About ice cream and dramas

@ bde | Zac x Barbie

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    «DAIIII sarà divertente!!1!»
    «No.»
    Rude. Ma da quando avere un migliore amico acido e stanco della vita l’aveva fermato da rompere le palle?? Mai. Sbuffò sonoramente, alzando gli occhi al cielo: perché Elwyn doveva sempre fare il prezioso? Gli voleva bene anche così – okay, soprattutto così, e poi da quando gli aveva rotto la porta di casa nel tentativo di passarci attraverso (storia lunga) non aveva il diritto di lamentarsi ma –, ma insomma, cosa gli costava dargli corda una volta ogni tanto?? Come ai bambini??? Una sola volta, dai! «Guarda che un po’ di zucchero ti farebbe ben-» «No.» «E ti migliorerebbe la vita, puoi starne cert-» «Ci sei già tu, a migliorarmi la vita.» Chiaramente, Zachary non colse il sarcasmo rassegnato nella sua voce – o forse sì e aveva scelto di far finta di essere più scemo di quanto già non fosse – e si lasciò andare a un «AAAAW» stridulo abbastanza da renderlo sordo per qualche istante. Poi, giusto per migliorargli il buonumore che impregnava ogni cellula del suo corpo, si avvicinò a tradimento per schioccargli un bacio sulla guancia umidiccio e indesiderato. L’occhiata assassina che ricevette in cambio non lo scalfì affatto, mentre canticchiava allegramente per quella piccola vittoria. «Le. Va. Ti.» Manco a dirlo, Elwyn detestava con tutte le sue forze il contatto fisico, al contrario di Zachary che non aveva idea di cosa fosse la privacy e lo spupazzava sempre. «Okay okay, ci vado da solo. E non ti porterò neanche una coppetta di yogurt!» Perché cattivi nel profondo ci si nasce.

    E questa è la triste storia di come Zac finì al BDE da solo, nonostante fosse la prima volta che lo visitasse. Ancora non si capacitava di aver tardato così tanto a provare la nuova gelateria che avevano aperto a Quo Vadis ormai da un po’, perché dove c’era cibo c’era Zachary e, da genio della matematica(???), poteva affermare che fosse un’equazione o quello che è. imprescindibile e antica come (il 2043 che doveva ancora arrivare) il mondo!
    Zac amava stare in compagnia e ovviamente mangiare in compagnia ma eh, quella era la condanna di avere un amico scorbutico. Avrebbe mangiato una doppia razione di gelato, ALLA FACCIA SUA!!11! Perché la scusa per mangiare come un drago ci voleva sempre. Alzò lo sguardo scuro per scrutare l’insegna, felice come un bambino il suo primo giorno a Hogwarts, e con un respiro emozionato varcò la soglia del locale.
    ED ERA. TUTTO. BELLISSIMO!!!!! E non parlava soltanto dell’arredamento molto semplice e carino, in bianco e blu, ma del bancone dai quali poteva vedere una marea di schifezze in cui avrebbe voluto tuffarsi dalla testa ai piedi morendo giovane e di diabete. Era… il paradiso. Attese con ansia il proprio turno dato che adulto lo era solo per finta, per finta e da troppi anni., pensando a quale ordine da fare ma non riuscendo proprio a scegliere l’abbinamento, l’espressione concentrata come se stesse lavorando a una delle sue ultime – pericolosissime – invenzioni.
    A proposito di invenzioni, poi, non appena si era accorto di chi stesse servendo i clienti del BDE gli era comparso un caldo sorriso sul volto: non aveva tardato a riconoscere il ragazzo che si era presentato nel suo laboratorio per un colloquio come assistente, tralasciando il fatto che dopo un minuto era scappato lasciandolo da solo e perplesso. Be’, Zac era sempre Zac, e non ce l’aveva assolutamente con lui per l’accaduto! Ma insomma, se per puro caso questi avesse voluto offrirgli un gelato per scusarsi mica avrebbe rifiutato. Quando l’ultima persona davanti a lui fu servita, Zac balzò davanti al bancone tutto allegro. «Ciao!!! Come stai?? Sono Zac, quello del colloquio,» asserì, neanche fossero stati amici di vecchia data da far dire all’altro “AAAAH MA CERTO, come ho fatto a scordarmi di te??”. No. Però ecco, quel viso, anche se visto per poco tempo, gli era rimasto impresso, come se in realtà l’avesse incrociato decine e decine di volte, come se fosse appartenuto a un amico. Ma, trattandosi di Zachary, lui stesso non aveva trovato la cosa strana: un sacco di persone gli ispiravano simpatia di primo acchito! Passiamo alle cose importanti. Senza lasciargli neanche il tempo di (scappare) rispondere, iniziò a elencare: «Vorrei un mega cono-» esisteva? «Di gelato gusto api frizzole, cioccolato, menta piperita e marshmallow con granella di mandorle e nocciole, ciliegie sciroppate, topping alla fragola e stelline di cioccolato bianco.» Sorriso a trentadue denti. Per quella volta poteva anche accontentarsi, la prossima volta ci avrebbe pensato meglio.
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    «ho un'idea!» e non le servì nemmeno alzare lo sguardo dal proprio cellulare, per vedere il terrore negli occhi di beh e barbie: come diceva un grande saggio, certe cose se le shentiva. E la paura dei due impiegati al bde per ogni parola che usciva dalla bocca della markley era un classico, anche perchè solitamente le sue idee venivano supportate da un eddie ancor più in hype di lei «innocua, lo giuro» ma sapeva che quella frase non sarebbe bastata a tranquillizzarli, dato che l'aveva pronunciata anche quando aveva proposto di organizzare la giornata "vieni e lancia il tuo gelato" (a suo parere un'iniziativa pazzeska: era stata una giornata piena di clienti, e ciascuno di loro aveva comprato almeno una coppetta di yogurt o gelato e, in aggiunta, una coppetta uguale ma con il prodotto avanzato dal giorno prima con il quale iniziare una battaglia di palle di gelato! inutile dire che si erano divertiti tutti, tranne i poveri barbie e beh ai quali, a fine giornata, era toccato ripulire il disastro) che era stata apprezzata da tutti, tanto che euge le aveva dato il permesso di preparare i volantini e diffondere la voce, tranne che dai due ragazzi. «dovreste preparare dei biscottini blu per festeggiare biden, come questi» e girò lo schermo del cellulare verso di loro, così che potessero ammirare in tutta la sua magnifica magnificenza sua mamma taylor in salopette che mostrava fiera i suoi biscotti. Era da quella mattina che la markley aggiornava ossessivamente il profilo instagram della madre in attesa di vedere la sua reazione alla notizia della sconfitta di trump, perchè sapeva quanto si fosse sforzata per dare il suo contributo ed invogliare i giovani elettori a fare la scelta giusta!!! A gwendolyn della politica babbana - oltreoceano, per di più - importava davvero poco, ma della felicità di sua madre???? Quella era tra le sue priorità, e per questo la markley, da quando aveva visto per la prima volta il suo documentario e capito quanto fosse rimasta delusa dalle precedenti elezioni presidenziali, aveva creato una piccola bambola vodoo di trump e lanciato contro di lui più macumbe di quanto avesse mai fatto in tutta la sua vita.
    Era persino disposta a cucinarli lei stessa, utilizzando per la prima volta il forno di casa sua che, da quando l'aveva comprato, non aveva aperto neppure una (1) volta. Certo, sapeva che sarebbe stato difficile e probabilmente non sarebbero usciti molto buoni al primo tentativo, ma se ai tre manici di scopa permettevano a gideon mcpherson di vendere i suoi mattoni, allora perchè non avrebbero dovuto concedere a lei di vender i suoi biscottini??? Notò subito beh sul punto di dire qualcosa, ma con soddisfazione lo osservò aprir bocca per poi richiuderla almeno tre volte: evidentemente voleva farle notare qualcosa, ma non aveva il coraggio per farlo. Bene così: sarebbe stato il colmo, se anche behan tryhard avesse iniziato a mettere in discussione le sue idee!!! «ti tengo d'occhio, tryhard» il ragazzo era già una delle persone più sfigate che avesse mai conosciuto, sarebbe stato proprio un peccato esser costretta ad amplificare ancora di più la sua sfiga! (no skerzo non l'avrebbe mai fatto, era il bff della sua sorellina!!!!!) Invece il commento di barbie se lo aspettava, soprattutto perchè quel pomeriggio non c'era eddie a farle da supporto, ed era già presa a pensare come rispondere - anche se non sapeva ancora cosa le avrebbe detto??? eh sì, il jagger non aveva poi un range di risposte così ampio, di solito si limitavano a "s-scordatelo guenda" o "c-chiudi quella f-fo-fo..""..RMIDABILE BOCCA! aw, che carino che sei a riconoscere i miei pregi" - quando ecco che «Ciao!!!» oh «Come stai??» my «Sono Zac, quello del colloquio,» gOD!
    Non l'aveva nemmeno visto entrare, COME AVEVA FATTO A NON VEDERLO ENTRARE????
    Era da mesi, ormai, che lei e barbie attendevano il giornoTM in cui mettere in atto il loro piano: avevano preferito non scegliere loro un giorno preciso, ma aspettare che fosse il fato a farlo per loro. E AAAAAAAAAAAAAAAAAA FINALMENTE ERA ARRIVATO!!!!! Lanciò uno sguardo allusivo a barbie, sperando che fosse pronto ad attuare insieme a lei il piano.
    Step 1: togliere beh dalle palle. Quella parte del piano spettava a lei, ma era probabilmente la più semplice «BEEE/EEEH TI STANNO CHIAMANDO!!» «ma non sento nient..» «LÌ, VEDI?? VAI!!»
    Step 2: svanire nel retro, ed allestire la location per l'evento. Veloce come un ninja, la ragazza si staccò dal bancone e entrò nella stanza sul retro del locale, recuperando da uno degli scaffali l'apparentemente normalissima cassetta degli attrezzi, che in realtà aveva castato tempo prima con un incantesimo di estensione irriconoscibile, da cui poi estrasse una sedia ed una lavagna bianca.
    Che non era stato affatto semplice riempire
    Gwen avrebbe voluto solo scriverci le info basic:
    ZKGehgV
    ...ma barbie non aveva approvato
    («n-non si capisce un c-cazzo»
    «tu non capisci un cazzo»
    «l'a-albero genealogico si f-fa al contrario»
    «vuol dire che quando arriverà lo appendiamo a testa in giù»
    «??????»
    «l'albero, non tuo fratello»
    )
    e così alla fine, dopo ore di duro lavoro - poteva anche essere cresciuta ed addestrata da custode per una vita intera, ma metter per iscritto tutte le parentele era sempre una fatica pazzesca - erano riusciti a fare un lavoro decente, facendo assomigliare davvero un sacco la lavagna al meme del signore pazzo (x), con tanto di foto, fili rossi del destino e fun fact inventati. Perchè sì, avevano deciso che convincere zac dei loro headcanon avrebbe reso quell'esperienza più divertente, e poi farlo era sempre stato il suo sogno proibito: aveva avuto pietà di cj e sandy solo perchè erano stati i primi a cui aveva detto la verità ed hype ed emozione per l'evento le avevano impedito di fare la gwendolyn, ma zac?? Poverino, era proprio capitato male, nelle mani dei barweed.
    Un po' provava pena per lui.
    Ma allo stesso tempo AAAAAAAAAAA ERA SUPER IN HYPE!!!!! A differenza di barbie, con zac gwen aveva tantissime foto ad immortalare la loro vita precedente, e non vedeva l'ora di potergliele mostrare tutte!!!!! GIÀ DETTO QUANTO FOSSE IN HYPE?????
    Osservò con soddisfazione il suo lavoro, fiera di esser riuscita ad allestire tutto in soli pochi minuti - probabilmente, oltre quel muro, zachary era ancora preso ad elencare i gusti che voleva nel gelato e barbie a meditare come rapirlo e trascinarlo di peso sul retro - e poi afferrò uno dei barili d'acciaio dove normalmente tenevano il latte, e lo posizionò accanto alla lavagna, poggiandoci sopra la Lettera (che, una volta aperta e letta dal ragazzo, gwen avrebbe strappato dalle sue mani per impararla a memoria: non era nemmeno immaginabile lo sforzo che una pettegola come lei faceva per custodire quelle lettere sigillate, tenendole con sè per anni e lottando ogni giorno con l'istinto fortissimo di aprirle) e poi appiccicandoci sopra un post-it.

    Se sopravvissuto alla rivelazione? Ecco a te un coupon per un gelato gratis ♥︎


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    Barbie, softly: «d-d-don’t.» ma a nulla servirono, come mai erano servite, le proteste del Jagger alle idee della Markley: il suo compito non risiedeva nel frenarla, ma nell’accompagnarla in qualunque follia avesse avuto in mente, ed assicurarsi che nessuno dei due morisse nell’impresa. Non era molto, ma era un lavoro onesto. Spostò le iridi scure verso quelle brune di Behan Tryhard, intimandolo con un cenno del capo a tenere la bocca chiusa. Beh e Barbie, nei mesi passati a servire gelati e consigliare gusti («n-n-non p-p-prendere il f-f-fiordilatte, sandwich ci ha s-s-sputato d-d-dentro» ) ai clienti gomito contro gomito, avevano sviluppato un linguaggio tutto personale atto, nello specifico, a sopravvivere fino a fine giornata. Il Tryhard, un amen all’anima sua, era puro, e buono, e per quanto fossero qualità che mai il Jagger aveva cercato in alleati – sopravvalutati, diceva – non poteva fare a meno di sentirsi in dovere di tutelarle, sul pacioccon viso dell’ex Tassorosso. Era proprio il genere di ragazzo che meritava, quelle doti, e finché avesse potuto, avrebbe cercato di guidarlo verso strade che le avrebbero mantenute intatte. Ad esempio, aveva sacrificato i capelli mori del Tryhard, facendo un impassibile pollice in su quando Beh gli aveva parlato della proposta di Sanwich di tingerlo biondo, perché sapeva che bestie come l’uomo-ragazzino era meglio assecondarle che metterglisi contro; che se Beh non avesse accettato quell’offerta, gliene avrebbe fatte altre ben peggiori dalle quali non avrebbe potuto sottrarsi. Gwendolyn era solo più attraente di Edward slash Sandwich Moonarie, ma il livello di sociopatica follia era così simile da fargli rivalutare, spesso e più volte durante la giornata, tutte le sue scelte di vita. «innocua, lo giuro» Qualcuno sarebbe morto, ora ne aveva la certezza all’ottanta per cento. Ancora, fece un altro impercettibile movimento del capo verso il ragazzo, bloccandolo prima che potesse aprire bocca: Gesù Cristo, ma chi l’aveva cresciuto, Mowgli? Tarzan? Davvero era così inetto a leggere fra le righe di una situazione socialmente problematica? (sì) «dovreste preparare dei biscottini blu per festeggiare biden, come questi» Non ebbe bisogno di guardare lo schermo del telefono per sapere cosa, di nuovo, Gwen avrebbe loro mostrato: un’altra foto di Taylor Swift. Premette la lingua sull’arcata superiore dei denti, ingobbendo le spalle sotto il peso dell’esistenza che, ancor più triste di tutto il resto, si era scelto - e non una, errare sarebbe stato umano, ma due, tre, perseverando in maniera diabolica. Frankie, Sander, Barbie, e la maledizione che si portavano appresso da ogni angolo dello spazio – tempo. «ab-b-b-biamo già q-q-quelli c-con la f-f-faccia di d-d-d-dick» con un drammatico cenno del braccio, le mostrò il piatto sul quale erano esposti i dolci in questione, ammiccando solidale all'espressione triste ed arresa di pasta frolla!Richard. Ne prese uno - quello glassato da Edward stesso, dove la faccia di Dick sembrava sciogliersi come il villain di chi ha incastrato roger rabbit (iconic) – e lo piazzò di fronte al viso di Gwen: poteva sopportare, ed aveva sopportato, tanta merda, Barnaby Jagger, ma ad un’altra seduta di icing con Eddie e Gwen, avrebbe preferito la morte.«e p-p-p-prenditela c-con qualcuno d-d-della t-t-t-tua taglia» le lanciò un occhio di zucchero di Dick, distraendola da Behan così che il ragazzino smettesse di tremare. Dai, era come sparare sulla croce rossa, che bulla fallita.
    E poi.
    In una giornata come tante altre – quindi: brutta – di un pomeriggio uguali a mille prima – aka: terribile – accadde l’impensabile. Al trillo delle campane, ne seguì uno ancor peggiore.
    «Ciao!!! Come stai?? Sono Zac, quello del colloquio,» come se Barnaby Jagger potesse mai dimenticarlo. Lo osservò impassibile una manciata di secondi, spostando poi allusivo lo sguardo sulla Custode. Organizzavano quel momento da mesi, ma Barbie… Barbie non aveva mai pensato sarebbe arrivato sul serio. Per lui, al contrario di Gwen, non era un lavoro; non era un suo compito, e come tale, non l’aveva mai preso sul serio. Era stato un gioco, un divertimento, un what if che non aveva realmente preso consistenza nell’immaginario del Jagger: aveva scritto sulla lavagna che il piatto preferito di Ray erano le sue caccole, che la sua tradizione natalizia preferita era aprire i regali vestito con solo un baby doll, e che – quello se l’era sentito proprio nel profondo, quindi doveva essere vero – si masturbava guardando il trenino Thomas. Non aveva però pensato che un giorno, per Zac, sarebbe stato reale.
    Che il fratello descritto , sulle note appuntate a piè di pagina da un Barbie reso liquido da un Floyd che gli permetteva di sbronzarsi assorbendo il suo potere, fosse Zac. Ne studiò il sorriso allegro mentre Gwen spariva nel retrobottega e Behan seguiva Le Voci, cercando qualcosa che facesse scattare la molla – un segno, un lieve tirare di labbra, qualsiasi cosa. Era di parte perché lui sapeva la verità, e, in maniera logica, comprendeva che Zac, non avendo quel lusso, non potesse provare nessun sentimento di riconoscimento, ma Barbie e la logica raramente andavano a braccetto. Inarcò un sopracciglio, distante anni luce dalla richiesta del cono del ragazzo. Quel viso lì, pensava non l’avrebbe mai incontrato; i tratti che aveva imparato a memoria, studiando - suo malgrado - le fotografie su cui più di una volta aveva passato nostalgico le dita, non era previsto nella sua vita. Gli aveva detto addio un’esistenza prima, e l’arrendevolezza di Sander si era risolta in un Barbie con la coscienza a posto.
    O almeno, così credeva.
    Barnaby non aveva mai avuto una famiglia. Ne aveva avuta la testimonianza, ma non le prove concrete: era stato un orfano in un orfanotrofio fino a che Clarissa non l’aveva trovato, ed era rimasto orfano alla sua (finta) morte – solo, fino a che non aveva incontrato Mads e Floyd. Loro, erano la famiglia di Barbie. Anche incontrando sua madre, non era cambiato un cazzo; il viaggio nel tempo che l’aveva riportato lì, tra sorelle e genitori e Dio ce ne scampi, non aveva cambiato un cazzo. Scoprire che Mckenzie - Mckenzie - fosse suo fratello, aveva iniziato ad incrinare la bolla di certezze del Jagger: ha lasciato tutto, per te, aveva ammesso Bucky, scoprendolo ad osservare con delusione, ed un po’ d’astio, ed una tristezza che non era stato in grado di comprendere, la nuca del ragazzino; non l’ha detto a nessuno, ti ha seguito e basta - e la cosa peggiore, l’aggiunta peggiore: come aveva sempre fatto.
    quello, aveva iniziato a minare un intero universo.
    Ed ora, toccava a Zac.
    Lo step 3 del piano, prevedeva che Barbie trovasse una scusa per portarlo nel retrobottega. Gwen gli aveva stilato una lista di scuse più o meno plausibili, dal “abbiamo finito la scorta, vieni sul retro a scegliere il gusto che preferisci” a “sento miagolare, ci sarà mica un micio là dietro”, che Barbie, ovviamente, aveva stracciato non appena la Markley aveva girato l’angolo. Non aveva bisogno di scuse, per rapirlo.
    Era suo fratello. Era giustificato a lasciarne appesa la richiesta sul cono, guardarlo in silenzio impassibile mentre gli schioccava le dita davanti alla faccia richiamando la sua attenzione, fare il giro per uscire da dietro il bancone, e afferrarlo dal colletto della giacca come un cucciolo smarrito: «n-n-non f-f-fiatare.» e c’era una certa rabbia, nella stretta di Barbie. Non sapeva perché, non voleva accettarne il perchè, ma c’era un certo terrore, mentre lo trascinava laddove Gwen aveva preparato Gli Schemi TM, lasciandolo solo una volta che entrambi fossero stati di fronte alla Markley.
    Che non ci credesse.
    Che non volesse avere nulla a che fare con Barbie.
    Che non cambiasse un cazzo
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    O peggio: che cambiasse tutto.
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    Zachary voleva solo un gelato.
    Non che pensasse che avrebbe sempre ottenuto quel che voleva eh!!! Anzi!!! Quante volte si era beccato un morso o un’alitata di fuoco dai suoi bellissimi cuccioli quando lui aveva donato soltanto amore??? Solo il suo parrucchiere lo sapeva, quel santo che si inventava modi sempre più stravaganti per aggiustare la sua chioma, per qualche oscuro motivo frequente obiettivo delle ire dei suoi bambini. Perciò no, non aveva la presunzione di lamentarsi se qualcosa non rispecchiava le sue aspettative ma…
    Il gelato. Il g e l a t o. Era entrato tutto contento alla prospettiva del suo – respiro profondo – mega cono gusto api frizzole, cioccolato, menta piperita e marshmallow con granella di mandorle e nocciole, ciliegie sciroppate, toppingallafragolaestellinedicioccolato bianco e invece… il tipo che mesi prima era scappato da lui a gambe levate lo stava guardando male. Occhioni perplessi in pieno mood da cucciolo ferito, perché sapeva di non poter stare simpatico a tutti ma se accadeva gli dispiaceva lo stesso, scrutò l’espressione greve dell’altro. «Dici che sono pochi gusti? Ho qualcosa in faccia? A parte, sai- la faccia ahahah!!» Non capiva proprio dove fosse il problema; in questi casi, in genere tentava di ricordare quello che Elwyn gli ripeteva ogni giorno della sua bellissima vita. La lista di cose che gli davano noia erano a dir poco infinite, quelle che riguardavano la sua persona anche. “Mi stai troppo addosso, e piantala con questi abbracci, ma nessuno ti ha insegnato che la gente ha bisogno di respirare, ma devo proprio assaggiare i tuoi esperimenti, perché sorridi h24” e, per citare la sua preferita in assoluto: “Zachary Milkobitch, prova a ripetere che sono un orsacchiotto grumpy e ti avada kedavrizzo”. (inutile dire che l’aveva ripetuto subito dopo ed era ancora vivo per raccontarlo) (MA CERTO che l’Huxley era un orsacchiotto grumpy pucci pucci, NON ERA ADORABILE COL BRONCIO??? Amava il suo bff).
    Eppure, tornando a noi, Zac non reputava di aver rivolto questi comportamenti – a detta di Elwyn detestabili – a Barbie, quindi non comprendeva sul serio. Lui gli andava così a genio, a primo impatto!! Insomma, quasi tutti gli andavano a genio, ma Barbie aveva quel non so che che gli faceva venire voglia di sommergerlo di abbracci. Sentimento non ricambiato, evidentemente! «n-n-non f-f-fiatare.» Ah. Arricciò le labbra in un sorriso birichino, proprio come il bambino troppo cresciuto che era. Troppo tardi. «Nel senso di non parlare o non sputare sul vetro dell’espositor- oh ochei, unexpected.» Barbie lo aveva appena preso dal colletto come si faceva coi gattini indisciplinati, e chiunque si sarebbe allarmato – voleva picchiarlo, derubarlo, tOrTuRaRlO??? –, ma non Zac, con la sua eccessiva fiducia nel genere umano!! pensare che è pure addestratore nella resistenza «Devo dedurre niente gelato? Questo sì che è triste,» commentò, seguendo un po’ goffo i passi dell’altro nel tentativo di non ruzzolargli addosso. Avrebbe potuto pure liberarsi, ma il tipo pareva talmente arrabbiato che non voleva metterlo ulteriormente di malumore! Poveretto, chissà cosa l’aveva punto.
    Nel mezzo di tali elucubrazioni, e scoccando un’occhiata di desiderio alle vasche di gelato cui era stato a tanto così, Zac si ritrovò nel retro del bde. Che, non per criticare eh, era uno dei suoi sogni venire rinchiuso a chiave in un negozio pieno di cibo e avere la scusa della fame per mangiare un po’ di tutto, ma era… cioè, un pochino strano? Finalmente la presa di Barnaby sulla sua giacca si allentò, e il Milkobitch se la sistemò con enorme perplessità nel guardarsi attorno. Non si era aspettato di avere di fronte a sé una sedia, una lavagna piena di scarabocchi simili a geroglifici e una donna con un’espressione fin troppo elettrizzata a fissarlo. «Ciao, sono Zac……..????» Che strano. Aggrottò le sopracciglia, il sorriso che si ostinava a rimanergli sul volto. Qualquadra non gli cosava, in quella situazione. Fece saettare le iridi scure da Barbie, alla donna dai capelli scuri e poi di nuovo al primo, le rotelline del cervello iperattivo che si mettevano in moto.
    Aspetta. Ma certo. «Per tutti i draghi.» ??? «Non ditemi che.» Aveva capito tutto!! «Volete… insegnarmi a FARE IL GELATO???» Non aveva capito niente.
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    gwen markley
    osservava la lavagna ad una discreta distanza, così da averne una visuale completa, pugni puntati sul fianco e sguardo critico ad esaminarne i più piccoli dettagli per assicurarsi, fino all'ultimo istante, che tutto fosse perfetto. E non dubitava che, anche una volta entrato Zac nella stanza, non avrebbe continuato ad esser in ansia una volta iniziato il Discorso.
    gwendolyn markley era stata allevata per quel compito, l'unico che per anni aveva dato un senso concreto alla sua vita: ricordava ogni singolo pomeriggio passato in accademia, ogni nuova foto riguardo al 2043 che le veniva consegnata, ad immortalare per sempre nel tempo gli stessi volti che in seguito aveva imparato a riconoscere tra i corridoi di hogwarts, ogni informazione in più che le veniva impartita sul perchè di quel viaggio e sul come provare a portare a termine la loro missione, in quel tempo, così da non mandare all'aria i sacrifici che le loro versioni più grandi e più sagge, più ferite, avevano fatto. C'erano stati momenti in cui la markley aveva invidiato i messaggeri, il loro esser cresciuti all'insaputa di tutto, l'aver avuto un'infanzia priva di tutto quello: loro potevano vivere tranquilli ed all'oscuro di ogni cosa, fino al giorno stabilito per stravolgere ogni loro equilibrio. Un colpo secco, il netto taglio tra un prima ed un dopo: la batosta arrivava all'improvviso, e toccava metabolizzare tutte quelle informazioni nello stesso momento, un po' come un colpo di pistola in pieno petto. Per gwen, al contrario, era stato tutto diverso: lei era cresciuta sapendo di non appartenere a quel tempo eppure, allo stesso tempo, senza sapere un bel nulla. Il suo era stato un dolore graduale, e sempre costante. Non aveva avuto delle vere figure genitoriali, ma solo la consapevolezza che fossero da qualche parte lì fuori e che, un giorno, avrebbe saputo chi fossero. E che magari sarebbe stata fortunata abbastanza da avere la possibilità di veder crescere una versione più giovane di sé, la bambina che sarebbe stata lei ma allo stesso tempo lei non era, perchè se tutto fosse andato secondo i piani, avrebbe avuto un futuro più felice rispetto a quello della markley, uno in cui niente l'avrebbe costretta a dire addio a tutte le persone a cui voleva bene e rinunciare ai propri ricordi, a tutta la sua vita, solo per poter tornare indietro e sistemare le cose. Solo un mondo che non offriva alcun tipo di futuro o di speranze poteva giustificare il gesto che lei e tutti i suoi compagni di viaggio avevano fatto, e dunque per non rendere invano il loro sacrificio, gwen aveva sempre considerato con la massima serietà tutta quella questione.
    Anche se, a giudicare da quel "ti masturbavi guardando il trenino thomas" scritto a caratteri cubitali in quell'intreccio di frecce e nomi vari, forse nessuno l'avrebbe mai pensato. E beh (non tryhard), del resto non era il suo, di fratello, dunque le era sembrato giusto dare a barbie un po' di... licenza poetica?? E poi era divertente.
    Forse un po' troppo.
    ....il far west le aveva chiaramente fatto male, e da quando aveva fatto la sua primissima Rivelazione (super professional, chiedere a Sandy e CJ per credere) forse si era lasciata un po' andare??? Un po' come con le letture del futuro nel locale clandestino aperto insieme a bucky: i clienti dei primi giorni li aveva tenuti per letture lunghe pure due ore, poi a 'na certa si era annoiata quindi a) aveva tagliato di brutto i tempi e b) quelli a fine giornata neppure li leggeva sul serio, diceva solo le prime cose che le venivano in mente guardandoli in faccia. Il che comunque era una lettura a tutti gli effetti, solo che... meno accurata?? però oh sempre lettura restava.
    COMUNQUE NON PER QUESTO DAVA MENO IMPORTANZA A ZAC, ANZI!!!!!! ERA COSÌ IN HYPE!!!!!!!!!!!! E si sentiva un po' schiacciata da quella responsabilità: quello della lettera al milkobitch era, nella sua lista di "le Rivelazioni più attese", in top 3, sotto solamente alle sue sorelle. E per questo ugualmente stressante [adesivo-di-betta.jpg]: in una situazione simile, gioia e dolore hanno lo stesso sapore con te si eguagliavano. Ray non era un Sander, assente in tutte le foto della ragazza. Lui, assieme a dominique, jessica e juno, era una costante e la markley aveva sempre saputo fossero stati molto legati. Dunque... oddio forse quel post-it aggiunto all'ultimo da barbie doveva toglierlo? ma quando aveva dato l'ok a quell'headcanon sulle caccole, NON RICORDAVA DI AVERLO FATTO!!!! Ed era lì lì per staccarlo - dai, barbie non se ne sarebbe nemmeno accorto, non era così perspicace da notare ogni particolare - quando ...oh no.
    Si girò di scatto, trovandosi davanti i due ragazzi: ci era voluto meno del previsto??? E solo poi si accorse della stretta del jagger sul colletto di zac, e non potè evitare di sbuffare esasperata «ma sei cretino?» e lei evidentemente lo era altrettanto, dato che dopo tre anni e una vita intera di conoscenza continuava ancora a porgli domande così ovvie. Se avesse potuto, l'avrebbe incenerito lì sul posto con lo sguardo. Ed abbassò la voce, rivolgendosi al jagger come se fosse l'unico a poterla sentire anche se... meh, zac era letteralmente davanti a lei, quindi poteva sentirla anche lui «con tutte le scuse che ti avevo dato tu lo trascini come un aNiMaLe??!?» voleva proprio picchiarlo, e non lo fece solo perchè a) c'era una terza persona in quella stanza e b) non era il momento di darci dentro con i preliminari - perchè sì, di base per lei le botte lo erano - quando avevano una missione da portare a termine.
    Fortuna che Zachary, bless his soul, era troppo puro e buono per quel mondo, e quasi le dispiaceva fosse capitato con due come loro???? non solo quel giorno ma proprio.. nella vita, in generale: quella e l'altra che avevano abbandonato anni prima.
    «Ciao, sono Zac……..????» che stellina del cielo che era, il fatto che sorridesse ancora diede alla markley la speranza di poter risolvere la situazione, e cancellare gli errori di QuAlCuNo. Si girò verso di lui, e gli rivolse un'altrettanto ampio sorriso «ciao zac, io sono gwen!! in realtà gwendolyn, ma puoi chiamarmi tranquillamente gwen, siamo già amici» ...davvero, non era un modo di dire.
    «Per tutti i draghi.» omg: gli era bastato vedere la lavagna per capire?? era così intelligente???? a giudicare dal suo sguardo sembrava proprio di sì, e così la ragazza iniziò a spostare il proprio da lui a barbie, incredula del fatto fossero fratelli: perchè barbie non era così perspicace? era proprio un'ingiustizia. Ed ovviamente intendeva per lei, mica per il jagger. «Non ditemi che.» !! era così orgogliosa di quella bacheca, e tutto il lavoro che avevano fatto per realizzarla era stato ripagato in un ATTIMO!!!! Era già pronta a saltellare sul posto e rinfacciare a barbie il fatto che "gnegne dicevi che era tanto una perdita di tempo E INVECE GUARDA!!!1!" quando.. «Volete… insegnarmi a FARE IL GELATO???» no.
    Zachary Milkobitch, WE COULD HAVE HAAAAD IT AALLL ed invece «niente, uguali» sospirò affranta, più a sè stessa che a loro: la testa bacata era chiaramente la stessa, scema lei ad essersi illusa per un attimo. Era troppo chiedere che, per una volta, qualcuno ci arrivasse da solo???? Si?????? che tristezza. «no, nessun gelato» cioè scusa, doveva chiederglielo «ti sembro una gelataia????» no beh, perchè in caso di risposta affermativa doveva fare taglio netto delle ore che passava lì al bde: voleva bene ad eddie e le piaceva star lì a torturare barbie e beh ma... nope, non voleva passare per gelataia mai nella vita. «ma TORNIAMO ALLE COSE SERIE» si tirò un po' da parte, così da lasciare al ragazzo libera visuale sulla lavagna: «lo leggi quello che c'è scritto? se sì complimenti, hai un'ottima vista» non quella 👁👁👁, nei primi trenta secondi in quella stanza aveva dato prova di non possederla affatto, ma se dal punto in cui era posizionata la sedia riusciva a distinguere le parole scritte sulla lavagna allora non gli mancava nemmeno mezza diottria. «MA NON LEGGERE, NON ANCORA!!!!!!!» era di vitale importanza che prima venisse fatto il DiscorsoTM, e poi dopo la lettera arrivasse il momento della lavagna: era un ausilio per aver tutto chiaro davanti agli occhi, capite??? «dimmi, zac: hai un'opinione sui viaggi nel tempo? ti piacciono al livello di "uh si, ritorno al futuro è proprio un film che rivedo volentieri" o sei del parere che, se ti regalassero qui ed ora una macchina del tempo, saresti pronto a fare un salto nel futuro o nel passato senza dubitare la sanità mentale della persona che ti ha fatto il regalo????» erano domande fondamentali, quelle, per capire l'approccio da seguire: il mondo si divideva in due categorie di persone. Anzi, in una scala di persone, che partiva da una erin chipmunks ad un'estremo (..a cui era bastato un semplice "vieni dal futuro" per aver piena fiducia in tutta quella faccenda) fino ad arrivare a un aidan gallagher (le bestie di satana che, persino davanti all'evidenza dei fatti, riuscivano a negare e metter da parte la faccenda con un secco e disinteressato "photoshop")(peggio di un san tommaso "non vedo non credo": vedevano e non credevano comunque)
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    «ma sei cretino?» ??? Ma ce l’aveva con lui?? Si girò per assicurarsi non ci fosse nessuno dietro di lui e no, non c’era. Ok che gli era capitato spesso, per qualche oscuro motivo, che i suoi amici gli dicessero fosse un cretino, ma adesso addirittura gli sconosciuti?? Cioè, così a freddo????? Magia vera. Aprì bocca per rispondere che sì insomma, glielo dicevano in tanti e secondo la democrazia la maggioranza vince ma lui da una scala da 1 a 10 non si reputava cretinissimo, quando comprese che ce l’aveva col ragazzo accanto a sé. «con tutte le scuse che ti avevo dato tu lo trascini come un aNiMaLe??!?» OoOoOoOoOo avevano una crisi di coppia in piena regola qui!! Emise un lungo e basso fischio, sporgendosi solo col busto verso l’altro, lo sguardo fisso davanti a sé. «Ehi bro-» no non sapeva (ancora) che erano bro però gli stava molto simpy a pelle, diciamolo che glielo diceva il kuore (cosa? Cosa). «Se hai bisogno di un aiuto io sono bravo con le idee,» bisbigliò. La giovane donna sembrava arrabbiata con lui quindi?? Serviva qualcosa che migliorasse la situazione e la facesse sorridere?? Sorridere era la chiave del buonumore, su che ce la potevano fare! NIENTE PAURA, C’ERA ZAC A RIMEDIARE IN UN BATTER D’OCCHIO. Si schiarì la voce e alzò una mano. «Be’, a me piacciono gli animali!!!!» Pausa. «E skusa, gli animali non si trascinano, si accompagnano!!!» Una precisazione doverosa da fare, per il Milkobitch – era talmente rude trascinare, che ne sapeva, una puffola pigmea!!1! Erano così piccoline e graziose, soffici e dolci, ti veniva voglia di cullarle e dare il biberon AAAAAAAWWWWW!!! «Vi piacciono le puffole pigmee?? DITEMI DI SI’!»
    Comunque. Nonostante ciò, Zachary era ancora confuso – e non al livello standard di idiozia stellare. Salutare la donna gli era parso un buon modo per iniziare una conversazione, insomma, al di là delle crisi di coppia che erano tipo il virus costante del mondo(???) sembrava così tenera!! Dolce e carina!! Si sporse – ancora? ancora – verso Barbie. «Non la trovi carina come una puffola? Disinteressato eh, sono gay.» E BASTA CON STE PUFFOLEEEEEE.
    Che trigger. La puff- cioè, la ragazza si presentò come Gwen, e… erano già amici????? (ovviamente non stava capendo niente, sia mai qualcuno di particolarmente speranzoso pensi il contrario) OH MEO DEO COSA GLI STAVA DICENDO AAAAW. Si illuminò come un albero di Natale quando attacchi la presa delle luci alla corrente. «Piacere di conoscerti Gwen! Anche per me siamo già amici!!» E mentre, inconsapevolmente, il Milkobitch viaggiava su un binario totalmente opposto a quello di Gwendolyn, si guardò attorno con atroce curiosità – quella di un inventore disposto a far quasi saltare in aria l’appartamento del suo bff per qualche esperimentuccio, per dire (ciao Elwyn) (però non era successo e aveva imparato la lezione dai).
    La conclusione era stata l’unica possibile: un corso gratis per diventare gelataio!! Ma no, la vita era bellissima ma non così perfetta, e Gwen stroncò la sua illusione sul nascere. Si bloccò a mezz’aria nell’atto di arrotolarsi le maniche, pronto al lavoro, e fece il broncio. «Oh. » Se fosse stato capace di provare tristezza per i fatti grevi ma non grevissimi, in quel momento l’avrebbe fatto. OKAY, TORNO’ ALLE COSE SERIE!!! Ma cos’erano le cose serie. Spostò gli occhi scuri dalla giovane alla lavagna, illuminandosi all’improvviso. «Aaaah, è la visita oculistica gratis, tipo quella delle parafarmacie??» Cose importanti, Zachary Milkobitch, cose importanti!! Più del gelato che aveva ordinato e forse non sarebbe mai arrivato? Forse. Si stropicciò gli occhi, mettendo a fuoco. «Ok, ci sono. Leggo un “a sei anni hai messo un calzino sporco ne-” dio ma che frase terribil-» «MA NON LEGGERE, NON ANCORA!!!!!!!» Fece un salto, poi un sospirone affranto, rivolto a Barnaby in un bisbiglio. «Ma fa sempre così?»
    Era già seduto? Non era seduto? Non ce lo ricordiamo, ma nel caso facciamo che si è alzato e poi riseduto per fare uno squat («Sto cercando di allargare questi pantaloni sapete, li ho lavati e ora mi stanno un po’ strettini»). In tutto questo, Zac avrebbe potuto essere rapito che non se ne sarebbe manco accorto, ma anche gli stupidi vengono al mondo – ben due volte, signore e signori, doveva davvero essere utile per l’ecosistema! La domanda sui viaggi nel tempo erano PROPRIO le riflessioni senza senso che gli piaceva fare nel tempo libero!! «Be’, allora, quale inventore non si è mai chiesto se è possibile inventare tipo una macchina del tempo?????» Erano le basi: non sei un vero inventore se non hai mai sognato di viaggiare nel tempo. Eppure, eppure, quel discorso aveva la capacità di turbarlo. Non nel senso negativo, ma proprio di turbarlo, smuovere qualcosa, anche se non capiva cosa o perché o come. Cambiare il passato o il futuro? Di certo il passato di Zachary non era stato piacevole, ma… era questo a renderlo ciò che era, no? O in un universo alternativo sarebbe stato lo stesso Zac nonostante tutto?
    Fece spallucce, sfoderando un sorrisone mentre si batteva l’indice nella tempia. «Dubiterei della sua sanità mentale, gli offrirei un caffè per saperne di più eaccetterei il regalo!!!! SCHERZI, come rifiutare un’occasione simile??» Beata innocenza.
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    «E skusa, gli animali non si trascinano, si accompagnano!!!» e solo in virtù della loro amicizia perduta, e di quegli scatti appesi con scotch colorato a quella lavagna, ad immortalare per sempre momenti di una vita alla quale loro tre presenti in quella stanza avevano rinunciato, gwen si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo e fargli notare che ok, gli animali non si trascinavano blablabla lo sappiamo che fai il magizoologo e ci tieni alle creature a quattro zampe blablabla MA LE BESTIE SÌ!!! C'era una bella differenza!! E lei infatti le sue bestioline (toothy, aidan, arci... la lista era lunga) le trascinava sempre per le orecchie, o comunque le toccava far appello ad una grande forza di volontà per trattenersi dal farlo quando, ognuno per motivi diversi, le dava motivi per desiderarlo. Zac cuore di panna non rientrava nella categoria, dunque non meritava un simile trattamento da parte di suo fratello. E, inutile star a specificarlo: tra i due, per gwen era decisamente barbie quello a meritare di esser trascinato, se poi in camera da letto o sotto un tir dipendeva un po' dal mood della giornata.
    In quel momento? propendeva decisamente più per il tir. «Vi piacciono le puffole pigmee?? DITEMI DI SI’!» !!! CIOÈ!!!!! Come si poteva trattar male una patata del genere, COME!!! «CERTO!» non era vero «MORBIDE E BELLISSIME» in realtà le trovava solo molto fastidiose, ma inzomma: si stava cercando di costruir un rapporto lì dentro, ed oltre a far il suo lavoro le toccava pure compensare quello disastroso di barbie, quindi dai un po' di bugie buone erano necessarie. Per farlo sentire a suo agio, no??
    «Piacere di conoscerti Gwen! Anche per me siamo già amici!!» !! le sue tecniche funzionavano sempre: rivolse al milkobitch un ampio sorriso, per poi spostar lo sguardo su barbie e rivolgergli un'espressione soddisfatta che gridava "AH! VEDI!! SIAMO GIA BFF COSÌ SI FANNO LE COSE, NON COME TE BRUTTO INCOMPETENTE!" Poi niente, tutte quelle premesse altissime e grandi speranze vennero spazzate via qualche minuto dopo e no, la markley arrivò alla conclusione che nemmeno quella rivelazione sarebbe stata facile.
    Una parte di lei ci aveva sperato
    Forte: ma perchè nessuno faceva mai 2 + 2 autonomamente?? Era proprio un'ingiustizia. Ma del resto avrebbe dovuto perder le speranze molto tempo prima, quando ad avere quella rivelazione sul 2043 era stata ellis: se anche la cosa più simile a bella swan - lei si che aveva un cervello: "io so cosa sei" solo nei film eh, nella vita non lo diceva mai nessuno. - che gwen avesse mai conosciuto non c'era arrivata da sola, allora non poteva farcela nessuno.
    «io no gelataia e decisamente no oculista, ok??» stava scandendo bene le parole e accompagnando il tutto facendo le x con le braccia come ad x-factor per ribadire ancor di più il concetto, proprio come aveva imparato a fare nel far west per approcciarsi ai bimbi del catechismo: zac poteva pure avere un /tot/ anni più di lei, ma in quel momento, lì seduto su quella sedia, alla markley non sembrava affatto diverso dai suoi ex piccoli adepti. E non specificò che lei aveva un'attività clandestina sotto il locale di suo padre ventunenne dove vendeva tè corretto e leggeva il futuro alle persone in compagnia di sua cugina che veniva dal 1919 e ancor prima dal 2043: non voleva dargli motivi per metter in discussione la sua affidabilità più del normale, e non sapeva quale fosse la posizione del ragazzo rispetto alla legge. Cioè boh, erano nel duezerodueuno, fare i moralisti sulle attività clandestine e sull'evader le tasse era proprio roba datata, ma vbb il mondo era pieno di persone un po' bigotte!!1! Anche se sperava zac non fosse tra loro, gwen non vedeva l'ora di presentargli bucky e poi leggergli i tarocchi!!!!!
    Comunque la risposta del ragazzo alla domanda sui viaggi... meh (non tryhard), sarebbe potuta andare meglio ma.. anche molto peggio?? Lo posizionava.. forse un po' sopra la metà della sua scala di misura: era un buon punto di partenza! «ok quindi accetteresti, bene. Ma come mai metteresti in dubbio la sua sanità mentale?» queste erano proprio inforandom generali, anche da usare come feedback per le prossime rivelazioni??? «vabbè comunque.. quindi ipoteticamente parlando tu la macchina poi la proveresti no?? per curiosità» un gran classico: la toccava sempre piano e poi sganciava la bomba. Era bello intrecciare un po' il cervello delle persone prima di mandarlo ko del tutto #wat «e metti caso che.. hai la sicurezza che funziona, perchè torni nel passato. ma non puoi tornare nemeno indietro perchè TAC, a differenza di "ritorno al futuro", nell'universo ipotetico di cui stiamo parlando, tu sei tornato bambino! che faresti?» non gli diede nemmeno il tempo di rispondere, nè si soffermò a studiare il suo volto per capire se fosse o meno ancora con lei: probabilmente si era già perso tre frasi prima, ma ormai gwen era partita per la tangente «lo so io che faresti: niente! che potresti fare del resto, saresti un neonato! non ti resterebbe che crescer felice!! hai avuto una vita felice, vero zac?» una persona così bella ed allegra non poteva che averne avuta una! «poi però un giorno, anni dopo, esci per andarti a prendere un semplice gelato tre gusti e TAC, ecco che vieni trascinato» no, com'è che aveva detto prima?? «accompagnato* nel retro della gelateria dove una ragazza ti attende di fronte ad una lavagna piena di foto e scritte, e quella che inizialmente credi esser una lezione gratuita per imparare a far il gelato in realtà si rivela qualcosa di completamente diverso, e vieni guidato in uno scenario ipotetico che in realtà non lo è, perchè la macchina del tempo esiste davvero ma non è una macchina ma un cronocineta, e tu scopri che nel passato ci sei tornato davvero, ma come neonato quindi non puoi certo ricordartelo» zAN ZAN ZAAAAAN!!!!1! Ci aveva capito qualcosa???? Non ne era certa, non riusciva a decifrare la faccia del ragazzo, e barbie ... vabbè, il modo in cui sospirava affranto, chiudeva gli occhi e lasciava cader la testa era la sua reazione standard il 75% delle volte in cui la markley apriva bocca, quindi non contava. Riportò l'attenzione su zac, e gli sorrise incoraggiante «non potresti mai metter davvero in discussione la sanità mentale di qualcuno che ti parla di viaggi del tempo, perchè tu ne hai fatto uno» si girò a prender la lettera, poggiata vicino alla lavagna su uno dei barili vuoti di latte, e poi la porse al ragazzo «zachary milkobitch, tu vieni dal 2043»
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    e mentre il ragazzo si prendeva... il suo tempo?? per elaborare???? la ragazza si avvicinò a barbie e gli assestò una bella gomitata nel fianco, un silenzioso "mbè dai, aggiungi qualcosa digli che è fratello tuo!!!1!" per spronarlo a metter i primi mattoni di quello che, ne era certissima!!!, sarebbe stato uno stupendo rapporto tra fratelli.
    Niente da fare: le parentele del 2043 la riempivano sempre d'emozione, se solo non fosse stata in servizio ufficiale - lo prendeva sul serio, il suo ruolo da custode! - si sarebbe persino concessa di versare qualche lacrimuccia.
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    «Volete… insegnarmi a FARE IL GELATO???»
    Ecco. Quello era stato il momento in cui Barbie, stupendo in primis sé stesso, aveva deciso che non avrebbe fatto sentire la propria voce per tutta la durata della intervention. Una risposta del genere non meritava repliche, e fu piuttosto maturo da parte sua decidere di non commentare – o almeno, così si disse quando si ritrovò a fissare un punto oltre le spalle di Zac mentre Gwen faceva il lavoro sporco per entrambi. La verità era che non aveva parole per commentarlo, Barbie. Non si era mai cullato nei what if, troppo pragmatico e pigro per immaginare una vita che gli era già stata preclusa, e fu grato di non averlo fatto quando il fu Raymond reagì alla rivelazione della sua - loro - vita pensando volessero insegnargli A FARE DEL FOTTUTO GELATO, MA DAVVERO, CAZZO MA CE LI HAI GLI OCCHI PER GUARDARE LA LAVAGNETTA, MA POI SECONDO TE TI INSEGNO A FARE IL GELATO GRATIS OH MA DA DOVE ARRIVI.
    La visita oculistica gratuita…………….. Barnaby Jagger roteò gli occhi al cielo raggiungendo direttamente l’universo ed il tempo dal quale Sander era partito, e lo schiaffeggiò per non aver ucciso il fratello in culla risparmiando ad entrambi quel supplizio. Passò l’intera durata della conversazione a fissare un punto nel vuoto oltre le spalle del moro, affossando le spalle mano a mano che Gwen portava avanti il discorso viaggi nel tempo, rimpiangendo ogni minima scelta che l’aveva portato sul retro di una gelateria del duemilaventi con il fratello di un’altra vita, e la Markley di ogni esistenza. Tornò presente a se stesso solo quando la ragazza gli piantò, con la solita delicatezza da palla da demolizione, un gomito nel costato.
    Battè le palpebre, ed aprì la bocca per dar voce al pensiero che aveva iniziato a formarsi non appena avevano messo piede nella stanza, e che ormai era un macigno sulla sua schiena.
    «f-f-fai p-p-proprio s-s-schifo n-nei d-d-discorsi.» Cioè. Davvero. Ma l’aveva rivelato a tutti… così? Ma come venivano scelti i Custodi, avevano accumulato punti sulla carta fedeltà dei cereali? Con quale criterio a Gwen era stato dato il potere, la responsabilità, di far conoscere intere vite a chi neanche era certo di starne vivendo una? Chi iniziava un discorso con “hai un’opinione sui viaggi nel tempo”? Scosse il capo, labbra tirate verso il basso a mostrare il proprio disappunto mentre si voltava per incrociare lo sguardo della ragazza. «t-t-ti p-p-pagano o lo f-f-fai g-g-gratis?» perché era preferibile due, cento, mille volte punzecchiare Gwen, lasciare che la sua rabbia montasse – per aver rovinato il momento, perchè non sapeva accettare le critiche - piuttosto che affrontare il Milkobitch seduto di fronte a loro. Aveva pensato sarebbe stato divertente, assistere.
    Aveva sbagliato.
    Cristo, se aveva sbagliato.
    Barnaby Jagger voleva essere ovunque eccetto che lì. Poteva trovare esilaranti le assurde reazioni di Zac, divertente il modus operandi di Gwendolyn, ma in fondo, così in fondo che non ci credeva neanche lui, non sapeva come l’avrebbe presa se l’altro non avesse realmente creduto alle parole della Custode. Aveva… Voleva, che Zac ci credesse. Perchè? Per lamentarsene, probabilmente. Per avere qualcuno con cui dividere quel fardello, quei commenti che sentiva pungere sulla punta della lingua ogni volta che incrociava Twat o Mac, Reggie e Chouko. Per ignorare la questione insieme. Per renderlo reale. Era a conoscenza di quella verità da anni, il Jagger, ma non era stato vero fino a che non aveva incontrato Darden; non era stato concreto, fino a che Gwen non gli aveva mostrato le foto. Non era stato triste, fino a che Mckenzie non aveva iniziato a passare più tempo con Mads e Floyd - con lui.
    E non era stato reale neanche quando aveva conosciuto Jeremy, Stiles e Jericho, Ma quello? Lo Zachary Milkobitch seduto a pochi passi da lui, con gli occhi scuri a studiare la lavagna oltre le loro spalle - quello era reale, e Barbie non era più certo di volere lo fosse.
    Di permettersi che non lo fosse.
    Strinse le labbra fra loro, abbassando lo sguardo prima che Gwen potesse vedervi quanto ci fosse dentro, e sospirò. Quella era la sua occasione per tirarsene fuori, per rimandare ancora, per continuare a fingere che non fosse cambiato un cazzo. Che non gli importasse. Non aveva senso, gli importasse. Dio santo, era rinato nel milleottocentonovantaquattro! Quel… quella puttanata, non avrebbe dovuto riguardarlo. Zachary Milkobitch, neanche avrebbe dovuto incontrarlo.
    Figurarsi Raymond.
    «anche...» si schiarì la voce, grattandosi distrattamente lo spazio fra il naso ed il labbro superiore. «anche n-n-noi v-v-veniamo dal d-d-d-duemilaquarantrè» spinse la lingua sull’interno della guancia, occhi alzati al cielo. «c-c-ci c-c-c-conoscevamo» Sentendo lo sguardo incredulo di Gwen su di sé, si strinse nelle spalle con noncuranza, labbra curvate verso il basso e gesti vaghi alle proprie spalle. «p-p-più o m-m-meno.» borbottò.
    Fine, aveva dato il suo contributo.
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    «Ma come mai metteresti in dubbio la sua sanità mentale?»
    Gli occhi di Zachary brillarono, mentre il suo sorriso si allargava con quella piega sognatrice che lo caratterizzava. «Perché è un concetto rivoluzionario E Zac aveva un debole per i concetti rivoluzionari – lui, che era un addestratore dei Ribelli a tempo pieno. Zachary era forse l’unica persona al mondo che intendeva il dubitare della sanità mentale nel modo più distorto, strano e al tempo stesso puro possibile: non era da tutti pensare di poter viaggiare nel tempo, non era ordinario, ma il Milkobitch aveva un debole per le persone che avevano il coraggio di discostarsi dalla normalità. Soprattutto se la normalità dei giorni era torturare e sottomettere le persone, in nome di un regime che di altruistico e sano aveva davvero poco. Quindi sì: allontanarsi dall’ordinarietà era un pregio, da apprezzare e coltivare.
    Ma nemmeno un inventore svampito e un po’ distratto che credeva fermamente nella bontà umana – degli umani recuperabili, almeno – non poteva non cogliere la pericolosa direzione che quel discorso stava imboccando. Perché Zachary diffondeva allegria e gioia ovunque andasse, ma non lo faceva per stoltezza. Lo faceva per consapevolezza: la consapevolezza che il suo sorriso poteva migliorare, anche solo di un granello, la giornata di qualcun altro. Era consapevole quando faceva l’idiota, era consapevole quando stritolava un Elwyn che avrebbe voluto ammazzarlo, era consapevole quando faceva la voce stridula e stupida a un draghetto appena nato.
    Era intensamente consapevole del mondo che lo circondava, il Milkobitch, delle parole pronunciate, delle espressioni altrui, di quando qualcuno mentiva o diceva la verità. Gwen – che NDR!!! non era né gelataia né oculista: sad – non stava più scherzando. Lo vedeva dalla tensione nel suo visetto da tenera puffola pigmea caramellata (era chiaramente una puffola, punto, stop, deciso), nella voce, nella scelta delle parole. (e poi skus, se non volevano offrirgli un gelato, il che lo rendeva molto triste, non avrebbero trascinato lì uno sconosciuto per uno scherzo)
    E, per la prima volta da quando aveva preso posto sulla sedia, Zac iniziò a farsi serio.
    perché torni nel passato… tu sei tornato bambino… non faresti niente…
    Strinse le mani attorno alle propria ginocchia, Zachary, mentre in lui tornavano a galla sensazioni che aveva messo da parte. Sensazioni che aveva creduto fossero solo l’illusione di un bambino che aveva desiderato una famiglia migliore, e che forse solo per quello aveva avvertito gli fosse sempre mancato qualcosa. Qualcosa di sconosciuto. Qualcosa di dimenticato.
    Qualcosa di precluso.
    «hai avuto una vita felice, vero zac?»
    Un pugno allo stomaco. Abbassò lo sguardo dalla ragazza. Se qualcuno domandava a Zachary se aveva avuto una vita felice, lui rispondeva di sì; senza incertezze, senza dubbi, senza sorrisi falsi. Ma stavolta gli riusciva difficile. Perché Gwen era lì, a parlare come se in tutto quello c’entrasse lui? Perché la sentiva risuonare dentro di sé, come alla ricerca di una corda in attesa di essere rispolverata e scoperta dopo tanto tempo, che si riconoscesse in una melodia mai sentita eppure conosciuta?
    Zac aveva avuto una vita felice perché se l’era costruita lui, la sua felicità: con la sua positività, con la forza di superare le difficoltà e andare avanti, con la sua visione di un mondo bellissimo e a colori seppur con le sue sfumature… con la decisione di chiudere le porte a una famiglia che mai l’aveva voluto. Come se lui non ne avesse mai fatto parte.
    Sbatté le palpebre, sentendosi lo stomaco vuoto. Zachary ricordava tutto, anche se perdonava, e ricordava com’era stato essere rifiutato da quelli che dovevano essere i suoi genitori, suo fratello. E l’unica volta che aveva provato a concedere loro un po’ di fiducia, a cercare dell’umanità laddove non c’era- quando aveva confessato che gli piacevano gli uomini, non aveva ricevuto altro che dolore e lividi cui non aveva avuto la determinazione di ribellarsi subito. “Deve essere curato.” Tre parole cui non aveva mai creduto, Zac, ma che avevano riacceso la mancanza di un qualcosa che voleva tantissimo e non c’era.
    Aveva pensato fosse sempre stata una mera suggestione – quale ragazzino in un contesto simile non desiderava avere un’altra vita, un’altra famiglia?
    Arrivato a questo punto, Zachary Milkobitch iniziava a mettere insieme un puzzle. Togliere i pezzetti che si erano sempre incastrati male, perché non appartenevano davvero a quel puzzle, e mettere al loro posto quelli giusti. Quelli perfetti.
    Erano occhi lucidi, quelli che Zac rivolse a Gwen, e poi a Barnaby accanto a sé, chiedendosi cosa lui c’entrasse in quel puzzle. E forse avrebbe dovuto dar loro dei pazzi, ma no. Non li credeva pazzi. Credeva che tutto quello fosse assurdo, ma per lui assurdo non era mai stato sinonimo di impossibile. Un viaggio nel tempo. Lui, che da inventore si era domandato di tanto in tanto se fosse possibile. Lui, che non si era mai sentito al posto giusto, e quindi si era costruito attorno un posto che lo facesse sentire giusto.
    Che aveva scelto di cambiato in meglio la sua vita in quel lasso temporale, e che forse l’aveva già fatto prima ma nel futuro, scegliendo di viaggiare nel tempo.
    «zachary milkobitch, tu vieni dal 2043.» La ragazza gli fece cadere sulle gambe una busta bianca, e Zac la fissò, avendo quasi paura. «La aprirò da solo,» rispose, un soffio di voce che lo rendeva quasi irriconoscibile, per far capire all’altra che non la stava ignorando. Gli girava la testa. Era normale provarne, di fronte ai cambiamenti, ma ciononostante non si sentiva ancora pronto per leggerla. Lo avrebbe fatto poi – tra un minuto, tra cinque, tra qualche ora, una settimana. Non lo sapeva, ma si fidava di ciò che gli stavano dicendo. Afferrò la busta, si alzò, la posò dello schienale della sedia e guardò in faccia prima Barnaby, quel ragazzo tanto strano che gli aveva scatenato subito un moto di simpatia, poi Gwen. «Dal… 2043. Io.»
    Per la prima volta, si avvicinò alla lavagna, e ciò che ci vide gli fece sentire come se il petto fosse pronto ad esplodere, la gola si strinse. Non aveva mai visto quelle foto, ma in ognuna di queste c’era lui. Zachary Milkobitch in persona, con la stessa faccia, lo stesso sorrisone da bambino troppo cresciuto. Alzò le dita per posarle su una foto che ritraeva lui, un sacco di persone che non aveva mai visto e… «Jeremy.» Suo cugino?? Sbatté le palpebre, e inseguì uno dei tanti fili rossi, incontrando una foto con una ragazza dai capelli castani e gli occhi blu, un’altra con Gwen, e di nuovo quei ragazzi che non aveva mai visto. Insieme, sempre spensierati… come la famiglia che aveva sempre voluto. In una foto c’era persino Elwyn – e SORRIDEVA. Quello lo confuse più di tutto il resto – ma no sciocchi, non che fosse accanto a lui anche nel futuro (era sicuro lo stesse perseguitando in ogni linea temporale e au esistente), ma che stava sorridendo!!!! Cioè, bellissimo, sciokkissimo, uao uao.
    Ma non comprese davvero la portata della cosa, cui stava credendo con tutto se stesso, come se non avesse mai aspettato altro senza neanche saperlo, finché non inquadrò l’ennesima foto. Lui era accanto a un ragazzo identico a Barnaby, ma teneva in braccio attorno al collo di due uomini e uno dei due era di nuovo Jeremy. Tenevano in mano due tazze identiche con su scritto “worst dad of the world”. Gli sarebbe venuto da sorridere se-
    «anche n-n-noi v-v-veniamo dal d-d-d-duemilaquarantrè.» Il magizoologo si girò. «c-c-ci c-c-c-conoscevamo.» Tornò a guardare l’ultima foto, Zac, l’espressione seria e concentrata. «Lo vedo.» E mentre l’altro continuava dicendo che si conoscevano “più o meno”, lui si accorse di alcune targhette con dei nomi. Sander. Barnaby. Suo… socchiuse le labbra. «Fratello,» sillabò con stupore. Layton non era mai stato un fratello per lui, non era mai esistito, motivo per cui Zachary non aveva voluto sentire né loro né i suoi genitori dopo il diploma.
    Quel Barnaby, quel… Sander?, lo era stato. E per quanto in quella vita non si conoscessero affatto, Zac lo guardò negli occhi per dei lunghi secondi, e fece la cosa che più gli veniva facile: gli si avvicinò, alzò le mani (e lo picchiò) (cosa? cosa) e lo attirò a sé in un abbraccio stritolante. Si allontanò solo dopo un po’ ignorando le sue eventuali resistenze – eh, anni di allenamento con El –, e gli rivolse un sorriso. Un gran sorriso. Adesso, la confusione aveva fatto spazio alla felicità (probabilmente era pazzo per essere felice di una rivelazione simile ok), perché… non lo sapeva spiegare. Perché quella sensazione di vuoto che aveva da quando aveva le facoltà per pensare (quindi mai… ahah…) era scomparsa. «Mio fratello????» Spostò lo sguardo su Gwen e, PERCHE’ NO, attirò pure lei tra le braccia. «E tu?? Siamo amici anche nel futuro??» Sorrideva, e per qualche motivo incomprensibile aveva gli occhi lucidi. Contentezza?? Sollievo?? Disorientament- ah no quello c’è sempre- be’, non ne aveva idea. Aveva altro di cui occuparsi, tipo digerire TUTTO QUELLO.
    26 Y.O.
    FORMER HUFF
    MESSENGER
    ONCE: BITCHINSKARDEN
    zachary
    milkobitch
     
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