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idem + fawn (& cidies)

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    withpotatoes do it better

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    «idem» «mh» «ideeeeem» «mh-mh» «AIUTAMI» «COSA» Laddove il suo nome non aveva fatto altre che strapparle incoerenti mugolii dalle labbra, una richiesta d’aiuto l’aveva costretta ad alzarsi a sedere immediatamente, le coperte lanciate ai piedi del letto e la schiena poggiata alla testata. Passò una mano fra i capelli, togliendoli distrattamente dal viso, e con il palmo massaggiò le palpebre ancora pesanti dal sonno. «chi ha rubato il mandarino sulla nave da crociera??» «cosa?» Oh. Ci mise qualche secondo a rendersi conto che non fosse il signor Maggiordomo della nave crociera a domandarle di trovare /il ladro di mandarini/, ed un altro paio di battiti di cuore per capire di non essere più in mezzo all’oceano, baciata dal sole e dalla salsedine. Arricciò il naso guardandosi circospetta attorno, alzando la manica del pigiama ch’era scivolata lasciando la pelle scoperta. «tupp?» domandò alla stanza, cercando di aguzzare la vista pe riconoscere il profilo della bambina nel buio della stanza. Ma che - che ore erano. Allungò una mano sul comodino cercando a tastoni l’orologio, senza mai perdere di vista l’ambiente circostante. Erano le …le quattro del mattino? Orrore. Il giorno dopo avrebbe avuto il turno pomeridiano, ma non significava che avrebbe dormito fino a mattinata inoltrata, anzi: Idem Withpotatoes era una ragazza mattiniera, abitudinaria, ed il suo orologio biologico la costringeva ad alzarsi da letto alle otto e un quarto in punto anche nei giorni festivi. Sospirò, tornò a ricadere sul materasso.
    Dev’essere stato un incubo.
    Ebbe appena tempo di chiudere gli occhi, già parzialmente stretta nell’abbraccio di Morfeo, quando - «idem, dannazione, DORMIRAI QUANDO SARAI MORTA – che tecnicamente non è vero, per inciso: i morti non dormono» ugh. Socchiuse le palpebre trovando a pochi centimetri dal proprio viso, coricata al proprio fianco, l’ombra perlacea di un fantasma.
    Del suo, fantasma: «sarah» arricciò il labbro superiore, non riuscendo ad evitare al tono di suonare lamentoso. Non ce l’aveva con lei - come avrebbe potuto? - ma…non le sarebbe dispiaciuto avere un sano equilibrio sonno veglia, ecco tutto. «ah, se solo potessimo aprire una quest adesso, non ci sarebbero cazzi per nessuno. all’epoca mi toccava la convenzione sociale del pisolino» Alzò una mano per impedirle di continuare, chiedendole cinque (5) secondi prima d’iniziare ad essere…Sarah. «non è un po’, uhm, presto?» tentò, già nostalgica dell’assopimento che di secondo in secondo la abbandonava, curvando incerta le labbra verso il basso. Il fantasma ricambiò l’occhiata di Idem come se la medium si fosse messa, di punto in bianco, a parlare in coreano (…non l’aveva fatto, vero? talvolta gestire l’omnilinguismo diventava complesso, ed appena sveglia non prometteva nulla sulle proprie facoltà). «non è mai presto. Ed abbiamo una riunione- è trADIZIONE» oh, buon Dio. Si strinse le guance fra le dita, bisbigliando piano per evitare di svegliare il resto dei suoi inquilini. «ma fitz non -» Sarah liquidò la questione con una mano, alzandosi in piedi ed invitandola a fare lo stesso. «fitz e ariana ci raggiungeranno domani. questa è tradizione #cidies» Ci aveva sperato davvero, la Withpotatoes, di poter rimandare l’incontro posticipando a quando Nikita avrebbe potuto lasciare Different Lodge per recarsi a New Hovel – ed invece no, perché a quanto pareva le bastava la compagnia di Elise.
    Sperava che l’altra fantasma fosse più gentile, con Fawn. Magari quella notte almeno una delle due medium sarebbe stata abbastanza fortunata da dormire, e non costretta da apparizioni opalescenti a fotografare l’alba. Si pentì immediatamente di quel pensiero egoista, la mora; sapeva di non aver espresso la riflessione ad alta voce, ma il tono seccato con il quale era rimbalzato da una parte all’altra della sua mente, bastò a farla sentire in colpa verso le due ragazze morte. Le due ragazze morte. Era più semplice pensare a loro come fantasmi, piuttosto che interrogarsi su cosa fossero state prima.
    Più tollerabile. Non aveva domandato a Sarah il perché di quella tradizione, sapendo ch’ella non le avrebbe risposto. Non replicava mai alle domande dirette della Withpotatoes; quando voleva condividere qualcosa con la medium, lo faceva di proposito o nulla affatto. «l’alba è fra diverse ore» osservò, suo malgrado abbandonando il proprio giaciglio. D’altronde sapeva cosa l’altra le avrebbe detto: «non avresti dovuto andare a dormire affatto, ma ti ho concesso ben cinque ore di sonno – INGRATA! Quand’ero viva-» ed eccola che riattaccava. Con quel discorso sulla sua vita, Sarah non era diversa dai vecchi che facevano la paternale ai giovani sui loro tempi, ma lungi dalla Withpotatoes farglielo notare. Considerando che ogni sua filippica non si aspettava mai una replica da Idem, Idem…beh, per quanto le costasse ammetterlo, non la ascoltò. La lasciò parlare mentre s’infilava una vestaglia sopra il pigiama, senza sprecarsi ad indossare le scarpe (Fawn non abitava lontano, fortunatamente). Scribacchiò un biglietto ad Amos chiedendogli se potesse, quando tutti si fossero svegliati, portarla dalla O’Hara, e ne approfittò per scusarsi di non poter preparare la colazione. Sarah continuò a ciarlare («[…] e non avevo internet sul telefono […]») mentre la Withpotatoes, delicata, socchiuse la porta per immettersi nel corridoio, chiudendola poi silenziosa alle proprie spalle. Troppo in modalità ninja per rendersi conto che Sarah avesse smesso di parlare. O per «buongiorno?» «AAAAAyoo?» mascherò il gridolino terrorizzato con un colpo di tosse ed un cenno di saluto, volgendo un morbido sorriso a Noah Parrish. Lo squadrò brevemente, prendendo nota del fatto che il metamorfo dovesse essere appena rientrato - due mondi a confronto. Dove il disordine di Noah era ricercato, quello di Idem era semplicemente…giustificato. Si sentì d’improvviso inadeguata nel suo pigiama azzurro e le ciabatte blu, e prontamente abbassò lo sguardo sulle proprie mani. «io devo…» indicò la porta, portando poi la mano sotto al mento. «è così carino, perché te non sei come lui? NOAH SENPAI NOTICE ME» «andare da siobhan, questioni tra medium» spiegò, stringendosi nelle spalle ed accennando ad un sorriso imbarazzato, facendo guizzare lo sguardo da Sarah a Noah. Puntò gli occhi azzurri sul fantasma volgendole un secco nO che l’altra, come sempre, ignorò. Quando allungò le dita verso la guancia del metamorfo, la Withpotatoes tentò di spingerla fisicamente via (le aveva fatto notare diverse volte di quanto il suo comportamento fosse scorretto e maleducato, ma l’aveva mai ascoltata? certo che no) prendendo il suo posto, e come se quella fosse da sempre stata la sua intenzione, sostituì le dita di Sarah con le proprie, sfiorando appena i capelli scuri sulla fronte di Noah. Gli sorrise vagamente nervosa, spostando i ciuffi in maniera impacciata ma gentile, prima di lanciarsi verso l’uscita. I suoi amici sapevano dell’esistenza di Sarah (e di Elise, e di Ariana: difficile tenerle nascoste) ma c’era un tacito patto fra medium che impediva ai vivi di confidare la psicosi dei loro fantasmi da compagnia.
    Non sapeva, Idem, se fosse per proteggere le ghost!ciatelle, o le medium. Entrambe. «buonanotte» sussurrò, salutando dalla porta, uscendo dall’appartamento in punta di piedi.
    Ora. Voi, come Idem (e Fawn) vi domanderete perché ad una riunione fra fantasmi, fosse necessaria la presenza delle medium che avevano deciso di infestare. Ebbene, la risposta era: Sarah ed Elise chiedevano, ed Idem e Fawn erano troppo gentili per dir loro di no. Volevano un pubblico, qualcuno con cui confrontarsi – e, soprattutto, delle dita che i touch riconoscessero per stalkerare la gente su maginstagram.
    Insomma. Tremando nei propri vestiti leggeri, si approcciò all’appartamento della O’Hara, i denti a battere fra loro. Le era parso superfluo infilare una giacca per i pochi metri che dividevano le loro abitazioni.
    Aveva sbagliato. Bussò alla porta della O’Hara con gentilezza, ancora sperando che, per quanto improbabile fosse, Elise non l’avesse svegliata. «fawn?» bisbigliò, appiccicandosi al legno, proprio mentre «SIOBHAAAAAAAAAN ELISEEEEEEEEEEE SIAMO ARRIVATE SIETE FELICI» Sarah, non riconoscendo le porte come limiti, entrava nella dimora della bionda.
    Spoiler: quasi sicuramente, no.

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    Nelle ultime settimane Fawn aveva preso la pessima abitudine di dormire poco più di qualche ora a notte, abbastanza da mantenerla viva ma non da renderla un essere umano produttivo. Si perdeva troppo facilmente nel mondo di internet e quando riusciva ad uscire da quel buco nero erano ormai le quattro, non era certo colpa sua se i video dei complotti erano così interessanti! Era certa che l’avrebbero anche lentamente uccisa, ma ok. Quel giorno Siobhan aveva avuto la brillante idea di fare after come i giovani, già che sapeva che il mattino dopo si sarebbe dovuta svegliare troppo preso per i ritmi che aveva preso – uau, era proprio una ribelle. A dirla tutta, quella mattina la ragazza desiderava solo una morte veloce e indolore come quella dei Droga, si sentiva stranamente energizzata come se avesse ingoiato due tazze di caffè ma allo stesso tempo addormentata dentro; era una terribile sensazione, chissà se erano cià che provavano i morti. La O’Hara quasi sperò di non aver sentito bene, che in realtà il campanello non fosse mai suonato e che stesse iniziando ad avere allucinazioni, e invece quando udì la voce squillante di Sarah dall’altra parte le toccò pure alzarsi dal divano «ARRIVOOOO» quasi le venne un infarto quando si trovò il fantasma di Sarah davanti, ancora prima che giungesse alla maniglia «cristo, mi vuoi morta» poggiò la mano sul petto nel tentativo di riprendersi, muovendosi poi per aprire la porta a una Idem tremante. Le fece segno di entrare veloce, non voleva certo che prendesse altro freddo, per poi avvolgerla in un abbraccio zombie «uuUUHh buongiorno» sperava che non si accorgesse delle borse sotto agli occhi, o dello strano luccichio dello sguardo: tutti segni di un pazzo in the making. A quel punto Elise decise che fosse il momento opportuno per uscire dal letto di Siobhan (sì, osava intrufolarsi lì) e venire a salutare gli ospiti insieme ai suoi gatti «MA CIAO CCCENTE» quando si buttò su Sarah, la bionda preferì spostare la sua attenzione su Idem per condurla verso la sorpresa che il fantasma l’aveva costretta a preparare. Per quanto l’idea le sembrasse interessante, non condivideva lo schiavismo a cui l’aveva sottoposta in quegli ultimi giorni «ecco, allora, elise ha avuto un’idea……molto particolare» perché dire che fosse un po’ stramba avrebbe di certo offeso il fantasma, la conosceva abbastanza da sapere quanto fosse permalosa. Non dovette portare la ragazza molto lontano, quando arrivarono in camera di Fawn fu piuttosto evidente quello che erano lì per fare: backdrop neuro, una telecamera già montata e un plico di foglio ad attenderle sul tavolo. «vogliono farci partecipare ai casting per the lady» scosse la testa, profondamente imbarazzata dalla mente perversa del suo fantasma «ma se pensi che sia una pessima idea possiamo provare a dirglielo?» e chi la sentiva più, Elise, quando ci si metteva, ma per Idem l’avrebbe fatto.
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    «uuUUHh buongiorno» se fosse stata una persona meno fine, Idem avrebbe esordito con buongiorno il cazzo, ma attitude così negative le lasciava a Darden e Gemes (blows a kiss verso il far west), motivo per il quale ricambiò la stretta volgendo alla O’Hara un sorriso brillante, e decisamente più caldo delle mani già congelate dal breve tragitto fra i loro appartamenti. «ehi, tutto -» le strinse le mani sulle spalle osservandola con occhio clinico, un sopracciglio corvino a saettare verso l’alto. «- tutto bene? Se non ti senti, per una volta sarah e elise possono -» «ma neanche per il belino» «rimandare rimarcò comunque severa, lanciando un’occhiataccia al fantasma. Brava e buona, la Withpotatoes, ma la salute di un’amica veniva prima del capriccio di un paio di fantasmi – sulla propria, poteva sorvolare. Dormire d’altronde era sopravvalutato, e significava avere più tempo durante la giornata per fare …cose (cosa, vi domanderete voi? cose)! Agitò la mano verso Elise, che rispose con l’usuale entusiasmo di un Gen Z che aveva passato tutta la sua adolescenza a voler morire, per poi rendersi conto che la morte non fosse così diversa dalla vita, quando rimanevi incastrato come fantasma: brutta l’esistenza dei non morti. «ecco, allora, elise ha avuto un’idea……molto particolare» strano! La psicomaga tenne per sé anche quel commento, lanciando però uno sguardo allusivo all’altra medium: ancora doveva arrivare il giorno in cui le cidies avrebbero avuto idee non particolari, ma da come Fawn l’aveva sottolineato, doveva essere peggio del solito.
    Non c’era da negarlo: Idem aveva un po’ di legittima paura.
    La seguì verso la sua camera, certa che se la O’Hara aveva dato il proprio consenso, non doveva essere nulla di troppo…tragico. Sull’imbarazzante, era tutta questione di punti di vista – ma d’altronde niente sarebbe mai stato paragonabile alla volta in cui le avevano “costrette” a ingannare gente a caso per farle ritrovare insieme in stanze misteriosamente chiuse a chiave. “Lo facciamo per loro”, era stata la scusa dei due fantasmi, quando la Wthpotatoes aveva fatto loro notare fosse, come dire, illegale. “Non la sentite la sexual tension?” No, ma nessuno era morto in quell’esperimento sociale – quindi era una vittoria!
    Si affacciò oltre la soglia, una mano a sorreggersi sulla porta. «quello è…» «vogliono farci partecipare ai casting per the lady» Beh, che dire: poteva andare peggio - ma poteva anche andar meglio. Aveva davvero sperato che con la maratona del mese precedente, avessero ufficialmente concluso con quel genere di trash, ma almeno non avevano proposto un rewatch: a quello non era certa sarebbe sopravvissuta.
    Però una domanda, e del tutto lecita, doveva farla: «perchè» alzò gli occhi zaffiro su Siobhan, l’interrogativo a brillare confuso nelle iridi chiare.
    Un perché un po’ generale, a voler essere onesti.
    «ma se pensi che sia una pessima idea possiamo provare a dirglielo?» Si affrettò all’interno della stanza, un «no percaritàvabenissimo» frettoloso e di un tono più alto del normale: sapevano entrambe che avrebbe potuto andare molto peggio, di così.
    Quello potevano affrontarlo.
    Prese posto di fronte alla videocamera, le dita a scivolare sul copione. «non…sembra così…male» accennò un sorriso alla O’Hara, gli occhi a cercare poi i due fantasmi già in posizione di regia: «CIAAK, AZIONEH» «ma non abbiamo ancora -» «AZIONE.»
    Scuuusa.
    Can you tell me why the good die young? Where do they go?
    idem
    withpotatoes
    25 y.o.
    hufflepuff
    medium
    psychowitch
     
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