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.Heavy is the head that wears the crown
rebel
leader16.08.2019
h: 8:0003.07.1993
26 y.o.william
barrowsheetpensieveaestheticheadphonesprelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)!!! ALLORA. è una role a cui partecipare è del tutto facoltativo, ma i dubbi ed i problemi sono seri, quindi la vostra partecipazione ed eventuale idea, potrebbe cambiare tutto. RIBELLI. è il momento di fare il vostro dovere, ed unirvi - ufficialmente!!&& - alla causa prendendo decisioni importanti; anche se siete d'accordo, vi invito comunque a postare e nel caso dire la vostra opinione in merito, perchè è sempre tutto utile!!! CIAO VVB (avete una scadenza? diciamo nì, la role rimarrà aperta /per un po'/ ma non per sempre. voi intanto postate, anche cento parole di suggerimenti sono ben accetti #wat CIAO
Edited by ‚soft boy - 4/2/2021, 12:01. -
.how can lawyers arguing without crying?
rebel
geokinesis16.08.2019
h: 8:0004.05.1996
twenty3murphy
skywalkersheetpensieveaestheticheadphonesprelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)giusto quel briciolo di inutilità, dai. però volevo partecipare <3. -
.There's a fire inside you
Be the light that guides you31 y.o. (27.08.87)
hufflepuff's headrebel scout
hand-to-hand masterwerewolf
good vibesphobos
campbellsheetpensieveaestheticheadphonesprelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)uau k contributi intelligenti xd
Edited by cross/fire - 14/8/2019, 00:11. -
.With rebellion
awareness is bornSPOILER (clicca per visualizzare)Chissà se ha senso. Nel dubbio: BUON FERRAGOSTOH!. -
.i believe, i believe
we can be an armymetamorphomagus
ex ravenclawrebel researcher
deputy headmaster09.02.1991
28 y.o.mitchell
winstonsheetpensieveaestheticheadphonesTamburellava calmo e cauto le dita sulla lunga tavolata di ribelli, Mitchell Trevor Winston, morbidi i polpastrelli che ad ogni ticchettio tenevano il tempo delle proposte e dei consensi più pacati. Posava lo sguardo su ciascuno dei presenti, sulle labbra di ciascun suo compagno che prendeva la parola, per poi tornare sempre con lo sguardo ceruleo su William Barrow. Non aveva mai amato, né lontanamente preso in considerazione, l'idea di arrivare impreparato - tanto alle riunioni della Resistenza, quanto ad un più semplice ed informale appuntamento in amicizia: metodico calcolatore da che ne aveva memoria, era alla base di ogni sua azione uno studio pregresso in merito alla stessa, una conoscenza ben definita di tutte le informazioni al riguardo che era in grado di raccogliere e che potessero servirgli. Conosceva la questione dapprima che ne parlasse a quattrocchi con il leader, memore di ogni singolo istante che aveva vissuto in prima persona negli ultimi due mesi. Quella stessa mattina, si era svegliato due ore e mezza prima del meeting per schiarirsi i pensieri e rimuginare ancora e ancora, e ancora sul da farsi, ed essere fresco e riposato una volta che si sarebbe dovuto ufficialmente prendere una decisione - probabilmente uno dei pochi, viste le facce da coma che affollavano la Sala del Consiglio.
Il vicepreside, in quel sedici agosto, aveva le idee perfettamente chiare su quali fossero le proprie convinzioni, e su ciò che era convinto fosse giusto fare: ufficiosamente parlando, avrebbe potuto dire d'essere lì solo per fare numero nella maggioranza.
Sentire Will esporre ciò che egli stesso credeva necessario, avrebbe dovuto rendere tutto quanto più semplice - e Mitchell, prima di alzare le iridi cerulee, ne era stato sinceramente convinto. Era conscio di quanto ciò di cui avevano bisogno raramente si accostasse alla facilità nell'accettarlo, ma talvolta si ritrovava a sperare che fosse così.
Inutilmente. Gli bastava incontrare gli occhi verdi di Erin e pensare alle lacrime ad umettarglieli quando le aveva puntato contro la bacchetta, che certo fosse lei non poteva esserlo, o cercare in quelli di Jess e Jason la stessa felicità che avevano provato nel rivedere i propri affetti, per rendersi conto di quanto fosse impossibile.
Ma la Resistenza stessa, era fatta di scelte che non a tutti piacevano, e che andavano comunque prese.
«no, e» puntò lo sguardo su Phobos, ed in seguito su Sylvester. Adorava entrambi con tutto il proprio cuore, ma «no. lasciare informazioni simili a qualcuno che non fosse dei nostri già da prima è un rischio troppo grande, e non credo che possiamo permettercelo - non ora che viviamo una situazione tanto incerta e precaria; potrebbe ritorcersi irrimediabilmente contro.» piegò il capo verso il Barrow, cercando nello sguardo chiaro di lui una conferma. «agire sulla memoria è la scelta più opportuna, anche se proporrei più una modifica dei ricordi piuttosto che un eliminazione in blocco» lasciare spazi vuoti nella memoria di decine di persone, poteva risultare sconveniente: tanto valeva riempirli di minchiate. «possiamo comunque contare di reclutarne un discreto numero, a partire da ciò che non andremo ad intaccare: se vogliono unirsi alla causa, è meglio che lo facciano senza pregiudizi di alcun genere.»
Lasciò scivolare il discorso Quartier Generale, sul quale giustamente nessuno aveva da ridire, così come sul lavoro all'interno del nucleo: William sapeva bene che in caso di necessità avrebbe lasciato la ricerca per scendere sul campo in prima persona. Tuttavia, era riuscito a conquistare la vicepresidenza del Castello: agire nelle retrovie della Ribellione e non rischiare di farsi scoprire da chicchessia in una missione od in reclutamento, gli sembrava l'opzione migliore in quel momento.
Istintivo, al sentir dire dal Tragott quanto la resurrezione fosse impensabile fino a poco tempo prima, dovette portarsi le dita a sfiorarsi il petto - all'altezza del cuore, laddove il simbolo del fuoco copriva a stento l'ombra di una ferita mortale. Che così assurdo non lo fosse davvero, lo sapevano solo lui ed il capitano di quella barca - ma insomma. «mi dispiace, davvero, ma sono anch'io a favore dell'allontanamento» passò la lingua sulle labbra secche, distogliendo lo sguardo dai redivivi. «e non so quanto studiarli possa essere una buona idea: se è vero che abaddon detiene il controllo sui loro pensieri e sulle loro azioni, quanto tempo potrebbe metterci a capire cosa stiamo tentando di fare? metteremmo a rischio più loro, che non noi.» che temeva potesse ucciderli, a distanza e con la stessa facilità con cui cavalcava un toro al rodeo, non lo disse solo perché gli pareva scontato.prelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)ho sonnissimo ed ho scritto da telefono: non lo considererei nemmeno post, figurarsi poi post utile.. -
.Fu un “No.” secco e deciso quello che uscì dalle labbra della Weasley, incapace di stare in silenzio ancora a lungo, di trattenere quella rabbia che, lentamente, le stava montando dentro. "Non potete farlo.” Continuò sollevando le iridi pece sul Capo della Resistenza, le dita serrate sulla sfoglia fragile e sottile del cornetto che aveva ormai dimenticato di portare alla bocca. I suoi colori vibravano incontrollati e la mente della Rossa si rifiutava di accettare quello che molti in quella stanza pensavano fosse giusto. “Non potete ucciderle ancora.” Perché esiliare Erin dalla Resistenza sarebbe equivalso a farla morire, almeno agli occhi della Grifondoro. “Non potete. Non è… giusto.”
Spostò lo sguardo su Chipmunks e Goodwin, cercando di leggere le loro espressioni, quasi sorpresa dalla loro mancanza di reazioni. “Non potete arrogarvi il diritto di escluderle dalla Resistenza e privarle di quello scopo che ha alimentato la loro vita. Né di metterle in panchina ora che la situazione si è fatta più delicata. Avete già dimenticato quello che hanno fatto per voi? Per la Causa? È grazie a Jess che molte informazioni riservate uscivano da Hogwarts, è grazie a Erin se molti degli studenti sono rimasti a combattere il primo giugno. Non per merito del professor Winston, con tutto il rispetto, non perché il professor Campbell ha chiesto a noi di restare, ma perché Erin si è esposta più di chiunque altro, perché lei ha dato l’esempio, perché ha smosso le coscienze. E ora… ora volete metterle da parte, sol perché Abbadon ha avuto accesso ai loro pensieri? Da quello che ho capito aveva accesso persino a quelli di Vasilov. Ha il potere di resuscitare i morti e credete si limiti a leggere solo nella mente di chi è stato riportato in vita? Tutti noi potremmo essere compromessi, da quel che ne sappiamo.” Tuttavia, secondo il redivivo Barrow, la questione doveva limitarsi soltanto a coloro che erano stati strappati dalla morte. Ma faceva davvero? Dopo un anno nel futuro tornava e iniziava a lanciare Oblivion a destra e a manca? Serio? E nessuno gli diceva niente? Oh Godric. Se Aidan fosse diventato capitano di Grifondoro dopo essere sparito ed essersi dato alla macchia, con ogni probabilità avrebbe messo a ferro e fuoco il Castello per impedirlo. Perché per quanto fosse bravo, per quanto fosse capace, era pur sempre stato via e le cose, in più di un anno, cambiano. Cambiano sempre.
“Nessuno qui dentro può decidere per loro. Nessuno.”
Persino Chelsey capiva quanto fosse delicata quella questione, possibile che a tutti andasse bene risolverla così? Con un’alzata di mano senza neanche chiedere ai diretti interessati di esprimere la propria opinione? Senza dar loro modo di poter dissentire? Di voler manifestare, o meno, il desiderio di continuare ad essere ribelli? Possibile che si fossero già arresi? Quella, per Chelsey, sarebbe stata la vera sconfitta. Così come tenere la bocca chiusa su una questione che la toccava da particolarmente vicino.
“E se fosse proprio nei ricordi di chi viene dal futuro la chiave per scoprire ed elaborare la Cura? O, addirittura, se fosse lo stesso Abbadon il fattore generante della Malattia? Non sappiamo neanche questo perché…” perché abbiamo cambiato la Storia talmente tante di quelle volte che per evitare lo sviluppo della Malattia possiamo aver benissimo innescato il meccanismo opposto. E se per te, Barrow o Capo della Resistenza, cercare una Cura non è la priorità, non è detto che non lo sia per tutti gli altri. “… perché ne conosciamo solo gli effetti e non il fattore generante.” Si fermò per un istante, domandandosi da dove uscissero tutti quei paroloni e meravigliandosi del suo vocabolario. Wow, sicuramente Hyde aveva letto qualche libro sull’apprendimento nel sonno e, in quel secondo di confusione e autocompiacimento, lo immaginò seduto sulla poltrona accanto al suo letto a leggergli il dizionario come favola della buonanotte. Awww che carino, allora si preoccupava della sua istruzione!
“Gli ospiti potrebbero aiutarci a capire quali eventi sono stati modificati e, addirittura, se sono a conoscenza dei nomi dei Ribelli, anche a evitare morti inutili in missioni suicide. Abbiamo la possibilità di conoscere il futuro da chi lo ha letto sui libri di storia e, come il professor Quinn ci ha insegnato, la storia è scritta dai vincitori e secondo il loro punto di vista. Limitarsi a cancellare la memoria relativa alla Resistenza potrebbe andare a nostro svantaggio, sarebbe come sbagliare un goal ad anelli vuoti o lasciare che l’avversario afferri il boccino perché, all’ultimo momento, il Cercatore ha deciso di giocare senza scopa. Capisco la paranoia, ma bisogna pensare che gli ospiti del 2119 possono rappresentare una risorsa e non solo una minaccia da eliminare.”
O forse Chelsey era troppo giovane e inesperta per capire la portata di quegli eventi, così come la gravità della situazione in cui versavano. Ciononostante, non le piaceva come parlavano di altri esseri umani, quasi fossero carne da macello, non le piaceva la facilità e la leggerezza con cui proponevano di utilizzare degli Oblivion. Ancor meno le piaceva il disinteresse per quella Malattia che aveva distrutto il suo mondo. Aveva promesso ad Hyde e Jekyll di non parlarne, ma non poteva restare in silenzio quando la proposta del Barrow era quella di stare con le mani in mano perché a corto di risorse. Non sarebbe stata lei a dirgli che molti dei presenti in quella stanza erano morti o malati, né che tra le loro fila c’era chi aveva rinunciato a tutto per impedire una catastrofe annunciata, quella distruzione che lei non ricordava di aver vissuto ma che aveva visto nei pensieri liquidi della Dallaire.
Diede un morso a ciò che rimaneva del cornetto che aveva preso tempo prima, a stento in grado di trattenere la rabbia: era solo alla vigilia dei suoi 17 anni e già era stanca di essere un adulto.Just like fire, burning out the way
If I can light the world up for one day
Watch this madness, colorful charade
Just like magic, I'll be flying freeRebel | Quidditch | Welshprelevi? // i panic at a lot of places besides the discoCHELSEY WEASLEY
DALLAIRE. -
.good people disobey bad laws
rebel
charms master16.08.2019
h: 8:0024.08.1996
22 y.o.maeve
winstonsheetpensieveaestheticheadphonesChe Maeve Regan Winston non fosse un’ammiratrice di William Barrow, era risaputo. Non si sprecò a nascondere lo sdegno nel sentirlo parlare, sinceramente piccata che fosse il sopracitato a guidare la Resistenza – non le piacevano i suoi metodi, e non le piaceva lui - preferendo usare le proprie energie per continuare a cullare le dormienti bimbe nel passeggino. La cosa che più la turbava nel sentirlo parlare, era che avesse ragione: non c’erano sorti peggiori al mondo che trovarsi d’accordo con Will, per Mae.
All’incirca.
Sorseggiò la terza tazza di caffè della giornata con cipiglio serio e pensoso, lo sguardo a volteggiare oltre le spalle del biondo in direzione della lavagna. Leggere tutto nero su bianco faceva apparire le questioni semplici, anaffettive – non sembrava parlare di esistente e memorie, quella lavagna lì. Solo i fatti; solo quel di cui avevano bisogno, senza considerare che stessero parlando di persone. Nascose la sorpresa alla menzione dell’incantesimo della memoria nel bicchiere, gli occhi a guizzare rapidi verso Mitchell: da quando le soluzioni di William non prevedevano genocidi o torture psicologiche? Progressi.
2. Rendetevi Utili.
William Yolo Barrow, sei una merda. Se l’occhiata gelida della Winston avesse potuto uccidere, l’ex Corvonero sarebbe morto anni prima, ma in quel momento sarebbe tornato in vita per morire di nuovo - perché anche se poteva aver ragione, usando quel tono di scherno Mae non poteva che trovarlo fastidioso, punta sul vivo nell’orgoglio e la cocciutaggine che si trascinava dietro da quasi ventitré anni. Per principio, principio, avrebbe voluto insistere e rimanere nei Laboratori, ma aveva già pensato di cambiare sistemazione, per quanto l’idea di non lavorare più con Jade la turbasse. Okay che si trovavano pur sempre nello stesso luogo, ma dopo quasi due, due, anni, senza la migliore amica che aveva scoperto essere sua sorella!!!, scusatela tanto se l’idea di allontanarsi anche solo di una stanza non le piaceva affatto.
Chinò lo sguardo alla menzione dei redivivi, sentendo bruciare il senso di colpa come nel primo secondo in cui aveva aperto gli occhi sulla sua epoca – tutte quelle lacrime, e quel sangue, e quel come siamo arrivati a questo. Preferiva non pensarci, Maeve. Preferiva fingere che il mese senza di loro non fosse mai esistito, cullandosi nel sollievo di vedere Scott ed Erin appallottolati sul divano in attesa che Jess preparasse i pop corn per tutti (la makota ci aveva provato, a prepararli per i loro bimbi; avevano fallito miseramente, e da allora toccava alla Goodwin) e Dakota sorridere allo schermo del telefono per un messaggio di Jason.
Una variante troppo imprevedibile.
Tacque nel sentire le repliche dei ribelli, cercando di riordinare i propri pensieri. Alzò lo sguardo solo alle parole di Phobos, un sopracciglio arcuato nella sua direzione: si vedeva che non conosceva gli ospiti del futuro, se proponeva un voto infrangibile con loro. Senza contare che il solo essere a conoscenza di “dati sensibili”, li rendeva un pericolo ambulante. No, l’opzione più sicura era indubbiamente quella dell’incantesimo della memoria – e fu grata a Mitchell per averlo sottolineato: le pesava troppo l’idea di ammettere pubblicamente di essere d’accordo con Will.
Ora. A Maeve Sylvester piaceva, ma: «stai scherzando, spero» ruvida, quando tutti gli altri avevano concluso il loro monologo, volgendo in particolare un’intensa occhiata alla Weasley. Comprendeva perché anche i ragazzi dovessero partecipare, ma una parte della Winston avrebbe davvero - davvero - preferito non lo facessero. Spostò lo sguardo dal Tragott a Jess ed Erin, un «no.» categorico ad entrambe, prima che potessero anche solo pensare di offrirsi per uno studio sociale: era stata lei quella a guardare, giorno dopo giorno, uno Scott Chipmunks privo di lacrime, voce, battiti, perché i suoi amici e sua sorella erano morti. «liberare da questo collegamento? per quanto ne sappiamo, è l’unica cosa a tenerli in vita» Alzò l’Indice TM verso i membri della Resistenza, osservandoli uno dopo l’altro con sguardo critico e pregno di giudizio. «ho lavorato per anni come doc per trovare una cura agli special perché altri ribelli hanno deciso che sarebbe stato più sicuro per tutti se avessimo avuto le stesse opportunità; usare jason, erin o jess per raccogliere informazioni su un ambito che non conosciamo, non è diverso da quello che hanno fatto loro.» Caso mai non fosse stato chiaro la prima volta: «no. non è per vedere altre cavie da laboratorio, che mi sono unita alla resistenza.» alzò il palmo in direzione dell’uomo bloccandolo prima che potesse fraintendere le sue parole. «lo so che l’hai detto con buon cuore, syl, ma sempre di questo si tratta. Senza contare che è troppo rischioso, ed uno “spreco di risorse”» con tanto di sassy virgolette a Will, perché ancora non le era andata giù l’essere stata catalogata ad inutile peso della società.
Bestia.
Dopodichè, volse quieta le iridi azzurre sulla Weasley, accantonando l’argomenti morti perché non era sua la voce a dover rispondere di quelle parole. Ma mia piccola stella del cielo: «conoscere il futuro è un’arma a doppio taglio. Non possiamo comunque basarci sulle loro conoscenze in merito» sempre che ne abbiano, esclusa Agape sulla quale non aveva dubbi. «e se “salvando ribelli in una missione suicida” per un’informazione ricevuta da gente di un futuro che abbiamo già cambiato, mettessimo in pericolo altre centinaia di persone? civili?» Scrollò le spalle, lo sguardo abbassarsi sulle bimbe ancora addormentate. «è troppo fragile, e rischiamo solo di metterli in pericolo; non sappiamo come gestirebbero la questione, e studiare la storia è diverso da viverla» Umettò le labbra, alzando infine gli occhi su William. «ho passato più tempo sui libri di storia di credo chiunque altro, e perfino per me che una parte di quella storia l’ho vissuta, è stato difficile selezionare il vero dal falso – l’utile dal contorno» Scosse il capo, sorseggiando ancora il suo caffè. «sono appena arrivati, sono stati sbalzati in un’epoca di cui hanno letto solo sui libri. lasciare loro sulle spalle anche il peso di eventi che potrebbero essere inevitabili, mi sembra solo crudele, considerando che devono ancora imparare ad adattarsi al nostro mondo» agitò vaga una mano nell’aria, concludendo il discorso con «sono già a conoscenza della scena politica e sociale babbana e non da qui a cent’anni; la resistenza è una questione dei ribelli, non di chiunque: se vogliono aiutare la causa, possono farlo come tutti noi comuni mortali. È un rischio che non mi sembra opportuno correre, quando potremmo facilmente evitarlo»
2. Rendetevi Utili.
«se ci fosse qualche special con cui collaborare» [hint: EDDAI JADE] «mi piacerebbe addestrare le reclute all’uso della magia» un ossequioso mezzo inchino verso il KAPO. «se vostra grazia lo concede.» *sips*prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco. -
.when tyranny becomes law
rebellion becomes duty23 y.o. (07.08.1996)
mercenaryrebel doctor
(former extremist)special wizard
lumokinesisjaden
beechsocial clubpensieveaestheticheadphones«Come mai sei già sveglia?» pronta ad inventare una scusa, Jaden infilò il galeone incantato nella tasca dei pantaloncini con nonchalance, lo sguardo ad andare sull'uomo coricato a letto, uomo mezzo nudo a eccezione di un pezzo di lenzuolo che gli si era arrotolato attorno alle gambe in chissà quale modo e- «quella è- mia?»
«Questa?» Eugene Jackson, bello come il sole (ironicamente ma anche letteralmente) abbassò ingenuamente lo sguardo sul proprio pube. Tirò l'elastico dell'indumento, come per studiarlo (o guardare cosa c'era sotto); Jade si chiese come avesse fatto a non notare com'era andato a dormire il jackson la sera prima «Tua o di T-Jade. l'ho trovata sulla sedia»
«Perchè-» un tricheco avrebbe dovuto possedere una mini gonna? «l'hai messa?»
«Hai detto che dormire nudi è antigienico, no? E poi con questa passa tutta l'arietta: una goduria» Eugene rabbrividì di piacere, sorridendo assonnato mentre si stringeva al proprio cuscino.
Jade aprì la bocca per dire qualcosa, ma non trovò le parole giuste. Di certo, non poteva commentare il fatto che fosse una gonna (era solita dire che i vestiti non hanno genere - che insegnamento avrebbe dato a uran sorprendendosi o dicendo alcunchè a suo padre? "Jaden, ti ho cresciuta meglio di così"); l'aveva fregata.
"Euge è intelligente ma non sembra" - cit
«ochei» si voltò nuovamente, gli occhi per un istante al cielo in un eyeroll in perfetto stile wich, e si infilò la canottiera.
«Quindi? Esci?»
«Faccio colazione con Maeve» in un certo senso, era vero. Erano poche le persone per cui Jade si sarebbe alzata a quell'ora brava, e l'uomo lo sapeva.
«Portaci una brioches»
«no»
«EDDAIIII quella con la crema e gli zuccherini sopra! E magari anche dei pasticcini....»
«nooOOoo»
«JaaAAAAaaaDE»
«NoOOOoo»
«DAI JAA/AAA/AAAADE»
«VA BENE» afferrò con più energia del necessario la borsa dalla sedia, guardando di sottecchi Eugene - ora appoggiato sul gomito - che sorrideva soddisfatto. «Ma la prossima volta che vai al bde» Big Dick Energy, anche chiamato bidet da ora «mi porti una vaschetta di gelato enorme. ENORME!»
«Buona colazione, princessa»
«torna a dormire, cazzone» Jade si sporse per mettergli la mano in faccia e spingerlo giù coricato, ma l'ex pavor le afferrò il braccio per tirarla a sè e scoccarle un bacio. «Ci vediamo più tardi»
«fottiti» ma uscendo dalla camera per andare a salutare Uran, stava sorridendo anche lei senza riuscire a evitarselo.
Una normale mattina a casa Eubeech, insomma.
«e dato che mi dispiacerebbe doverli uccidere, l’unica soluzione che evita di metterci in pericolo, è un classico incantesimo della memoria»
"non guardare Murphy non guardare murphy non guardare murphy..." gli incantesimi della memoria erano un argomento... sensibile per Jaden Beech. Poteva ancora vedersi davanti la faccia sprezzante di Elijah, ricordava perfettamente il tono che aveva usato quando le aveva detto che se non l'avrebbe denunciata, era solo per il bene di Eugene, e poteva sentire il magone al solo pensiero che il Dallaire potesse cambiare idea sul distruggerle la vita - giustamente, visto che lei aveva distrutto la sua. Gli incantesimi di memoria erano... rischiosi. Durante, dopo; e potevano essere scoperti. E potevano essere cancellati.
«avete altre idee? suggerimenti? dubbi?» Ascoltò il veloce dibattito che susseguì, sbuffando una risata quando a parlare fu mitchell.
«davvero tu non daresti la possibilità ad altri di unirsi alla causa? Sono passati mesi» spalancò le braccia. «non dico che siano tutti buoni e giusti» indicò le foto sparse sul tavolo dei viaggiatori nel tempo. Avevano foto dei viaggitori nel tempo sparse sul tavolo? Ora sì. Conosci la minaccia. «Ma guardati intorno, Mitch: siamo quattro gatti; Vasilov non è stato clemente negli ultimi due anni, lo sai» tu c'eri. Le era difficile non essere offesa con William perchè, invece, non era stato a soffrire con loro la perdita di tanti compagni durante finti attentati, retate, missioni, spettacoli circensi mortali a Carrows District. «non vuoi neanche provarci a farli passare dalla nostra parte, almeno i Viaggiatori nel tempo? Chi è qui nel 2019, è qui perchè voleva aiutare i nostri amici, la nostra famiglia, contro un nemico che neanche sapevano identificare» o almeno, questo aveva capito dai racconti di chi era stato nel 2119. «potevano farsi i fatti loro, e invece sono finiti nel passato» fece saettare lo sguardo su Darden «come ti sentiresti a scoprire ora che arrivata nel 1917 Lancaster ha modificato la tua memoria a priori - perchè sapevi cosa sarebbe successo e avresti potuto volontariamente cambiare il corso tempo, o incasinare la linea temporale? E se l'avesse effettivamente fatto? Non passeresti dalla parte di chiunque è contro di lui, ingigantendo le sue schiere?» Insomma: quello che aveva fatto Elijah.
Si passò una mano fra i capelli. «Gli incantesimi di memoria sono delicati, e non sono sempre perfetti; nessuno di questi lo è, fatti da maghi o da special, o probabilmente la ribellione non sarebbe mai neanche nata. La resistenza di tutto il mondo ha passato due anni difficili, la Francia si sta ancora leccando le ferite e prima di tornare agli antichi splendori ne passerà; dobbiamo difenderci da possibili minacce, certo... ma prima di passare al metodo oblivion - prendendo tutte le precauzioni del caso perchè dovrebbe essere fatto molto, molto bene - sono favorevole a dargli una possibilità. Se qualcuno accetterà di passare nelle schiere ribelli, gli potremo far fare un voto infrangibile o altro, testando la loro lealtà- potete addirittura chiedergli il permesso di cancellargli selettivamente la memoria, potrebbero essere d'accordo. Li conoscete tutti così bene? Non voglio studiarli, ma magari vorranno aiutare con altre conoscenze: nomi di persone, incantesimi non ancora inventati, cure mediche da noi sconosciute... Di sicuro se voteremo» voteremo, lol. Con William e Mitch dalla stessa parte, già sapeva cosa sarebbe successo «per l'incantesimo di memoria, opterei anche io per la modifica, non l'eliminazione, e per farlo piuttosto in tempi più lunghi ma solo dai migliori di voi; meno rischi corriamo che l'incanto si spezzi, creando delle persone che non credono più nella resistenza a priori, meglio sarà»
«secondo punto,»
2. Rendetevi Utili.
Incrociò le braccia. «cosa faccio nel mio tempo libero non ti concerne, Barrow» se voleva lavorare in laboratorio, l'avrebbe fatto. Voleva cercare la cura per l'herpes? Ok, non era una priorità per William ma sticazzi, di certo non poteva dirle lui di impiegare meglio le proprie ore. LUI! Riconosciuto cazzone di quartiere, e che ancora andava a farsi le canne dietro al campetto come i diciassettenni! Passò lo sguardo sulla Winston, e il suo sguardo da duro si ammorbidì leggermente. Sospirò impercettibilmente. «Ma se posso essere utili, mi unirò volentieri agli addestratori; poi, ho già lavorato con adolescenti» cercò lo sguardo di Phobos istintivamente. Sapeva che servivano persone con una buona parlantina e affabili per fare i rebel scuot, ma pensava comunque che il Campbell sarebbe stato più utile in palestra ad allenare nuovi e vecchi ribelli. A Hogwarts e al ministero qualche mese prima gli era andata bene, ma questo non voleva dire che ritrovandosi in un ambiente magic-free la resistenza se la sarebbe cavata durante un combattimento.
3.
«mi sembra un po' ingenuo credere che il boss finale, in possesso di qualsiasi abilità magica a tal punto che può far resuscitare i morti, sia ingannabile in un modo simile, o che non verrà a sapere di quello che vuole in altri modi comunque» guardò le persone coinvolte, si umettò le labbra «voi cosa ne pensate?» perchè per una questione simile, di quello che pensata william le importava ben poco: aveva sentito parlare di Seth Abbadon, nel loro e nell'altro universo, e lo aveva visto in azione; le sembrava una bambinata per farli sentire stupidamente al sicuro allontanare i resuscitati ma chissà, magari loro si sarebbero sentiti meglio fuori dai giochi e operando in maniera diversa.prelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)parla un sacco inutilmente WINSTON NON PICCHIATELA
Edited by mephobia/ - 18/8/2019, 00:52. -
.'Cause I might break if you're gonna die, not by mistake.
14.12.1989
ex-ravenclawpsychowizard
emphatyrebel
with a causenicole
riverasheetpensieveaestheticheadphones«syl» soffiò più delicatamente possibile, avvicinando le labbra all'orecchio del Tragott. Attese qualche istante, osservando con una certa apprensione prima l'orologio appeso alla parete, poi le palpebre ancora chiuse del bibliotecario. «syl» ripeté ancora, un po' più forte, poggiando una mano sulla spalla del moro e scuotendolo lievemente, ottenendo solo un lieve mugugno come risposta. Sbuffò contrariata, battendo nervosamente il piede sul pavimento ed incrociando le braccia al petto, scrutando l'ex-Grifondoro con aria sempre più severa. Si allungò oltre il divano letto, ove giaceva beato Sylvester, per poter raggiungere la parete e staccare via un pezzo di scotch rimasto lì dalla sera precedente. Rimase per qualche istante a fissare l'alone rimasto sul muro, salvo poi costringersi a distogliere lo sguardo, ingollando quel sapore amaro che le veniva alla bocca ogni volta che qualcosa le appariva fuori posto. Un tempo era peggio di così, una volta sarebbe rimasta per minuti interi con le iridi intrappolate su quella futile eppure dolorosa visione, il cuore a batterle furiosamente in petto ed il respiro mozzato, le gambe improvvisamente cedevoli. Ma quella Nicole, col tempo, non aveva fatto che sbiadirsi, lasciando posto ad una donna se non più forte, un po' meno spezzata. Aveva cominciato a farci l'abitudine, che le cose non sempre potessero incastrarsi nel giusto tassello, che a volte il mondo era un gran casino e lei, nel suo piccolo, poteva solo starlo a guardare, ma c'era un po' di quel caos che, alla fine, aveva persino imparato ad amare. La sua famiglia per esempio, Stiles, che di regolare aveva ben poco, ma che non avrebbe scambiato per nessun'altra; quello che aveva costruito con Sinclair, a cui non sapeva ancora dare un nome e che, in fondo, di certo aveva poco, ma che riusciva sempre a farle dimenticare tutto ciò che di brutto esisteva all'infuori del loro piccolo nucleo protetto; e persino «SYLVESTER» a cui poi voleva bene, ma che prima o poi avrebbe certamente ucciso in un delirio d'ocd. Ora, appurato che la sua voce soave fosse finalmente riuscita a svegliarlo, avevano ancora talmente tante cose da fare che dovette socchiudere le palpebre per qualche istante Nicole, contare fino a dieci, e ritrovare un briciolo di calma. «scusa, non riuscivo a svegliarti» mormorò poi, passandogli la tazza di caffè che gli aveva preparato ed indicandogli la stanza con un cenno del capo «c'è ancora un gran casino» afferrò un lembo del proprio abito con entrambe le mani, stropicciandolo nervosamente e abbassando nuovamente lo sguardo sul Tragott. Forse proporre la propria casa come location per la festa di Marcellius non era stata la migliore delle idee, così come mettere alla prova così precocemente i suoi progressi con la questione del disturbo ossessivo compulsivo, ma voleva così tanto fare qualcosa per Mgk e, al contempo, dare l'occasione di divertirsi agli stranieri di cui lei e Sylvester avevano preso ad occuparsi dopo la battaglia nei sotterranei di Hogwarts, che non aveva neppure avuto cuore di rifiutarsi. Ma era presto, troppo presto, e i palloncini accasciati sul tavolo del salotto... «è stata una gran figata» le aveva detto Marcellius prima di andare via con Sinclair, ed era raro che il ragazzo le rivolgesse davvero la parola, specie in termini positivi - perciò Nicole sapeva che, alla fine, ne era valsa la pena. «posso occuparmene dopo» mormorò, più verso sé stessa che verso il bibliotecario, e «posso occuparmene dopo» ripeté ancora, annuendo appena e raccogliendo la tazza vuota dalle mani di Syl. «riesci a fare una doccia veloce? non voglio fare tardi» e non voglio restare un altro istante in mezzo a questo disordine, ma questo evitò di dirlo.
Accavallò le gambe sotto al tavolo, puntellando con la matita sul foglio dinanzi a sé ed ascoltando in silenzio i commenti dei presenti. L'avevo già detto quanto Nicole fosse una persona terribilmente precisa? E aveva preso appunti, ascoltando uno per uno i pareri degli altri, prima d'azzardarsi anche solo a formulare un'idea. Incrociò lo sguardo della Beech alla fine, rivolgendole un piccolo sorriso prima di prendere la parola in coda al suo discorso.
«le perplessità di mitchell sono legittime e, proprio perché siamo quattro gatti, non possiamo permetterci di correre rischi e lasciare entrare chiunque solo nella necessità di far numero» abbassò lo sguardo sui propri appunti: dare una possibilità «ma escludere tutti quanti a prescindere mi sembra estremo, oltre che poco furbo, perciò sono d'accordo nel dire che dovremmo almeno dare una possibilità ai nuovi arrivati che hanno mostrato interesse ad entrare a far parte della resistenza, interrogandoli o sottoponendoli ad una prova di fiducia, ed ovviamente escludendoli dalle informazioni più sensibili almeno per i primi tempi» altro punto: oblivion «richiedere una modifica selettiva dei ricordi potrebbe in effetti essere un buon compromesso a mio parere, e ci eviterebbe di dover ricorrere ad una vera e propria cancellazione - a nessuno piacciono i vuoti di memoria» new number, who dis? «per quanto riguarda il dover sospendere la ricerca, ecco, non so quanto possa essere saggio» si spostò una ciocca di capelli biondi dal viso: doveva al più presto rifare la tinta, li odiava già «se in tutto questo tempo non abbiamo ottenuto risultati, potrebbe volerci ancora parecchio per giungere ad un risultato e, ad un certo punto, sappiamo che il problema diventerà estremamente rilevante, tanto da non poterlo più ignorare» e la vita era ancora una delle sue priorità, malgrado spesso non sembrasse così «perciò, sebbene comprenda che oggi vi siano questioni di una certa importanza, credo che interrompere del tutto il lavoro dei ricercatori non sia una buona idea» e spostò lo sguardo prima su Jaden, poi su Maeve «rallentarlo, ottimizzare le risorse così da non dover spendere tutte le energie ed il tempo soltanto nella ricerca, sì, ma eliminarlo» e scosse il capo, stringendosi nelle spalle «e non credo che la proposta di syl sia così assurda. Voglio dire, sono la prima a respingere categoricamente qualunque studio medico su soggetti non consenzienti» war flashbacks «ma se qualcuno si mostrasse disponibile a farlo, e se la ricerca non fosse eccessivamente invasiva, conoscere qualcosa in più sul collegamento dei sopravvissuti con abbadon non mi sembra una cattiva idea, e potrebbe risolvere in parte anche il problema dell'allontanamento dei redivivi, che potrebbero rendersi utili senza dover necessariamente abbandonare la loro preziosa partecipazione a questa causa» e sottolineò quel preziosa, scoccando un'occhiata comprensiva alla Weasley «indubbiamente useremmo cautela, e cercheremmo di non attirare in alcun modo l'attenzione di abbadon, né tanto meno di ingannarlo - sembra ingenuamente ottimistico anche a me - ma ci limiteremmo a capirne di più, per il loro bene e per un'utilità collettiva. Per il resto, io mi rendo disponibile ad occupare qualunque ruolo sia necessario, nei limiti delle mie competenze ovviamente, che sia tra gli addestratori o tra gli strateghi o tra i tuttofare» lasciò andare la matita, ed incrociò le mani dinanzi a sé «abbiamo già una vaga idea di dove spostare il quartier generale?» non a casa sua magari, ne aveva già avuto fin troppo.prelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)In realtà volevo scrivere di più, ma è da un mese che il mio cervello vive solo nell'ansia della partenza, perciò ho buttato giù cose a caso dai!!. -
.Yeah
this mountain gonna rumblerestless
cool war kidsfriction
imagine dragonsall stars
smash mouthisaac
lovecraftsheetpensieveaestheticheadphones«oh meo deo.» Isaac avvicinò l’ennesima briciola, minuziosamente spezzata dalla brioche, alle labbra, rivolgendo quel flebile sospiro solo all’udito di Niamh – avrebbe preferito ci fossero dei popcorn, data l’intensità con cui la riunione tendeva ad evolversi in una guerra civile (dalla quale si sarebbe dileguato, prodigandosi nel miglior panic moonwalk della propria vita), ma si accontentava di ciò che la colazione poteva riservare.
Pur avendo da poco tempo festeggiato il suo terzo compleanno ribelle, momenti come quello lo facevano temere per la propria incolumità più di quanto non facessero le missioni sul campo: era un guerrigliere, non uno che prendeva parte a decisioni del genere. Aveva perso tale capacità, prima fidanzandosi con Sharyn e poi mettendosi in società con la Barrow: ogni tanto ci provava, eh!, ma sapevano essere terrificanti quando ci si mettevano di punta. Rimaneva silente, sia con le due ragazze che in simili meeting, ad osservare con accademico interesse ed assoluta confusione.
In quell’istante, per la precisione, si trovava nella zona grigia che divideva il Sommo Domenico Bini, perché che cosa sta succedendo?? non ci capisco più niente???, da John Travolta in Pulp Fiction e da Tina Cipollari, che quando Gemma inizia a dire stronzate in studio prende ed se ne va nel backstage. Avrebbe anche voluto essere più sveglio e reattivo per fingere, quantomeno, di partecipare con più animo ed idee – tuttavia, si dava il caso che qualcuno (lui.) avesse avuto la brillante idea di fare il turno di chiusura il giorno addietro, per cui le otto di mattina coincidevano ancora con la notte che non aveva trascorso a dormire. «ma dai, stiles si è già svegliato» e invece, pensate un po’, passava più tempo a controllare il baby monitor che aveva installato in camera dello Stilinski (sì, lo controllava ventiquattro ore su ventiquattro: sia mai che al padre di suo figlio venisse in mente di morire un’altra volta di nascosto) che a pensare ad interventi intelligenti con cui fare conversazione – o iniziare un conflitto interno alla Resistenza, insomma. Non che non stesse seguendo, sia chiaro, ma… si sentiva a disagio. «tu stai prendendo appunti, vero?» «no» si era anche un po’ perso, ma quello era normale all’alba.
Alzò il capo, solo quando le proprie convinzioni vennero meno. Era certo che gli Adulti Responsabili™ avrebbero risolto la situazione facilmente e in fretta, dicendogli che “vbb tutt’appò, tornate a dormire e grz di essere venuti : ) ”, e invece pareva si stessero scannando tra di loro. Molto educatamente e con quelle frecciatine che potevano tranquillamente uccidere un Vasilov qualunque, ma comunque. «mh, posso?» si schiarì la voce, rendendosi troppo tardi conto di aver effettivamente aperto la bocca: non credeva l’avrebbe fatto davvero. «ok sì, posso» ??? «io non… capisco» così, giusto per mettere in chiaro da subito come funzionava un Isaac Lovecraft qualsiasi di venerdì mattina (male, per inciso). «will ha parlato di provvedimenti sulla memoria per le informazioni sensibili, ossia noi: la ribellione che va dal duemilaventi in poi è praticamente la loro storia, per quanto capaci dubito che riusciremmo a cancellare o modificare cent’anni di avvenimenti» cercò una conferma – o un “ma che cazzo dici, isaac”: andava bene di tutto – negli occhi di William, poi di Maeve e Dakota; si voltò anche verso Niamh, ma questa sembrava più presa a fulminare con lo sguardo la Winston che altro. Istintivo e doloroso, fu cercare anche un cenno da parte di suo cugino: era passato un anno e mezzo, ma ancora non riusciva a realizzare che Donnie non si sarebbe mai più seduto su una di quelle sedie. «vengono dal futuro» nerd!isaac: triggered. «potrebbero… non so… conoscere dei metodi??, per raggirare prove di fiducia e quant’altro, però con il resto delle memorie intatte potrebbero comunque inseguire la nostra causa senza… conoscere a menadito nome e cognome di chi c’è dentro. tentare di portarli dalla nostra parte» posò brevemente gli occhi nocciola su Jade, per poi decidere gli facesse troppa paura per continuare a guardarla. «così, è troppo un’arma a doppio taglio – e hanno aiutato i viaggiatori, certo, ma soprattutto contro il drago. non hanno aiutato la resistenza, e molti di coloro a cui hanno dato una mano non ne fanno nemmeno parte.» ma un senso, quel che aveva detto, ce lo aveva? Chi lo sa: troppo caldo per ragionare. Si strinse nelle spalle. «non so, secondo me agire su quella parte di memoria, è la cosa migliore da fare: non dobbiamo togliere tutto, no?» magari sì, e non ci aveva capito un cazzo.
Assolutamente probabile.
Piegò poi il capo verso Nicole, poi su Sylvester; poi, confuso, alla telecamera per uno zoom strategico. «no dai, fate i seri.» amava la Rivera, e l’avrebbe fatto anche se non fosse stata la sorella del suo migliore amico – bellissima, intelligente, adorabilmente imbarazzante quando ci si metteva; aveva anche adottato un praticamente coetaneo, così come avevano fatto lui e Stiles tanti anni addietro – ma. «non possiamo usarli come cavie, dai: potremmo ucciderli al primo tentativo, o far sì che sia seth a farli fuori mentre fate esperimenti.» ed ancora, spostò lo sguardo sulla bionda: avrebbe permesso, se suo fratello o Marcus fossero stati lì e avessero dato il proprio consenso, che rischiassero così tanto? Lui no. «non… non possiamo – e ci abbasseremmo al livello degli estremisti» per il cui operato, tra l’altro, stavano cercando quella cura – argomento che il Lovecraft scavalcò con le sue migliori doti di parkour: era nella guerriglia, non doveva cambiare ruolo lui.
Credeva? Sperava?
«e non mi piace l’idea di allontanare jess, erin e jason dalla resistenza, per niente.» si girò verso la Goodwin, in particolar modo: era stato lui a trovarla quando senza memoria non sapeva dove andare; lui, a portarla al Quartier Generale. Sentiva che quello, sarebbe stato un tradimento bello e buono. «ma magari sarebbero davvero più al sicuro – almeno finché non… capiamo come sistemare la cosa.»
Che vita di merda.
«ah già: ma noi dove andiamo?» semicit.22 y.o. (15.03.1997)
ex ravenclawrebel guerrilla
bartender2043: messanger
teddy tryhardprelevi? // i panic at a lot of places besides the discoSPOILER (clicca per visualizzare)sono alquanto certo non abbia un briciolo di senso, ma ho anche troppo caldo per sperare di dargliene un briciolo - i tried (ma nemmeno troppo).