You're all about the money But your bullshit doesn't add up

tabú-#000 + swe(a/e)ter-banana7

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    Era decisamente l'appartamento perfetto quello che avevi affittato in una zona poco fuori Londra - aveva tutto quello di cui avevi bisogno, fosse per vivere, per aprire uno studio, o per organizzare la festa dell'anno. Un vero peccato che il giorno in cui decidi di trasferire al suo interno la tua roba, con le chiavi a tintinnare fra le mani...scopri di non essere l'unico, e che l'appartamento è stato affittato anche a qualcun altro.
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    A Jericho piacevano le liste. Aveva una lista per ogni cosa, dalle to-do-list alle cose da fare prima di morire, ed anche se raramente rispettava i propri obiettivi, la faceva sentire completa sapere di averne. Riempiva quaderni, fogli volanti e post-it di elenchi, spesso e volentieri con nomi di persone che le avevano fatto girare il cazzo e sulle quali, una volta dominatrice dell’intero universo, avrebbe scatenato la propria ira rendendoli poggiapiedi - ma non sempre. Qualche volta si trattava di una lista della spesa, o di indirizzi di negozi dove poter cercare un collarino borchiato per le sue due scimmiette; perfino di Pokèmon delle palestre da sconfiggere per vincere la medaglia.
    Quel giorno, stretto nel pugno della Lowell, c’era però uno degli elenchi a cui era più affezionata, stilato direttamente da wikihow: come diventare un super cattivo.
    1: cerca un look da malvagio.
    Con il suo armadio nero quanto la sua anima, non aveva avuto bisogno di approfondire oltre l’argomento. Qualche volta entrava in modalità berserk punkabbestia e aumentava la quantità di borchie e spuntoni, ma dipendeva dall’umore della giornata. Per la Grande Occasione, aveva indossato er mejo del suo repertorio: jeans elastici neri e strappati, dai quali strappi era possibile vedere (finte; nella loro totalità, erano scomodi) calze a rete; doc martens, quelle opache perché lucide facevano troppo emogirl early ‘00; crop top che rendeva visibile il fine tatuaggio sul fianco, v for vaffanculo (in italiano? Certo, a jericho piacevano gli italiani: avevano la mafia e la pizza), guanti da motociclista, e giacca di pelle malgrado facesse un freddo fottuto e non proteggesse dalle intemperie. Hashtag, do it for the aesthetic. Inoltre, l’outfit mai scelto a caso della Lowell, le permetteva di estrarre con facilità i coltellini all’interno della giacca, la pistola laterale, ed il pugnale nella guaina sulla schiena.
    2: Litiga.
    La sua attività preferita. Orgogliosa ed attaccabrighe qual era, era stato davvero facile scivolare in quella che era oramai diventata abitudine; un guanto della taglia perfetta.
    3: Manipola le persone.
    Cancellato, perché quello non faceva parte della sua indole. Non era abbastanza bugiarda, ed al contrario di Simona, non era fAALSAAAH - poi perché manipolare pezzenti quando poteva fare tutto da sola, e riuscirci venti volte meglio? Non si fidava degli altri, e per tanti fottuti buoni motivi che non staremo qua ad elencare.
    4. Migliora il tuo aspetto da malvagio con un’adeguata espressione facciale.
    L’impassibilità funzionava, ed il sopracciglio arcuato completava sempre l’opera; doveva solo affinare la risata, per il resto era in una botte.
    5. Modifica la tua voce e il tuo modo di parlare.
    Cancellato anche quello: ci aveva provato, ed era semplicemente sembrata una bambina di dodici anni che, con il tipo della vendita porta a porta del folletto, si fosse spacciata per il proprio padre.
    6. Sii misterioso
    Ecco, la fama (non richiesta, per inciso) aveva un po’ rovinato l’effetto mistero, ma? La Lowell aveva deciso quello fosse un passo facoltativo, perché essere una celebrità le permetteva di pagare le bollette.
    ...che vivendo ancora a New Hovel non aveva, ma avete capito il senso.
    Poi c’era il 7, personalmente il suo preferito.
    «Circondati di cose e persone malvagie» sospirò, il casco stretto sotto al braccio ed una bieca occhiata all’edificio di fronte a sé. Con le persone il censimento era ancora in corso (ahah pun intended #ciao darden) ma almeno sulle cose, poteva avere più controllo. Un leggero sorriso curvò le labbra dipinte di blu della telepata, i cui occhi azzurri non riuscivano ad abbandonare la struttura fatiscente poco fuori londra. Quale cattivo con i contro cazzi non possedeva una «geikeicaverna» BASE! Dove tenere tutti i piani di conquista, i death note, le armi (quelle che non ci stavano più nell’appartamento di new hovel; dopo la morte di Marcus, erano diventate davvero un sacco), e le lampade al plasma: fuckin majestic. Portò una mano al cuore quasi commossa da cotanta malvagità insita nel palazzo, chiaramente ad un passo dalla demolizione, mentre saliva i (troppi; davvero tanti, fottuto ascensore non funzionante – perlomeno era aesthetic, di quelli con le grate!!!! e le saracinesche!!!!!) gradini che l’avrebbero portata al suo appartamento. Sacche piene di armi alle spalle, casco infilato sotto braccio, le chiavi a tintinnare nel palmo...«e tu che cazzo credi di fare» sopracciglia corrugate e dita ad estrarre rapide la pistola, puntata ora contro le spalle del losco individuo con le chiavi dentro la serratura del suo fottuto alloggio.
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    Con un sorriso leggermente ebete sulle labbra, Dakota continuava a far scorrere le immagini della galleria del cellulare, ringraziando mentalmente la tecnologia del 2119 che gli aveva finalmente fatto sembrare i cellulari del ventunesimo secolo facili da usare. Certo certo, aveva preso l'abitudine anni prima a inviare quasi sempre il #selfiedelgiorno qui e là, in chat di gruppo o ad amici in privato, dove faceva espressioni buffe o mostrava qualcosa di strano che aveva cambiato il corso della sua giornata slash gli aveva fatto pensare a loro... ma ora era passato al livello successivo. Chi l'avrebbe mai detto che le app possono servire ad altro, oltre che a tenersi in contatto con i propri conoscenti?
    «Guardi qualcosa di interessante?» Dakota alzò velocemente la testa, puntando lo sguardo sulla signora presumibilmente babbana seduta di fronte a lui sul pullman. Istintivamente, spenselo schermo del telefono per nascondere le prove.
    «oh. Ehm-» si passò nervosamente una mano fra i capelli, le guance ora rosse mentre faceva un sorriso imbarazzato. «sì?»
    La donna incurvò le labbra, divertita dal disagio del giovane «Foto del tuo ragazzo?» «come-...?» «Ho visto il blocco schermo. È carino»
    Dakota non rispose.
    Si trovava di fronte ad una scelta: fare l'adulto, e dire la verità, o cedere alla vergogna e mentire per la salvezza della propria reputazione. "È una sconosciuta, che importa cosa pensa di me..."
    «sì, guardo le foto del mio ragazzo» scelse di mentire.
    «Awwwwww»
    Il fu rosso rise nervosamente, e la donna iniziò a parlare di primi amori, la sua prima ragazza che poi era diventata sua moglie... gli sporse anche il proprio cellulare per mostrargli la foto del matrimonio che teneva sempre con sè, ma Dakota, seppur cordiale (sempre cordiale) - e un po' intenerito, doveva ammetterlo -, da bravo #giovane a cui non importa della gente intorno a sè quando accecato dalla tecnologia stava pensando ad altro, a come avrebbe voluto tornare a guardare le foto che stava guardando e che tanto lo avevano emozionato, migliorandogli la giornata... che no, non erano immagini di lui e di Jason. Ma insomma, come confessi ad una sconosciuta che è già entrata in modalità "UAU UN GIOVANOTTO GAY- ai miei tempi..." che sei drogato di foto di animali con cappelli? Gatti, possibilmente? Oh Signore, con quei musetti adorabili e a volte felicissimi a volte super scocciati, con quei cappellini di tutte le forme e dimensioni e-... non lo confessi, ecco come.
    «oh!» Sguardo da distratto fattosi attento mentre riconosceva un edificio fuori dal finestrino, Dakota si alzò rapido in piedi. «devo scendere qua»
    «È stato un piacere!»
    Dakota scese velocemente dal mezzo, ansioso di non perdere la fermata. Gli piaceva viaggiare con i trasporti babbani, molto più di smaterializzarsi o usare la metropolvere; solitamente non aveva l'ansia di aver preso l'autobus nella direzione opposta, di sbagliare discesa o cose simili, e raramente aveva fretta (non era mai stato un ragazzo ritardatario, preferiva partire per tempo e fare poi le cose con calma): i mezzi babbani gli davano l'idea di starsi godendo, insieme al viaggio, anche la propria... vita? Di potersi fermare, prendere fiato. Poteva mettersi a leggere mentre era sulla metro, o ascoltare la musica spostandosi in bicicletta da casa propria all'appartamento di Jason.
    Quel giorno però non poteva permettersi di sbagliare.
    Tirò di nuovo fuori il cellulare, chiudendo a malincuore la gallerie di immagini carine di animali salvate (dopo averne guardate altre due o tre o quattro o- "Dakota. Basta") , e, vicino alla cartella "buongiornissimi!" (era quel tipo di persona, sì), ecco quella che cercava. Paragonò l'immagine che gli avevano inviato con il palazzo, sorridendo soddisfatto. Guardando in giro prima di attraversare la strada, si disse anche che la zona era più carina del previsto; certo, non era in centro, e bisognava prendere il pullman, ma non era troppo distante nè da casa di Dak e Mae nè dal centro. Iniziò a tirare fuori le chiavi ritirate la mattina stessa prima ancora di arrivare al portone di ingresso (già sapeva che portachiavi mettergli), e una volta dentro iniziò a guardarsi intorno, decidendo di salire le scale invece che prendere l'ascensore (sempre teoria del "godiamoci il viaggio"). "Non male, non male davvero. Chissà quali sono le politiche condominiali sull'aggiunta di piante o quadri". Si stava già prendendo troppo la mano? Naaaah. Era un progetto a lungo termine - sarebbe stata una bugia negare che non aveva preso in considerazione, un giorno, di essere anche lui un abitante di quel palazzo. Non quel giorno, non il mese dopo, ma magari in un anno? Due? Quando Maeve l'avrebbe sbattuto fuori di casa per Al (eH MAL, vi tengo d'occhio).
    Oh, Jason l'avrebbe ammazzo, ne era sicuro. Affittare a sorpresa un appartamento per lui? Un appartamento molto più grande del buco nel quale attualmente viveva, ma che soprattutto Dakota voleva adattare (almeno nella stanza più grande, vista nelle foto del sito) a studio di registrazione?
    Avrebbero litigato, OOOH se avrebbero litigato... ma Dakota non aveva potuto farne a meno, capite? L'offerta era parsa perfetta, e il padrone di casa era stato chiaro nel precisare che il prezzo non sarebbe stato così basso, se non avesse accettato subito. «Ci sono molte persone interessate, sa...» E NIENTE, Dakota si era detto che avrebbe affrontato il Maddox a tempo debito.
    Doveva ancora decidere il piano d'azione al riguardo (dire la verità, e sperare gli andasse bene? Fingere che non avesse ancora accettato l'offerta? Avrebbe creduto al fatto che lo aveva ricevuto in eredità e voleva mentire sulla morte di un lontano zio usando lui quel posto - come in F.r.i.e.n.d.s? Ma se si offriva come produttore dello studio discografico?), ma intanto eccolo lì, di fronte alla porta dell'appartamento. Emozionato, infilò le chiavi nella toppa e-
    «e tu che cazzo credi di fare»
    Dakota si voltò stupito, riconoscendo la voce. Si aprì immediatamente in un sorriso. «Ehi! Maddai, quanto è piccolo il mondo... conosci qualcuno nell'edificio? Oppure ti stai trasferendo qui?» Sarebbe stato A S S U R D O !!! Il suo ragazzo e la sua (finta) ex nello stesso palazzo e vicini di casa? Vabbè, la trama di una sit com da milioni di dollari che avrebbe guardato. «ho preso in affitto questo appartamento» indicò la porta «un affare veloce da prendere o lasciare, tutto online... ma prima di portare tutta la roba dentro, volevo dare un'occhiata» pausa «fra l'altro, questa cosa può rimanere fra noi, per ora? È una specie di sorpresa»
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    Irrigidì le spalle senza allentare la presa sull’arma. Poteva trattarsi di un ladro; di un criminale della mafia irlandese ancora arrabbiato per l’inconveniente del 10 Ottobre (cos’era successo? Informazione riservata); un sicario mandato a pareggiare i conti.
    O peggio: «dakota????????» un Dakota Wayne sorridente, impassibile di fronte alla canna scura della sua semi automatica. Rilassò i muscoli della schiena ed alzò la pistola al soffitto con un ringhio, gli occhi chiusi e le sopracciglia corrugate. Aveva il grilletto facile, ma non così facile: era pur sempre il suo primo (finto) ragazzo, lo stesso che le aveva insegnato a fare coroncine di fiori nei cortili di Hogwarts. «Ehi! Maddai, quanto è piccolo il mondo... conosci qualcuno nell'edificio? Oppure ti stai trasferendo qui?» Cioè. Lei era stata a tanto così (così!) dal ficcargli una pallottola nella nuca, e lui si perdeva in convenevoli? Non aveva neanche battuto ciglio. Anzichè rispondere alla domanda, reinserendo la sicura ed infilando la pistola nella fondina, si limitò a sospirare. «la tua vita dev’essere piuttosto ...interessante» bofonchiò fra i denti, un’occhiata curiosa al fu rosso con tanto di sopracciglio arcuato. Non che si fosse aspettata (sì invece) una scena da scream queen con tanto di mani alle guance, ma almeno un po’ di?? timore?? LE ROVINAVA LA REPUTAZIONE. Seccata, incrociò le braccia sul petto mostrando tutto il proprio disappunto nel non aver ricevuto la reazione che meritava: non c’era più rispetto per i sicari di ventun anni che non arrivavano neanche al metro e sessanta. «ho preso in affitto questo appartamento» Battè le ciglia, gli occhi azzurri a rimbalzare dall’ancora sorridente ex Grifondoro, alla porta del suo appartamento. Aveva fatto che? Ma la stava prendendo per il culo? Allora forse non si trattava di Dakota; forse era una copia che cercava di fotterle il cervello. Assottigliò le palpebre, le dita ad accarezzare i pugnali sui fianchi. «noah sei tu» bisbigliò muovendo impercettibilmente le labbra, studiando le movenze dell’altro alla ricerca di un atteggiamento che l’avrebbe tradito: passarsi le mani fra i capelli, mettersi in posa con una gamba piegata ed i gomiti poggiati sul ginocchio senza alcun motivo – cose del genere. Non che prendere le sembianze di Dakota Wayne (no offense) e farle un tale, plebeo!, tiro mancino sembrasse portare la firma del Parrish, ma dato che suo fratello (ben più papabile per uno scherzo del cazzo simile.) era a Timbuctù a costruire case per i bambini poveri, Noah era l’unico metamorfo che le fosse venuto in mente. «un affare veloce da prendere o lasciare, tutto online... ma prima di portare tutta la roba dentro, volevo dare un'occhiata. fra l'altro, questa cosa può rimanere fra noi, per ora? È una specie di sorpresa» you wHAT. Spalancò la bocca ed alzò le braccia lungo i fianchi, gesticolando vaga nell’aria fra loro con un espressione incredula ed offesa. La rabbia, fedele amica della Lowell, guizzò negli occhi celesti quando li puntò feroci sul ragazzo. «uh, pronto? anche io devo fare una sorpresa.» superò il moro con una spallata (...al fianco, kind of, ma ci si accontentava okay?) per raggiungere la porta; non distolse mai lo sguardo dal farabutto, mentre infilava le sue chiavi nella serratura. Clic. «a te. questo è il MIO, appartamento» s’infilò dentro rapida come una faina, socchiudendo la porta solamente per mostrare i felini occhi azzurri al ragazzo. «vattene. Che vuoi, trovatene un altro» lo scacciò con un rapido cenno della mano. «ho dei Progetti TM, e non vorrei che il tuo nome fosse il primo a finire sulla parete della mia hall of fame» assottigliò maggiormente le palpebre, sporgendosi di qualche centimetro oltre l’uscio. «this is my spot» e se citare Sheldon Cooper non serviva, era pronta a scatenare la sua personale teoria del Big Bang.
    Che era solo un grande bang, per inciso.
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    Dakota ricordava quando Jericho era ricomparsa a Hogwarts con una nuova faccia. Ricordava gli sguardi degli altri e i pettegolezzi, i commenti dei ragazzi che, pur avendo passato ogni giorno seduti accanto a lei a pasti o lezioni per anni, la notavano per la prima volta solo allora. Ricordava di aver trovato strano il suo nuovo aspetto, certo, di essercisi dovuto abituare pure lui, ma come avrebbe fatto con un taglio di capelli assurdo o per i suoi compagni che crescevano di venti centimetri da un'estate all'altra. Ancora adesso la guardava e pur vedendo le differenze con la ragazzina che era stata, non gli era difficile collegare le due versioni della Lowell. Non erano solo gli occhi immutati, era il suo modo di fare, il cipiglio che prendeva quando si scocciava.
    Era più sicura di se stessa, questo doveva ammetterlo; un po' più psycho, forse... anzi, no. Probabilmente questo lo era sempre stata, lo nascondeva solo meglio. Una volta aveva intagliato "jk 4 president" sul banco durante una lezione particolarmente noiosa.
    Continuò a sorridere, la testa a vagare ad anni prima, a un se stesso terrorizzato di dover ammettere chi era, chi amava, e che chiedeva ad un'amica una mano per non aver paura che l'ennesimo ragazzo lo prendesse di mira. Com'erano cresciuti: lui con un'appartamento, e lei con una pistola. Aw.
    «la tua vita dev’essere piuttosto ...interessante» si riscosse leggermente, gli occhi di nuovo puntati in quelli brillanti dell'altra.
    La tua vita deve essere piuttosto interessante.
    Insomma. Era entrato nella resistenza a quindici anni, era stato rapito due volte, la prima portato in un labirinto di cui non potevano parlare con nessuno perchè nessuno li avrebbe creduti, la seconda era stato quasi due anni in un universo alternativo e nel futuro, aveva scoperto che c'erano persone in giro che veniva da un futuro prossimo per cercare di impedire la kinda fine del mondo, aveva partecipato a un paio (o tre o quattro o troppe) battaglie mortali... «non più della tua» indicò allusivo in avanti la pistola. «volevi spaventarmi?» si strinse nelle spalle «non penso premeresti il grilletto- ma se mi dici che lo farai solo per provarmi che puoi farlo, prendo la bacchetta» che no, non prese, continuando a sorridere allegramente. Era abbastanza veloce per recuperarla, se Jericho avesse deciso di sparare? Probabilmente no; anche evitando il proiettile, la ragazza poteva controllargli i nervi, no? e Impedirgli di muoversi oltre.
    Era sopravvissuto a tanto, ma non era sicuro sarebbe sopravvissuto a lei.
    Non capiva lo sguardo di sospetto dell'altra. Che aveva fatto di male?
    «uh, pronto? anche io devo fare una sorpresa.» «AWWW davvero?? A chi?» Aveva sentito che fra lei e Darden c'era stato qualcosa, prima che la Larson se ne andasse in giro per il mondo; forse voleva cercare di riconquistarla?
    Estasiato la guardò mentre-
    metteva...
    le chiavi in...
    aspetta, cosa?
    Da felice, lo sguardo di Dak divenne confuso. Alzò lo sguardo per controllare il numero sulla porta, ricordandosi dopo che in ogni caso prima dell'arrivo di jericho aveva già infilato le chiavi nella toppa, ed erano entrate senza problemi.
    Tornò a guardare lei. «a te. questo è il MIO, appartamento» «cosa
    Momento di distrazione di troppo, Jericho si era già infilata in casa richiudendosi la porta alle spalle quasi del tutto. Dakota fu abbastanza veloce da infilare il piede in mezzo, più per (abitudine) istinto che altro. «vattene. Che vuoi, trovatene un altro Lo sguardo passò dalla ragazza alla casa, alla stanza di cui vedeva solo uno spiraglio «jericho-» «ho dei Progetti TM, e non vorrei che il tuo nome fosse il primo a finire sulla parete della mia hall of fame» guardava oltre lei, senza vederla davvero - e non solo perchè la superava di parecchi (metri) centimetri «jericho-» «this is my spot» «JERICHO!»
    E indicando con la mano che teneva le chiavi, mentre la mancina andava a prendere la bacchetta, il ragazzo soffiò: «C'è già qualcuno qua dentro»
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    behi dai decidi tu come continuare SURPRISE
     
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    Oh mIo DiOoOoOo dAkOtA Ti uCcIdOoOoh. Perchè stava?? sorridendo?? In che senso?? Gli sembrava il momento di sorridere? Quella era una situazione SERIA, che richiedeva una reazione SERIA, non quel...cos’era poi, accondiscendenza? Danni cerebrali?
    ...stava avendo un ictus? Sperava di no, era lui il medico fra i due.
    Qualunque cosa fosse, non era quella giusta. Ok, magari non era necessario (anche se, a costo di ripeterlo, sempre più che ben accetto) che tremasse e implorasse perdono strisciando su ceci e acciottolato, o che avesse gli occhi lucidi di lacrime perché ho una famiglia, risparmiami!!!&&, ma la piega divertita nella bocca del Wayne era altrettanto...sbagliata. Avere una pistola puntata contro Dak, era come andare a cantare Rap God in faccia delle guardie reali (non che jericho l’avesse mai fatto…..MA se l’avesse fatto…!): frustrante, perché non davano il corretto risultato. «volevi spaventarmi?» Era una domanda seria? Retorica? Corrugò le sopracciglia e gesticolò vaga con la pistola, sicura nuovamente reinserita, stretta nel pugno. «ci sono altri motivi per puntare una pistola su qualcuno?» davvero, ma da quale universo planava, Dakota Wayne. «non so se voglio sapere il livello di bondage che pratichi con jason» pausa. «anzi, sono certa di non volerlo sapere. ma così, a titolo informativo, sappi che quando qualcuno ti punta una pistola addosso, sorridere non è normale. caso mai ti ricapitasse» una vera amica, Jericho. «non sono tutti» buoni? Arricciò il naso e scrollò le spalle. «comprensivi» le sfuggì un sorriso ironico, bocca curvata soddisfatta solo a metà. «come me» e ribadì la sua fiducia, davvero mal riposta, nel continuarle a sorridere serafico anziché rispondere con una bacchetta, Perchè. Lo osservò solenne per qualche secondo, priva del ghigno derisorio di poco prima; un po’ triste, forse, nello sguardo che gli rivolse, demandando una parentesi di serietà che non si era concessa con nessuno da tanto, forse troppo, tempo. «non sono più la jericho che conoscevi» non comprese perché, alle sue stesse orecchie, suonò come un’ammissione di colpe. Era fiera di quello ch’era diventata; si piaceva di più, e non gli mancava la prima versione di se stessa, ma...ma. Non aveva potuto cancellarla del tutto. Da qualche parte, quella Jericho esisteva ancora – la stessa che le aveva fatto spontaneamente abbassare il braccio con cui impugnava l’arma – ed era quella Jericho a demandare che offrisse a Dakota...non delle scuse, non aveva nulla di cui scusarsi, e neanche una giustificazione, ma un...dato di fatto che per il Wayne non sembrava così scontato. «non puoi fidarti di me» non non devi: non puoi, che implicava potesse farlo, ma andasse a suo rischio e pericolo. Non credeva avrebbe sparato a Dak, non per così poco - forse neanche con un po’ di più – ma non poteva neanche esserne certa. Per Jericho era una discussione mai iniziata e già conclusa nel momento in cui tentò, perché il piede di Dak le impedì di completare la sua opera, di chiuderlo fuori dal proprio appartamento.
    Poi: «C'è già qualcuno qua dentro» che suonò tanto come il ah, quindi avete disinnescato la bomba di qualche anno prima: inaspettato, e spacca gioie. Corrugò le sopracciglia rimanendo immobile; l’unico movimento che si concesse fu quello del pollice sulla sicura della semi automatica, lo sguardo attento e la mente a liberarsi dei vincoli in cui la Lowell la metteva sempre al guinzaglio. «rimani fuori» bisbigliò, un’occhiata ammonitrice verso l’infermiere. Sapeva che non l’avrebbe ascoltata, ma almeno, alla sé dei posteri, avrebbe potuto dire di averci provato, che era ben più di quanto si sussurrasse alle spalle di molti altri. «non è un buon momento per rompermi le palle» grugnì in un bisbiglio, le spalle tese mentre il suo potere scivolava su due, tre, cinque coscienze.
    Non sentiva altri rumori. Fu quello, più di tutto il resto, a farle irrigidire i muscoli della schiena: perché nessuno parlava? Umettò le labbra, cauta ad ogni battito - respiro - mentre lentamente si voltava. Solo allora, li vide: «ma che cazzo» non una domanda; valeva come – confusa, incerta - imprecazione, occhi zaffiro a scivolare sui corpi privi di sensi al suolo. Si allontanò abbastanza da permettere a Dak, se l’avesse voluto, di entrare, incapace di gridare qualcosa di cool come “VIA LIBERA” e lasciando che il moro lo capisse da sé.
    Perchè c’erano cinque persone legate ed imbavagliate al centro del salotto. Svenute ma vive, perché Jericho riusciva a percepire la loro coscienza. La telepata si bloccò al centro della stanza, alzando gli occhi sul Wayne. Non credeva, eh, ma non si sapeva mai, e fu con una certa stupita ammirazione che gli domandò: «sei stato te?»
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    «...non so se voglio sapere il livello di bondage che pratichi con jason» Dakota non stava arrossendo, tu stavi arrossendo ma pOI NON ERA SUCCESSO NIENTE VOLEVA SOLO PROVARE CHI ERA JERICHO LA POLiZIA DEL SESSO- «anzi, sono certa di non volerlo sapere» «ics dì, e io che avrei avuto così tante storie!!!» accompagnando l'affermazione con un finger guns e una risata al limite dell'isterico. Fun fact: dakota non si vergognava di parlare sporco, flirtare o essere un po' sgualdrina; a scuola era sempre fra i primi a fare una battuta sconcia ove possibile (solitamente etero - ew, brutti tempi - perchè non aveva fatto ancora coming out), e Jericho non era mai stata esente dal suo senso dell'umorismo adolescenziale... ma lungi da lui sentirsi a proprio agio a parlare della propria vera vita sessuale, con una persona altrettanto vera come Jericho. Il se stesso 16enne (e cringissimo...) che sbatteva Jason al muro avrebbe pensato malissimo di questo Wayne 2.0, che diventava rosso per una semplice insinuazione, ma quello stesso ragazzino non aveva vere reference da cui attingere nel parlare di bdsm o dildo giganti; è tutto più facile quando quello di cui parli è puro fantasy nonchè un sogno lontano. «...ma così, a titolo informativo, sappi che quando qualcuno ti punta una pistola addosso, sorridere non è normale. caso mai ti ricapitasse»
    ah no? Non bisognava mostrarsi amichevoli e disponibili e far capire alla persona con pistola che non si era una vera minaccia? Fargli così tanta tenerezza che anche se impostor lo avrebbe lasciato come ultima vittima per pietà? No? Assurdo. Era sopravvissuto a sei quest nel modo sbagliato!!!
    «grazie della comprensione» ??? no giuro non la stava prendendo in giro ERA GRATO FOSSE COMPRENSIVA! (e che vibes joey questa frase, a rileggerlo me ne rendo conto).
    E fu con una certa tristezza che accolse la successiva affermazione: «non sono più la jericho che conoscevi» Incurvò le labbra verso l'alto solo a una parte, inclinando leggermente la testa di lato. "Lo so". Non era stupido, ed era perfettamente conscio di quanto lui stesso in cinque anni fosse cambiato, cresciuto. E aveva conosciuto G-Kee - nonchè altri AU: sapeva quanto le esperienze potessero cambiare una persona. Concesse: «non del tutto» ma qualcosa di Jericho era lo stesso, che lei ci credesse o meno. Sapeva che se gli avesse concesso una serata insieme, si sarebbero divertiti come una volta. Tutto cambia, ma certe cose restano sempre le stesse. «non puoi fidarti di me» Continuando a mantenere quel sorriso triste, ammise: «spero non mi capiti mai l'occasione di doverlo mettere alla prova» perchè era ottimista, ma non abbastanza stupido da pensare di potersi effettivamente fidare ciecamente della ragazza, delle sue idee. Era piuttosto certo l'avrebbe ucciso senza tanti rimpianti se-
    Deviò in fretta il corso dei pensieri verso un'altra parte, osservando all'interno della casa.
    / STACCHETTO! /
    «rimani fuori» "No." Categorico nel pensare ciò più forte che poteva (cit Ash) per farsi ascoltare. Lasciarla da sola nella casa della truffa? Figuriamoci! Non avrebbe lasciato che le facessero del male se avrebbe potuto evitarlo - non di nuovo. Una Jericho morta - seppur in un altro universo - era una jericho morta di troppo.
    Aveva già preso la bacchetta, e fattosi guardigno spiò in giro, cercando di capire la situazione. Quando vide le persone (e la serenità di Jericho che stava dando le spalle alle porte della casa; se ci fossero stati altri l'avrebbe sentito, giusto?) si avvicinò rapidamente a loro, per controllare la loro situazione attento però a non farsi prendere in contropiede nel caso fosse stata una trappola. Posò due dita sulla gola del primo; battito regolare. Non c'erano segni di ferite visibili su nessuno di loro, se non qualche livido leggero, e un rivolo di sangue che partiva dalla fronte di uno dei giovani.
    «sei stato te?»
    «oh sì» resistette alla tentazione di roteare gli occhi come una Maeve, restando concentrato su quello che stava facendo e girando intorno per controllare la situazione di ciascuno dei prigionieri. «il bondage che dicevi prima? A volte ci piace aggiungere un po' di pepe alle nostre serate» Almeno però poteva essere sicuro non fosse stata neanche lei: a che pro fingersi innocente?
    Valutò se svegliare i prigionieri con un rinnerva... ma scacciò n fretta l'idea. Non vedeva bacchette su di loro, e l'ultima cosa che gli ci voleva era un'accusa dal ministero per uso improprio di magia su babbani, o che questi per ciò fossero uccisi.
    «puoi- eeeee si è chiusa la porta.» da accovacciato che era, si alzò lentamente, lo sguardo dalla porta d'ingresso che si era chiusa alla ragazza. I telepati non potevano fare una cosa del genere, giusto? Già. Gli pareva.
    Strinse la bacchetta. Si era fidato totalmente del fatto che Jericho avrebbe sentito la presenza di un'altra persona in casa, ma ora che ci pensava esistevano magie, ed esistevano special, in grado di negare le abilità altrui; forse la persona che ora stava ridendo (ridendo?) entrando da chissà dove aveva usato una di queste particolarità.
    «IHIHIHIH siete kaduti anke voi nella mia trappola!»
    Dakota questa volta decisamente roteò gli occhi, lanciando un veloce sguardo a Jericho. Ok, non voleva prendere sottogamba la situazione ma- davvero? Davvero? Che cazzo, non si poteva neanche più andare a cercare un appartamento da affittare che qualcuno doveva decidere di rovinargli la giornata?
    Chissà quand'è che un "colpo di scena", per lui era diventato semplicemente un mercoledì.
    «quindi queste sono persone random che hai rapito e volevi rapire anche noi. Ok. Copy that» Anche perchè lui non conosceva quella persona - e nè Dakota e Jericho avevano davvero così tanto in comune da poter essere bersagli insieme di un super cattivo random, quindi non poteva essere una vendetta personale. Schioccò le dita della mano libera. Era tutto quello che gli interessava sapere lì per lì. «le liberiamo e ce ne andiamo. Grazie.» Possibilmente, prima che il kattivone iniziasse a fare un monologo.
    Dakota ormai aveva una certa età, basta combattere a caso battaglie non sue, dai.
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    «oh sì» uh, duh. Era sarcasmo quello che stava percependo? Inarcò un sopracciglio, voltandosi lentamente per lanciare un’occhiataccia all’ex Grifondoro. «il bondage che dicevi prima? A volte ci piace aggiungere un po' di pepe alle nostre serate» Non battè le palpebre, osservandolo truce per una manciata di secondi di troppo mentre Dakota ispezionava i corpi legati a terra. Ma qualcuno gliel’aveva mai detto non fosse divertente? «non sei divertente.» ora sì. E visto che era meno delicata del Wayne, picchiettò con la punta del piede una delle persone stese al suolo, labbra curvate verso il basso mentre esaminava la reazione.
    Niente. Dovevano essere sedati, o in un sonno magico che solo il vero amore avrebbe risvegliato, oppure erano fatti della stessa sostanza (dei sogni) delle bambole che le pancine coccolavano e trattavano come figli veri. Cioè, non erano manco MORTI, TRUCIDATI, MUTILATI, MA ALLORA QUAL ERA IL PUNTO!!! Cos’era, uno sgabuzzino per la vendita di schiavi?? MA CHI VOLEVA COMPRARE DELLE PERSONE QUANDO SI POTEVANO COMPRARE DELLE SPADE, DIIIIIIIIO. Si voltò di scatto quando la porta si chiuse alle loro spalle, muscoli tesi e pistola in pugno. Aveva anche dei pugnali da qualche parte, ma le piaceva il suono drammatico degli spari nei posti chiusi: faceva molto Quentin Tarantino. Aggrottò le sopracciglia, spingendo il proprio potere alla ricerca di altre entità, ma...niente. Neanche i topi si aggiravano in quel quartiere. Un colpo di vento? Non sapeva come avrebbe potuto essere possibile considerando non ci fossero finestre aperte, ma tutti incolpavano sempre il vento quando le porte si chiudevano improvvisamente, e chi era lei per rovinare una tradizione che si portava avanti da prima della sua nascita. Posò gli occhi su Dakota, un’espressione interrogativa in volto, quando la sentì.
    La Risata TM.
    Vedete, il sogno di Jericho Karma Lowell era quello di diventare una Villain. Era proprio il suo aesthetic, il suo obiettivo, la sua raison d’etre, e negli anni aveva preso un sacco di appunti in proposito: solo i principianti non conoscevano la Risata. Drizzò le spalle, uno sguardo incuriosito a scivolare verso la fonte di disturbo. «ma cos’è sta risata di merda, sembra ti sia andato per traverso qualcosa. Lavoraci su» consigli fra colleghi, ya welcome. «IHIHIHIH siete kaduti anke voi nella mia trappola!» no VABBè. Portò una mano al petto, JK, labbra dischiuse in sorpresa mentre il Kattivo entrava in scena. «sta proprio seguendo il protocollo» porta a chiudersi, risata malvagia, catch phrase iniziale. «quindi queste sono persone random che hai rapito e volevi rapire anche noi. Ok. Copy that» Diede una gomitata al fianco di Dak, un secco cenno con il capo per intimarlo a non intromettersi. CIOè. Ma quando gli sarebbe ricapitata un’occasione simile? UN COLLEGA!! UN WANNABE VILLAIN!! SONO COME TE, SEI COME ME, ECC!! BARBIE BAD EDITION!!! «le liberiamo e ce ne andiamo. Grazie.» ma era fuori di testa (MA DIVERSO DA LORO) ? Corrugò le sopracciglia, impettendosi sul posto prima di dargli una manata sullo stomaco. «non lo faremo. daiiii, questo è il momento!!! in cui!!! ci dice il suo piano!!!» vibrava, la Lowell, con tanto di occhi a brillare d’emozione. «e il background - il background, wayne, è la parte più importante, perché devi giustificarti e nel mentre non giustificarti affatto» cercò gli occhi del loro assalitore, un palmo offerto nella sua direzione. «eh sis non me ne parlare. Cioè, non devi sembrare la vittima, ma DEVI sembrare la vittima, e devi incastrare le tue TRAGEDIE con il DOLORE ODIERNO e creare una tela machiavellica di empatia e seduzione -» visto?? Era un lavoro minuzioso e delicato, il loro. «è un problema per voi se ricomincio un attimo? Avete rovinato il momento e ci lavoro da un sacco, sapete com’è» «vai tra, rifacciamo, capita a tutti la prima volta» non a lei, ma solo perché doveva ancora organizzare il suo debutto.
    Risata malvagia.
    «IHIHIHIH siete kaduti anke voi nella mia trappola!»
    Jericho strattonò Dakota per farlo avvicinare al proprio orecchio. «era venuto meglio la prima volta»
    «ORA SIETE IN MIO POTERE!»
    «oh wow, un po’ troppo, magari abbassa il tono della voce»
    «NON POTETE FUGGIRE, MUAHAHAH»
    Jericho si guardò attorno. C’erano le finestre, e per quanto fossero troppo in alto per usarle per scappare, erano un ottimo posto per lanciare il nemiko e aprirsi una strada. Inoltre, erano entrambi armati. Meh. Esecuzione: 3 stelle su 10, non consigliato.
    «IO SONO IL GRANDE, IL POTENTE, BELZEBù» Pausa ad effetto.
    Pausa ad effetto che venne riempita dalla risatina della Lowell, una mano premuta sulla bocca e l’altra alzata per scusarsi. «questo – questo è il miglior nome che sei riuscito a pensare? BELZEBù? Fa rima con gnù. ma poi è assolutamente brutto da guardare, non puoi neanche scriverlo tutto in caps perché ha la ù accentata, duh» JKLOWELL era molto meglio, più fashion, un grande marchio di fabbrica.
    «E USERò LE VOSTRE MORTI!!!! COME PROVA!!! DELLA MIA??? - com’era quella parola… » «crudeltà…? » tentò, osservando Dakota di sottecchi e stringendosi nelle spalle. Era lui quello intelligente fra loro.
    «E TUTTI CONOSCERANNO IL MIO NOME»
    «che ricordo essere belzebù, fa rima anche con ragù»
    «E TREMERANNO AL MIO COSPETTO, QUANDO APPENDERò LE VOSTRE TESTE FUORI DA QUESTO PALAZZO» un… palazzo che non conosceva nessuno, nella periferia di Londra? Triste. «non un po’ più in centro…? Piccadilly magari? ¯\_(ツ)_/¯»
    «E FINALMENTE….MIO PADRE SAPRà CHE NON SONO UN FALLITO!»
    La telepata alzò entrambi le mani al cielo, sbuffando seccata. «daddy issues? davvero? scontato, patetico. Recensione: 1 stella, e solo perché mi piace il mantello – dove l’hai preso?» «shein, era in offerta, ne ho un paio di altri colori se vuoi vederli -» «mandami le foto su ig, mi trovi come jklowell» «QUELLA JKLOWELL???» Fu rapida ad alzare la pistola, già senza sicura, e puntarla al petto del Kattivo. «PERCHè, NE CONOSCI ALTRE CAZZONE?» Mostrò i denti in un ringhio feroce, battendo un piede per terra. «DAKOTA, QUESTO PEZZO DI MERDA NON MI HA RICONOSCIUTO!!!!!!!!!!!!!!!» THE FUCKIN AUDACITY.
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    questa role è senza senso ed è bellissima grazie kerochan. potevo chiuderla ma la lascio qui caso mai un giorno ti sentissi triste e volessi rispondere
     
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    «sta proprio seguendo il protocollo»
    Sì, l'aveva notato anche Dakota, grazie tante, ma doveva proprio farlo con loro lì? Non poteva provarsi la scena davanti allo specchio o al protagonista della storia come ogni cattivo psycho che si rispetti? Non è che Dakota avesse tutto questo tempo da perdere: si era preso una giornata libera da lavoro per andare a caccia di appartamenti per Jason (o meglio: per vedere quello lì appartenente al superkattivo dei poteri), e il tempo passato con Jericho non era certo tempo perso, certo, ma che cazzo. Aveva di meglio di fare che stare lì a osservare Mago Merlino gridare a vanvera frasi copiate da internet.
    Lanciò un'occhiataccia a Jericho quando gli diede una gomitata, scrollando le spalle come a dire "Che c'è? È una pippa mitomane, non perdiamo altro tempo".
    «daiiii, questo è il momento!!! in cui!!! ci dice il suo piano!!! e il background - il background, wayne, è la parte più importante, perché devi giustificarti e nel mentre non giustificarti affatto»
    «non può avere una motivazione interessante per rapire noi» borbottò, e distogliendo l'attenzione dal super cattivo, tornò sui belli addormentati nel bosco, vivi ma non totalmente. «ehi, come hai messo fuori gioco queste persone?» puoi spegnere anche il mio cervello così non devo sentire le tue lagne? Minchia era stato rapito tre volte, finito nel futuro, restato bloccato in una guerra di un universo alternativo, quasi morto più volte, era piuttosto certo di aver visto peggio di lui.
    «eh sis non me ne parlare. Cioè, non devi sembrare la vittima, ma DEVI sembrare la vittima, e devi incastrare le tue TRAGEDIE con il DOLORE ODIERNO e creare una tela machiavellica di empatia e seduzione -»
    Dakota si esibì in un eyeroll Winston con i fiocchi. quella scena era una tragedia. «le mie TRAGEDIE sono tante ma non rapisco persone A CASO facendo perdere loro TEMPO...» niente, ormai il kattivo aveva deciso jericho fosse la sua preferita, e di Dakota se ne fregava altamente.
    «è un problema per voi se ricomincio un attimo? Avete rovinato il momento e ci lavoro da un sacco, sapete com’è»
    «vai tra, rifacciamo, capita a tutti la prima volta»
    dak spalancò le braccia, un "JERICHOOOOO" che lei avrebbe letto nella sua testa. "tagliamo cortooooo"
    No, niente, dovevano sorbirsi di nuovo l'entrata in scena.
    Bruttina come la prima volta.
    Sospirando, incrociò le braccia, attendendo. Era un ragazzo gentile, Dakota, educato, e gli piaceva far tutti felici... ma gli stava un po' sul cazzo chi era cattivo per il gusto di farlo (Jericho non contava: era carina e l'aveva conosciuta prima che diventasse psicopatica; e poi era divertente, a differenza del tipo lì).
    «IHIHIHIH siete kaduti anke voi nella mia trappola!»
    «era venuto meglio la prima volta» annuì, trattenendosi dal fare una smorfia.
    «ORA SIETE IN MIO POTERE!»
    «oh wow, un po’ troppo, magari abbassa il tono della voce» «ti sentono dall'India se gridi così»
    «NON POTETE FUGGIRE, MUAHAHAH» Ah no? Dakota strinse la propria bacchetta. Era stato in posti senza magia... e non gli sembrava uno di quelli.
    «IO SONO IL GRANDE, IL POTENTE, BELZEBù» «come il diavolo?» anche jericho non doveva trovarlo bellissimo. A differenza di Dak, diede il tempo a Belzi di aggiungere altro, per poi commentare: «questo – questo è il miglior nome che sei riuscito a pensare? BELZEBù? Fa rima con gnù. ma poi è assolutamente brutto da guardare, non puoi neanche scriverlo tutto in caps perché ha la ù accentata, duh»
    «forse è una scelta artistica ponderata» si grattò il mento «se lo scrivi come un writer...» portò il dito in aria, scrivendo nel nulla BELZEBù. «magari disegni un piccolo gnù al posto dell'accento... mh» annuì fra sè e sè «non è così male»
    Il battibecco fra Gnù e Jericho continuò, mentre Dakota, preso dall'aspetto estetico del nome del loro amico-nemico, ormai aveva preso il sopravvento. Era una questione di principio regalargli un logo. «in corsivo sarebbe molto carino, sono lettere aesthetic... sa di cattivo raffinato... mai pensato di usare un bastone e un cilindro?»
    «...E FINALMENTE….MIO PADRE SAPRà CHE NON SONO UN FALLITO!»
    Portò lo sguardo su di lui.
    Triggered daddy issues.
    «perchè non catturare lui allora, invece che noi» cosa? cosa
    ... e mentre ancora dakota pensava a cos'altro faceva rima con belzebù (dopo il logo era tempo della catch phrase, magari qualcosa come "belzebù, uccido tutta la gente di città laggiù!" visto che sembrava il cattivo della melevisione, oppure "belzebù, pronti a diventare tutti la mia servitù" o "belzebù, hai mangiato della nonna il tuo ultimo ragù!"), la situazione era degenerata.
    Ancora.
    «DAKOTA, QUESTO PEZZO DI MERDA NON MI HA RICONOSCIUTO!!!!!!!!!!!!!!!»
    E che palleeee non potevano ucciderlo così a caso !! VOLEVA QUELL'APPARTAMENTO PER JASON, ERA PERFETTO !!!! NON VOLEVA FOSSE LA SCENA DI UN OMICIDIO!!!! «forse è cieco cosa? cosa «quindi sa come ti chiami e che sei figa perchè ha il sintetizzatore vocale, ma non ti ha mai vista
    Belzebù lo guardò confuso e sconvolto. Davvero Dakota non aveva pensato di meglio?
    Davvero.
    Gli mimò con le labbra: «stai al gioco se non vuoi morire che sperava Jericho non avrebbe letto nella sua testa
    «UH VERO SONO CIECO!! Tranne il lunedì e il giovedì» Dakota fece una smorfia. Era un mercoledì quel giorno.
    «e non sai molto bene i giorni della settimana, vero? Perchè da bambino eri impegnato a studiare come diventare un super cattivo
    «No no, li so benissimo!!11» facepalm mentale.
    «no non li sai
    «Si li so!»
    «no non li sai.
    «SMETTILA DI DIRMI QUELLO CHE NON SO FARE PAPA'» cosa.............. «Oh. Lapsus. Imbarazzante come chiamare "mamma" la tua maestra»
    «COMUNQUE indicò le persone «signor Belzebù-»
    «Chiamami solo Belzebù. Il signor Belzebù è mio padre»
    «...comunque...... ci sono indubbiamente modi migliori per far colpo su tuo padre. Possiamo liberare queste persone e lasciarteli studiare in pace? Magari modi che non comprendano teste mozzate e risate imbarazzanti»
    Belzebù incrociò le braccia. «effettivamente papà non passerebbe mai da questo palazzo. Ho comprato questo posto e messo l'annuncio di affitto ma non credo lui passerebbe mai a vederlo... volevo fargli vedere che posso essere cattivo E un uomo d'affari...»
    Le orecchie di Dakota si rizzarono. «quindi è comunque davvero in affitto a quel prezzaccio? LO PRENDO IO! Ti offro un terzo in più del prezzo»
    scusa jericho, ma niente regole in guerra e in amore. e quella era ancora una guerra.
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    «le mie TRAGEDIE sono tante ma non rapisco persone A CASO facendo perdere loro TEMPO...» E Jericho, impegnata in una altamente rilevante conversazione con il villain wannabe, si sentì in dovere di interrompersi per lanciare un’occhiata allusiva all’ex Grifondoro. «questo perché sei una persona noiosa.» sancì, scrollando le spalle. Non faceva lei le regole. Fra tutti i difetti che poteva trovare in Belzebù, il rapimento di persone a caso e la perdita di tempo non rientravano in quelli: era suo dovere, suo obbligo morale - ma che ne poteva sapere un Dakota Wayne. Ne ignorò tutti commenti seguenti, inspirando dalle narici di tanto in tanto per esprimere il proprio disaccordo, e fu molto - molto - amareggiata quando invece di dargli il suo supporto, si schierò con il nemico-collega cercando di giusitifcarlo. Ma da che parte stava? Corrugò le sopracciglia, gli occhi blu piantati su Belzebù e le labbra curvate in un broncio pronunciato. Non era facile, né piacevole, tenere puntata un’arma su qualcuno senza agire, ma il braccio della Lowell non dette alcun segno di cedimento, merito di addestramento e testardaggine. «forse è cieco, quindi sa come ti chiami e che sei figa perchè ha il sintetizzatore vocale, ma non ti ha mai vista» Il dito tentennò sul grilletto, e non perché stesse dando segni di debolezza nel mantenere la posizione: per un istante, fu davvero fisicamente tentata di sparare.
    A Dakota.
    «non è cieco,» decretò a denti stretti, strizzando l’interno della guancia fra i molari. «non ha un cane.» spiegò, perché per lei era una ragione sufficiente a decretare che possedesse la vista (:eye: :eye: :eye:), il fatto che non avesse un simpatico labrador al guinzaglio troppo intelligente e bellissimo per tutti loro. Dopo qualche scambio di battute fra Dakota e Belzy, decise che abbassare l’arma non l’avrebbe fatta sembrare una stupida, solo qualcuno troppo fiko per decidere di porre fine alle proprie sofferenza con un gesto affrettato che avrebbe potuto rimpiangere, tipo sparare
    a Dakota.
    Una tentazione che si faceva sempre più pressante, e Jericho non era mai stata la migliore a resistere. «...comunque...... ci sono indubbiamente modi migliori per far colpo su tuo padre. Possiamo liberare queste persone e lasciarteli studiare in pace? Magari modi che non comprendano teste mozzate e risate imbarazzanti» Che cazzo di spacca gioie, ecco perché non passava più tempo con lui. «c’è solo un modo per far colpo su tuo padre» rispose, prima che potesse farlo Gnù, incrociando un braccio sul petto e lasciando ciondolare l’altro sul fianco, la pistola a sfiorarle il ginocchio. «ucciderlo.» problema risolto, visto com’era facile? Mamma mia, quante pare si faceva la gente al giorno d’oggi. Daddy issues? BAM, spara nel cranio a papi e spalma le sue cervella sulle mura del salotto, e passava la paura. «se sei troppo codardo per farlo, non ti meriti - » «effettivamente papà non passerebbe mai da questo palazzo. Ho comprato questo posto e messo l'annuncio di affitto ma non credo lui passerebbe mai a vederlo... volevo fargli vedere che posso essere cattivo E un uomo d'affari...» «ma allora sei una testa di -» «quindi è comunque davvero in affitto a quel prezzaccio? LO PRENDO IO! Ti offro un terzo in più del prezzo»
    Sparò.
    (Perchè li odiava tutti ed erano due sacche di merda, e DAKOTA SEI UN CAZZO DI FALSO COME TI PERMETTI)
    Sul soffitto, tristemente. Un colpo d’avvertimento per attirare l’attenzione, e ricordare a (Dakota) tutti che fosse armata, e non avrebbe perso minuti di sonno a trapassargli qualche arteria e lasciarli morire dissanguati sul parquet. Avrebbe potuto minacciare Dak – di nuovo. -; avrebbe potuto sparare a Belzy, non avrebbe che fatto un favore a tutti loro. Ma, per quanto Jericho non fosse famosa per la propria intelligenza, conosceva il Wayne: spostò la canna dell’arma contro uno dei corpi stesi a terra, mostrando i denti all’ex Grifondoro in quello che avrebbe potuto essere frainteso come un sorriso, ma che non lo era. «ripetilo se hai coraggio.» sfidò, spiandolo di sottecchi per studiarne i movimenti. «ripetilo, e li ammazzo tutti.» QUEL POSTO ERA SUO, A COSTO DI COSTRUIRE LA JKAVERNA IN UNA POZZA DI SANGUE – anzi, tanto meglio.
    Una smorfia arrogante si dipinse sul volto della telapata, un infinitesimale cenno con il capo a Ragù: «hai preso nota, pivello?» Avrebbe dovuto, perché era così che si faceva.
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    checchè ne dicesse jericho, dakota non era una persona noiosa.
    era solo... cioè insomma... ok non rapiva a caso la gente, e non era bravo a creare/ridere del drama, e non era forse particolarmente simpatico, e non aveva Caratteristiche assurde che l'avrebbero reso il perfetto personaggio e- «non sono noioso.» borbottò a bassa voce. «sono selettivamente divertente»
    Oh mio dio. era esattamente quello che avrebbe detto una persona noiosa. era noioso
    Quando era successo? ma lo era sempre stato? Ma i suoi amici lo sapevano? L'unica cosa emozionante della sua vita era la resistenza, e non poteva neanche parlarne.
    Doveva chiedere a Jericho spunti per tornare (diventare?) interessare? (ma lo era mai stato almeno??? che ansia) non voleva uccidere o essere un supercattivo disney, ma magari poteva aiutarlo! La vita li aveva forse allontanati, ma a scuola erano stati amici davvero, e Dakota non aveva mai pensato che a lei lui non piacesse allora. Forse era stato crescere e e prendersi responsabilità che l'aveva reso una palla e poteva ancora rimediare.
    «non è cieco, non ha un cane.» si voltò verso di lei. «neanche arabells dallaire ce l'aveva prima di riavere magicamente la» (:eye: :eye: :eye:) «vista. Me lo ricorderei.» vuoi non notare un bellissimo cucciolone che gira per hogwarts? Bells aveva solo un paio d'anni meno di Dakota, avevano addirittura fatto qualche lezione insieme.
    (...)
    «c’è solo un modo per far colpo su tuo padre» OH MY aveva un piano!! dakota era davvero curioso, perchè anche lui avrebbe voluto imparare a far colpo- «ucciderlo.» -sulle persone.
    ah.
    «far colpo nel senso conquistarlo, jer» spiegò lentamente «non nel senso... sparare un colpo. Cos'è questo triggered pistole oggi»
    «se sei troppo codardo per farlo, non ti meriti - »
    Poi il discorso sulla casa, dakota che si offriva di comprarla comunque
    un colpo di pistola.
    «jericho!» (strinse la bacchetta e) si voltò verso la ragazza, bocca aperta. era sHOKKOBASITO «hai idea di quanto potrebbe costare tappare quel buco sul soffitto?» alzò lo sguardo per guardare il citato buco. «no giuro, ne hai idea? io no. Due sterline? Cento? Mille?»
    «ripetilo se hai coraggio.» abbassò lentamente la testa verso di lei. «...quanto costerebbe riparare un buco sul soffitto?» «ripetilo, e li ammazzo tutti.»
    Spostò l'attenzione alla canna della pistola, puntata su una persona svenuta.
    «Credo, uh, intendesse....... ... la cosa sull'affittarlo ad un terzo in più»
    «oh, grazie gnù»
    «belzebù*»
    «belzebù, scusa, lapsus. » guardando jericho, si strinse nelle spalle «è che mi piace davvero molto questo posto. facilmente raggiungibile con i mezzi da tutta londra, abbastanza grande per il prezzo, molto economico... » «Vicino ad un supermercato e a bar!» «ecco. credo sarebbe perfetto per jason, per aprire uno studio musicale tutto suo» la indicò «tu perchè lo vuoi? sei una donna di successo. non hai bisogno di luoghi in periferia-» «Beh dai non è proprio periferia!! guarda che il prezzo è bassissimo per questa zona carina. ci vivono tante famiglie!» «- periferia. Belzebù, non siamo stupidi e non devi convincerci. Dicevo: puoi permetterti sicuramente appartamenti migliori» si strinse le spalle «magari nel mondo magico»
    «...mondo magico?»
    «shhhhh»
    deatheater
    rebel
    21 y.o.
    22 y.o.
    SWE(A/E)TER dakota-wayne
    oh god that's so fucking embarassing
     
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10 replies since 6/3/2020, 21:30   367 views
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