capire che non avevano tempo, per quello? Che stavano per morire o salvare il mondo o entrambe? Avevano forse dodici anni? E dire che, quando ancora aveva avuto senso farlo, Andy aveva sollevato diversi dubbi sul coinvolgere dei ragazzini (e sì, aveva sopportato il broncio di Billie malgrado gli facesse un po’ male al cuore: scusa amico, rimani comunque mio fan dai!!&&) – ma no, perché dare ragione ad un Andrew Stilinski, quando si poteva fare il cazzo che si voleva? Eh! Lasciò la presa solamente quando riuscì a incrociare gli occhi color giada del Knowles, riconoscendo il buon senso venire a galla lentamente - ma oh, era già qualcosa. «ora capisci cosa intendevo?» Fu abbastanza magnanimo da ignorare il sorriso, pur avendolo percepito, nelle parole di Heidrun; umettò le labbra, Andy, una mano a cercare quella di CJ per sigillare il Voto: sì, capiva.

    E dire che lo sapeva, fosse troppo tardi. Lo sapeva che non aveva alcun, alcun senso, sperare di trovare qualcuno di vivo sotto le braci ancora ardenti, ma non riusciva a trattenersi dal cercare frammenti di vita in quei brandelli di carne alla brace. Deglutì e distolse lo sguardo, il pugno stretto lungo il fianco a tremare visibilmente. Non era giusto. Come Cristo d’un Signore erano arrivati a quel punto? Aspirò dalla bocca sentendo sapore di cenere sulla lingua, gli occhi a bruciare per il fumo. Spegnili, Andy. Dio, spegnili - ed in qualunque altro momento, indipendentemente dall’urgenza della situazione, l’avrebbe fatto.
    Ma quei falò erano l’unica fonte di luminosità nel buio corridoio verso Hogwarts, e sentiva che ne avrebbero avuto bisogno – che le bacchette sarebbero state troppo impegnate per applicarsi in Lumos. Avrebbe preferito di no, certo, ma se il mondo avesse seguito le preferenze di Andrew Stilinski in quel momento si sarebbero trovati tutti in spiaggia a sfidarsi al campionato di beach volley, non a temere che ogni respiro potesse essere l’ultimo.
    Non che Andy se ne facesse poi molto, di quei respiri. «cristo» Gorgogliò, reprimendo un poco consono conato. «dimmi» ruotò gli occhi su CJ, lo sguardo a scivolare dal sorriso di lui alla motosega stretta al petto come un bambino in fasce. Quella smorfia della bocca avrebbe dovuto essere rassicurante, ma Andy era piuttosto sicuro di aver visto scene meno raccapriccianti nel videogioco di Silent Hill. Scosse impercettibilmente il capo continuando a proseguire.
    Quell’alleanza era più assurda del previsto. CJ Knowles, diciassette anni ed una cultura non indifferente di trash e citazioni poco appropriate nei momenti (più o) meno adatti, continuava a…fissarlo. Talvolta, dal nulla, commentava qualcosa («qual è stato il tuo primo pokemon starter?» «ahm…charmender, credo?» «credi??») o rideva di battute che divertivano solamente lui («spero che quel fucile spari bolle, iddio»), o ancora gli sorrideva senza dire nulla. Lo Stilinski, come prevedibile, ne era inquietato ed al contempo affascinato. Principalmente si sarebbe definito confuso, ma un confuso quasi (quasi) buono. Malgrado il Knowles cullasse la Motosega («si chiama houdini») come un neonato, c’era qualcosa di… affabile, negli occhi chiari e feriti. Qualcosa che spinse Andy a domandargli «come sono? Nel tuo mondo, intendo» e che costrinse CJ a sorridere triste, lingua pungente d’ironia e lo sguardo schietto ma poco piacevole di una foto senza filtri. «uno dei buoni» e fu in quel momento, che accadde.
    Si fermarono di fronte ad una schiera di adulti e ragazzini, uomini e donne d’ogni età. Cercò di spintonare le persone davanti a lui per arrivare in prima fila, Andy - alleati -, per impedire ai più impulsivi di commettere qualche imperdonabile, stupido, sbaglio. Dobbiamo solo portarli via, non -
    Poi attaccarono.
    Non si sarebbe dato il tempo di ragionare, sollevando invece la bacchetta per puro istinto. Elettro vira avrebbe scagliato con un rapido movimento del polso, puntando il catalizzatore contro un coltellino in volo. Non doveva andare così. Non doveva andare così. «aspettate -» tentò ancora, sentendo la voce incastrarsi da qualche parte in gola prima di giungere alla bocca. Non era uno stupido, Andy.
    Ma non era neanche un fottuto assassino. C’era sempre – sempre – un altro modo. Avrebbe afferrato uno dei Ritorno al Futuro (Will, gli suggerì la memoria. William Barrow) dalla camicia e l’avrebbe strattonato all’indietro, un passo in avanti per frapporsi fra il biondino ed il nemico. «non dobbiamo per forza -» ma qualcun altro, il ronzio della motosega a vibrare nell’aria immobile, si sarebbe spostato nella sua traiettoria: «sì, invece» e CJ Knowles avrebbe abbassato l’arma cercando di colpire l’uomo al ventre.
    Sì, invece.

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    upside down: andy stilinski


    ANDY. COMBO DIFESA (per ellis, con ellis): elettro vira. [ Crea una sfera di elettricità in grado di intrappolare piccoli oggetti. La sfera segue la traiettoria indicata dalla bacchetta, e si sposta con il mago. Colore: giallo. Non Verbale. ]
    ANDY. COMBO DIFESA (per will, con jeremy): allontana will
    CJ. ATTACCO (benjamin): lo motosegah ♥
     
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    Si passò una mano tra i lisci capelli castani, la mazza da baseball premuta contro la spalla ed una sigaretta appena accesa a pendere dalle labbra sottili. Aveva tenuto lo sguardo basso per gran parte del tragitto, il fu tassorosso, degnando di sporadiche occhiate sbilenche soltanto la falsa copia di suo cugino, sua cugina Carrie e Billie al proprio fianco, e neppure in prossimità della sua vecchia scuola riuscì a mantenere gli occhi puntati sul castello in decadente rovina per più di qualche secondo, prima di distogliere l’attenzione e puntarla su qualsiasi altra cosa. Jeremy Milkobitch - filantropico uomo d’affari già alla tenera età di diciannove anni, uno dei pochi “intoccabili” (almeno fino a poco tempo addietro) in quel mondo del cazzo grazie alla nomea che sua sorella s’era fatta nel corso degli anni, aspirante psicologo nel mondo babbano – aveva abbandonato quel posto l’anno dei G.U.F.O., Jeremy: gli era stata stretta quella scuola, fino a quando non aveva deciso che, in fin dei conti, non aveva alcun bisogno di un’istruzione magica alle spalle per fare qualcosa nella propria vita. Lo aveva sempre fatto: se era riuscito a tirare avanti per quattro anni consecutivi, senza portare a termine i progetti che condivideva solamente con il (la.) migliore amico ed il fratellastro, era stato soltanto per loro due.
    Così, alle soglie di settembre del duemilaquattordici, quando aveva saputo che il Dallaire non si sarebbe seduto tra le fila dei Corvonero quell’anno, non si era nemmeno premurato di leggere la lista di libri che lui ed Ian avrebbero dovuto comprare a Diagon Alley quella stessa estate.
    Non si era presentato a King’s Cross, il giorno dopo il suo quindicesimo compleanno.
    Non aveva partecipato alla cerimonia dello smistamento di nuovi cadetti da prendere poco gentilmente sotto la propria ala discretamente protettiva.
    Non aveva più rivisto nessuno di Hogwarts da allora, e sinceramente – tralasciando i sopracitati – non gliene fregava assolutamente un cazzo.
    Non aveva più rivisto Hogwarts, da quando quattro anni prima aveva preso l’Espresso ad Hogsmeade, ed i bordi frastagliati delle torri del Castello erano andati pian piano a diventare un vago ricordo a sbiadire dietro un vetro appannato.
    Non gli era mai mancato, quel posto: aveva trovato nella stanza di Roy nei Laboratori, nelle sale della villa del Barrow, nello spartano e piccolo laboratorio di chimica ed alchimia ch’egli stesso aveva allestito nel seminterrato dei Milkobitch, tanti nuovi posti da definire casa. Mai, nemmeno per un singolo giorno della propria vita da quella decisione fino ad allora, si era pentito delle proprie scelte; eppure, dopo quattro anni, non riusciva a mantenere fisso lo sguardo sulle mura della scuola per troppo tempo senza provare un moto di fastidio e rabbia a mordergli le viscere – pacato, controllato, ma comunque irriverente e tedioso. E la cosa che più lo turbava, era il non capirne il perché.
    Porca troia, se fosse rimasto là sarebbe probabilmente morto; lasciare gli studi l’aveva portato a diventare un degno erede di Pablo Escobar e, probabilmente, il prossimo Bill Gates dei non laureati.
    Aveva una bella vita, Jeremy Milkobitch – molto più bella di quanto un diciannovenne potesse mai aspirare ad avere -, ed il tutto grazie ad una singola decisione presa in adolescenza.
    Non aveva senso - così, decise che era più giusto non pensarci affatto: che cosa gliene poteva fregare, dopotutto? Il mondo era sull’orlo del tracollo in ogni caso, quindi insomma.
    A tal proposito: ho forse già accennato al fatto che un’armata di studenti e gente palesemente indemoniata stava cercando di bloccare la missione che avevano ideato con tanto impegno in mesi di progetti, ritenendo giusto che attaccarli a caso fosse un’ottima idea? No? Beh… «non ci posso credere» masticò lento, sputando fumo dalle narici mentre poggiava un gomito sulla spalla di Billie. Sapeva bene, lui più di molti altri, che potevano esserci degli intoppi sulla via del successo. Era preparato psicologicamente e fisicamente ad una battaglia.
    Ciò non significava che gli andasse particolarmente di muovere il culo. «che quello sfigato là» alzò il dito puntandolo inquisitorio verso il contadinotto dai capelli lunghi, il quale, come il peggiore dei poveri, si era lanciato all’assalto con una pala da fornaio. Santo cielo: la sua copia gli stava già sul cazzo (era ovvio che quell’altro, la pala, se la fosse infilata su per il culo senza provare alcun fastidio), ma quello gli faceva quasi pena. Se fossero sopravvissuti, avrebbe promosso un ente di beneficenza in suo onore. «abbia provato a baciare me»
    Era indignato e confuso da quell’affronto, il Milkobitch. No che non “amichevolmente five feet apart cause we're not gay - but bi bi bi”: per chi l’aveva preso, per un disperato qualunque che si pacca gente a caso?
    «era bravo?»
    «mediocre» arricciò il naso, notando la sua mossa da baguettaro finire in tragedia. «sotto la media, direi» «come chiunque???» «non è vero» commentò apatico, mentre la gente continuava ad attaccarsi. Chissà se poteva scendere a patti e vendere un po’ di erba magica così da placare le acque. «lui me lo farei» ciccò sul terreno, un altro filo sottile di fumo a scivolare dalle labbra mentre si staccava dal Dallaire. «è prenotato» piegò la testa a destra e manca facendo scrocchiare il collo, la mazza a roteare mentre si dirigeva verso il suo falso cugino: sì che non era quello che lo aiutava ad esportare ed importare droga in giro per il globo, ma non poteva permettere che un qualunque William Barrow ci rimettesse il culo sotto la sua supervisione. «vedremo» ammiccò (alla.) al Dallaire, un sorriso sbilenco a curvare le labbra del Milkobitch mentre già perdeva il migliore (ed unico) amico tra la folla.
    Mentre Andy Stilinski, il suddetto prenotato, si accingeva a strattonare via il Barrow, Jeremy avrebbe preso la spinta portando la mazza da baseball dietro le spalle, per poi spingerla contro la lama dello studente?, credo. «ehi, amico» si sarebbe voltato subito verso il giocatore, perdendosi un attimo ad osservare la macabra (ma bellissima!) scena di un CJ mancato illusionista, cercando il pretesto giusto.
    Quella tra Jeremy e Billie era già una sfida, lo sapevano entrambi: lui, però, era più bello – e ricco.
    Lo trovò, in un ragazzo con una scopa volante tra le dita. Non è che stesse facendo niente, eh, però… «quello là ti guarda troppo intensamente» avrebbe commentato, ritenendo giusto sbattergli la propria mazza sulla faccia. «credo ci voglia provare»
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    dana20 PA10 pd40 psattacco: 18nunchaku


    DIFESA AGATHA (callie + agatha): 14 + 1 = 15 pd (-3 ps)
    Il bastone ti colpisce alla spalla: niente di particolarmente potente, a dirla tutta.
    ATTACCO SU SAGE (agatha): 8 pa. DIFESA SAGE: 9 pd.

    DIFESA LEONARD (callie + leonard): 8 + 3 = 11 pd (-8 ps)
    La barriera luminosa non è abbastanza potente e la fucilata poco precisa: le onde sonore di Kane ti raggiungono comunque, stordendoti.
    ATTACCO SU KANE (leonard): 9 pa. DIFESA KANE: 9 pd.

    DIFESA ALEC (nicole + alec): 12 + 1 = 13 pd (-4 ps)
    Se quella di Nicole risulta una buona idea, la tua no: la freccia che hai deciso di conficcarti nella coscia entra un po' troppo in profondità, iniziando a farti sanguinare.
    ATTACCO SU ROSWELL (alec): 2 pa. DIFESA ROSWELL: 6 pd.

    DIFESA NICOLE (nicole + alec): 5 + 10 = 15 pd (+12 pa)
    ATTACCO SU ANNE (nicole): 2 + 12 = 14 pa. DIFESA ANNE: 8 pd (-6 ps)
    La ragazza cerca di spostarsi, ma non fa in tempo ad evitare completamente il proiettile: questo, infatti, le si conficca nel braccio sinistro, impedendole molti movimenti.

    DIFESA AIDAN (ophelia + aidan): 10 + 4 = 14 pd (+11 pa)
    ATTACCO SU NADIA (aidan): 1 + 11 = 12 pa. DIFESA NADIA: 8 pd (-4 ps).
    La maledizione colpisce in pieno Nadia, che cade a terra per qualche secondo mentre cerca di togliersi corde invisibili. Fortunatamente, un suo compagno provvede subito al controincantesimo.

    DIFESA RAYMOND (cillian + raymond): 1 + 14 = 15 pd (-5 ps)
    I nunchaku ti colpiscono al polso, anziché sul braccio, ma lasciano comunque un piccolo ematoma sulla pelle.
    ATTACCO SU DANA (raymond): 6 pa. DIFESA DANA: 9 pd.

    DIFESA CALLIE (raymond + leonard): 4 + 5 = 9 pd (-4 ps)
    Invece che colpirti al fianco, la punta della lama di Thecab lascia un taglio sulla tua schiena: niente di profondo.
    ATTACCO SU THECAB (callie): 6 pa. DIFESA THECAB: 10 pd.

    DIFESA ASHLEY (ellis + andy): 11 + 2 = 13 pd (+4 pa)
    ATTACCO SU CULLEN (ellis): 6 + 4 = 10 pa. DIFESA CULLEN: 10 pd.
    Non succede nulla. #splash

    DIFESA WILLIAM (andy + jeremy): 9 + 14 = 23 pd (+7 pa)
    ATTACCO SU BENJAMIN (cj): 7 + 7 = 14 pa. DIFESA BENJAMIN: 1 pd (-13 ps)
    La motosega apre il ventre di Benjamin come fosse burro, ma lui è ancora in piedi.

    ATTACCO SU WALTER (jeremy): 11 pa. DIFESA WALTER: 6 pd (-5 ps)
    Walter si difende appena, arretrando, ma la mazza lo colpisce comunque in volto.

    AGATHA: grazie alla sua superforza, Sage alza un enorme macigno e te lo lancia addosso.
    LEONARD: Kane ti si scaglia addosso e, approfittando del tuo stordimento, cerca di darti un pugno nello stomaco.
    ALEC: Roswell crea una spada oscura e tenta un affondo nel tuo stomaco.
    NICOLE: Anne inforca la sua doppietta e punta alla tua coscia sinistra.
    RAYMOND: Dana cerca di strangolarti usando le catene dei nunchaku.
    CALLIE: Thecab stavolta cerca direttamente di infilzarti al petto con la lama della lancia.
    ELLIS: Cullen impugna un coltellino e, correndo nella tua direzione, tenta direttamente di conficcartelo nel collo.
    ANDY: sfruttando il proprio potere, Walter salta in groppa alla sua scopa e ti viene addosso a tutta velocità, sperando di colpirti.
    AIDAN: Nadia apre una voragine ai tuoi piedi cercando di farti sprofondare negli abissi della terra.

    Edited by egl.af - 8/5/2018, 17:04
     
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